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7 febbraio 2018

Precisazioni del gruppo ALPE sull'affaire La Saxe

Facendo seguito alle dichiarazioni rese dall'Assessore Baccega in risposta ad una interrogazione a risposta immediata discussa nella seduta del Consiglio regionale del 6 febbraio 2018, il gruppo ALPE ritiene doveroso fare alcune precisazioni sull'affaire La Saxe.

Stiamo parlando del vallo costruito a protezione delle frazioni di La Palud e Entrèves a Courmayeur che avrebbe dovuto e dovrebbe proteggere l'abitato dalla frana sovrastante del Mont de la Saxe, iniziata sin dal 2009, con un'accelerazione nel 2013 e oggi ferma. Tali lavori, costati 12 milioni di euro, di fondi regionali e statali, sono anche strettamente correlati con la costruzione della stazione SkyWay limitrofa e con la sistemazione della terra di risulta di tale stazione. 

Il modo di lavorare serio e rigoroso cui siamo abituati ci ha imposto di chiedere più volte informazioni sui lavori del Vallo del Mont de La Saxe all'Assessore Baccega, sin dal 2014.

Gli argomenti clou sui quali ci eravamo fermati, allertati anche da professionisti, erano: i requisiti richiesti per la costruzione del bypass sulla Doire de Ferret (mai avvenuta sebbene fosse condizione di sbarramento per poter partecipare alla gara), i tempi ristretti della gara ad invito di aggiudicazione, lo stato di degrado del cantiere e di abbandono degli abitati interessati (che ci auguriamo la nuova Amministrazione di Courmayeur prenda finalmente in considerazione), il mistero sul collaudo (a nostra conoscenza mai avvenuto), il risarcimento irrisorio per i danni dovuti al mancato introito che gli albergatori hanno subito e sui quali vi era un impegno anche da parte della Protezione civile di risarcire.

Oggi, la chiusura delle indagini della Procura di Aosta ha portato a riparlare di questo dossier e si stanno evidenziando problematiche anche differenti e ben più gravi.

La scorsa settimana sul telefono dell'Assessore Baccega è stato pubblicato (forse per sbaglio) uno "stato whatsapp", subito diventato di dominio pubblico, che un quotidiano ha pubblicato e che cita la Consigliera di ALPE Chantal Certan, "attribuendole la responsabilità di aver fatto emergere anomalie sul vallo".

Le funzioni ispettive ci spettano e spettano a tutti i Consiglieri regionali. Riteniamo di aver svolto il nostro compito in modo oggettivo, seguendo il "metodo scientifico", tutto il resto non c'entra nulla, sono solo chiacchiere. Abbiamo fede nella Scienza, ma rigettiamo la sua strumentalizzazione.

Non sappiamo quale sarà la conclusione definitiva delle indagini che spettano a chi è deputato a questo ruolo ma, come sempre, il gruppo ALPE ha operato vigilando affinché venissero garantite trasparenza e pari opportunità per le imprese, anche garanzia di corretta esecuzione di tutti i lavori che hanno un certo impatto nella nostra Regione.

«Se l'aver svolto il mio ruolo ispettivo è stato colto dall'Assessore o da chi scrive sul suo telefonino in questo modo - precisa la Consigliera Chantal Certan -, ogni commento è superfluo e lascio ai cittadini giudicare la limitatezza di pensiero, ma anche di competenza, da parte di alcuni amministratori di questa maggioranza.»

«Se l'aver fatto emergere il "sommerso" servirà a migliorare e finire questa odissea - conclude la Consigliera Certan -, in fin dei conti mi soddisfa e mi fa dire che abbiamo fatto bene. Se contribuirà a fare emergere pratiche illecite, ancora da verificare nelle sedi deputate a questo, cosa che non mi fa certo piacere poiché confermerebbe che in questi anni i soldi pubblici sono stati mal gestiti, chi risultasse aver mal gestito o aver cercato di occultare si dovrà prendere le proprie responsabilità. Di certo, come minimo, mi aspettavo da un Assessore regionale una risposta nel merito, con argomentazioni oggettive, non sfoghi personali.»