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Progetto Civico Progressista

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19 dicembre 2022

Cime bianche: audizione chiarificatrice sui vincoli normativi

 

«Le considerazioni sul vallone delle Cime Bianche, che Progetto Civico Progressista già aveva esposto in varie circostanze, hanno trovato una notevole e fondamentale conferma nelle audizioni di oggi.» Così le Consigliere Erika Guichardaz e Chiara Minelli commentano l'esito della riunione congiunta delle Commissioni terza e quarta di oggi, lunedì 19 dicembre 2022, sulla petizione popolare per la salvaguardia del vallone, sottoscritta da oltre duemila valdostani.

Oggi le Commissioni hanno sentito il Presidente generale del CAI, Antonio Montani, l'avvocata Paola Brambilla Pievani, il dottor Marco Onida, già Segretario della Convenzione delle Alpi, l'archeologo Mauro Cortelazzo e la Presidente del CIPRA nonché responsabile del progetto “Neve diversa” di Legambiente, Vanda Bonardo.

«Montani, Onida e Bonardo - specificano le Consigliere - hanno evidenziato il valore ambientale del vallone di Cime Bianche, sottolineato dal suo inserimento come Zona di Protezione Speciale nella rete europea Natura 2000. Le Zone di protezione speciale proprio per la loro importanza a tutela della biodiversità sono soggette a precise norme europee di tutela. Cortelazzo ha evidenziato l’importanza del vallone in relazione ai ritrovamenti di antichi siti di lavorazione della pietra ollare, che devono essere valorizzati.»

Di particolare rilevanza sotto l'aspetto giuridico l'intervento dell'avvocata Paola Brambilla Pievani, specializzata in diritto amministrativo, dal 2019 componente della Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale VIA VAS del Ministero dell'ambiente, di cui è anche Coordinatrice della Commissione VIA.

«L'avvocata - proseguono Guichardaz e Minelli - ha ribadito che per le Zone di Protezione Speciale di rete Natura 2000 ci sono stringenti disposizioni normative dettate dalle direttive europee e confermate dalla normativa italiana e valdostana. L'allegato C alla deliberazione di Giunta n. 1087/2008, attuativa del decreto del Ministro dell'ambiente 17 ottobre 2007 art. 5 lettera m), formula un divieto assoluto di costruire impianti di risalita e piste di sci in zone ZPS, salvo che l'impianto o la pista non fossero esplicitamente previsti da strumenti di pianificazione territoriale approvati prima dell’emanazione dello stesso decreto ministeriale. Cosa che non si è verificata nel caso del vallone Cime Bianche. Pertanto nel vallone, essendo in buona parte ricompreso in area ZPS, non si possono costruire impianti di risalita e piste di sci. Su questo l’avvocata è stata categorica.»

«Si tratta di una disposizione chiara e cogente che ha già trovato varie applicazioni - precisano -. Ad esempio sul Monte Terminillo, la Giunta regionale del Lazio aveva deliberato l’ampliamento di un comprensorio sciistico già esistente, ma ha dovuto fare marcia indietro perché è intervenuto il Ministero per la transizione ecologica che ha bocciato l'intervento, trattandosi di opera da realizzare in zona ZPS e prevista dagli strumenti urbanistici successivamente al decreto ministeriale del 2007.»

«La costruzione di un impianto a fune nel vallone delle Cime Bianche - concludono le Consigliere - arrecherebbe non solo un grave danno perché andrebbe a sfregiare in modo irreversibile un'area di grande pregio naturalistico e paesaggistico, una ricchezza inestimabile per la Val d’Ayas e per tutta la Valle d'Aosta, ma sarebbe pure in contrasto con la legge, quindi irrealizzabile. È davvero incomprensibile che la Regione, a fronte dei vincoli normativi più volte evidenziati, non abbia sentito l'esigenza di richiedere un apposito parere legale, del probabile costo di 10.000 euro, prima di destinarne altri 403.000 in studi.»