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Comunicato n° 103 del 19 febbraio 2019

Approvata una proposta di legge in materia di elezioni del Consiglio Valle

Seduta consiliare del 19 febbraio 2019

Nella seduta del 19 febbraio 2019, con 33 voti a favore e un voto contrario (ADU-VdA), il Consiglio Valle ha approvato un testo di legge in materia di elezioni del Consiglio regionale.

Il provvedimento, predisposto dalla prima Commissione "Istituzioni e Autonomia", risulta dal coordinamento di due proposte depositate rispettivamente dalla Consigliera Emily Rini (GM) il 12 luglio 2018 e dai Consiglieri Alberto Bertin (RC-AC) e Luciano Mossa (M5S) il 20 luglio 2018.

Il testo, oltre a introdurre la preferenza unica, rende definitivo lo scrutinio centralizzato dei voti, istituendo complessivamente otto poli, di cui uno nel Comune di Aosta e uno in ognuna delle Unités des Communes valdôtaines, fatta eccezione per le Unités Mont-Rose e Walser che costituiscono un unico polo. Riguardo alla rappresentanza di genere, la percentuale in ogni lista di candidati sale dal 30 al 35 per cento. Per quanto concerne le liste dei candidati, queste devono comprendere ciascuna un numero di candidati non inferiore a 21 (prima era 18) e non superiore a 35; le firme necessarie per la loro presentazione devono essere non meno di 900 (prima era mille) e non più di 1400 (prima era 1500). Infine, viene dato mandato alla Giunta regionale di valutare la percorribilità del voto e dello scrutinio elettronico. È stato inoltre recepito un emendamento del gruppo Mouv' che istituisce il limite di tre mandati consecutivi.

In Aula sono stati depositati 5 emendamenti dai componenti della prima Commissione, 2 dal gruppo Mouv', 2 dal M5S, 11 da Rete Civica-Alliance Citoyenne e 12 dal gruppo ADU-VdA.

Il dibattito in Aula

Il Capogruppo di RC-AC, Alberto Bertin, nell'illustrare il testo di legge, ha ricordato che «l'introduzione della preferenza unica non è nuova nel dibattito regionale. In Valle d'Aosta, i cittadini si espressero sia in occasione del referendum nazionale del 1991 sia in quello regionale del 2007 per l'abrogazione delle preferenze multiple, ma nulla fu fatto. La preferenza unica, pur in presenza di inevitabili difetti, è il modo migliore per avere un voto più "pulito", nel quale ogni elettore si assume le proprie responsabilità. Con questa scelta vengono eliminate le famigerate "cordate elettorali" e si introduce un elemento di rottura rispetto alle pratiche che abbiamo vissuto negli ultimi decenni. Riguardo allo scrutinio centralizzato, la sperimentazione ha dato esito positivo e quindi vogliamo renderlo definitivo: si tratta di un procedimento innovativo per l'ordinamento italiano e finora non era stato ancora utilizzato. Un'interessante novità che mette a frutto l'ampia autonomia legislativa attribuita alla Valle d'Aosta dallo Statuto speciale, che assegna competenza primaria alla Regione in materia elettorale.»

Il Consigliere Bertin ha quindi puntualizzato: «Le regole possono favorire un cambiamento, ma non possono determinarlo: gli attori politici e i cittadini che esprimono il proprio voto hanno le loro responsabilità. Se verrà approvata questa legge, si introdurrà un elemento di cambiamento strutturale nella scelta del personale politico della nostra Regione. Ma non dimentichiamo che questa norma è un intervento molto limitato; occorre lavorare per garantire stabilità a questa Regione, che non può più permettersi continui cambi di governo.»

La Presidente della prima Commissione, Patrizia Morelli, ha ripercorso l'iter di questo testo di legge, in particolare dal dicembre 2018, «quando si è deciso di trattare un testo congiunto delle due proposte. Il provvedimento che analizziamo oggi ha obiettivi chiari, pochi ma qualificanti, ovvero garantire la segretezza voto, riequilibrare le liste e favorire la partecipazione democratica. Per quanto attiene la segretezza, in prima battuta, si è optato per la preferenza unica e lo spoglio centralizzato; successivamente, abbiamo ritenuto di dover procedere all'approfondimento dell'introduzione del voto elettronico. Quello di oggi è un testo di messa in sicurezza, che mantiene l'impegno assunto dalla prima Commissione di licenziare la legge entro mese di febbraio. Si è trattato di un lavoro intenso, concentrato in lasso di tempo relativamente breve; sono state necessarie mediazioni e abbiamo condotto un utile confronto con l'ufficio elettorale e i servizi legislativi del Consiglio e della Regione. Ora, la Commissione proseguirà il proprio lavoro per quanto attiene il voto elettronico, ma anche con l'obiettivo di assicurare stabilità al governo della nostra Regione, che palesemente in questi anni ha fatto difetto.»

A nome del gruppo ALPE, la Consigliera Morelli ha dichiarato: «Che il nostro ordinamento regionale avesse bisogno di un intervento legislativo a garanzia della segretezza e quindi della libertà di voto è un'evidenza da tempo perseguita da ALPE. Questo dibattito avviene in un momento storico in cui sono emerse in modo inequivocabile le storture di una politica clientelare che porta al commercio dei voti: è importante che questo Consiglio dia oggi un segnale forte. Il nostro gruppo ha sostenuto la necessità di chiudere in fretta perché il periodo lo richiede. La politica è mediazione soprattutto quando l'obiettivo da raggiungere non è facile e, in particolare, quando lo si vuole ottenere. Non basta presentare una proposta di legge, bisogna cercare di condividere affinché possa essere portata all'approvazione del Consiglio.»

Il Capogruppo del Movimento 5 Stelle, Luciano Mossa, ha ricordato: «La Commissione, allora presieduta dal collega Luboz, ha dapprima accordato priorità al contrasto del controllo del voto; poi, anche alla luce dell'operazione Geenna, i Commissari hanno lavorato per concludere in tempi brevi tutti i tecnicismi della proposta di legge Bertin-Mossa,  senza distogliere lo sguardo dalla fondamentale azione combinata della preferenza unica e dello spoglio centralizzato, al fine di lanciare un forte segnale di contrasto alle infiltrazioni mafiose. Oggi, con grande fatica, riusciamo a far approdare in Aula questo testo, anche tenuto conto che si è persa misteriosamente la volontà della prima Commissione di discuterlo già nella scorsa adunanza. Dobbiamo riscontrare che non è stato adottato alcun provvedimento di contrasto alle infiltrazioni mafiose, tutto prosegue come se nulla fosse accaduto, nonostante la gravissima situazione. L'unico provvedimento, in questo senso, è proprio la riforma della legge elettorale. Chi avrà il coraggio di non approvare questa legge? Forse, a qualcuno le tre preferenze fanno ancora comodo per ottenere una poltrona. Per evitare il controllo del voto, lo spoglio centralizzato, da solo, oggi non basta. Ognuno si assumerà le proprie responsabilità, perché la popolazione si aspetta una risposta da parte di questo Consiglio.»

Il Consigliere della Lega VdA, Diego Lucianaz, ha affermato: «A livello personale, non posso esprimere soddisfazione per la scelta dello spoglio centralizzato: democratico come sono credo nel voto palese. Per lo spirito di libertà che dovrebbe essere insito in ogni elettore, il voto elettronico è una mezza sconfitta, ma questa è la realtà. Ringrazio tutti coloro che si sono adoperati in questo lavoro e siamo pronti a proseguire negli approfondimenti, volti a migliorare questa legge che resta incompleta, in quanto dovremo ancora affrontare il nodo della governabilità e della proposta del voto elettronico.»

Il Consigliere Luca Bianchi, annunciando il voto favorevole del gruppo UV, ha tenuto a motivare l'astensione in Commissione, «in quanto il nostro Movimento non ci aveva dato mandato di votare questo provvedimento, essendo in corso approfondimenti. Sottolineo due aspetti di questa legge: il primo è il passare da quattro ad otto centri di spoglio per facilitare le operazioni; il secondo è l'introduzione del voto elettronico che deve dare la trasparenza e sicurezza; ma per voto elettronico noi intendiamo quello in cabina, nei singoli Comuni. Su questo, dopo l'approvazione di questa legge, chiederò alla Commissione di proseguire negli approfondimenti. Per quanto attiene la preferenza unica, rilevo la facilità di essere eletto per un candidato residente in un Comune grande, rispetto ad uno residente in un Comune piccolo. In ogni caso, ben venga questa nuova legge elettorale. A titolo personale ed in linea con quanto espresso dalla Jeunesse Valdôtaine, auspico che si vada nella direzione di arrivare all'elezione diretta del Presidente della Regione.»

Il Presidente del Consiglio, Emily Rini (GM), ha parlato di «tema delicato e importante perché si tratta di definire le regole del gioco democratico che potranno cambiare il volto della nostra regione. Subito dopo l'avvio della Legislatura avevo ritenuto presentare una proposta di legge molto semplice per la mera messa in sicurezza dello spoglio centralizzato, la cui finalità era evitare la possibilità di un controllo del voto. Il testo di legge che esaminiamo oggi è frutto di un compromesso tra posizioni molto distanti: ho qualche perplessità sulla preferenza unica, perché ritengo che le donne e i giovani possano essere penalizzati rispetto a chi si muove da anni sulla scena politica, pur considerando che la preferenza unica possa fermare il fastidioso fenomeno delle cordate. Così come non sono assolutamente favorevole all'aumento dei poli. Questo è comunque un primo passo, seguiranno altre riflessioni importanti, perché non possiamo fare finta che non ci sia la necessità di garantire stabilità al governo della nostra Regione. Saremo attenti a tutte quelle proposte che saranno migliorative di un sistema che deve essere chiaro e serio.»

Il Capogruppo di Mouv', Stefano Ferrero, si è detto soddisfatto del lavoro svolto «perché abbiamo ottenuto il minimo sindacale. In una situazione come quella che contraddistingue la politica valdostana, non vorrei che passasse il messaggio che con questo sistema si risolva il problema del voto di scambio. Lo spoglio centralizzato e la preferenza unica possono attenuarlo, ma c'è un problema più profondo: la criminalità organizzata continuerà a controllare il voto con altri sistemi, adattandosi ai cambiamenti. Non perdiamo quindi di vista la contaminazione di parte del tessuto politico, produttivo e sociale valdostano: è lì che bisogna lavorare. Questa è una misura di emergenza indispensabile, ma non è la panacea di tutti i mali; bisognerà rimettere mano in maniera puntuale a tutta la normativa elettorale per garantire un cambiamento, un voto libero.»

Per il Capogruppo di UVP, Jean-Claude Daudry, «questo testo non può essere banalizzato né sminuito, perché tratta di questioni che il mondo autonomista segue da anni in quest'Aula. Con questa proposta si dà forza allo spoglio centralizzato, così come si irrobustiscono tre principi fondamentali: l'universalità del voto - ogni cittadino deve sempre avere la possibilità di recarsi alle urne con il minor sforzo possibile -; il principio della segretezza - grazie all'introduzione della preferenza unica e dello spoglio centralizzato, tenendo comunque sempre conto del territorio della nostra regione che ha realtà diffuse; il principio dell'integralità - il voto deve essere verificabile. Anche con l'introduzione del voto elettronico, che è al vaglio con questa proposta di legge, si dovranno garantire quei principi del voto che approviamo oggi con questo testo.»

Il Consigliere Claudio Restano (gruppo Misto) ha parlato «di un confronto sereno e costruttivo tra tutte le forze politiche che, in breve tempo, ha condotto alla discussione di questo testo, grazie al quale è stata aumentata la percentuale della rappresentanza di genere, è stato diminuito il numero di firme necessarie per la presentazione di quelle liste non già facenti parte del Consiglio, si sono introdotti preferenza unica e voto elettronico. A conti fatti, però, la montagna ha partorito un topolino, perché il voto sarà comunque controllabile: ci saranno ancora promesse elettorali, saranno penalizzati i giovani e i piccoli Comuni. Insomma, non c'è da cantare vittoria. Per noi, oggi non ci troviamo alla fine di un percorso; questo deve essere l'inizio di un lavoro serio, non condizionato dalle urgenze, che porti ad una legge elettorale che, pur rappresentando un compromesso, sia di livello elevato.»

La Consigliera di ADU-VdA Daria Pulz ha osservato che «la politica locale continua ad essere un luogo ben lontano dal dare pari peso a uomini e donne. A fronte di 565 Consiglieri nella storia della Valle d'Aosta, fino alla XIV Legislatura solo 19 sono state donne. Solo la Legislatura attuale ha migliorato un po' la situazione. Le donne stesse non si candidano perché ritengono spesso di essere meno capaci degli uomini: oggi abbiamo, quindi, bisogno di accorgimenti tecnici come l'introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale valdostana. A chi obietta che con la doppia di genere si potranno fare le cordate, diciamo che c'è una minore corruttibilità fra le donne, così come hanno maggiore senso di responsabilità rispetto alla comunità. Io credo che, se vogliamo lavorare a un cambiamento reale, dobbiamo garantire un confronto serio sulle regole del gioco perché appartengono a tutta la comunità valdostana: per noi la doppia di genere resta uno degli obiettivi principali da raggiungere. Perché rappresenta il riconoscimento di un principio costituzionale come quello dell'uguaglianza.» Ha quindi annunciato il voto contrario al testo di legge perché «siamo in emergenza democratica.»

La Consigliera Nicoletta Spelgatti (Lega VdA) ha osservato: «La legge che stiamo per licenziare introduce misure minime che dovrebbero farci riflettere sulla drammaticità di tutto quanto sta accadendo, e mi riferisco in particolare al controllo del voto, che subiamo dalla notte dei tempi. Purtroppo però con le sole norme non si cambiano radicalmente le cose; il vero cambiamento passa necessariamente attraverso una trasformazione netta della classe politica, del fare politica, ma, soprattutto, attraverso un moto d'orgoglio dei valdostani, che non devono più avere paura. Le donne, nel tempo, hanno dimostrato di sapercela fare e io, da donna e da politico, non accetterò mai di avere dei canali preferenziali e delle facilitazioni, ad esempio le preferenze di genere. Certo, così è più faticoso, ma le scorciatoie servono persino a falsare il voto. Io sogno che ovunque in politica ci siano sempre più donne, però bisogna aspettare che i tempi siano maturi, spingendo le donne a candidarsi e ad esprimere i propri valori, senza dover ricorrere a facilitazioni.»

Il Capogruppo di Stella Alpina, Pierluigi Marquis, si è detto «convinto che il voto, con l'introduzione dello spoglio centralizzato, abbia avuto garanzia di segretezza, ma ben venga se si può dare ulteriore tranquillità ai cittadini. La preferenza unica non credo incida, è una mediazione, con pro e contro, perché non va visto con favore quanto limita la libertà d'espressione dei cittadini. Apprezzo comunque lo sforzo compiuto per arrivare a questa iniziativa legislativa, pur ribadendo che questo è un cantiere aperto e devono essere affrontate puntualmente tutte le questioni, anche quelle sinora rimandate. In merito alla partecipazione delle donne alla politica, condivido che questa rientra in un processo culturale ed evolutivo della società. Questa legge elettorale non risolve il problema delle infiltrazioni mafiose e dei comportamenti sbagliati: per questo, occorre una crescita culturale cui dobbiamo tendere, anche con la nostra attività politica. Ritengo in ultimo che la futura possibile introduzione del voto elettronico potrebbe garantire segretezza e libertà di espressione plurima dell'elettore. E su questo lavoreremo.»

Il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, ha precisato che «se ogni forza politica selezionasse la propria dirigenza sulla base delle capacità e non in base al sesso, emergerebbero solo le eccellenze indipendentemente dal genere. Suddividere l'umanità in categorie - giovani, anziani, dipendenti pubblici, uomo, donna… - va contro tutto quello che la Consigliera Pulz sostiene, ossia che siamo tutti uguali. Noi, invece, crediamo nella diversità e nell'unicità, nelle capacità e nella rappresentatività. Non siamo poi d'accordo di abbassare il limite del numero di firme per presentarsi alle Regionali perché si rischia di avere liste di disturbo che non sono per niente rappresentative della comunità, soprattutto a fronte dei soggetti certificatori. Questo testo garantirà sicuramente la necessità di rendere ancora più sicuro il voto, ma è evidente che rimangono sul tavolo altri temi, su tutti quello della governabilità. Ben venga quindi questa nuova legge elettorale, ma con alcuni emendamenti che non ci sentiamo di condividere.»

Il Consigliere del M5S Luigi Vesan ha sostenuto: «La compravendita di voti e le infiltrazioni mafiose per condizionare le elezioni sono fenomeni purtroppo esistenti in Valle d'Aosta. Questa legge è un primo passo nella direzione giusta, al fine di consentire agli elettori valdostani di esprimersi liberamente. Confido che questa legge, seppur frutto di compromesso e diversa dalla nostra proposta iniziale, possa portare i valdostani alle urne con la serenità necessaria per eleggere il nuovo Consiglio.»

La Consigliera Chiara Minelli (RC-AC) ha puntualizzato: «Il sistema delle quote di lista non piace nemmeno a me, ma, da persona realista e concreta quale sono, prendo atto di una situazione di difficoltà per le donne in politica presente non solo nella nostra regione, ma in tutta Italia. Mi chiedo quali sarebbero i numeri delle elette se non ci fossero questi meccanismi per favorire la partecipazione delle donne. Prima che cambino i tempi, passeranno due generazioni. È necessario quindi che si ci sia un aumento delle percentuali della rappresentanza di genere nelle liste, almeno nella misura del 60/40, e che si introduca, in alternativa alla preferenza unica, una seconda preferenza di genere. La politica valdostana è ben lungi dall'essere luogo di apertura alle donne, sarebbero necessari un atto di maturità politica e un esempio di civiltà e democrazia che probabilmente non arriveranno. Anticipo infine la presentazione di un altro emendamento volto a consentire ai giovani a partire dai 18 anni di candidarsi.»

Il Consigliere dell'UV Augusto Rollandin, si è soffermato sull'articolo 38 della proposta di legge: «La possibilità di introdurre il voto elettronico ha tutta una serie di vantaggi che daranno risposte a tutti gli interrogativi che oggi sono stati posti: preferenza unica, segretezza del voto, partecipazione. Io mi auguro quindi che si possa lavorare in questo senso nel minor tempo possibile. Riguardo alla preferenza di genere, mi sento di dire che, in generale, le donne non fanno la corsa per candidarsi, c'è piuttosto la corsa a cercarle. È quindi necessario mantenere il principio di riservare una quota al riequilibro della rappresentanza di genere.»

Il Presidente della Regione, Antonio Fosson, ha commentato: «Non esiste una legge elettorale perfetta, ma c'è una legge che può raccogliere le forti esigenze del momento. Queste erano di consentire la segretezza del voto attraverso la conferma dello spoglio centralizzato. In questo testo c'è anche la possibilità di introdurre la modalità del voto elettronico che sarà verificata nella sua applicazione. C'è la maturità di tutta una popolazione che sempre più deve rendersi conto che gli eletti sono frutto di una loro scelta, la quale deve essere libera e consapevole. Su questo testo c'è stata la sinergia, la volontà di lavorare insieme su proposte che erano diverse e di questo ringrazio tutto il Consiglio.»

 

SC-MM