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ADU VDA - Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta

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2 ottobre 2019

Specie lupo: si ritiri il disegno di legge e si ragioni su un piano di interventi lungimiranti

 

«Accodarsi a Trento e Bolzano, come proposto con il disegno di legge regionale riguardante il lupo è profondamente sbagliato. Non perché si rivendichino, in termini generali, competenze che spettano statutariamente alla Regione, ma perché, in concreto, quelle competenze vengono brandite, come già accaduto a Trento e Bolzano, per nascondere l'incapacità, o peggio ancora per ribadire la mancanza di volontà di affrontare seriamente la questione, preferendo alla ragionevolezza il populistico appello ai pallettoni.» È quanto commenta la Consigliera di ADU-VdA Daria Pulz in merito al disegno di legge che contiene misure di prevenzione e di intervento concernenti la specie lupo, attualmente all'esame della terza Commissione consiliare "Assetto del territorio".

«La realtà è che, anziché partire, come vuole la normativa europea, da un piano di azione che eviti gli abbattimenti - aggiunge la Consigliera Pulz -, si pretende, anche qui in Valle d'Aosta, di partire dagli abbattimenti, dalla maschia affermazione del potere di disporli. Un'assurdità, contraria alla normativa di tutela, che impone la preservazione della specie protetta. Una contraddizione che, in concreto, renderebbe illegittima, qualora disposta, qualsiasi deroga al divieto di abbattimento.»

La Consigliera ricorda che «come ci dice la Corte costituzionale con la sentenza n. 215 del 2019 - che ha salvato le leggi provinciali di Trento e Bolzano, solo sotto il profilo della competenza, senza entrare nel merito delle scelte -, non si può sparare al lupo (mai l'ISPRA potrebbe consentirlo!) se non si dimostra di aver fatto tutto il possibile per evitarlo. La sentenza evidenzia che il bilanciamento della protezione del lupo - che la direttiva considera centrale - con le esigenze di tutela del suolo, del patrimonio zootecnico e delle produzioni agricole implica che si individuino, prioritariamente, “soluzioni valide” che consentano di affrontare la questione senza dover giungere agli abbattimenti. Il punto quindi è: che cosa si è fatto per individuare e mettere in pratica queste soluzioni? Il mondo scientifico le propone da tempo, ma la politica, troppo interessata a lanciare messaggi propagandistici agli allevatori, continua a non prenderle seriamente in considerazione.»

«Bolzano, addirittura - prosegue Pulz - queste soluzioni compatibili con la tutela del lupo le contesta apertamente, mettendo in discussione lo stesso progetto Life Wolf Alps. E preferisce scrivere una legge in cui, al di là della questione relativa alla competenza, si evocano scorciatoie che, se dovessero essere realmente percorse, rischierebbero di aggravare la situazione. Altro che garanzia di un sostanziale bilanciamento degli interessi: il tentativo di forzare gli equilibri è chiaro, anche se probabilmente velleitario, visto il ruolo di garanzia dell'ISPRA.»

«E siccome in Valle d'Aosta non si è fatto e si continua a non fare abbastanza per evitarlo - sottolinea Daria Pulz -, l'invocazione per via legislativa di un potere di deroga al divieto di abbattimento è pura, semplice, inutile, ma pur sempre dannosa demagogia.»

La Consigliera Pulz conclude: «Si ritiri, quindi, il disegno di legge n. 40 e ci si metta a ragionare seriamente su un piano di interventi lungimiranti e coerenti con la normativa europea di tutela e con le proposte della comunità scientifica, che ritiene gli abbattimenti una assurdità. Si smetta, poi, di copiare tutto ciò che, non sempre meritoriamente, si fa in Trentino-Alto Adige. Riponendo il fucile in soffitta, si può ancora provare a scrivere una legge coraggiosa e innovativa, che sappia individuare soluzioni all'altezza della situazione.»