Eventi e ricorrenze

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Dal 17 novembre 2009 al 25 novembre 2009

L’astronomia dei Celti e il calendario di Coligny. 73 frammenti di cielo sulla terra

Aosta, Torre dei Signori di Porta Praetoria

La riproduzione del più importante calendario celtico dell’Europa antica è il fulcro della mostra-convegno “L’astronomia dei Celti e il calendario di Coligny. 73 frammenti di cielo sulla terra”, organizzata dalla Presidenza del Consiglio regionale per celebrare l’Anno internazionale dell’astronomia.

L’evento prenderà avvio martedì 17 novembre 2009, nella sala dell’Hôtel des Etats ad Aosta, alle ore 17, con gli interventi del Consigliere Segretario, Enrico Tibaldi, e della dottoressa Laura Plati, cui farà seguito la conferenza di Guido Cossard, Presidente dell’Associazione ricerche e studi archeoastronomici valdostana, che parlerà del Calendario celtico di Coligny e della tavola dei Drudi. Alle ore 18, alla Torre dei Signori di Porta Praetoria di Aosta, con una visita guidata a cura di Guido Cossard sarà quindi inaugurata l’esposizione, che rappresenta una prima assoluta europea della ricostruzione a grandezza naturale, ad opera dell’artigiano Giuseppe Stucchi, delle placche bronzee del calendario celtico di Coligny, uno strumento considerato di estrema importanza per la comprensione della visione del cielo e della misura del tempo nella cultura celtica, arricchite dalle scenografie realizzate dall’artista Elena Radovix. La mostra resterà aperta fino a mercoledì 25 novembre, ad ingresso libero, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.30.

In programma sono poi inserite altre due conferenze, ospitate nella sala dell’Hôtel des Etats, ad Aosta, e sempre seguite da una visita guidata alla mostra: Adriano Gaspani, dell’osservatorio astronomico di Brera, sabato 21 novembre, alle ore 16, tratterà dell’astronomia dei Celti, mentre domenica 22 novembre, alle ore 17, affronterà il rapporto tra il Calendario di Coligny e la misura del tempo presso i Celti.

Il calendario di Coligny, composto da frammenti di una tavola di bronzo ritrovati nella regione dell’Ain (Francia), antica terra dei Galli Ambarri, contiene la rappresentazione di una sequenza di 5 anni lunari completi, ciascuno composto da 12 mesi alternativamente lunghi 29 o 30 giorni, più 2 mesi supplementari, ritenuti essere mesi intercalari introdotti per rendere lunisolare il calendario. Dopo numerosi studi, alcuni dei quali ancora in atto, il calendario viene fatto risalire al II secolo d.C., in piena epoca gallo-romana, ma gli  studiosi sono concordi nel ritenere che esso sia stato inciso prevalentemente per scopi liturgici pagani e quindi possa riprodurre fedelmente il calendario tradizionale celtico correntemente in uso alcuni secoli prima.

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