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Comunicato n° 508 del 5 ottobre 2016

Presa d'atto della petizione popolare sulla scuola

Seduta consiliare del 5 ottobre 2016

Nella seduta del 5 ottobre 2016, il Consiglio Valle ha preso atto della petizione popolare presentata il 21 giugno scorso dal Comitato SOSécoleVdA e sottoscritta da 2535 cittadini per richiedere che non vengano effettuati tagli alla scuola secondaria di primo grado.

Il Presidente della quinta Commissione "Servizi sociali" ha illustrato all'Aula la relazione approvata a maggioranza a conclusione dell'iter di discussione dell'iniziativa. Il Presidente ha spiegato che alla Commissione, contestualmente alla petizione, è stato assegnato il disegno di legge recante disposizioni per l'armonizzazione della riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione con l'ordinamento scolastico della Valle d'Aosta, poi diventato legge regionale n. 18 del 3 agosto 2016. La Commissione ha concentrato le proprie riunioni nel mese di luglio al fine di approfondire il provvedimento legislativo, sentendo le categorie interessate tra cui anche i rappresentanti del Comitato SOSécoleVdA, in modo che potesse essere approvato prima della pausa estiva ed entrare, quindi, in vigore prima del nuovo anno scolastico. Il Presidente Luigi Bertschy ha poi riferito che il 9 settembre, in risposta all'invito a partecipare ad un'audizione in Commissione sulla petizione, i rappresentanti del Comitato hanno giudicato la convocazione irricevibile nei tempi in quanto i principi enunciati nella petizione erano ormai stati puntualmente declinati nella legge regionale n. 18/2016. Il 16 settembre, la Commissione ha quindi audito l'Assessore all'istruzione e cultura, la quale ha fatto presente che le questioni sollevate dal Comitato, che mettevano in discussione dei punti cardini della riforma scolastica, erano state superate con l'approvazione della legge regionale, precisando che era stata accolta e approfondita, attraverso l'articolato o l'approvazione di ordini del giorno specifici buona parte dei rilievi fatti sia dal Comitato, sia dai Sindacati e che con questi ultimi era stato svolto un lavoro proficuo.

La Consigliera di ALPE Chantal Certan ha osservato che anche il metodo con cui è stata affrontata la discussione in Commissione ha determinato il voto contrario alla relazione: dei cittadini, ha detto la Consigliera, si sono attivati per porre l'attenzione su alcune criticità, ma la Commissione ha violato il loro diritto ad essere ascoltati perché sono stati auditi dopo che la legge di armonizzazione della Buona Scuola alla realtà valdostana era stata approvata. Ha quindi invitato la Commissione ad avere rispetto per i cittadini che presentano delle iniziative. Per Certan non è vero che la legge ha superato le criticità espresse nella petizione perché alcuni aspetti persistono, permanendo la delibera di Giunta n. 93 del 2016.

Il Consigliere Roberto Cognetta del M5S ha aggiunto che l'Assessore, con un atteggiamento poco democratico, ha stravolto le regole del Consiglio, esautorando l'Assemblea dal suo ruolo e mancando di rispetto nei confronti di oltre 2500 cittadini. Questa riforma, ha detto, andrà probabilmente ulteriormente riformata, perché se non ci sono le risorse economiche e i mezzi per poterla applicare, tutto questo lavoro è stato inutile oltre che dannoso. Per Cognetta, che venga presentata una relazione di questo tipo alla fine dell'esame della petizione è una presa in giro: ha quindi invitato l'Assessore a coinvolgere maggiormente le Commissioni al fine di evitare percorsi di questo tipo e migliorare le decisioni.

Il Consigliere di ALPE Fabrizio Roscio ha preso le distanze dalla relazione perché manca un aspetto essenziale, ossia che l'esautorazione della petizione è avvenuta per una scelta della maggioranza, in quanto nessuno obbligava ad approvare entro l'inizio dell'anno scolastico la legge regionale di armonizzazione alla Buona Scuola. Secondo Roscio, c'erano tutti i tempi per discutere l'iniziativa popolare al fine di dare una risposta ai proponenti, invece il metodo seguito e le risultanze sono offensive nei confronti di chi l'ha presentata.

L'Assessore all'istruzione e cultura ha replicato precisando che questa riforma non è ancora entrata in vigore, ma lo farà nel 2017-2018: non si può quindi parlare di fallimento prima ancora di averla applicata. La riforma nazionale sarebbe diventata legge anche in Valle d'Aosta con una serie di ripercussioni sul nostro modello scolastico se la Regione non avesse approvato una propria norma: ci siamo quindi attivati presso il Governo nazionale, ha spiegato Rini, al fine di addivenire ad un protocollo che ha poi portato all'approvazione di una norma di attuazione che ci ha permesso di legiferare e di discostarci completamente dalla norma nazionale e di mantenere, ad esempio, il sistema di reclutamento dei docenti come avveniva nel passato. Ha poi proseguito: la petizione popolare si ispirava ad una delibera di Giunta che era precedente al testo della legge approvata: molti degli aspetti sollevati, ha puntualizzato Rini, sono stati recepiti dal provvedimento legislativo, ma, purtroppo, non si possono accontentare tutte le singole richieste. Per l'Assessore, c'è stato il coraggio politico, la serietà e la responsabilità di mettere mano ad un settore molto delicato, cercando di fare il meglio per la scuola valdostana: ora, ha concluso, cercheremo di garantire il livello di eccellenza che ha dimostrato di avere l'istruzione in Valle d'Aosta.

SC