III Legislatura

Composizione

III Legislatura (1959-1963)

Anche la voglia di apertura e modernità, l'esigenza di riforme che portino progresso e benessere pure nelle vallate laterali, oltre che la semplice somma dei voti conseguiti nella consultazione precedente, convincono l'Union Valdôtaine al grande passo. Ad Aosta, nelle elezioni amministrative del novembre 1956, la propaganda all'insegna della paura sfocia in proclami del tipo "Quelli che fino ad oggi sono stati insediati al Comune della tua città sono amici dei capi russi, di quegli stessi che hanno ordinato freddamente il massacro degli ungheresi. Basta coi rossi alleati ai russi! Bisogna farli fuori"; e i comunisti calano da 26 a 18 consiglieri. Proprio l'Uv, che passa da 3 a 4 seggi, dopo un'iniziale giunta unitaria sostenuta da tutti i partiti (tranne il Msi) e messa subito in crisi dalle dimissioni di due assessori democristiani, vota con le sinistre nell'intento di assicurare alla città un'amministrazione solida e duratura. Inizia così, tra le due forze, un avvicinamento che trova conferma in numerosi Comuni. E s'instaura un rapporto non solo di collaborazione, ma di vera amicizia, tra i due leader, Severino Caveri e Piero Germano, chiamato "Gandhi" forse per i suoi modi "curiali", personaggio di spicco della resistenza cuneese e segretario della federazione comunista valdostana. L'accordo continuerà nelle "politiche" del 25 maggio 1958 quando l'Union gioca il tutto per tutto presentando proprio Severino Caveri per la Camera e sostenendo per il Senato l'indipendente Renato Chabod, fratello di Federico e già candidato per la sinistra nel 1948. Dal canto loro, Pci e Psi decidono di non favorire la Dc, rinunciando alla bandiera e facendo confluire i propri voti su questi candidati. Caveri, primo candidato unionista ad una elezione politica, vince con 30.596 voti (51%) contro i 27.888 (46,4%) di Farinet e i 1.577 (2,6%) del candidato missino Giglioli; Chabod ottiene lo stesso risultato con 28.141 voti (51,8%) contro i 24.772 (45,6%) di Page e i 1.426 (2,6%) del missino Fassio.

La vittoria della lista del "Leone rampante" e il rifiuto dei democristiani, sia del Consiglio Valle che del Parlamento, di approvare una legge elettorale proporzionale sanciscono l'alleanza strategica anche per le regionali del 17 maggio 1959. La lista approntata è composta da 25 candidati, di cui 15 indicati dall'Uv, 4 dal Psi, 3 dal Pci e 3 da un gruppo di fuoriusciti dal Psdi come Giuseppe Filliétroz e Fortunio Palmas (che riceverà in quei giorni un violento telegramma di espulsione dal Partito Socialdemocratico, inviatogli da Giuseppe Saragat), già capolista del Gruppo Democratico Italiano nel 1949. Il rapporto numerico riflette la volontà dell'Uv di non accentuare la matrice progressista dello schieramento per mantenere il suo elettorato cattolico e la scelta delle sinistre di privilegiare il progetto politico. A poco vale la scomunica del Vescovo di Aosta, Maturino Blanchet, che però convince tre unionisti a rinunciare alla candidatura. I giochi sono ormai fatti e le urne danno la vittoria al Leone (29.146 voti pari al 51,9%) che conquista i 25 seggi riservati alla maggioranza. L'unica lista avversaria, la Concentrazione dei Partiti Democratici, si suddivide così i 10 seggi che le spettano: 4 alla Dc, 4 a candidati indipendenti, 1 al Psdi e 1 al Pli. La Dc esce per la prima volta dalla giunta e resta punita dalla stessa legge elettorale che non aveva voluto modificare. Un mese esatto dopo le elezioni, il Consiglio elegge la nuova giunta: Oreste Marcoz è il nuovo presidente e l'Uv ottiene anche tre assessorati con Pierre Fosson all'Agricoltura e Foreste, Marcello Colombo alle Finanze e Corrado Gex alla Pubblica Istruzione; due assessorati vanno al Pci con Claudio Manganoni ai Lavori Pubblici e Fabiano Savioz al Turismo e altrettanti al Psi con Enrico Chantel alla Sanità e Assistenza Sociale e Giulio Nicco all'Industria e Commercio. La presidenza del Consiglio verrà retta per tutta la legislatura dall'avvocato Giuseppe Filliétroz, politico espansivo e di grande carisma; l'innovazione consiliare dell'ottobre 1960 è rappresentata dall'introduzione del secondo vicepresidente, Luigi Barone, che va ad affiancare Alberto Vuillermoz.

La coalizione del Leone si preoccupa della tutela e conservazione della natura, del patrimonio storico e architettonico e vara una legge, la n. 3 del 28 aprile 1960, che prevede la predisposizione di un Piano Regolatore Regionale Urbanistico e Paesaggistico. La normativa (detta anche "legge Palmas" dal nome del relatore), benché bocciata dalla Corte Costituzionale, si dimostra innovativa e precorritrice dei tempi e la protezione dell'ambiente diviene da questo momento uno dei temi ricorrenti nell'attività consiliare. Nel 1961 un'altra legge concede provvidenze per l'incremento del patrimonio alpinistico e per l'attrezzatura ed il funzionamento dei servizi del Corpo di soccorso alpino. Anche la politica scolastica, affidata al giovane e dinamico Corrado Gex e basata sul riconoscimento del diritto allo studio, è fortemente innovativa con la nascita dell'Istituto professionale regionale per l'industria, l'artigianato e il commercio e con norme a favore dei piccoli istituti di montagna; è del 1961 la fondazione del Collège d'Etudes Fédéralistes. Oltre all'edilizia scolastica si dà impulso alla costruzione di nuovi edifici comunali e infrastrutture per i paesi delle vallate laterali; parallelamente vengono concesse provvidenze per lo sviluppo della viabilità rurale, per le cooperative di meccanizzazione agricola e per il risanamento del bestiame: tutte norme rivolte al miglioramento delle condizioni di vita anche nei piccoli centri rurali (va notato che questa legislatura è in assoluto, quella con il maggior numero di coltivatori diretti nella storia del Consiglio, con 6 consiglieri, pari al 17,1%). Mutui alberghieri e per gli impianti di risalita (con un contributo alla ASIVA che nel 1962 è di 14 milioni), finanziamenti per la costruzione delle terme di Saint-Vincent e di Pré-Saint-Didier, per i rifugi alpini, per i corsi di formazione e per attività pubblicitarie e promozionali, incentivi alle attività delle Aziende Autonome di Cura, Soggiorno e Turismo e dei Comitati di Incremento Turistico sorti in molte località, contribuiscono a preparare il terreno al flusso turistico degli anni Sessanta e Settanta. Proprio nell'imminenza dell'apertura del tunnel del Monte Bianco (che verrà inaugurato il 16 luglio 1965 da De Gaulle e Saragat) e del Gran San Bernardo il desiderio di scambi culturali e non solo con gli altri due versanti delle Alpi è ribadito dalla nascita del "Triangle de l'Amitié" tra Aosta, Chamonix e Martigny e dalla richiesta, espressa nel 1960 dal Consiglio regionale, di ricevere le trasmissioni televisive dalla Francia e dalla Svizzera.

Nel 1963 il Consiglio Valle abbandona la sede di via Ollietti e viene convocato da Filliétroz per il 20 e 21 febbraio nella nuova aula, austera e funzionale al tempo stesso, del Palazzo sito in via Gramsci.

Nonostante in pochi anni la Regione acquisisca partecipazioni azionarie in numerose società operanti in Valle, tra cui la Società Autostrada Torino-Ivrea-Valle d'Aosta (A.T.I.V.A.), la Pila S.p.A., la Società Italiana per il traforo stradale del Gran San Bernardo (S.I.TRA.S.B), la Società Autostrade Valdostane S.p.A. e la Funivie Gran Paradiso S.p.A., la politica industriale viene per lo più demandata alla Cogne e alle altre grandi imprese della bassa Valle come l'Ilssa-Viola di Pont-Saint-Martin, la Brambilla di Verrès e la Châtillon dell'omonima cittadina. Proprio la Cogne vive nell'ottobre 1960 momenti drammatici con uno sciopero proclamato dalle maestranze della durata di 19 giorni; la giunta regionale esprime solidarietà ai lavoratori appoggiando le rivendicazioni salariali e stanziando per loro un contributo straordinario di 25 milioni.

Mentre il disegno di legge di attuazione della zona franca naufraga con la caduta del governo Fanfani nel 1961, nell'anno successivo il Parlamento adotta la legge per le elezioni regionali, basata sul sistema proporzionale, che era stata approvata dal Consiglio Valle nel 1959.