La fine della guerra

La fine della guerra (1945-1946)

La propaganda annessionista intende giungere al più presto ad un plebiscito in cui avrebbero potuto "votare solo le persone di ambo i sessi, di padre e madre valdostani, nati ed aventi residenza stabile nella Valle prima del 1914" (dalla lettera del 3 giugno 1945, scritta dal maggiore Augusto Adam, il partigiano Blanc, al generale Luigi Chatrian in M. Lengereau, op. cit.). L'esito sarebbe stato quasi scontato: da una parte l'Italia sconfitta e reduce dalla politica fascista che aveva cercato di soffocare le minoranze e le particolarità linguistiche e culturali della Valle d'Aosta, dall'altra i vincitori francesi portatori di promesse di benessere.

In quel clima e con quelle tensioni irrisolte, il 28 aprile 1945 i partigiani liberano la Valle d'Aosta e il Comitato di Liberazione Nazionale valdostano nomina Prefetto Alessandro Passerin d'Entrèves e Sindaco di Aosta Giulio Torrione. Il giorno dopo alcuni reparti francesi valicano il Colle del Piccolo San Bernardo e il Colle di Rhêmes; gli americani arriveranno in Valle solo il 4 maggio. Gli annessionisti danno vita al "Comité Valdôtain de Libération" che nel suo programma ribadisce che la Valle d'Aosta è "... indépendante et libre de tout lien envers la couronne royale italienne et le gouvernement italien de Rome"; di diverso avviso il Prefetto Passerin d'Entrèves che il 10 maggio fa affiggere un manifesto alla popolazione che replica così: "... nous saurons nous assurer dans le plus bref délai possible le redressement de tous les torts que le fascisme nous a causés, la restauration de nos droits violés, l'aboutissement de nos efforts et de nos aspirations légitimes. Nous avons eu du gouvernement de Rome et du CLN de la Haute Italie des assurances précises à ce sujet. Elles sont déjà en voie de réalisation grâce aussi a l'appui des autorités alliées. Le rêve de notre inoubliable Chanoux, le martyr de la cause valdôtaine, va devenir une réalité. Les montagnards vont de nouveau se gouverner eux-mêmes, la liberté sera le prix de durs sacrifices qu'ils ont toujours fait pour la Patrie. Déjà notre langue française, les chers vieux noms du pays, ont été rétablis. A nous de montrer que vouloir la liberté et l'autonomie de notre petite patrie ne signifie pas renier notre patrie plus grande, et à laquelle nous sommes liés par tout un passé d'honneur et de fidélité".

Anche i partigiani votati alla causa italiana, tra cui Cesare Ollietti (Mésard), non demordono e il 12 maggio 1945 il C.L.N. di Aosta decide di mandare a Churchill, Stalin, Truman e al Presidente della Conferenza di San Francisco un telegramma per denunciare i soprusi dei francesi e le loro mire espansionistiche. La strategia del C.L.N., di Passerin d'Entrèves e di Chabod è chiarissima: sollecitare da una parte gli alleati affinché intervengano per ridimensionare le mire francesi e dall'altra il governo italiano perché riempia di contenuti le reiterate promesse ai valdostani. Entrambi gli obiettivi hanno successo: De Gaulle ritira le truppe dalla Valle e più tardi assicurerà all'ambasciatore d'Italia a Parigi, Giuseppe Saragat, che la Francia non ha alcuna aspirazione sulla regione; dall'altro lato Ferruccio Parri sottopone all'approvazione del Consiglio dei ministri due decreti legislativi sull'autonomia valdostana. Ancor prima di essere promulgati e di entrare in vigore (dal 1° gennaio 1946, quando la Valle d'Aosta verrà restituita dal governo militare alleato all'amministrazione del governo italiano), i decreti saranno contestati nelle assemblee pubbliche in cui vengono presentati e il 6 settembre 1945, un giorno prima della firma da parte del re, Maria Ida Viglino rassegna le dimissioni da presidente del C.L.N. valdostano per protestare contro la scarsa autonomia concessa.

Il 7 settembre 1945, Umberto di Savoia, luogotenente generale del Regno, firma i due decreti n. 545 "Ordinamento amministrativo della Valle d'Aosta" e n. 546 "Agevolazioni di ordine economico e tributario a favore della Valle d'Aosta". A grandi linee il primo sopprime la Provincia di Aosta, costituisce la circoscrizione autonoma e prevede gli organi che la amministreranno: un Consiglio di venticinque membri, un Presidente e una giunta di cinque membri; da notare che l'articolo 13 rinvia ad un successivo provvedimento il compito di indicare "le materie che potranno essere disciplinate dal Consiglio della Valle con norme giuridiche proprie, anche in deroga alle leggi vigenti". Il secondo decreto prevede la concessione alla Valle d'Aosta per novantanove anni delle acque pubbliche che non abbiano già formato oggetto di riconoscimento di uso o di concessione e analogo provvedimento riguarda le miniere, purché sia la Regione a richiederne esplicitamente l'uso. Va considerato che viene anche istituito il beneficio della zona franca, da attuarsi con modalità da stabilire con successivo provvedimento (formulazione che ritroveremo nell'art. 14 dello Statuto speciale) e che un'ulteriore norma seguente dovrà definire il concorso statale alle necessità finanziarie della regione.

Tra novembre e dicembre 1945 altri decreti integrano e specificano i precedenti in materia di ordinamento scolastico e del personale insegnante (stabilendo l'istituzione dei ruoli regionali per le elementari, le medie, gli ispettori scolastici, i direttori didattici e i capi d'istituto), di ordinamento degli uffici di conciliazione e di devoluzione alla Valle d'Aosta di alcuni servizi tra cui l'ex ufficio sanitario provinciale, l'ex ispettorato provinciale di agricoltura, il comando gruppo del corpo forestale, l'ex ufficio provinciale del commercio e dell'industria di Aosta, l'ex Ente provinciale per il Turismo, la Camera di Commercio, Industria e Agricoltura.