Info Conseil

Comunicato n° 169 del 20 marzo 2019

Respinta una mozione sul Palazzo Cogne

Seduta consiliare del 20 marzo 2019

Lo stabile di Palazzo Cogne ad Aosta è tornato in discussione con la mozione depositata dal gruppo Lega VdA e poi emendata a seguito di una sospensione dei lavori su proposta dei Consiglieri Stefano Aggravi e Andrea Manfrin (Lega VdA), Luigi Vesan (M5S) e Stefano Ferrero (Mouv'). L'iniziativa è stata respinta con 21 astensioni (UV, UVP, ALPE, SA, GM, RC-AC, ADU-VdA) e 13 voti a favore (Lega VdA, M5S, Mouv').

La mozione intendeva impegnare il Governo regionale a provvedere ad una perizia definitiva sull'intero stabile di Palazzo Cogne al fine di valutare correttamente lo stato complessivo dei locali; ad identificare, in collaborazione con l'Amministrazione comunale di Aosta, ogni possibile soluzione per poter limitare i disagi ai fruitori, individuando quanto prima spazi alternativi in cui poter svolgere le attività il più possibile in prossimità dell'area di Palazzo Cogne e comunque siti in Aosta, tenuto conto della funzione sociale ed aggregativa svolta dalle attività operanti all'interno dell'edificio; ad avviare una procedura di bando per l'individuazione di soggetti interessati alla progettazione e riqualificazione dello stabile, che tenga conto dell'imprescindibile destinazione sociale dell'immobile.

Come ha specificato in Aula il Consigliere Stefano Aggravi (Lega VdA), si è reso necessario modificare il testo dell'iniziativa, la cui discussione è stata rinviata dalle scorse adunanze consiliari. «Con questa sintesi, si vuole rafforzare l'azione da parte del Governo regionale per trovare una soluzione definitiva dell'immobile e per ricollocare le attività in modo da non ledere alla loro funzione sociale. È una situazione che abbiamo ereditato e che vogliamo risolvere.»

L'Assessore alla sanità, Mauro Baccega ha ricostruito le ultime vicende legate allo stato dello stabile, «che hanno anche animato manifestazioni in città. Questo Palazzo è l'anima del quartiere Cogne, il centro dove si sono svolte attività ricreative e aggregative, è un luogo di ritrovo e di confronto. Lo sgombero intimato preoccupa e per trovare una soluzione si potrebbero tentare altre strade. Una proposta da valutare potrebbe essere quella di prevedere l'affidamento all'ARER della palazzina del quartiere Cogne, al fine di un recupero del fabbricato da destinare al CCS Cogne, mentre l'area dove trovavano posto le associazioni potrebbe essere riqualificata, nel tempo, con la realizzazione di appartamenti da assegnare esclusivamente ai disabili, atteso che il Contratto di Quartiere non ha previsto alloggi a sufficienza. La politica in questo caso può dare risposte e proprio per questo bisogna fare dei ragionamenti diversi, in un'ottica di concretezza. Mi assumo tutte le responsabilità di questa mia proposta e chiedo venia alla maggioranza per non averla condivisa prima, ma guardando il dossier mi è venuta dal cuore. Ho quindi proposto all'intero Consiglio un'ipotesi di lavoro sulla quale lavorare e mi spiace se qualcuno se ne è dispiaciuto.»

Anche la Consigliera Daria Pulz ha depositato un'iniziativa sulla questione: «Questo Palazzo serve l'associazionismo, la cultura e la solidarietà, offrendo degli spazi aggregativi reali di cui la nostra città e la nostra regione hanno fortemente bisogno. Inoltre, il Palazzo Cogne è uno stabile di pregio dal punto di vista storico che, se non ristrutturato, sarà destinato all'abbandono. Ci si chiede come mai la Regione non abbia realizzato le dovute manutenzioni in questi anni. Una nuova perizia ci sembra inutile oltre che dispendiosa: non siamo quindi d'accordo sulla proposta dei colleghi della Lega perché secondo noi basterebbe un'integrazione alla perizia già effettuata dall'ingegnere Pariset, che non ha rilevato problemi di staticità della struttura. Ecco perché abbiamo presentato una risoluzione volta anche a reperire spazi adeguati per le attività in corso e a voler pianificare gli interventi di messa in sicurezza e la tempistica per la sua riapertura.»

Il Consigliere Roberto Cognetta (Mouv'): «Durante la sospensione dei lavori, abbiamo lavorato ad un testo che fosse il più possibile condiviso; una volta tornati in Aula, l'Assessore Baccega ha tirato fuori dal cilindro una proposta di cui non sapevamo nulla. Mi chiedo se questo sia un atteggiamento serio. A che gioco sta giocando la maggioranza?»

Il Consigliere Aggravi si è quindi detto stupito: «Se anche su altre situazioni programmatiche le idee verranno gestite a livello di Consiglio, possiamo modificare il modello di esecutivo facendolo diventare un governo a 35.»

Il Vicecapogruppo dell'UV, Luca Bianchi, ha osservato che «c'è l'unanimità sulla valenza sociale del CCS Cogne e nessuno vuole chiuderlo. Dall'altra però dobbiamo fare i conti con una perizia che mette in discussione la sicurezza del Palazzo. Ad oggi, l'unica strada percorribile è quella di fare un'ulteriore perizia dell'intero fabbricato per dare delle risposte concrete, serie e vere a chi frequenta oggi il CCS Cogne.»

Il Capogruppo della Stella Alpina, Pierluigi Marquis, ha rappresentato l'esigenza di acquisire la chiarezza definitiva sulla situazione strutturale dell'immobile: «Sono tanti i ragionamenti che si possono fare sulle destinazioni d'uso in caso di eventuale recupero, ma ogni valutazione deve essere obbligatoriamente preceduta dalla verifica preventiva delle condizioni di sicurezza. Non si può mettere il carro davanti ai buoi: occorre procedere ad una verifica definitiva, ad un accertamento che avvenga in tempi brevi, nel giro di qualche settimana, perché è questo passaggio che condiziona il futuro del Palazzo e dei suoi fruitori

Per il Consigliere del gruppo Misto Claudio Restano «l'obiettivo primario è di arrecare il minor disturbo agli utenti mantenendo le attività in città e non fermare l'attività del CCS Cogne. L'ulteriore accertamento proposto dal Governo è condivisibile e ci auguriamo che sia pronto a breve, limitando il disagio agli utenti.»

Il Consigliere dell'UVP Alessandro Nogara ha osservato che «quest'Aula deve fare delle valutazioni di tipo politico, che sono: far realizzare in tempi brevissimi l'integrazione della perizia e trovare dei nuovi locali per spostare provvisoriamente le attività del CCS Cogne. E ci auguriamo che con pochi lavori questa struttura possa essere riaperta.»

Anche il Capogruppo di RC-AC, Alberto Bertin, ha chiesto l'effettuazione immediata di una nuova perizia: «È falsa la notizia di un pericolo di crollo del Palazzo, che peraltro secondo la perizia effettuata non ha nemmeno delle criticità strutturali. Se tutte le attività verranno delocalizzate, se saranno sparpagliate in altre parti della città o in altri comuni, perderanno il loro importante ruolo sociale e di aggregazione. Con il rischio, la quasi certezza, che uno spostamento provvisorio diventerà definitivo. Interrompere le attività delle varie associazioni e procedere allo sgombero del palazzo si tradurrà in un abbandono dello stesso che, fra qualche anno, senza essere stato ristrutturato, sarà svenduto alla speculazione edilizia.»

L'Assessore alle opere pubbliche, Stefano Borrello, ha affermato: «Riconosciamo l'importante ruolo sociale del CCS Cogne per i cittadini e la città di Aosta. Quando si amministra, a volte bisogna anche fare delle scelte impopolari ma che sono assunzioni di responsabilità: non è una questione di essere buoni o cattivi. Prendiamo delle decisioni sulla base di dati tecnici che ci vengono prodotti e su questi dobbiamo decidere, pensando a tutti gli aspetti. Le responsabilità ci sono anche nel non fare: visto che la tematica è così importante bisogna valutare la possibilità di una eventuale ulteriore perizia, anche per chiarezza nei confronti dei cittadini che sono venuti a manifestare qui sotto.»

Per il Capogruppo di ALPE, Patrizia Morelli, «va fugata l'affermazione secondo cui la politica sia un muro di gomma, perché si tratta di una questione prettamente tecnica. Il crollo degli intonaci è comunque un rischio da non sottovalutare. Tutti teniamo a quel Palazzo, tutti condividiamo i valori intrinseci, ma non possiamo essere approssimativi su un rischio. Procediamo rapidamente ad una perizia che metta un punto definitivo sulla questione strutturale; di pari passo, valutiamo soluzioni alternative per limitare i disagi dei fruitori. Ad oggi, questa è la risposta più seria che possiamo offrire ai cittadini e alle associazioni giustamente preoccupati.»

L'Assessore alle finanze, Renzo Testolin, ha annunciato l'astensione della maggioranza sul nuovo testo di mozione presentato dai gruppi Lega VdA, M5S e Mouv', «in quanto due degli impegni proposti sono già stati avviati.» L'Assessore ha così ricordato che «ci siamo posti il problema di salvaguardare l'incolumità di coloro che utilizzano il Palazzo Cogne, di interloquire con il Comune di Aosta per trovare spazi e condividere un percorso con le associazioni ospitate. Ci siamo attivati al fine di sottoporre alle associazioni una serie di soluzioni: con cinque associazioni abbiamo identificato e chiuso un percorso che li porterà nei prossimi mesi a utilizzare e gestire una sala nel centro di Aosta; con altre due associazioni si è in predicato per la verifica di alcuni spazi sempre nel centro di Aosta, altre invece si sono organizzate in maniera autonoma. Si sono quindi fatti dei passi avanti. Con il CRAL Cogne, abbiamo delineato la volontà della Regione di identificare un percorso di recupero complessivo dell'edificio - che necessita di una programmazione che tenga conto dell'ubicazione e della poliedricità del Palazzo - nell'ottica di riposizionarlo al centro della vita socio-culturale e commerciale. Non bisogna nascondersi dietro un dito: una ristrutturazione di un Palazzo come questo non avverrà nello spazio di due mesi, ci vorrà tempo. Invece, dovrà essere tempestiva la realizzazione di una ulteriore verifica della struttura a complemento di quella già effettuata: è questo uno degli obiettivi che ci siamo posti. Ribadisco che la sicurezza degli utilizzatori e la ricerca e il sostegno alle associazioni per una soluzione alternativa sono la strada da seguire nell'immediato, nell'attesa di trovare modalità e risorse per ridare dignità all'immobile e restituire alla collettività uno stabile di grande pregio storico

È stata contestualmente respinta con 31 astensioni (UV, UVP, ALPE, SA, GM, Lega VdA, M5S, Mouv') e 3 voti favorevoli (ADU-VdA e RC-AC) una risoluzione depositata dalla Consigliera Daria Pulz (ADU-VdA), volta ad impegnare la Giunta regionale a pianificare rigorosamente gli interventi di messa in sicurezza e la tempistica per la riapertura «dopo aver stabilito, con un impegno politico formale, una percentuale degli spazi di Palazzo Cogne, una volta recuperati, vincolata agli usi socio/sportivi/culturali almeno pari agli attuali, tenuto conto che sul prestigioso immobile grava un vincolo di destinazione d'uso a servizi culturale regionale previsto dal piano regolatore vigente.»

È stata poi ritirata dai proponenti del gruppo Lega VdA la mozione volta a sollecitare l'adozione di provvedimenti per prevenire e contrastare l'uso della cannabis a fronte dell'impegno assunto dall'Assessore alla sanità Baccega e dal Presidente della quinta Commissione "Servizi sociali" Luca Bianchi di approfondire l'argomento in Commissione.

SC-MM