Info Conseil

Comunicato n° 516 del 4 ottobre 2017

Dibattito sulla situazione politica in Consiglio regionale

Seduta consiliare del 4 ottobre 2017

Nella seduta del 4 ottobre 2017, facendo seguito a quanto deciso dalla Conferenza dei Capigruppo, si è aperto un dibattito sulla situazione politica in Consiglio Valle.

La Capogruppo di ALPE, Patrizia Morelli, aprendo la discussione, ha ribadito di «aver preso atto dell'apertura di una crisi ad opera di un gruppo consiliare, di cui aspettiamo di conoscere gli intendimenti. Non siamo noi ad aver fatto passi avanti o indietro all'interno della maggioranza, per cui rimaniamo fermi nella nostra posizione e chiediamo di avere contezza della visione dell'UVP.»

Il Capogruppo dell'UVP, Alessandro Nogara, ha affermato: «Da quando è nata, l'UVP ha sempre perseguito l'obiettivo di réunir, in particolare le forze autonomiste e unioniste. Ma non solo, perchè ci indirizziamo a tutte le forze politiche che hanno la nostra stessa sensibilità. Abbiano così iniziato con il Rassemblement, abbiamo prodotto documenti, abbiamo lavorato per tutta l'estate, senza che mai nessuno escludesse qualcuno. Ma qualcuno si è defilato, dalla sera alla mattina, dopo aver sposato il progetto e la nostra linea politica. Noi non stiamo facendo giochini, non facciamo capricci: abbiamo aperto la crisi perché in maggioranza non c'è coesione sui temi importanti e manca un progetto politico che indichi le linee per approvare il bilancio. Ad esempio, non c'è il DEFR, non sappiamo nulla dei 144 milioni che ci chiede lo Stato. Quali sono allora i contenuti del bilancio? Noi abbiamo sempre seguito le decisioni della maggioranza, non siamo rimasti a dormire, convinti del nostro progetto del Rassemblement, di rinnovare, cambiare, modernizzare. Se non riusciremo a concretizzare questo percorso, saranno gli elettori a dirci se abbiamo sbagliato o no. Non accetto lezioni di correttezza, perché in quest'Aula abbiamo sentito affermazioni di tutti i colori. Ci siamo defilati dalla maggioranza perché è urgente fare un bilancio serio, sarebbe più dannoso imbastirne uno tacconato perché non ci si mette d'accordo. Noi non sbraitiamo, vogliamo spiegare ai valdostani quanto è stato fatto. Non è una crisi al buio, sappiamo benissimo dove andiamo. Il nostro progetto di Rassemblement ora si è chiuso, ma restiamo aperti a tutti quei movimenti e partiti che vogliono ancora unirsi attraverso un accordo politico.»

L'Assessore Stefano Borrello (AC-SA-PNV) ha osservato: «Questa Legislatura è stata agitata e caratterizzata da momenti difficili sin dal suo esordio. Il dibattito politico non ha mai raggiunto un equilibrio e non siamo mai riusciti ad attivare i tavoli giusti: la prova è che oggi siamo nuovamente qui a discutere della situazione politica. Noi ieri abbiamo appreso la legittima posizione di un gruppo consiliare all'interno della maggioranza, ne prendiamo atto e chiediamo loro le intenzioni sui progetti futuri, nel solco della responsabilità. Abbiamo la responsabilità di approvare un bilancio - che è l'atto fondamentale di programmazione della Regione - perché non possiamo permetterci di mandare la Regione in esercizio provvisorio. Noi rispettiamo il progetto del Rassemblement, anche se non vi siamo stati invitati. Ora, però, bisogna essere chiari e codificare il percorso che ci consentirà di affrontare con responsabilità gli impegni che questo Consiglio deve assumersi.»

Il Capogruppo dell'EPAV, Mauro Baccega, ha ripercorso le vicende «di un'estate calda, in cui è nato il tavolo del Rassemblement. Noi abbiamo dichiarato fin da subito disponibilità al confronto. In un'unica comunicazione abbiamo chiesto a gran voce la definizione di un quadro chiaro per dare stabilità e slancio alla nostra regione. Dopo tre mesi di incontri e progetti, leggiamo che il Rassemblement degli autonomisti rimane con UV e UVP, mentre le altre forze, pur avendo contribuito alla stesura del documento, hanno abbandonato. Nelle ultime settimane è iniziata la guerra dei nervi. All'UVP vanno riconosciute fermezza e coerenza rispetto alla strada intrapresa a luglio. Si è completato il percorso del Consigliere Marquis in quanto Presidente della Regione, come avevo anticipato. Ci sono dossier che non riusciranno mai ad unire questa maggioranza che parla di cambiamento, trasparenza. Tutti concetti mai realizzati. Avete occupato i posti di potere muovendovi come in una scacchiera, portando avanti ciò che la maggioranza precedente aveva costruito. C'è bisogno di impegno, di un'autonomia vivace e produttiva, di un progetto politico serio, capace, per ridare dignità alla politica, per combattere i populismi, agire con senso di responsabilità. Sono troppe le interferenze, le vostre diverse visioni, tanto che non è nemmeno definito il DEFR. Questa maggioranza non guarda al futuro della Valle d'Aosta, non ha coesione, non ha idee lungimiranti, non ha capacità di programmazione. Questi i motivi dell'apertura della crisi che si apre oggi.»

L'Assessore Claudio Restano (AC-SA-PNV): «Oggi, vi sono degli evidenti segnali di crisi del progetto politico nato il 10 marzo, ma io non credo che questa maggioranza sia in crisi: oggi, è l'UVP ad essere in crisi. Io ritengo, invece, che questa maggioranza, pur lavorando in un contesto difficile, abbiamo prodotto dei risultati. Con responsabilità abbiamo realizzato interventi efficaci a favore degli artigiani e delle aziende; abbiamo affrontato la questione dell'agricoltura, degli operai forestali, della manovrabilità finanziaria, i rapporti con RFI e Trenitalia, ci siamo relazionati con le società sportive che necessitavano di nuovi interventi così come abbiamo avviato confronti con i rappresentanti delle categorie dei commercianti e degli albergatori. Concordo con il collega Nogara che sia necessario un cambiamento, ma non sono d'accordo sul fatto che questo sia un film. Non siamo al cinema, forse abbiamo dato l'idea di vivere in un film un po' comico e tragico; forse abbiamo sbagliato, fatto scelte non corrette, ma non abbiamo partecipato ad un film. Non siamo stati invitati a partecipare al tavolo del Rassemblement che alla base aveva un rilancio dell'Autonomia, ma ricordo che chi ha costruito la nostra Autonomia moderna lo ha fatto cercando di coinvolgere e aggregare tutti gli autonomisti, non di escluderli. Oggi, prendiamo atto che il Rassemblement è chiuso: mi auguro che nel futuro, se si aprirà un'altra fase, questo progetto sia inclusivo e non esclusivo come è stato fatto fino ad ora. È vero che alcuni temi sono aperti (collegamenti intervallivi, CVA), ma ricordo all'UVP che non sono mai stati affrontati all'interno della maggioranza. Sul bilancio sono stati fatti dei ragionamenti; siamo in ritardo e questo non si può negare, ma non penso che questi siano dei motivi per giustificare una crisi. E da quanto ascoltato oggi, crediamo che la confusione sia tutta in casa UVP: fateci sapere.»

Le Conseiller David Follien (UV) a déclaré: «Nous vivons une Législature difficile, critique, née sur des équilibres fragiles; une Législature bouleversée, caractérisée dès le début par une division forte entre les mouvements d'aire autonomiste, unionistes notamment. J'ai partagé les contenus du Rassemblement, parce qu'il s'agit d'un projet voué à unir le DNA des unionistes, un projet qui regarde au présent et au futur. Je demande au groupe ALPE, compte tenu de certaines déclarations, de démontrer respect pour nos valeurs, nos adhérents et nos électeurs. Ora il Presidente Marquis deve prendere atto della crisi, frutto di una mancanza di strategia della sua Giunta, di visioni inconciliabili su quasi tutti i dossier. La sua Presidenza ha avuto solo un obiettivo: fare nomine, cercando sempre di scaricare i problemi amministrativi sul passato, di cui peraltro faceva parte. In questi mesi le criticità si erano subito evidenziate; per questo, le forze politiche responsabili hanno cercato percorsi diversi. In questo momento sono necessarie molta pacatezza, responsabilità e chiarezza. Il gruppo UV non si sottrarrà al lavoro per dare stabilità politica e amministrativa alla nostra regione. I valdostani hanno bisogno di un progetto solido negli obiettivi e nei contenuti, che non guardi solo alle elezioni di domani, ma ai prossimi decenni.»

L'Assessore Albert Chatrian (ALPE) ha sottolineato: «Viste le responsabilità assunte, questi sette mesi sono stati pesanti: non abbiamo guardato al passato e non abbiamo mai scaricato le responsabilità sulla gestione precedente, abbiamo invece cercato di affrontare in maniera diversa alcuni temi difficili. Sul Casinò abbiamo preso il toro per le corna, tracciando un nuovo percorso, che portasse a nuovi obiettivi e a risultati diversi. Sull'altro tema, quello del bilancio, non ci nascondiamo dietro un dito: c'è una grossa difficoltà nei rapporti con lo Stato, ma dobbiamo trovare delle soluzioni. Tutte le strutture regionali stanno predisponendo le schede di bilancio. Toccherà alla politica trovare una sintesi. Oggi, non capiamo quali siano i problemi posti dall'UVP: CVA e collegamenti intervallivi. Nei prossimi mesi, a fronte anche della risoluzione approvata da tutti in questo Consiglio, CVA sarà in grado di fornirci tutti gli elementi per una decisione futura così come allo stato attuale abbiamo degli obblighi importantissimi per dare risposte puntuali ai principali comprensori valdostani che potranno essere funzionali ai collegamenti fra valli. Per quanto riguarda poi il Documento di economia e finanza regionale, questo sarà presentato quando sui conti ci sarà il perimetro certo: ho chiesto da settimane ai colleghi di Giunta le loro priorità e le azioni da mettere in campo a medio e lungo termine. Confermo che siamo al lavoro per fare scelte utili al sistema Valle d'Aosta e per invertire la rotta su alcuni dossier.»

Il Consigliere dell'UVP Nello Fabbri: «Apriamo un'ulteriore, importante, fase di questa Legislatura che riflette la complessità della situazione socio economica della comunità valdostana. Togliamo oggi la fiducia politica al Presidente Marquis e al suo Governo, che comunque ringraziamo per l'impegno con cui hanno affrontato le difficoltà. L'atto che oggi l'UVP compie è prettamente politico: constata la situazione in cui ci troviamo e il fatto che non è più possibile perseguire il governo della Regione con questa compagine. Soprattutto per un motivo di prospettiva politica. Invitiamo il Presidente Marquis a prendere atto di quanto sta accadendo e applicare una semplice per quanto difficile regola politica: in democrazia, se non si ha la maggioranza, ci si dimette, per consentire alla politica di porre rimedio alla contingenza attuale. Insistere, non farebbe altro che ripetere la situazione vissuta pochi mesi fa, quando la mancanza di consapevolezza da parte di chi allora governava ha prodotto quanto stiamo vivendo. Invito Marquis a non ripetere questo errore, ma con realismo e magnanimità proceda nell'atto che con coerenza non può evitare. A chi vede nell'UVP un atteggiamento schizofrenico, a zig zag, dico che basta analizzare il nostro agire per vedere come abbiamo sempre perseguito lo scopo che ci siamo proposti: réunir et reussir. Si è trattato di un cammino lungo e non facile. Riconosciamo la maternità all'UV della nostra autonomia. La politica deve sempre cercare di risolvere al meglio i problemi della società e il progetto politico che stiamo terminando non ha la forza necessaria. La Maison des Autonomistes vuole aggregare le forze politiche affini per prospettare stabilità organizzativa e politica di cui la nostra petite patrie ha assolutamente bisogno. Oggi diamo politicamente inizio a questo progetto. Questi cinque anni non sono passati invano. Chi si credeva detentore delle linee politiche, con i suoi cerchi magici, ha dovuto ricredersi. Questa è una grossa positività e un'occasione per tutti coloro che subivano una situazione e oggi possono cambiare le loro radici. Il nostro è un progetto volto al futuro della nostra regione.»

Il Consigliere dell'UV Paolo Contoz ha detto: «Avevo lanciato l'idea di una riunione di forze autonomiste che il collega Viérin ha concretizzato nel progetto del Rassemblement. Che il collega Marquis pensasse di poter andare avanti con una maggioranza 18-17 era pura utopia. Qualcosa bisognava quindi fare: personalmente vedo con favore il progetto politico che si sta aprendo e che, se si governerà bene fino a maggio, potrà proseguire anche nel futuro. La Valle d'Aosta ha bisogno di stabilità e grazie alle modifiche alla legge elettorale regionale potrà essere garantita. Saranno gli elettori a giudicarci a maggio.»

La Capogruppo di ALPE, Patrizia Morelli, ha chiesto: «Cosa è cambiato rispetto al 10 marzo? Non manca coesione nella maggioranza, è nelle visioni che non si trova la sintesi. Io oggi sento solo pretesti, alibi.  Per la nuova legge elettorale bisogna raggiungere il 42%: fatti rapidamente i conti, forse si rischia e quindi si lancia un grande progetto. Credo sia questa la ragione della fibrillazione di questa estate della politica. Cavalcando temi che a noi di ALPE interessano, ci stanno a cuore, si è spacciato un ennesimo cambio di governo. De quel unionisme parlez-vous? L'unionisme des origines, qui, à la sortie de la duexième guerre mondiale, a vu des forces politiques, des personnes très différentes, qui ont cherché à donner un futur aux valdotains suite au régime fasciste? Ou de l'unionisme qui regarde aux intérêts et aux clientèles? Avec ce dernier unionisme nous n'avons aucun point de conjonction. Io credo che sarà l'ultimo atto di una politica trasformista che la gente non tollera più. Non è possibile continuare con una politica che cambia opinione ogni sei mesi. La Valle d'Aosta ha bisogno di serietà, di persone che si pongono di fronte ai problemi in modo disinteressato, avendo a cuore prima di tutto l'interesse generale. Noi di ALPE non siamo perfetti, ma abbiamo partecipato al confronto del Rassemblement senza poi sottoscrivere un documento, perché nella versione finale non c'era traccia del contributo di ALPE, che voleva prima di tutto rileggere il passato per dare solide basi al futuro. Ora non vi resta che procedere alla presentazione della mozione di sfiducia costruttiva e noi torneremo serenamente a fare opposizione. Saranno poi i valdostani a decidere.»

Per il Consigliere del M5S Roberto Cognetta: «La discussione è politica e non amministrativa, quindi le questioni CVA e collegamenti intervallivi sono una scusa. Dal punto di vista dei dati c'è una sola certezza: alla fine di questa Legislatura, 37 Consiglieri (compresi i cambi dovuti alle sospensioni) saranno stati in maggioranza mentre due sempre all'opposizione, noi del Movimento 5 Stelle. Quindi, oggi il dibattito è ipocrita perché la maggioranza parla alla maggioranza. Il nostro obiettivo politico era quello di buttare giù il Presidente Rollandin e il 10 marzo, con il ribaltone, ci siamo riusciti. Oggi, l'obiettivo di questa crisi è l'obiettivo 42 per cento: all'interno dei vari gruppi si è scatenata la lotta per gli accordi elettorali, e non solo da parte dell'UVP. Io oggi, però, mi chiedo perché non ci sia già la mozione di sfiducia costruttiva: forse perché le caselle con i nomi del nuovo Governo non sono ancora state riempite; forse perché il problema fondamentale è quello di sapere chi farà il Presidente della Giunta; forse perché l'UVP non accetterà quello che propone l'UV o una parte di essa. Una cosa è certa: per tutti, l'importante è di arrivare alle elezioni essendo al governo. Oggi, sostanzialmente stiamo parlando del nulla perché ragioniamo su ipotesi di dimissioni, di mozioni di sfiducia, ma nulla è stato presentato concretamente. Se volessimo veramente discutere del bene dei valdostani, tutta questa manfrina potevamo risparmiarcela. La politica ha i suoi tempi e i suoi rituali, ma fa le cose indipendentemente da quello che vogliono i cittadini. In quest'Aula nessuno vuole andare a votare, qui si sta facendo un mero gioco di potere, una guerra dei numeri. Ma oggi non ci sono ancora i numeri per decidere.»

Il Consigliere Luca Bianchi (UV) ha evidenziato: «Abbiamo iniziato la Legislatura con la maggioranza legittimata dagli elettori, che aveva numeri risicati. Qualcuno ha giocato una partita sporca, un po' in maggioranza e un po' in minoranza, agendo per ingigantire i problemi. Si è continuato a dire che non si poteva continuare così, anche quando si era in maggioranza. Non è stato un periodo facile anche dal punto di vista dei rapporti umani. Oggi il concetto di coerenza dovrebbe essere cancellato dal dizionario. È stato comunque un bene che alcuni Consiglieri abbiano fatto una scelta, uscendo da un'ambiguità che non giovava a nessuno. Già la presentazione della mozione di sfiducia costruttiva evidenziava che mancava una maggioranza. È chiaro che nell'attuale maggioranza ognuno guarda il suo, ma non è sufficiente, ci vuole una visione comune sulle grandi tematiche che interessano i valdostani. Condivido il progetto di Rassemblement, perché può dare un futuro alla nostra Valle e il nostro gruppo darà il suo fattivo contributo. A chi parla di coerenza, ricordo che l'UV nel 2013 le elezioni le aveva vinte, era stata legittimata a governare in questo quinquennio.»

La Consigliera dell'UV Emily Rini si è detta «particolarmente colpita e imbarazzata dal silenzio del Presidente della Regione Marquis, che ha mandato in avanscoperta la collega Morelli. Non prendiamo in giro i valdostani: la situazione era già chiara da tempo e ieri sera ci sono stati i passaggi politici necessari. Lo stesso imbarazzo lo abbiamo provato tante volte quando Marquis, da Presidente, non si è accorto delle criticità che oggi sono venute tutte a galla; imbarazzo anche per la sfacciataggine nella sua ben nota spartizione di nomine degna di un vero manuale Cencelli. Anche qualcuno in maggioranza si è accorto che forse non era così nuovo il metodo che reclamava. Lezioni di coerenza e di serietà le prendiamo da molti, ma non da tutti: sicuramente non le prendiamo dal Presidente Marquis, così come non le prendiamo dai colleghi Fosson, Restano e Norbiato che sono stati eletti con i voti degli unionisti e poi hanno cambiato casacca. Oggi scriviamo una pagina importante per la Valle d'Aosta e da valdostana sono contenta di vedere un nuovo percorso politico. Prendiamo atto del coraggio di chi, l'UVP, ha preso una strada diversa: coraggio che si fonda sull'importanza del progetto politico, di ritrovare i valori dei padri fondatori dell'unionismo, cercando di avere una visione comune, che guardi al bene della Valle d'Aosta. Perché le persone passano ma i progetti e le idee rimangono.»

Il Capogruppo del PD-SVdA Jean-Pierre Guichardaz ha definito la maggioranza «un Frankenstein che oggi si sgretola e si scompone nelle sue tante anime. Sono persone che non si sono mai rispettate, dimostrando di non avere alcuna considerazione l'una per l'altra. Sono persone che oggi svelano l'incertezza che ha sempre caratterizzato il loro operato. Il Presidente Marquis ha continuato a fare la morale essendo vittima di amnesia politica. La sua area politica è sempre rimasta in maggioranza, anche alleandosi con i nemici più acerrimi e architettando trame sotterranee. Questa è una maggioranza vorace, che si approccia ai dossier in modo autoreferenziale. Non ha mai condiviso nulla, nemmeno al suo interno. Ma oggi questa maggioranza non c'è più, e di certo non ci stupiamo. Non avete più nulla da dirvi e da spartire. Cosa succederà ora? Immagino che, in ossequio del principio di responsabilità, il Presidente Marquis farà due passi indietro. Il PD-SVdA non ha accettato di saltare sul carro dei vincitori del 10 marzo, nonostante le profferte ricevute. Non ho mai avuto paura di trovarmi dalla parte opposta della plancia di comando e se non si chiariranno vari aspetti rimarrò ancora lì. I responsabili di questo bailamme devono ammettere di aver sbagliato. Un altro uomo solo al comando ha schiacciato ogni velleità di confronto. Ci vuole un patto chiaro per governare e proiettare la Regione nella stabilità. Se non ci saranno questi presupposti, continuerò a fare un'opposizione costruttiva e mai pretestuosa. A maggior ragione da oggi ci giochiamo non solo la nostra credibilità come politici, ma rischiamo di aprire le porte ad un astensionismo devastante, consegnando la Valle d'Aosta a populismi e demagogie. Dobbiamo assolutamente riflettere per non far fallire la politica e agire di conseguenza.»

Per il Consigliere del Gruppo Misto Andrea Padovani «oggi assistiamo all'ennesimo cambio di opinione e di prospettiva politica. Se il cambio di maggioranza del 10 marzo è stato affrontato per sostituire un governo e i suoi metodi, oggi il cambio avviene per arrivare al 42 per cento alle prossime elezioni. Ma io credo che nessuno arriverà a quel 42 perché i cittadini, di tutto questo dibattito, ne hanno piene le scatole: vorrebbero invece sentirci parlare dei nostri progetti sull'occupazione, sulla sanità, sulla lotta alla povertà. Se vogliamo il bene della Valle d'Aosta dobbiamo cambiare registro e prima finiamo questa discussione e meglio sarà: parliamo di cose concrete che interessano ai valdostani.»

Il Consigliere Paolo Cretier (PD-SVdA) ha spiegato: «La mia sensibilità riflette un centro sinistra moderno e democratico. In questi sei mesi di esperienza in quanto Consigliere regionale, ho posto attenzione alle problematiche che assillano i cittadini, ricevendo però poche risposte tangibili. La mia visione della politica è fiduciosa: credo in una politica che non deve alimentare lo scontro, ma arrivare alla soluzione dei problemi dei cittadini.  Malgrado i buoni propositi in campagna elettorale, ci si sbatte contro la volontà di poche persone. Nella mia esperienza non ho ravvisato coesione in maggioranza, forse la si voleva sin da subito smantellare. Forse in questa squadra ci sono troppe maglie, cambi di casacca non rispondenti ai mandati degli elettori, ma ognuno risponderà alla propria coscienza. Per me la politica è una cosa seria, non accuso nessuno, non metto sotto i riflettori chi mira al populismo. I padri fondatori si sono già abbastanza rivoltati nella tomba, ora pensiamo davvero all'interesse della Valle d'Aosta.»

Il Vicecapogruppo dell'UV, Aurelio Marguerettaz, ha sottolineato che «oggi, il Presidente Marquis avrebbe dovuto arrivare in quest'Aula e annunciare le proprie dimissioni perché non ha più una maggioranza. Punto e basta. È tutto normato: il Vicepresidente della Regione assume le funzioni ad interim e tutto procede normalmente senza nessuna paralisi dell'attività amministrativa, a meno che non si vogliano adottare atti che vanno al di là dell'ordinaria amministrazione. E questo sarebbe gravissimo. Per noi il tema è il lavoro: creare le condizioni per creare sviluppo, non per introdurre tutele sociali, ma di questo tema non si parla più. Il collega Chatrian ha fatto una relazione tecnica degna di Monorchio con affermazioni da statista, ma sull'attività condotta da Assessore e da consigliere di minoranza ci sarebbe da fare un ampio dibattito. Uno per tutti: la legge sulle società partecipate, di cui si è assunto la paternità, sta bloccando l'attività delle società e mette in crisi il nostro sistema locale. Quello che non ammettiamo è la vostra presunzione: dei moralisti che fanno tutto il contrario di quello che invocano. Finiamola con questo teatrino: il Presidente Marquis annunci le proprie dimissioni. Questa è responsabilità.»

L'Assessore Chantal Certan ha osservato: «A marzo eravamo ben consci che il passaggio che stavamo per affrontare non sarebbe stato facile. Ci siamo assunti, anche come ALPE, l'onere di problemi gravi, siamo entrati nel merito di dossier importanti, scoprendo la pochezza delle azioni passate. In questa Legislatura si è perso di vista il fatto che siamo qui perché rappresentanti dei cittadini, non possiamo fare e disfare solo per raggiungere il quorum imposto dalla legge elettorale del 42 per cento. In questi ultimi sei mesi abbiamo lavorato ogni giorno in modo costruttivo, ben sapendo che il tempo, prima della scadenza del mandato, sarebbe stato insufficiente. A sei mesi dall'insediamento della maggioranza e a sei mesi dalle prossime elezioni, un chiarimento politico e un valido dibattito istituzionale sono opportuni. Il Rassemblement andava in questo senso, quindi ALPE ha partecipato convintamente a un tavolo in cui si parlava di Autonomia e futuro della nostra regione. Solo che poi la discussione si è spostata sul cambio di governo. Credo che ci sia ancora il tempo per affrontare i temi e chiarire i dossier. Chiedo al Presidente Marquis di non presentare le dimissioni in questa situazione paradossale, in cui si sostiene non esserci convergenza ma non la si cerca. Discutiamo sui temi e sulle prospettive, senza incomprensioni, ricatti e pregiudizi. Quello che si è avviato il 10 marzo è un percorso che può essere rimodulato, ma che sicuramente può avere ancora un futuro e dare alla Valle d'Aosta un'apertura diversa. Non esiste nessuno che quando lavora non sbaglia, ma vorrebbe dire essere ciechi dimenticare quali personaggi hanno portato alla rovina la nostra regione e con quali azioni.»

Il Consigliere di EPAV André Lanièce, rivolgendosi all'elettorato della Stella Alpina, ha definito il ribaltone del 10 marzo «una scelta scellerata priva di visione politica che ha rotto l'alleanza ultradecennale con l'UV. Una scelta che ha portato allo sfacelo del movimento della Stella Alpina, una forza con un elettorato moderato, attento al sociale e al mondo cattolico. Oggi il dado e tratto e la Stella rimarrà al di qua del Rubicone. Qualcuno ammetterà di avere fatto scelte sbagliate? Se questa analisi ci fosse, dovrebbe dimettersi. Perché per colpa sua, abbiamo rotto un movimento. Non siamo noi, Baccega e Lanièce, che abbiamo abbandonato la Stella, è qualcuno che ha deciso di rompere l'alleanza con l'Union Valdôtaine, scegliendo tra l'altro di allearsi con La Torre che la Stella non aveva mai visto di buon occhio. Un'assoluta mancanza di coerenza, e in sette mesi di governo è stato fatto il contrario di quanto a marzo era stato invocato sulla trasparenza, sulla condivisione, sul non governo di poltrone, sul fatto che sarà bandita l'arroganza. Dove sono finiti i dossier che erano così cari alla Stella Alpina, perché il Presidente non li ha portati avanti? Chi di spada ferisce, di spada perisce. Ma questo è il passato; oggi, bisogna guardare al futuro per ridare stabilità e fiducia alla nostra petite patrie. E noi ci siamo.»

Le Conseiller de l'UV Augusto Rollandin a remarqué: «Pendant cette séance on a essayé de faire le point sur cette crise. En partant de ce volet, chacun a cherché à démontrer les raisons qui ont conduit à la situation actuelle. Sur le Casino on a trouvé une solution non partagée, qui n'a pas produit les résultats qu'on s'attendait. La majorité dit avoir résolu les problèmes, mais les syndicats affirment que la situation est pire qu'avant. Pour ce qui est de la loi électorale, il est positif de prévoir des alliances qui ont un bien fondé vis-à-vis des questions capitales de notre autonomie. Il faut imaginer un parcours pour remettre ensemble les mouvements autonomistes, indépendamment des personnes. Nous avons une autonomie spéciale à défendre, notre projet est voué à résoudre les problèmes de notre région. Non guardiamo alle persone, ma ai valori. Non vogliamo ripetere lo spezzatino e l'ingovernabilità in cui ci troviamo oggi. Non abbiamo paura del confronto, ma vogliamo discutere su questioni serie, vogliamo costruire basi solide. Oggi si fa la guerra alle persone, ma così non si va da nessuna parte. Non si fa più caso a cosa si dice, ma a chi lo dice. La gente non si sente rappresentata, è stufa perché non c'è sostanza. Da qui bisogna uscire. Se riusciamo a trovare una modalità seria per rispondere alle esigenze dei cittadini, possiamo rompere quel muro di apatia che ora c'è nei confronti della politica. altrimenti non serve a nulla parlare e cambiare governo. Noi contiamo molto su questo progetto di aggregazione.»

Il Consigliere del Gruppo Misto Elso Gerandin ha ricordato che «questa maggioranza è già nata debole, minimalista e non legittimata dal voto. Una maggioranza quindi che doveva risolvere alcune problematiche contingenti ma senza prospettive future. Per me, questa nuova maggioranza voleva dare un segnale diverso rispetto al governo precedente, che aveva portato la Valle d'Aosta all'isolamento politico e a una difficoltà economica palese. Il mio non è un processo alla singola persona: tutti siamo stati responsabili, chi più chi meno. Io non ho voluto fare parte del Governo nato il 10 marzo, ma riconosco e credo che siano state fornite risposte concrete ad alcuni problemi puntuali. Con le mie dimissioni dalle Commissioni, volevo richiamare la maggioranza su quanto non aveva fatto e su quanto doveva ancora fare. Noi non possiamo più accettare i soprusi dello Stato e credo che, a questo punto rispetto al bilancio, si potrebbe anche andare in esercizio provvisorio al fine di dare un segnale politico forte al governo nazionale. Io ritengo che la politica sia rispetto e coerenza con il mandato dato dagli elettori: su questo non ho mai cambiato idea e mi auguro che, in questo momento di difficoltà, non ci sia un vuoto politico e amministrativo. Si vada avanti se ci sono delle prospettive, altrimenti si chiuda qui questa esperienza. Degli illusionisti, contorsionisti e saltimbanchi ne abbiamo abbastanza.»

Il Vicepresidente del Consiglio Antonio Fosson (AC-PNV-SA), riferendosi all'andamento della Legislatura, ha affermato: «Peggio di così non poteva andare. Negli anni di governo Rollandin non si è affrontato il discorso della difesa dell'autonomia, nessuno si è mai incatenato all'autonomia; oggi lo si sfrutta per far cadere un'altra Giunta. Non ho lasciato l'UV per assumere incarichi. Oggi abbiamo sentito tante lezioni, come ha detto il Presidente Rollandin siamo nell'anno della misericordia. Non ho assolutamente paura di andare all'opposizione. Stare in minoranza a volte fa bene: Marguerettaz si è rivitalizzato. Dopo ben cinque governi, il progetto per il futuro della Valle d'Aosta ritengo debba essere elaborato dagli elettori. Metto volentieri la mia firma per concludere questa Legislatura.»

La seduta è sospesa e riprenderà nel pomeriggio di oggi alle ore 15.30.

SC-MM