Info Conseil

Comunicato n° 429 del 28 luglio 2016

Discussione generale sul disegno di legge di armonizzazione della riforma nazionale alla scuola valdostana

Seduta consiliare del 28 luglio 2016

La discussione generale sul disegno di legge di armonizzazione della legge nazionale 107/2015 (Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione) con l'ordinamento scolastico valdostano ha occupato tutta la seduta mattutina di giovedì 28 luglio 2016.

La Consigliera di ALPE Chantal Certan ha sottolineato: «La tâche d'une Assemblée de légiférer est une grande responsabilité, mais dans la matière de l'instruction est encore plus grande parce qu'elle rentre directement dans la formation et dans le cœur de nos enfants. Quand on parle d'école il faut parler de co-participation de toute la société et pour ne pas rater il est sage de prendre le temps nécessaire avant de légiférer.» Per la Consigliera, «ALPE aveva considerato positivamente l'intesa con il Ministro e la norma di attuazione che avrebbero consentito di ancorare una riforma nazionale, che aveva anche dei principi interessanti, al territorio peculiare della Valle d'Aosta, dando una nuova marcia alla scuola valdostana. Il percorso di condivisione, però, si è arrestato ben presto: il tutto è stato deciso "en petits groupes", con forzature politiche della maggioranza che non hanno trovato condivisione. Il risultato è una riforma di ferragosto, fatta in tutta fretta e con estrema superficialità: è stato dato un contentino di qua e di là cucinando uno "spezzatino" che manca di coerenza. Ci sono sicuramente degli aspetti positivi: la salvaguardia della scuola dell'infanzia, la formazione obbligatoria con la sostituzione degli insegnanti, l'alternanza scuola-lavoro, anche se avremmo voluto una scelta più coraggiosa. A parte questo, però, questa legge non ha struttura, è incolore, non parla con il territorio e, soprattutto, non rappresenta le istanze degli operatori del settore. Il potenziamento linguistico è uno slogan, ma che risulta essere fittizio e limitato, che non può avere applicazione concreta: 8 moduli in un anno non saranno incisivi e sono un'occasione persa se si vuole realizzare un vero sistema plurilingue. Per fortuna, il mondo della scuola avrà un anno di tempo per applicare questa legge che il Governo, sordo, sforna senza condivisione e siamo sicuri che, malgrado le criticità, la scuola cercherà di rendere efficiente ed efficace l'insegnamento come ha sempre fatto, perché il corpo docente è responsabile e non applicherà cose inapplicabili. Oggi, non possiamo aderire ai toni trionfalistici con i quali è stato annunciato questo disegno di legge, perché le preoccupazioni del mondo della scuola, rimaste inascoltate, sono anche le nostre. Avremmo voluto dire tanti sì perché credevamo in questa riforma: le sfide per il futuro sono quelle delle lingue, della tecnologia, ma non condividiamo la scelta di aver raso al suolo ciò che di peculiare aveva la nostra scuola, in particolare la scuola secondaria di primo grado, e questo malgrado le richieste degli insegnanti. Siamo profondamente delusi perché avremmo voluto un testo ampiamente condiviso e realmente ancorato al nostro territorio, avremmo avuto il tempo per farlo, ma è mancata la volontà della maggioranza di sostenere un confronto aperto e reale.»

Il Vicepresidente della quinta Commissione, André Lanièce (SA) ha ripercorso l'iter del disegno di legge: «La scuola è da sempre il fiore all'occhiello della Valle d'Aosta; anche in tempi lontani e difficili, abbiamo creato modelli come le "écoles de hameaux", imitati poi dai transfrontalieri. Con questa legge abbiamo voluto salvaguardare e valorizzare la "Nostra scuola". Ci è stata mossa la rimostranza di aver portato troppo in fretta il provvedimento in Aula, ma mi preme sottolineare che il dibattito risale all'anno scorso e ha coinvolto tutte le parti interessate attraverso diversi incontri e dialoghi serrati, alla ricerca di spunti e miglioramenti, che sono sempre stati presi nella dovuta considerazione e in alcuni casi hanno fatto scaturire emendamenti. La "Buona scuola" nazionale non ci ha mai convinto del tutto, abbiamo cercato allora un equilibrio. Con la saggezza dei montanari e la forza dello Statuto speciale, abbiamo addirittura provveduto a correggere dimenticanze della riforma nazionale, come la scuola dell'infanzia. Attenzione è stata posta poi al plurilinguismo, cui lavoriamo da anni: abbiamo aggiunto le prove Invalsi, abbiamo affiancato al francese l'inglese fin dalla primaria. In questo disegno sono state indicate le disposizioni che porteranno a completamento l'autonomia delle Istituzioni scolastiche; è stata sancita l'importanza della scelta politica in merito al polo scolastico unico di Verrès a partire dall'anno scolastico 2017-2018, volto a garantire la continuità di istruzione per gli studenti della bassa Valle e arginare la frammentazione della dirigenza scolastica. Gli 11 emendamenti presentati in Commissione dall'Assessore Rini riguardano, tra i vari argomenti, gli studenti con bisogni educativi speciali; il rapporto di autovalutazione; le sostituzioni dei docenti sin dal primo giorno; la libertà di articolare le lezioni su 5 o 6 giorni. Ormai purtroppo la tendenza è quella di porre in evidenza soltanto ciò che non va bene, dimenticando di apprezzare gli sforzi compiuti per dare soluzione ai problemi. In questo caso, voglio sottolineare come il provvedimento normativo sia più vicino alle esigenze dei valdostani; in altre regioni, invece, la riforma nazionale si applica tout court. Una riforma del genere non può che suscitare discussioni e malcontenti: un conto però sono le critiche costruttive, che suscitano riflessioni, un altro conto invece sono le prese di posizione dure, che vogliono mantenere lo status quo senza avere la capacità di guardare avanti. Noi abbiamo cercato di affrontare questa riforma con l'obiettivo di continuare ad investire nella specificità e unicità del modello scolastico valdostano, di mantenere il sistema attuale di reclutamento dei docenti, di rafforzare le competenze degli studenti nelle materie scientifiche, linguistiche e informatiche, oltre che le competenze di cittadinanza attiva, di alfabetizzazione all'arte e alla musica, di sviluppo di comportamenti legati a una vita sana.  L'ottica seguita è quella del miglioramento del nostro sistema scolastico in un momento, come quello attuale, di cambiamento e di sperimentazione.»

Il Consigliere del M5S Roberto Cognetta ha osservato: «L'Assessore vuole subito la riforma, entro settembre, per evitare il dibattito aspro e acceso che c'è stato in Trentino: quando l'Assessore vuole copiare lo sa fare e anche bene.» Ripercorrendo la storia della scuola dal Medio Evo ad oggi, il Consigliere è poi entrato nel merito del disegno di legge: «Questo provvedimento, magnificato dalla maggioranza, di fatto non tocca la parte più importante: ciò che si deve insegnare e come farlo, ossia non si pone l'obiettivo di cosa si vuole ottenere e come ottenerlo. Non è stato fatto perché il Governo nazionale ci ha imposto un percorso che se non avessimo accettato non ci avrebbe dato l'occasione di poter adattare la riforma al nostro ordinamento. Con un piccolo sforzo nel rimandare questa discussione, avremmo potuto migliorare sensibilmente ciò che oggi, invece, si vuole approvare con un vero e proprio blitz. Spero che nel prosieguo della discussione si possa sistemare qualcosa, grazie anche agli emendamenti che ho presentato. Rimango però dell'idea che la discussione andrebbe fatta intorno ad un tavolo con gli operatori del settore e non quando questi non ci sono. È giusto porre termine ad un dibattito, ma questo è durato 15 giorni: ho chiesto di trasferire l'approvazione del disegno di legge al primo Consiglio di settembre, ma mi è stato negato. A fronte di questo, ho presentato 896 emendamenti e terrò legata quest'Aula fino allo sfinimento. Il mio modo di lavorare può non piacere, ma io sto difendendo il mio ruolo di Consigliere e chiedo rispetto: non accetto che si dicano delle cose che poi non vengono rispettate, come in questo caso.»

Il Consigliere dell'UVP Nello Fabbri, ha evidenziato: «Il disegno di legge è frutto di un lavoro che è stato dapprima tecnico, poi diventato politico, di ascolto e di recepimento delle istanze e dei suggerimenti; un lavoro stringente, condotto con tempistica incalzante, senza tuttavia escludere rappresentanti delle parti coinvolte. Dando luogo a una maggiore professionalità degli insegnanti, la ricaduta positiva avverrà sui nostri ragazzi. Il rinvio dell'approvazione della legge non avrebbe mutato la situazione. In effetti questo provvedimento ha ottenuto scopi importanti: la salvaguardia di un aspetto essenziale della nostra autonomia in un settore vitale e fondante della società; il mantenimento dell'eccellenza della nostra scuola, recependo varie possibilità di miglioramento. Un punto estremamente importante è la formazione continua obbligatoria degli insegnanti. Bisognerà trovare un sistema per venire incontro ai docenti penalizzati. È poi importante l'implementazione dell'insegnamento della lingua inglese, che deve rappresentare un atout spendibile da tutti i ragazzi, indipendentemente dalle sensibilità delle famiglie. Il nostro giudizio su questa legge è dunque positivo, pur essendo consci del fatto che non si possa esaurire una riforma del genere con una sola legge: è un cantiere aperto, bisogna tenere conto degli avanzamenti dei lavori. Aspettiamo con la dovuta attenzione i miglioramenti che verranno trovati nel corso del tempo.»

Per il Consigliere di ALPE Fabrizio Roscio, «si parla di un lungo percorso di condivisione che noi non abbiamo vissuto: in quindici giorni si è chiusa la parabola del disegno di legge in Consiglio. Nelle imperscrutabili stanze dell'Assessorato, probabilmente il confronto è stato diverso, ma noi non lo abbiamo vissuto. Così come non lo hanno percepito gli operatori del mondo della scuola. Il loro intento era quello di migliorare ulteriormente il testo, ma l'Assessorato è stato sordo e la fretta è ciò che caratterizza oggi questo disegno di legge. Per noi, l'obiettivo finale non era quello di accontentare tutti, ma doveva essere una sintesi tra le istanze di coloro che vivono il mondo della scuola, riunite tutte insieme intorno ad un tavolo: invece, il metodo seguito è sembrato quello del "divide et impera". Ma la buona politica è altro. Era inoltre doveroso dare una risposta alla petizione sulla scuola media presentata dal Comitato "SOSécoleVdA" prima di approvare questa legge: invece, la Commissione proseguirà ora il suo esame a "babbo morto", senza la possibilità di incidere su nulla, perché già tutto è stato deciso.»

Per il Capogruppo della Stella Alpina, Pierluigi Marquis, «i risultati di questa legge dipendono dalle modalità di applicazione dei principi, assoggettata a percorsi che possono valorizzare la legge o evidenziarne lati negativi da cambiare. La nostra territorialità non è facile da gestire, occorre tenere conto delle peculiarità geografiche con cui mediare per garantire servizi di qualità e prossimità. Lavoriamo per una scuola il più possibile inclusiva, pur scontrandoci coi vincoli giuridici nazionali, soprattutto riguardo ai docenti di sostegno; per questo, auspichiamo in futuro di poter dare risposte positive a queste necessità anche attraverso la regionalizzazione degli insegnanti. Il tutto si basa comunque sul portare avanti progetti di formazione per i docenti, affinché la didattica e l'approccio pedagogico possano essere attualizzati alle esigenze di una scuola moderna. I principi introdotti con questa legge sono buoni, ma occorrerà verificare e monitorarne l'applicazione pratica, da cui dipenderà il buon esito.»

I lavori sono sospesi e riprenderanno alle ore 15.30.

 


SC-MM