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Rete Civica - Alliance Citoyenne

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10 maggio 2019

CVA: a tante idee e ben confuse, Rete Civica risponde con una visione molto chiara

 

«Società totalmente pubblica + norma di attuazione. Se si assumono questi due obiettivi, si può raggiungere un grande risultato per la comunità valdostana, se manca uno dei due elementi la formula non funziona più.» È questa visione ben precisa che i Consiglieri di Rete Civica-Alliance Citoyenne hanno illustrato nei due giorni e mezzo di un Consiglio interamente dedicato alla questione CVA.

Una norma di attuazione dello Statuto speciale può consentire alla Valle d'Aosta un ampio margine di autonomia nella disciplina dell'attività idroelettrica locale e nelle modalità di assegnazione delle concessioni delle grandi derivazioni di acque.

Una specialità di condizioni che può essere utilizzata solo da una società che sia interamente pubblica, braccio operativo della Regione e che svolga un servizio per l'intera comunità valdostana, imboccando la strada dell'efficientamento e della transizione energetica, che sono imperativi a fronte dei cambiamenti climatici. Una società che però non si può porre, nel mercato nazionale e internazionale dell'elettricità, come un concorrente rispetto ad altre imprese. Il principio europeo della libera concorrenza e della conseguente gara per le assegnazioni delle concessioni per grandi derivazioni idroelettriche può infatti essere superato esclusivamente a favore di una società interamente pubblica e che opera in un ambito locale, non per chi vuole essere player sul mercato nazionale.

Sulla base di questa convinzione, Rete Civica-Alliance Citoyenne, fin dall'inizio dell'anno, ha avanzato la richiesta di incaricare la Commissione paritetica Stato-Regione di elaborare una norma specifica, e le audizioni con i componenti di parte regionale della Commissione hanno confermato la possibilità di  ottenere il risultato in tempi brevi.»

«Rispetto a questa linea molto chiara - commentano i Consiglieri Chiara Minelli e Alberto Bertin - abbiamo invece assistito in Consiglio regionale a dichiarazioni confuse e alla presentazione di documenti molto contraddittori da parte sia della maggioranza sia della Lega.»

«La Lega ha presentato sette risoluzioni in cui c'è di tutto e il contrario di tutto. Un atteggiamento sorprendente che ha evidenziato però in modo eloquente un dato: la Lega non ha una linea univoca e definita sulla questione CVA. Ha almeno al suo interno tre o quattro idee diverse.»

«La maggioranza, poco compatta nelle dichiarazioni in Aula e nel comunicato stampa emesso in chiusura dei lavori, ha invece presentato una risoluzione in cui si dice di volere sia una norma di attuazione sia la quotazione in borsa di CVA. Due proposte inconciliabili, che vanno in direzione opposta in quanto una società quotata in borsa, player nel mercato elettrico italiano, non potrebbe mai fruire di un trattamento speciale come quello che sarà previsto dalla norma di attuazione. Le regole del mercato, per la loro stessa natura, non prevedono "agevolazioni" per chi decide di quotarsi. Sarebbe concorrenza sleale, non ammessa. Quindi o ci si quota o si decide di operare attraverso le competenze che la norma di attuazione riserva ad una società totalmente pubblica. Per le leggi dell'economia l'interesse generale non si concilia con il profitto, legittimo obiettivo di una Società per azioni quotata in borsa. Anche se la maggioranza delle azioni rimanesse in capo alla Regione. Quindi: des deux choses l'une.»