Rapport d'activité 2012
XIII Legislatura


Produzione normativa

La produzione normativa in sintesi
Quando, nei primi mesi del 2008, la crisi dei mercati finanziari iniziò a manifestare i propri effetti, ben pochi furono in grado di comprenderne la reale portata e di prevederne l'impatto nei confronti delle economie del vecchio continente. Quella che, in un primo momento, era apparsa come una contingenza sfavorevole ha ben presto assunto una dimensione strutturale tale da generare una profonda spirale recessiva tra i Paesi che compongono l'Eurozona.

In Italia, in particolare, nell'ultimo biennio si è assistito al moltiplicarsi degli interventi normativi statali che, nel perseguire gli obiettivi di risanamento del debito pubblico imposti dall'Unione europea, hanno ridefinito i rapporti finanziari tra il centro e la periferia. A patirne le maggiori conseguenze sono state, in primo luogo, le autonomie locali, costrette a subire passivamente la progressiva erosione della propria capacità di spesa.

A poco più di dieci anni dall'"incompiuta" riforma del titolo V della Costituzione, la crisi economica pare dunque aver cristallizzato il regionalismo italiano in un precario equilibrio sospeso tra le aspirazioni federaliste e le spinte centripete di un rinnovato centralismo statale. Allo stesso modo, sembra ormai inarrestabile quel processo di omologazione verso il basso che, negli ultimi anni, sta minacciando le autonomie differenziate.

I recenti scandali che hanno coinvolto alcune amministrazioni regionali e comunali hanno, inoltre, contribuito a deteriorare oltre misura questo scenario, alimentando ulteriormente quell'ondata di antipolitica che da tempo sta scuotendo la fiducia della società civile nei confronti delle istituzioni. Alla luce di tali eventi è apparsa ancora più improcrastinabile la necessità di provvedere a un profondo ripensamento delle modalità di gestione della cosa pubblica e delle regole preposte al buon funzionamento delle amministrazioni.

Anche nel 2012, pertanto, il tema dei costi della politica è stato al centro del dibattito del Consiglio regionale, che ha proseguito l'opera di riduzione della spesa già avviata nel 2011 con i tagli al trattamento indennitario dei Consiglieri regionali, nella consapevolezza che tali scelte non possono essere assunte dal Governo o dal Parlamento nazionali, in quanto costituiscono un'irrinunciabile espressione dell'autogoverno delle autonomie locali e del principio di sussidiarietà.

Se la riduzione delle risorse destinate al funzionamento dei centri decisionali appare una evidente priorità, occorre tuttavia tenere presente che un'efficace attività decisoria richiede adeguati investimenti in strutture, personale, strumenti, analisi e procedure, che non possono essere azzerati. E' fuori dubbio, infatti, che un mero ridimensionamento dei costi della politica che non tenesse conto delle esigenze connesse a un sano ed efficiente management della cosa pubblica, sortirebbe la conseguenza di esporre la gestione delle collettività locali agli effetti del dilettantismo, dell'incompetenza e della subordinazione a interessi di parte.

Sulla base di tali considerazioni, il Consiglio regionale ha approvato un intervento legislativo che permetterà di conseguire un risparmio annuo di circa 2 milioni di euro attraverso il taglio di oltre il 70% dei contributi ai Gruppi consiliari, la previsione di appositi meccanismi di rendicontazione, controllo e pubblicità delle modalità di utilizzo di tali contributi e la riduzione del trattamento indennitario e previdenziale dei Consiglieri regionali.

In questo difficile contesto, la Legislatura regionale che volge ormai al termine si è dunque caratterizzata per il costante impegno volto coniugare l'invarianza degli standard qualitativi dei servizi offerti alla comunità valdostana con i pesanti tagli alla spesa pubblica imposti dal livello centrale.

La produzione normativa regionale del 2012, in particolare, è stata contraddistinta da una molteplicità di provvedimenti mirati al miglioramento delle prestazioni dell'amministrazione pubblica, al sostegno del welfare, dei livelli occupazionali e dei settori produttivi, alla riduzione degli sprechi e delle inefficienze, prestando sempre particolare attenzione all'impiego accorto delle risorse disponibili, in coerenza con lo spirito che aveva già animato le scelte del Consiglio regionale negli anni passati.

A questo proposito, meritano un cenno preliminare le leggi di bilancio per il triennio 2013/2015 che, tra gli spazi interstiziali concessi dai vincoli della finanza pubblica, prevedono rilevanti misure per lo sviluppo economico e a favore di imprese e famiglie, e si ispirano a una logica di spending review e di oculata allocazione dei finanziamenti. Nel dettaglio, il bilancio regionale pareggia, al netto delle partite di giro e delle contabilità speciali, nell'importo complessivo di 1.420 milioni di euro per l'anno 2013, di 1.390 milioni per il 2014 e 1.360 milioni nel 2015. Per il 2013, il totale della spesa corrente e per investimenti è pari a 1.373,7 milioni di euro, di cui quasi l'82 per cento destinato alla parte corrente e il 18 per cento, pari a 250,7 milioni di euro, agli investimenti. Nella spesa corrente è ricompreso il concorso della Regione al riequilibrio della finanza pubblica per il 2013 per un importo di 103,56 milioni di euro.

Per quanto concerne il sostegno ai settori produttivi, la l.r. 1/2012 dispone una serie di interventi diretti a favorire lo sviluppo del turismo attraverso l'incremento della ricettività di strutture quali le case e appartamenti per vacanze, i bed and breakfast e i campeggi, nonché il miglioramento della qualità dei servizi da queste offerti. Analogamente, la l.r. 21/2012 introduce rilevanti misure di semplificazione e di promozione a favore degli operatori del settore dell'agriturismo.

Sempre in tema di supporto e incentivazione dell'attività imprenditoriale, la l.r. 2/2012 provvede a semplificare le procedure per la concessione dei contributi per le produzioni artigianali tipiche e di tradizione. In specifico riferimento al settore del commercio, la l.r. 12/2012 recepisce alcune istanze formulate dagli imprenditori e dalle associazioni di categoria provvedendo, tra l'altro, a ridefinire la disciplina delle vendite di fine stagione. Da segnalare anche la l.r. 14/2012, che regolamenta l'attività dell'acconciatore introducendo una serie di misure dirette a favorirne lo sviluppo e a semplificare le procedure autorizzatorie per l'esercizio di tale professione.

Analoghe esigenze di ottimizzazione delle pratiche amministrative animano, poi, la l.r. 5/2012 che, sul versante delle politiche sociali, interviene per snellire gli adempimenti per la concessione dei contributi a favore delle persone affette da invalidità.

Anche la l.r. 17/2012 e la l.r. 27/2012 rispondono alle medesime finalità. Entrambe, infatti, introducono rilevanti misure di sburocratizzazione dei settori dell'urbanistica e del governo del territorio semplificando le incombenze a carico di cittadini, imprese e amministrazioni per il rilascio di autorizzazioni e concessioni edilizie.

Di assetto del territorio si occupa la l.r. 20/2012, che provvede a dotare la nostra Regione di un importante strumento di riordino fondiario volto a un più razionale utilizzo del suolo per fini agricoli, al contrasto della frammentazione delle proprietà e a favorire, in tal modo, uno sviluppo equilibrato delle zone rurali.

La l.r. 23/2012 disciplina le attività di vigilanza su opere e costruzioni in zone sismiche individuandone finalità, strumenti e modalità di svolgimento. Sempre al fine di garantire una più efficace azione di salvaguardia del territorio e delle persone, la l.r. 3/2012 provvede a riorganizzare il Corpo valdostano dei vigili del fuoco, rafforzandone le funzioni nell'ambito del sistema regionale di protezione civile.

Sempre in tema di ambiente, il disegno di legge n. 214 riforma la vigente legislazione regionale in materia di aree protette e di giardini botanici alpini valdostani, al fine di coniugare la gestione ottimale di tali riserve naturali con le recenti necessità organizzative e di risparmio.

Per quanto concerne la cultura e lo sport sono da segnalare tre interventi normativi. La l.r. 6/2012, che promuove le attività di valorizzazione e promozione degli ideali di libertà, democrazia, pace e integrazione tra i popoli, prestando particolare attenzione alle esigenze di conservazione del patrimonio storico e culturale legato alla memoria degli eventi che hanno caratterizzato il recente passato del nostro Paese, quali la Resistenza, la deportazione nei campi nazisti, le stragi perpetrate nelle foibe e quelle di matrice terroristica. La l.r. 24/2012, che interviene a sostegno del volo amatoriale, provvedendo a razionalizzare la disciplina degli aiuti al settore e, infine, la l.r. 25/2012 che semplifica la previgente normativa regionale in materia di provvidenze allo sport introducendo, tra l'altro, specifici contributi destinati ai soggetti diversamente abili.

Nell'attuale panorama di crisi, assume poi specifica rilevanza la l.r. 26/2012 che persegue gli obiettivi di risparmio energetico, di uso razionale dell'energia e delle fonti rinnovabili nell'edilizia, anche attraverso la previsione di appositi incentivi economici per gli interventi di adeguamento delle strutture residenziali.

Merita un cenno particolare anche la l.r. 28/2012, che prosegue e perfeziona l'opera di semplificazione del sistema normativo già avviata nel triennio 2000/2003, provvedendo all'abrogazione espressa di 49 leggi e di un regolamento regionali ormai non più applicabili, ma formalmente ancora vigenti. Pare superfluo sottolineare l'utilità di simili interventi, che contribuiscono allo sviluppo di un sistema giuridico regionale snello e ordinato e che eliminano possibili ambiguità circa le disposizioni da applicare, con evidenti vantaggi, anche in termini di risparmio di tempo e di risorse, per l'intera comunità.

In conclusione, resta da segnalare la l.r. 33/2012, promulgata a seguito dell'esito favorevole del referendum propositivo tenutosi il 18 novembre 2012, che introduce nella vigente disciplina regionale in materia di gestione dei rifiuti il divieto di costruire e utilizzare in Valle d'Aosta impianti di trattamento a caldo.