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Comunicato n° 517 del 4 ottobre 2017

Dibattito sulla situazione politica: approvata una risoluzione che invita il Presidente della Regione a dimettersi

Adunanza consiliare del 4 ottobre 2017: conclusi i lavori

Nella seduta pomeridiana del 4 ottobre 2017, il dibattito sulla situazione politica in Consiglio regionale si è concluso con l'esame di una risoluzione depositata in Aula dai gruppi consiliari UV, UVP, PD-SVdA, EPAV e M5S. Il testo, approvato con 22 voti a favore e 12 contrari (ALPE, AC-SA-PNV, GM), invita il Presidente della Regione «à prendre acte de l'absence d'une majorité politique soutenant son Gouvernement et, par conséquent, avec sens de responsabilité institutionnelle, à présenter sa démission afin de permettre une issue rapide de l'actuelle crise politique.»

Nel prosieguo del dibattito, ha preso la parola il Consigliere di ALPE Albert Bertin, che ha sottolineato come «cinque cambi di maggioranza siano stati uno spettacolo non all'altezza della situazione. L'ultimo governo è nato in un contesto anomalo e il mio rapporto con questa maggioranza è stato chiaro sin dall'inizio: ne vedevo i limiti che vedo ancora oggi a fronte di un progetto politico debole. Ho garantito il mio voto perché lo ritenevo necessario e ancora oggi la mia posizione è la stessa. Oggi se qualcuno sente la necessità di qualcosa di diverso si assuma le proprie responsabilità. Non ho partecipato al Rassemblement, non perché non sia interessato all'Autonomia e al federalismo, ma perché poco aveva a che fare con l'Autonomia: si voleva semplicemente realizzare un nuovo soggetto politico. Lo scopo non può essere quello di raggiungere il 42 per cento previsto dalla legge elettorale con alchimie politiche e nuove aggregazioni, nel tentativo di bloccare il sistema e impedire l'alternanza. È stato un grave errore per ALPE partecipare a quel tavolo. Resta la necessità, con modalità diverse, di ridare vitalità alla nostra autonomia senza bloccare il sistema. Oggi, ci ritroviamo in un'altra situazione di stallo, che è grave per la nostra Regione e mi auguro si sblocchi in qualche modo al più presto per il bene della Valle. Se si vuole cambiare lo si faccia, non si tenga in ostaggio una Regione.»

Il Consigliere segretario Carlo Norbiato (AC-SA-PNV) è tornato sul cambio di governo del 10 marzo, «quando la mia scelta è stata compiuta a ragion veduta, senza secondi fini, per assicurare un governo in un momento di grave crisi istituzionale - di certo non da me provocata - che attanagliava la nostra regione. Questa mattina in Aula ho assistito alla pratica di un nuovo sport, il lancio degli stracci sporchi; nonostante tutta la mia buona volontà, mi è quindi difficile accettare lezioni di comportamento da parte di colleghi. Mettendomi nei panni dei cittadini, è difficile giustificare questa nuova crisi politica. Si aggiunge anche il voto pneumatico di chi vuole la crisi ma non è in grado di presentare l'alternativa della mozione di sfiducia costruttiva. Senza questo, un Presidente responsabile non può lasciare una Regione senza alternative e senza governo.»

Il Presidente della Regione, Pierluigi Marquis, ha replicato: «La Legislatura è stata difficile e, dopo vari cambi di maggioranza, il 10 marzo abbiamo intrapreso un nuovo percorso. Abbiamo costituito una proposta politica alternativa, dove ognuno ha conciliato la propria agenda con quella degli altri con un obiettivo volto al cambiamento. Non è stato un percorso facile a fronte di dossier molto delicati da gestire. Dal momento dell'approvazione delle modifiche alla legge elettorale regionale, è stata percorsa da alcuni una strada con due binari: da una parte, l'amministrazione è andata avanti e, dall'altra, si sono lanciati dei progetti politici. Sotto il profilo amministrativo è stato fatto molto e, come governo, rivendichiamo dei risultati positivi per la regione e per i valdostani; purtroppo non siamo riusciti a risolvere alcune questioni come quella dei mutui e questo perché qualcuno ha fatto "melina" all'interno delle Commissioni bloccando gli atti. Abbiamo colto la nascita di qualche malessere finalizzato all'obiettivo politico, ma non sotto il profilo amministrativo. Questa non è una crisi di condivisione dei temi, ma è una crisi politica. Ma la politica è chiamata, con senso di responsabilità, a dare delle risposte. E con senso di responsabilità abbiamo lanciato una proposta: cerchiamo tutti insieme di chiudere il bilancio, di chiudere la trattativa con lo Stato, e visto che a fine settimana abbiamo la visita del Presidente del Consiglio dei ministri diamo prova di credibilità e di essere all'altezza della situazione e poi andiamo a elezioni. Per noi, la scelta di togliere la fiducia alla maggioranza è intempestiva proprio per il momento in cui avviene. Quindi riteniamo che non sia responsabile aprire una crisi al buio, visto che non pare esserci una soluzione alternativa. Se crisi deve essere, mi auguro che la situazione si sblocchi al più presto per ridare una situazione di normalità alla Valle. Oggi, mi chiedo tra l'altro se l'UVP abbia riflettuto sul fatto di ritirare la propria delegazione all'interno del Governo regionale. Ritengo che la legge metta a disposizione gli strumenti per risolvere la situazione in modo legittimo: la via maestra è quella della mozione di sfiducia costruttiva. Se c'è la volontà di creare un governo alternativo, questa è la via più veloce perché è nel solco della legittimità. Ad oggi il Governo è nel pieno delle sue funzioni, non mi risulta che ci siano dimissioni da parte di nessun componente del governo. Continuiamo a governare nell'attesa che la politica trovi una soluzione. Si può lavorare su due binari paralleli: quello amministrativo e quello politico. Siamo a disposizione a confrontarci con tutti, purché questo avvenga con serietà e senso di responsabilità.»

L'Assessore Laurent Viérin (UVP) ha specificato: «La crisi era già stata annunciata prima dell'estate, tanto che l'UVP aveva sin da subito indicato, senza clamore e senza voler suscitare polemiche, una via d'uscita: il Rassemblement. Quello del 10 marzo è stato un progetto per dare un segnale di rottura ad un certo modello, in modo da ricostruirlo con presupposti diversi, non su persone e pregiudizi, ma su metodi rinnovati per ricostruire la grande famiglia unionista, in cui noi crediamo. Sapevamo che si trattava di un governo di scopo, non ci sentivamo legittimati da un voto elettorale che poteva darci indicazioni su temi futuri. Negli incontri del Rassemblement eravamo tutti d'accordo, ognuno ha portato il proprio contributo, poi qualcuno si è sfilato. Ma noi in questo progetto politico abbiamo continuato a crederci. Non abbiamo saputo utilizzare l'estate per costruire un progetto coerente con quanto votato con la legge elettorale: ci viene il dubbio che sia stata data l'adesione per non raggiungere il 42% e fare alleanze successive. Alla faccia del rispetto per gli elettori! Per le elezioni, vorremmo presentare alla comunità coalizioni in grado di governare. Arrivati all'autunno, non ci resta che constatare che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Qualcuno ha continuato a vivacchiare per arrivare al termine della Legislatura. Oggi invece è arrivato il momento di aprire i tavoli tra le forze politiche. Basta cannibalizzazioni mediatiche nei nostri confronti. Vogliamo realizzare un progetto inclusivo, per cui il Governo regionale deve fare un passo indietro. La mozione di sfiducia costruttiva invece non va nell'ottica auspicata. Raggiunti gli scopi di questo Governo, dobbiamo essere interpreti del nuovo momento, uscendo da quest'Aula con soluzioni che rimettano in moto la politica e risolvere in tempi rapidissimi questa crisi. Non si può predisporre un bilancio i cui contenuti non sono ancora noti e non c'è stato nessun confronto sulla riallocazione delle risorse. L'UVP si assume le proprie responsabilità, ha sempre lavorato per dimostrare che questa Valle può avere una governabilità, un'unione sui temi dell'autonomismo e, attraverso i movimenti rinnovati, costruite una seconda autonomia. Non vediamo in questa maggioranza di emergenza la prospettiva cui tendiamo. Pensiamo ad un Governo per portare a termine la Legislatura, uscendo dagli ossimori politici di quest'ultimo periodo.»

Il Capogruppo dell'UV Ego Perron ha dichiarato: «L'Union Valdôtaine prende atto con soddisfazione della fine dell'esperienza Marquis. Un'esperienza che abbiamo giudicato negativa, perché nata contro qualcuno e non per i valdostani e che ha prodotto poco per la Valle d'Aosta. Credo si debba comunque riconoscere all'UV che in questi mesi ha avuto un approccio collaborativo, tant'è che abbiamo ritirato il ricorso contro l'insediamento della Giunta Marquis così come abbiamo dato il nostro contributo di fronte a interventi che ritenevamo importanti. In questo periodo abbiamo lavorato ad un progetto politico diverso perché crediamo che la disgregazione che c'è stata in questi anni nell'area autonomista è stata un disvalore per la Valle d'Aosta. In questa fase, abbiamo sentito il bisogno di ricostruire, di rimette insieme tutte quelle energie e quelle sensibilità che hanno fatto dell'area unionista un grande valore politico per la comunità valdostana. In questo percorso abbiamo accettato di mettere intorno al tavolo sensibilità diverse dalle nostre proprio per vedere se si potevano superare le differenze politiche e programmatiche che ci avevano divisi. Il dibattito di oggi ha messo in luce quali sono i numeri all'interno di quest'Aula: ci saremmo quindi aspettati un atteggiamento di responsabilità radicalmente diverso da parte del Presidente Marquis. Il Presidente accusa una forza politica di irresponsabilità, ma oggi dobbiamo chiedergli che compia lui stesso un gesto di responsabilità: si dimetta. Per favorire un dialogo, per permettere alle forze politiche che lavorano ad un progetto politico diverso di trovare una soluzione in tempi rapidi. Il Presidente Marquis deve oggi prendere atto che non ha più i numeri per proseguire in questo cammino. Lo chiediamo come gesto di chiarezza e di responsabilità e riaffermiamo il nostro totale impegno per dare una soluzione politica a questa crisi, che sia rapida, seria e che guardi agli interessi della comunità. In assenza di questo gesto presenteremo una risoluzione che ha un senso politico, che rafforza il dibattito odierno e che invita il Presidente della Regione a dimettersi.»

Per l'Assessore Luigi Bertschy (UVP), «le dimissioni del Presidente sarebbero il primo ponte per ricostruire, mentre resistere è il sistema giusto per dividere. Purtroppo il mondo degli autonomisti non vuole superare una fase e vuole continuare a restare diviso. Il progetto del 10 marzo ha manifestato sin da subito le sue debolezze, ma allora l'UVP, che ha lasciato spazio politico a tutti, e i suoi voti andavano bene. La fase di cambiamento non ha trovato la sua consacrazione, anzi, ci siamo trovati a subire una scelta politica già compiuta, come confermato dalla mancanza oggi delle dimissioni del Presidente. Di vittime qui non ce ne sono, parliamo di politica. Non possiamo accettare che qualcuno escluda qualcun altro dal Governo, la Maison des Autonomistes non va di certo in questo senso, non limita la partecipazione. Evidentemente AC- SA-PNV e ALPE non vogliono l'accordo tra le forze autonomiste. Le dimissioni che chiediamo non sono sul piano personale, ma su quello politico; se non arriveranno, dimostrerete che non volete portare avanti un progetto politico autonomista, che per noi deve avere una forte base unionista, che sappia prendere definitivamente a cuore il rilancio sociale, culturale ed economico della nostra regione.»

Il Presidente della Regione, Pierluigi Marquis, in merito alla risoluzione depositata, ha replicato che «ci sono due livelli, quello consiliare e quello del Governo. Le crisi vanno gestite nell'alveo previsto dalla legge e non con atti che sono soltanto politici. I valdostani non sono particolarmente interessati a questo teatrino. Io ritengo che il tempo possa essere utilmente impiegato per dialogare tra movimenti e partiti.»

Il Consigliere del Gruppo Misto, Elso Gerandin, in sede di dichiarazione di voto, ha auspicato: «Il nuovo Governo che sta nascendo deve dare risposte ai valdostani, che hanno vissuto e vivono momenti difficili. La nuova maggioranza deve agire negli interessi della comunità e non del raggiungimento del 42%, cambiando metodi e scelte che in questi anni tante perplessità mi hanno suscitato.»

La Cheffe de groupe de ALPE, Patrizia Morelli, en annonçant le vote contraire sur la résolution, a remarqué que «chacun décline sa version de responsabilité: ALPE a voté la nouvelle majorité avec la conviction de donner une nouvelle méthode de gouvernement. Pour nous, ce n'est pas sérieux que d'un jour à l'autre l'on change d'avis. Aujourd'hui nous prenons acte que ce projet politique termine grâce au "sens de responsabilité" d'un groupe politique, l'UVP. Ce n'est pas évidemment notre sens de responsabilité. Que ceux qui estiment que ce projet est terminé se prennent la responsabilité de présenter une motion de censure constructive! La doute qu'il y ait quelques problèmes à l'organiser dans toute ses composantes est très forte.»

Il Consigliere del GM, Andrea Padovani, ha dichiarato il voto contrario: «Il senso di responsabilità di cui parla la risoluzione non lo intravedo: qualcuno ha creato la situazione dei 144 milioni di euro, qualcuno non si è presentato il 10 marzo, qualcuno ha aperto la procedura di licenziamento collettivo al Casinò. Dietro a questa risoluzione più che il senso di responsabilità c'è la restaurazione dell'ancien régime e quindi voterò contro.»

Per l'Assessore Laurent Viérin (UVP), «se siamo arrivati a presentare questa risoluzione è perché nella discussione odierna non c'è stata la presa di coscienza che la crisi esiste e che va risolta. Il passo indietro della Giunta non può andare che nella direzione di costruire dei ponti. Questo atto è l'ultimo tentativo di rimettere in moto le sensibilità e per potersi parlare. Per noi il voto in Consiglio regionale conta ed è quest'Aula che decide le maggioranze e i governi. Se qualcuno vuole rispondere ad altre istanze, si rinnega questa Assemblea

Il Capogruppo del PD-SVdA, Jean-Pierre Guichardaz, ha aggiunto: «La maggioranza di questi ultimi mesi ha rappresentato il vecchio che avanza perché non è mai riuscita a mettere in atto quella trasparenza, quella condivisione, quel cambiamento di metodo tanto invocati. Perché il Presidente si assiepa, perché non trova l'orgoglio di dire che non ha più i numeri? Marquis dica ai valdostani che non riesce più a governare

Dopo il voto sulla risoluzione, si è riunita la Conferenza dei Capigruppo. Al rientro in Aula, il Presidente del Consiglio ha comunicato il ritiro da parte dei proponenti delle interrogazioni e delle interpellanze, mentre i restanti punti sono stati rinviati ad una prossima adunanza consiliare.

I lavori sono quindi terminati.

 

 

SC-MM