Info Conseil

Comunicato n° 140 del 7 marzo 2019

Un'interrogazione e un'interpellanza sui danni degli animali predatori

Seduta consiliare del 6 marzo 2019

I danni arrecati dagli animali predatori al patrimonio zootecnico è stato al centro di due iniziative ispettive trattate nella seduta consiliare del 6 marzo 2019: un'interrogazione posta dal gruppo Lega Vallée d'Aoste e un'interpellanza del gruppo Mouv'.

«Anche alla luce della risposta fornita dall'Assessore nella scorsa adunanza - ha detto il Consigliere di Mouv' Elso Gerandin illustrando l'interpellanza -, mi chiedo perché il pagamento di danni piuttosto cospicui e riferiti ad annualità pregresse non sia immediatamente liquidabile e si debba aspettare il parere dell'Avvocatura regionale. Vorrei anche sapere se sia intenzione del Governo rivedere il valore di riferimento per le varie categorie di animali di interesse zootecnico (ovini, caprini, bovini) quale indennizzo per i danni, determinati da una deliberazione di Giunta del 2017

L'Assessore all'ambiente e risorse naturali, Albert Chatrian, ha riferito: «La norma in vigore prevede l’erogazione delle somme dovute, in un blocco unico, l’anno successivo al verificarsi del danno. Il provvedimento dirigenziale relativo ai pagamenti del 2018 è stato approvato lo scorso 18 febbraio e in questi giorni sono in atto le liquidazioni degli indennizzi. È capitato che alcune istruttorie abbiano richiesto periodi più lunghi per il loro accoglimento e, conseguentemente, il pagamento è slittato all’annualità successiva; i motivi sono diversi e vanno dalla difficoltà di ricostruire le dinamiche che hanno causato la morte degli animali fino a mancanze procedurali delle istanze. Per quanto attiene alle problematiche tecniche, oltre ai dati raccolti durante il sopralluogo da parte degli agenti accertatori, gli ulteriori elementi da acquisire riguardano gli esami genetici dei campioni biologici, la raccolta di informazioni sulla possibile presenza di predatori nella zona e, soprattutto, i dati del monitoraggio della specie. Alcune pratiche di anni passati sono rimaste sospese a causa di problematiche di ordine procedurale, per cui si è richiesto il competente parere dell’Avvocatura regionale, espresso il 25 febbraio scorso; gli uffici stanno provvedendo a chiudere positivamente l’istruttoria e ad erogare i relativi indennizzi

Per quanto riguarda gli intenti del Governo in merito all’opportunità di rivedere il valore di riferimento per l’indennizzo delle varie categorie di animali di interesse zootecnico, l'Assessore Chatrian ha spiegato: «Fatti salvi eventuali limiti di bilancio, gli animali predati vengono ora indennizzati al 100% del loro valore commerciale, che va stabilito dalla Giunta regionale. In tal senso, l’ultima deliberazione è del 17 luglio 2017. Sulla questione dei valori e della loro eventuale revisione, l'Assessorato, le associazioni rappresentative del mondo agricolo valdostano e il Consorzio degli Enti locali si sono impegnati ad effettuare una verifica in merito ai valori così come indicati dalla deliberazione del 2017. È già fissato per il 22 marzo un nuovo incontro e se dovessero emergere delle incongruenze si provvederà al loro aggiornamento

Il Consigliere Gerandin (Mouv') ha replicato: «Il ritardo nella liquidazione degli indennizzi è da ricondurre alle disposizioni di legge troppo restrittive, tanto che si è ritenuto necessario ricorrere all'Avvocatura regionale. Dobbiamo pagare in fretta i danni, riconoscendo il giusto valore ai vari capi. Per la definizione delle istruttorie di pagamento, anche per non alimentare polemiche, facciamo in modo da poterci basare su dati certi, non su elementi che possono essere interpretati.»

 

I Consiglieri della Lega VdA hanno invece interrogato l'Assessore per avere una fotografia completa del fenomeno predatorio a carico del bestiame, chiedendo in particolare i dati relativi al 2018 sui capi oggetto di attacchi da parte di canidi ovvero da parte di categorie specifiche di canidi, segnalati dai proprietari e/o dal Corpo Forestale, nonché gli esiti di eventuali censimenti dell'Amministrazione regionale atti a stabilire la presenza di predatori diversi dal lupo.

L'Assessore Chatrian, specificato che la norma regionale intende «per animali predatori il lupo, la lince, la volpe e i cani randagi che hanno assunto comportamenti selvatici e per i quali non è possibile risalire al legittimo proprietario; per patrimonio zootecnico gli ovini, i caprini, i bovini, gli equini e altre specie di interesse zootecnico, nonché i cani da lavoro», ha comunicato: «Nel 2018 sono stati denunciati 54 episodi di attacchi da predatori o presunti tali. Di questi, 18 (34%) sono attribuibili sicuramente al lupo, 6 (11%) a cani, 25 (46%) a canidi, non essendo stato possibile distinguere con esattezza se si sia trattato di lupo o di cane. Per 5 episodi (9%), invece, gli agenti accertatori non hanno rinvenuto elementi sufficienti ad attribuire la causa della morte ad un attacco da predatori. Per quanto riguarda gli accertamenti compiuti in base alle denunce, risulta che nel 2018, sono stati accertati 84 casi di predazioni a danno di ovini, cui si sommano altri 24 casi in cui non è stato possibile attribuire la causa. I caprini predati risultano 42, cui si sommano 2 casi in cui non è stato possibile attribuire la causa del danno denunciato. Per i bovini, le predazioni accertate a loro carico sono state 24, mentre in altri 14 casi non è stato possibile attribuire le cause dei danni oggetto di denuncia. Per quanto riguarda la lince e la volpe, non risultano episodi di predazione loro attribuiti.»

L'Assessore Chatrian ha quindi concluso: «Stiamo cercando condivisione con gli allevatori e i vari soggetti coinvolti. La specie del lupo è protetta e stiamo lavorando per modificare la normativa regionale per fornire risposte migliori, velocizzando l'iter e rendendo più efficiente la macchina amministrativa

Il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, si è detto insoddisfatto, «non avendo ottenuto risposta in merito agli eventuali censimenti, atteso che sono stati forniti dati discordanti. È di assoluto interesse capire se i canidi predatori siano cani inselvatichiti o siano riconducibili ai lupi. Non si possono derubricare i 491 capi, che risultano dispersi, a una cattiva gestione degli allevatori, bensì devono essere ricondotti ad attacchi che non è semplice rilevare. La necessità è fare luce sulla consistenza numerica del lupo e dei fantomatici canidi, in modo da poter optare per le contromisure più opportune.»

MM