VIII Legislatura

Composizione

VIII Legislatura (1983-1988)

Nelle elezioni regionali del 26 e 27 giugno 1983 si conferma il trend positivo dell'Union Valdôtaine, che ottiene 20.495 voti pari al 27,1% e non acciuffa, per meno di 200 voti, il decimo seggio. La Dc mantiene i suoi 7 seggi con 15.973 suffragi (21,1%). Cala il Pci che passa da 7 a 6 consiglieri con 13.567 voti, mentre cresce vistosamente il Psi che ritorna ai 3 seggi che aveva nella legislatura 1973-1978 grazie ai 5.902 (7,8%) consensi ottenuti. I Dp mantengono i loro 4 seggi con 7.891 voti (10,4%), ma si presentano alle elezioni nella "Fédération Dp-Uvp" che nella legislatura precedente disponeva di 5 consiglieri; nel settembre del 1984 i demopopolari di Dujany e Lanivi e quello che resta dell'Uvp di Filliétroz, che non vuole la riunificazione sotto l'egida dell'Uv, confluiranno negli Autonomisti Democratici Progressisti (Adp). Altri sei schieramenti, ovvero Artigiani e Commercianti Valdostani con l'inossidabile cicloamatore Vigilio Berti, Nuova Sinistra con Elio Riccarand, Psdi con Gaetano Baldassarre che succede a Pietro Minuzzo, Msi-Dn con Domenico Alosi che verrà riconfermato nella successiva legislatura, il Pli di Pedrini e Franco, detto "Pippo", De Grandis per il Pri ottengono 1 seggio. Tra le dodici liste presenti nella competizione elettorale, soltanto una, denominata "Zona Franca", non ottiene alcuna rappresentanza in Consiglio.

Negli stessi giorni delle elezioni regionali si tengono le consultazioni per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato. Il risultato è una facile riconferma per Cesare Dujany e Pierre Fosson, sostenuti da Uv, Dp e Uvp, che superano rispettivamente di 12 mila e di 11 mila e 400 voti i candidati della lista "A gauche pour le changement", proposta da Pci e Ns, Ruggero Millet e Alba Piacquadio in Bortolozzi. È nel segno della continuità la scelta dei valdostani per l'amministrazione regionale e nello stesso segno per il Parlamento della Repubblica.

Meno di un mese dopo le elezioni si insedia la giunta regionale che poggia sull'asse Uv-Dc-Fédération Dp-Uvp. Presidente è confermato Mario Andrione e l'Uv ottiene tre assessorati: la Pubblica Istruzione con Renato Faval, la Sanità e Assistenza Sociale con Ettore Marcoz e l'Agricoltura e Foreste con Augusto Rollandin. Riconfermati gli assessori democristiani Giuseppe Borbey, che passa al Turismo, Urbanistica e Beni Culturali, e Guido Chabod che sostituisce Borbey ai Lavori Pubblici; il Dp Angelo Pollicini assume la guida dell'assessorato dell'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti e il compagno di partito Maurizio Martin esordisce in giunta come assessore alle Finanze. Presidente del Consiglio è il democristiano Giovanni Bondaz, "figlio d'arte" di Vittorino. In Consiglio viene eletto anche Attilio Rolando, forestale e conosciutissimo "rabeilleur" di Antey-Saint-André, che si distinguerà più per la sua grande carica umana e per la capacità di alleviare le sofferenze che non per le facoltà oratorie.

In seguito alle reiterate proteste dei lavoratori dell'Ilssa di Pont-Saint-Martin e della Cogne, dove il piano della Finsider arriva a prevedere 1200 licenziamenti, per la prima ed unica volta nella sua storia, il Consiglio regionale esce dalla sua sede istituzionale e viene convocato, il 17 ottobre 1983, nella sala mensa della fabbrica aostana. A chiusura dell'assemblea, a cui partecipano 1500 lavoratori, la testimonianza di solidarietà viene confermata dalle dichiarazioni; "la Regione non può fare a meno della Cogne, non può fare a meno della siderurgia", conclude il documento approvato all'unanimità.

La notte di San Martino del 1983, un ciclone giudiziario con pesantissimi riflessi politici si abbatte sul Casinò e sulla Valle d'Aosta: con un vasto spiegamento di forze la casa da gioco viene perquisita e vengono disposti diversi arresti per ordine della procura della Repubblica di Torino. Il presidente Andrione, travolto dalle vicende giudiziarie, lascia la Valle d'Aosta. Si apre così un periodo di crisi politica e istituzionale e, dopo quella notte in cui Saint-Vincent è rischiarata dalle luci blu delle sirene, le iniziative della magistratura condizioneranno la vita politica regionale altre volte.

In Regione la crisi viene evitata per volontà di tutte le forze politiche di maggioranza: tutti gli assessori restano al loro posto. Il 24 novembre nasce la commissione speciale d'indagine sul Casinò, presieduta da Valerio Beneforti, che è un allargamento ai capigruppo consiliari della commissione permanente "Affari generali". Nei primi giorni del 1984 Augusto Rollandin viene eletto presidente di una giunta "a termine" per sei mesi, mantenendo ad interim l'assessorato dell'Agricoltura e Foreste. Rollandin non nasconde la difficoltà del momento e spesso fa appello al senso di responsabilità degli amministratori e di tutti i valdostani; "La caractéristique principale de notre action - dirà nel consueto messaggio sul Messager Valdôtain riferendosi al 1984 - était l'incertitude liée à l'affaire du Casinò. Nous avons cherché à y remédier en ne fixant pas l'attention sur le scandale, en essayant de trouver des débouchés à l'impasse économique, aux exigences des jeunes en quête d'emploi. Nous nous sommes efforcés de travailler, mais dans un état psychologique où le calme ne trouvait pas de place; il a fallu du temps pour que nous puissons recommencer à raisonner les grands thèmes".

Dopo i sei mesi si verificano diversi avvicendamenti in giunta, ma la presidenza rimane salda nelle mani di Rollandin: Borbey ritorna al Turismo dove, agli inizi del 1987, gli subentrerà dapprima ad interim Augusto Fosson e poi l'altro compagno di partito, Angelo Lanièce; Ugo Voyat e Joseph-César Perrin esordiscono rispettivamente alla Sanità e all'Agricoltura e Foreste, Ilario Lanivi sostituisce Pollicini all'Industria, mentre Martin e Faval restano al loro posto fino alla fine della legislatura.

Nelle elezioni comunali del 12 maggio 1985 si registra un altro arretramento del Pci che passa da 12 a 10 seggi e dell'Uv, che ne perde 1; la Dc ne ottiene 9, il Psi 7; entrano in Consiglio con 1 seggio, ed entreranno anche in giunta, il Psdi con Amedeo Roppo e il Pri con Pier Carlo Rusci. Sindaco è riconfermato il socialista Bich, che sarà sostituito, dopo la sua elezione in Consiglio regionale nel 1988, dai compagni di partito Francesco Allera Longo per dieci mesi e poi, dal luglio 1989, da Leonardo La Torre.

Il 24 giugno 1985, all'età di settant'anni, scompare Maria Ida Viglino in seguito ad un'emorragia cerebrale. La "professoressa d'acciaio" di Gignod, che ha ricoperto un ruolo significativo sia nell'antifascismo che nell'amministrazione regionale, verrà ricordata con affetto anche dal presidente Sandro Pertini che la conobbe ai tempi della Resistenza.

In questi anni crescono ancora le entrate provenienti dall'Iva d'importazione e cresce il comparto edile anche per i numerosi lavori stradali, di riassetto idrogeologico e di recupero degli ex insediamenti industriali dismessi. La montagna riprende a vivere e viene arrestato, con opportune misure, lo spopolamento dei villaggi. Molte iniziative vanno nella direzione di migliorare i servizi in tutto il territorio: dalle microcomunità per anziani al servizio bibliotecario decentrato. La stessa macchina amministrativa cambia, con una delega sempre più ampia nelle mani del presidente della Regione, che accentra su di sé molte competenze e diventa, in un certo senso, è il perno e il garante dell'intera macchina amministrativa.

Nel giugno del 1987 hanno luogo le elezioni politiche: al collaudato Cesare Dujany, che passa dalla Camera al Senato, si affianca il giovane e brillante giornalista Luciano Caveri, sostenuti entrambi da Uv, Adp, Pri e Partito Radicale. L'accoppiata si dimostra vincente sul cosiddetto "cartello", composto da Dc, Pci, Psi, Psdi, Pli, Ns e Artigiani e Commercianti valdostani, che sostiene i candidati Alessandra Della Guardia in Vuillermoz e Vittorio De La Pierre.