Info Conseil

Comunicato n° 318 del 7 giugno 2016

Dibattito sulla nuova situazione politica

Riunione consiliare del 7 giugno 2016

La nuova situazione politica è stata oggetto di un approfondito dibattito che ha occupato l'intera seduta mattutina e parte di quella pomeridiana del Consiglio di martedì 7 giugno 2016.

Il Consigliere del M5S Roberto Cognetta ha osservato: «Per realizzare i 27 punti del nuovo programma di Governo, la nuova maggioranza ha bisogno di tanta fortuna e di un minimo di realismo. Come elenco di intenti è certamente migliore rispetto all'ingresso del PD in maggioranza, ma il miglioramento non è sostanziale, perché si tratta di un lungo elenco di enunciazioni, che non entrano nel merito delle questioni da affrontare. L'unica cosa che apprezzo è che finalmente si sa chi sta in maggioranza e chi in minoranza. Noi del M5S siamo l'unica vera forza di opposizione, mentre altri erano posizionati accanto a noi solo per convenienza politica. Ma, come sottolineato dal Presidente Rollandin, noi non siamo l'antipolitica, siamo la politica di questa regione e lo saremo anche in futuro, perché con questa operazione odierna, i valdostani vi abbandoneranno. Oggi, dovete passarvi la mano sulla coscienza e cominciare a fare qualcosa per il bene dei valdostani, dando risposte reali e concrete ai cittadini.»

Per il Capogruppo del M5S, Stefano Ferrero, «il programma di governo è un documento assolutamente vuoto, in cui non si capisce, peraltro, quale sia la posizione della nuova maggioranza sulla questione della riforma costituzionale. Si parla poi di nuova legge sugli appalti: sappiamo che siamo vincolati a norme europee cui non si può derogare, a meno che non si costituisca il nuovo Principato valdostano. Sul Casinò, non si capisce se la nuova maggioranza lo voglia mantenere pubblico o privatizzarlo. Di fatto oggi si completa un colpo di mano nei confronti degli elettori: il Presidente Rollandin prende per mano le pecorelle smarrite dell'UVP e le conduce nel vasto pascolo autonomista, dove potranno vivere tranquille, puntellando così il suo Governo fino alla fine della Legislatura. Il vuoto assoluto viene riempito da due poltrone importanti, anche se per noi la Presidenza del Consiglio non dovrebbe sottostare a nessuna logica spartitoria: aspettiamo di vedere quale sarà l'impegno del nuovo Presidente, se vorrà garantire il rispetto del ruolo dei Consiglieri, se si ridurrà il compenso. Oggi, un movimento sparisce dalla scena politica perché ha rinnegato i propri valori e i propri principi. Per l'UVP, il Presidente Rollandin è un uomo nuovo, il suo sistema è completamente cambiato: chiediamo scusa perché noi non ce n'eravamo accorti.»

Il Capogruppo dell'UVP Luigi Bertschy ha puntualizzato: «Siamo un movimento, non un partito, al cui interno ci sono tante idee, anche differenti rispetto al percorso che abbiamo intrapreso. Siamo un movimento in cui vige la libertà di esprimersi e partecipare per dare a tutti la possibilità di stare in politica. La perfezione della politica non sta solo da una parte. L'UVP è partita in un modo, sin da subito non abbiamo raccolto la soddisfazione di tutti, ma abbiamo sempre guardato negli occhi i valdostani, li abbiamo incontrati e ascoltati. Nel 2018 conteremo gli elettori per ogni movimento, ma da oggi lavoreremo per questo progetto, non per controllare quello che fanno gli altri, ma operando in prima persona, in maggioranza. Massimo rispetto per quello che facciamo, nessuna volontà di dire agli altri come lavorare.»

«La politica - ha proseguito il Capogruppo Bertschy - è cercare di mettere insieme delle alleanze per trovare soluzioni ai vari problemi. È stato detto che il programma che abbiamo presentato è vuoto, invece cercheremo di fare tutto il possibile perché questo programma di Governo venga attuato. Le riforme danno una prospettiva, i progetti lanciano delle possibilità e sosterremo gli argomenti che abbiamo già enunciato in quest'Aula; non vogliamo semplicemente sederci in maggioranza. La coerenza la si porta dentro e si fa carico anche dei momenti difficili. Non sarà il nuovo Eldorado, ma verificheremo se le cose avranno soluzione e programmazione amministrativa e politica. Se così non sarà rivedremo la situazione. Rispondiamo ai nostri elettori, dobbiamo essere in grado di lavorare per i valdostani; se non saremo capaci, ne faremo ammenda e faremo le conseguenti riflessioni. Dobbiamo saper fare il nostro lavoro, raccogliamo la sfida di una politica leale e onesta che si fa con persone che vogliono lavorare per i cittadini. Il processo alle intenzioni non lo accettiamo, non è per il suo tramite che si danno risposte ai cittadini. Vogliamo aprire una nuova fase, in coerenza con le decisioni che abbiamo assunto; siamo solo in sette, è vero, non abbiamo la presunzione di governare ma vogliamo portare avanti la nostra idea. Guardiamo avanti, portando avanti un nuovo progetto in coerenza con il passato. Tutti i colleghi dell'UVP hanno contribuito a questo programma, non è un'invenzione dell'ultima notte, ma un percorso di tre mesi, il frutto di un lavoro che mettiamo a disposizione della coalizione progressista e della nuova alleanza.»

Il Capogruppo di ALPE, Albert Chatrian, ha specificato: «Ci è stato presentato un elenco di intenti, un libro dei sogni, che non sarà possibile realizzare a breve. Il copione è simile a quello di un anno fa. Si cambia l'assetto del Governo: è un'azione legittima, ma per dignità si sarebbe almeno dovuto avere il coraggio di azzerare l'intero Esecutivo. In questo senso va il primo ordine del giorno che abbiamo presentato. È una tragicommedia, che tira in ballo a sproposito il bene dei valdostani. Intervenire oggi è inutile, è già stato tutto deciso e il pacco regalo a doppio fiocco è già stato confezionato. Qualche tempo fa anche i colleghi dell'UVP con noi criticavano le decisioni prese nelle segrete stanze e non in quest'Aula. Mai come oggi sono fiero di essere un Consigliere di opposizione, coerente con se stesso e soprattutto col mandato ricevuto come gruppo. Voi state portando a compimento un accordo che di politico non ha proprio nulla: è un accordo tra persone che per conservare o riconquistare il potere sono disposte a tutto, anche a smentire loro stesse e rinnegare le parole pronunciate in quest'Aula. Nascondete dietro il concetto di cambiamento un'operazione di pura convenienza personale, state realizzando un Gattopardo alla valdôtaine. Gli unici cambiamenti sono la netta modifica della direzione dell'UVP e alcune poltrone. Potrei parlare di tradimento del mandato elettorale, di insulto alla democrazia, di manovra di palazzo, potrei chiedere nuove elezioni, ma servirebbe a poco. Quando si supera un certo livello di spudoratezza tutto diventa facile, tutto ritorna come prima, con un regista lungimirante, capace di vestire i suoi attori col cambiamento e gestirli a suo piacimento. È una pièce dello Charaban, in cui in gioco però c'è la Valle d'Aosta. Non vogliamo fare processi alle intenzioni, aspettiamo di verificare la concretizzazione dei punti del nuovo programma, anche da parte di chi ha scavalcato i propri elettori. Per fare opposizione bisogna avere tanta costanza, impegno continuo, studiare tanto, avere conoscenza del territorio; non è possibile abbassare la guardia. Ma l'opposizione garantisce la democrazia, deve vigilare e contenere il potere di una maggioranza. Noi non abbiamo cambiato idea, non abbiamo cambiato il nostro modo di essere. Noi non ci limitiamo a parlare di cambiamento, ma lo sosteniamo, lo ribadiamo con forza e coraggio. Non vogliamo prendere in giro i cittadini, vogliamo essere noi i registi delle nostre scelte, siamo pronti al lavoro collegiale per la costruzione un fronte autonomista libero, aperto al confronto con le altre realtà alpine e pronto a dire no alla riforma costituzionale, in linea con la linea delle elezioni del 2013. ALPE da questa situazione esce rafforzata, fiera della propria ostinazione e coerenza.»

Per il Presidente della seconda Commissione, Leonardo La Torre (UV), «questa Regione ha diritto di giocare un ruolo di prospettiva positiva nei confronti di chi vuole ridurre ogni giorno la nostra autonomia. Non è all'interno di una divisione perenne che la Valle d'Aosta troverà delle soluzioni, ma è solo attraverso la capacità di mettere insieme le forze dei movimenti autonomisti, che credono nei valori fondanti della nostra regione, che potremo reagire. Non siamo di fronte a un'operazione di compravendita o di meschino gioco politico, come ha detto qualcuno: vogliamo piuttosto imbastire un progetto politico di condivisione che si trasformi in atti amministrativi capaci di dare le giuste risposte alla comunità. Ed è questo che ci chiedono i valdostani. Oggi, chi entra in maggioranza, lo fa portando un valore aggiunto con la sua identità, i suoi valori e la sua storia: solo così questo piccolo progetto diventerà un grande progetto politico e noi potremo dire di aver fatto una grande operazione politica e amministrativa di rilancio. All'orizzonte ci sono delle grandi sfide istituzionali, che cambieranno le sorti del nostro Paese. Il referendum è alle porte: quale momento migliore per mettere insieme le nostre forze per dare nuove prospettive? Ci vuole molto coraggio da parte di chi era all'opposizione, come il PD e l'UVP, a entrare in maggioranza, perché si rinuncia alla parte aggressiva a vantaggio di quella costruttiva: ma oggi bisogna costruire e per farlo c'è bisogno di unità. Oggi, è l'inizio di un nuovo percorso dove ognuno di noi dovrà portare il proprio contributo affinché si possa ridare, tutti insieme, un nuovo futuro alla Valle d'Aosta.»

La Conseillère de ALPE Patrizia Morelli a souligné que «cette nouvelle majorité n'a rien de nouveau mais incarne la perpétuité d'un système. Aujourd'hui, ceux qui ont contrasté ce système, qui élevaient leurs voix critiques et virulentes contre la méthode Rollandin, sacrifient un projet politique qui nous avaient vu protagonistes, avec le PD et l'UVP, d'un résultat électoral extraordinaire et qui appartenait donc à ces 29 mille Valdôtains qui avaient cru en nous en nous élisant dans cette Assemblée. Pourquoi? Les raisons sont obscures et inacceptables et ils devront se justifier devant le peuple valdôtain: un peuple qui est profondément déçu et dégoûté, et qui aura la mémoire suffisamment longue le moment venu. Pour moi, du point de vue politique, c'est le jour de l'amertume: j'avais salué avec grand espoir la naissance du groupe UVP à la fin de la 13e Législature, parce que je pensais qu'on pouvait changer le cours de la politique valdôtaine à travers la naissance d'un projet politique clair. Un projet dont les contenus sont pour nous toujours valables, il aurait fallu y croire un peu plus, dans le respect des règles démocratiques. Parce que, en démocratie, les forces d'opposition servent comme les forces de majorité: elles se complètent à l'intérieur d'un système. Mais la vie est dure pour ceux qui ne sont pas toujours d'accord: le système valdôtain, dans ce sens, est cruel. Pour le Président Rollandin c'est le jour de la victoire: il est à la tête d'une petite armée de 28 petits soldats, mais si j'étais lui, je ne dormirais pas de sommeils tranquilles, parce que je ne suis pas tellement sûre que son nouveau gouvernement va naître sur des bases solides.»

Il Consigliere Nello Fabbri (UVP) ha osservato: «Nel 2013 siamo nati come progetto alternativo al sistema di Governo, ma nei fatti questa prospettiva non si è avverata, nonostante le rilevanti azioni politiche messe in essere, dalla Renaissance alla condivisione oltre le linee politiche per andare nel cuore dei problemi. La politica è soggetta al divenire, sta a noi, anche a costo di scelte personali non facili, capire quando è il momento di cambiare. L'aspetto etico di questa operazione politica è un fattore da considerare, ma va anche tenuta conto l'operatività politica. Non è un arrampicarsi sui vetri, ciò che sostiene l'opposizione è vero, ma riguarda solo una parte e non siamo famelici di poltrone. Ci siamo interrogati su come lavorare per rispondere alle esigenze della gente, abbiamo capito che non si poteva continuare così e siamo arrivati ad un progetto condiviso, non imposto, elaborato nella piena luce del sole. Chi grida al tradimento, all'opportunismo, dovrebbe tener conto di questo percorso. Si apre oggi una nuova fase di collaborazione, utile equilibrio di forze e opinioni diverse su come gestire la cosa pubblica. I ventisette punti, che contengono argomenti sostanziali per la Valle d'Aosta, consentono un lavoro che auspichiamo essere fecondo, con una politica che supera la fase di contrapposizione, che si è rivelata improduttiva. Saremo noi i primi giudici di noi stessi. Pour l'UVP ce choix a été souffert, mais nécessaire pour le bien de la Vallée d'Aoste.»

Il Consigliere Alessandro Nogara (UVP) è intervenuto per «dare spiegazioni ai cittadini. Noi abbiamo avuto il coraggio di accettare questa sfida, un coraggio doloroso. Siamo decisi a portare avanti in maggioranza le questioni che abbiamo portato avanti sinora. Non starò zitto, non sacrificherò quanto già sostenuto, il lavoro non cambia, continuerò a chiedere informazioni agli Assessori. Il progetto della Renaissance è fallito per colpa di tutti, ora bisogna darsi da fare per risolvere le problematiche attuali e stringenti dei cittadini.»

La Consigliera di ALPE Chantal Certan ha evidenziato: «Sono il metodo di comportarsi e lavorare a decretare le novità, non certo le buone intenzioni. Questo è il quarto programma di Governo in tre anni che il Presidente ci presenta come novità; è sempre lo stesso rilucidato, seppur anche con proposte condivisibili. Non vengono nemmeno indicati i verbi, il modo di agire, le azioni che si vogliono fare, è solo un elenco della spesa. Tutti i cittadini valdostani conoscono le cosiddette esigenze conclamate che oggi spingono dei Consiglieri ad abbracciare questo Governo: sono scelte di sola opportunità personale, di astinenza dal potere, e i cittadini lo vivono sulla loro pelle. Parlare della misericordia significa riferirsi al valore della pietà, una pietà che hanno i cittadini nei confronti di questa Assemblea, che dovrebbe essere il cuore pulsante dei metodi nuovi, la guida della società, il propulsore della cultura, e invece fa pietà. L'unica cultura resta quella dell'asservimento, del clientelismo. Voi oggi fate un'ulteriore fusione a freddo, contraria al voto dei cittadini del 2013. Troppo comodo governare in questo modo, cambiando ogni tanto il maquillage, a seconda della convenienza. È una scelta illegittima, va contro i principi incarnati da Emile Chanoux e da tutti coloro che hanno perso la vita per la nostra Autonomia ed è vergognoso che oggi il Presidente si permetta di richiamare valori e ideali della Resistenza. Dignità significa ricordarsi che è ai cittadini che dobbiamo render conto delle nostre azioni. La concretezza politica non si ottiene stando in maggioranza per convenienza. Invitiamo i cittadini a capire cosa sta accadendo, a rendersi partecipi e a impegnarsi con noi per portare avanti realmente il progetto di alternativa. ALPE non è perfetta, ma non è bugiarda e ha persone serie che rispettano i cittadini.»

Per il Consigliere Elso Gerandin (UVP), «i contenuti del programma sono molto concreti, e nello stesso tempo c'è spazio per una futura visione della Valle d'Aosta. Un nuovo progetto si misura con il coraggio del cambiamento e presuppone l'azzeramento di un vecchio progetto: se a questo nuovo progetto si aggiungono le gravi difficoltà che sta vivendo la Valle d'Aosta, è nell'interesse dei valdostani che vi sia un'ampia collaborazione per gestire questo difficile momento. Tuttavia, io non ho cambiato idea sul fatto che ci debba essere un cambiamento radicale nei metodi e nell'azione del Governo. Io credo che l'apporto che i nostri eletti daranno all'interno dell'Esecutivo e alla Presidenza di quest'Aula sarà diverso: magari non potrà far tornare a sognare i valdostani, ma credo che darà concretezza alla Valle d'Aosta. Questo me lo auguro perché la nostra Valle se lo merita e non può fare a meno di un'azione politica che incida concretamente nella vita della comunità valdostana. La rappresentatività democratica è quella che esprime ognuno di noi in Aula: in una maggioranza a 27, tutti sono utili ma non indispensabili. Ed è per questo che continuerò a fare il mio lavoro presentando interpellanze e mozioni e, pur sostenendo i miei colleghi del gruppo, non condivido questo nuovo progetto.»

Per il Consigliere Alberto Bertin (ALPE), «questa Legislatura è talmente disastrosa da poter rappresentare un record degno dei peggiori momenti della prima Repubblica: siamo arrivati al quarto governo in tre anni. Manca ormai poco alle Olimpiadi di Rio, potremmo ancora provare a chiedere di inserire tra le discipline il "salto della quaglia". Visto lo spettacolo, la Valle d'Aosta potrebbe ottenere un ricco medagliere. Questa operazione trasformistica rappresenta il fallimento della maggioranza Union-Stella Alpina. Fallimento anche per il Presidente Rollandin, incapace di governare a 18, ma nemmeno a 21, nonostante le sue manovre da "politichetta", nelle quali egli è maestro: governare è un'altra cosa. Non fate nemmeno finta di cambiare, la continuità sarà la caratteristica di questo sedicente nuovo progetto. Ma il fallimento è anche della minoranza nata dalle elezioni del 2013, che ha cercato senza esito il ribaltone. È stato un errore, lo dicevo allora e lo ripeto oggi. Il progetto politico autonomista-progressista, nato nel 2006, non esiste più. Dobbiamo ripartire sperando di aver imparato da questi errori e riprendere da zero, ma in politica le cose cambiano rapidamente, chi pensa di avere in mano la situazione potrebbe trovarsi ben presto in difficoltà. Non credo in "Augusto il misericordioso", credo che dietro a questo accordo ci sia ben di più, qualche postilla non scritta, magari riferita alla legge elettorale. Oggi non si chiude una fase politica, ma il cambiamento arriverà comunque e chi si ostina a resistere ne sarà travolto.»

Il Capogruppo del PD-Sinistra VdA, Jean-Pierre Guichardaz, ha osservato che «la nuova forza si aggiunge ad una compagine di maggioranza in un'ottica di rafforzamento e non di sostituzione di forze. Accogliamo con piacere i colleghi dell'UVP, convinti che in un momento di tale delicatezza politica, la squadra possa e debba essere implementata per affrontare con motivazione un nuovo percorso. Ci aspettano sfide importanti: la tanto rimandata modifica dello Statuto, la revisione della legge elettorale nella direzione della governabilità e della trasparenza. Io credo che si tratti di un programma condiviso con gli eletti e quindi sono imbarazzato a intervenire dopo il collega Gerandin: questo programma è il frutto di una trattativa durante la quale si sono fatti dei profondi ragionamenti e si sono trovate delle sintesi fra sensibilità diverse. La sua posizione, che non si è capita, pone un problema politico e spero che nel prosieguo della giornata si possa affrontare e risolvere. Oggi, credo che la massima condivisione sulle tematiche che saremo chiamati ad affrontare sia necessaria e debba anche essere suggellata da un patto politico. Noi non abbiamo mai condizionato il tavolo delle trattative al progetto di riforma costituzionale perché, sapendo che vi sono delle posizioni diverse, crediamo che tra le varie forze ci debba essere innanzitutto lealtà politica. In un progetto di maggioranza, la lealtà è determinante. Infine, una raccomandazione al nuovo Assessore alla sanità: un ambito che in Valle d'Aosta ha sempre mantenuto una vocazione pubblica, così come va conservata una scelta di qualità, che incentivi i professionisti a rimanere in Valle, che valorizzi i settori che hanno potenzialità importanti in termini di mobilità attiva. Abbiamo la sfida dell'atto aziendale dell'USL, del piano socio-sanitario regionale che va nella direzione di incentivare il territorio e di integrare maggiormente la parte sanitaria con quella sociale. Ci sono dei campi aperti sui quali bisognerà lavorare: la riorganizzazione del Pronto soccorso, la valorizzazione del ruolo del volontariato nel sistema del soccorso, il tema dei ticket, la partita delicatissima del nuovo ospedale integrandola con l'importante area degli scavi archeologici.»

Il Consigliere Fabrizio Roscio (ALPE) ha evidenziato: «In questo dibattito usando retorica e dialettica si afferma tutto e il contrario di tutto, senza andare a toccare la vera natura delle cose. Non abbiamo la certezza granitica di altri colleghi sulle ricadute positive per le Regioni a Statuto speciale della riforma costituzionale del Governo Renzi. Siamo molto perplessi sulla scelta del nuovo Governo: a nostro avviso le ambizioni sono molto pragmatiche e personali, non ravvisiamo nemmeno il rispetto per i cittadini, in quanto vi è uno stravolgimento del mandato del 2013, si è piuttosto confermata la labilità del confine tra spregiudicatezza e mancanza di vincolo di mandato. Dal nostro punto di vista, manteniamo la coerenza già espressa col programma elettorale della coalizione delle passate elezioni regionali, che mirava a essere una proposta alternativa, credibile e realizzabile. È grave aver toccato la figura di garante del Presidente del Consiglio in un accordo che di istituzionale non ha nulla; altrettanto inopportuno paragonare questa operazione di allargamento della maggioranza essersi accostati ai valori della Resistenza. L'opposizione per ALPE non è il fine, noi vogliamo proporre un progetto diverso per la Valle d'Aosta e stiamo lavorando per questo, parlando direttamente con i valdostani, soprattutto agli scontenti e a chi non si riconosce più in questo sistema, e cercando di limitare il solco che li separa da quest'Aula. Vogliamo offrire una prospettiva nuova non solo a chi si riconosce nel nostro Movimento, ma a chi spera in una Valle d'Aosta diversa

Pour le Chef de groupe de l'UV, Joël Farcoz, «si la politique a un sens, c'est bien celui d'unir et non pas celui de séparer, surtout si ce but est atteint par la discussion sur les idées, les contenus et les programmes. Plus que jamais, en ce moment où non seulement la crise économique met en difficulté notre système, notre Région a la nécessité de trouver des ententes fortes afin d'achever les projets entrepris au cours de ces années et d'en commencer d'autres, en tenant en considération la potentielle opportunité d'entreprendre la modification du Statut. L'histoire autonomiste de notre Vallée démontre que toutes les fois qu'elle était profondément partagée à son intérieur sa faiblesse ressortait à l'extérieur. Et à l'extérieur, les amis sont toujours moins, tandis que ceux qui voudraient voir la Vallée affaiblie à région ordinaire ou même partie provinciale d'une macro-région Piémont-Ligurie sont toujours plus nombreux. Tout comme nous devons regarder à l'Europe avec attention, qui continue à décider pour nous aussi: voilà pourquoi notre Région ne pourra plus se permettre de ne pas avoir un représentant au sein du Parlement européen. Le fait de se mettre ensemble, donc, pour travailler dans la direction que le programme indique. Il programma, appunto, un documento sicuramente ricco di contenuti, alcuni dei quali non potranno evidentemente esaurirsi in questi ultimi anni di Legislatura, ma che guardano con fiducia al futuro.»

Il Capogruppo di Stella Alpina Pierluigi Marquis ha sottolineato: «L'UVP ha dimostrato di aver compiuto una scelta coraggiosa, difficile, che porterà frutti positivi. Non è un suo suicidio politico. Stella Alpina ha offerto alle forze politiche il proprio contributo per il rilancio dell'economia e del lavoro in un'ottica politica inclusiva. La condivisione programmatica ha così portato alla definizione del nuovo assetto politico, in cui Stella Alpina auspicava il mantenimento delle responsabilità attuali; abbiamo comunque accettato con sacrificio di privilegiare la coerenza e l'adesione a quel progetto politico di collaborazione con l'UV che nasce da lontano, anteponendo questi obiettivi al riconoscimento di ruoli apicali. La coerenza del nostro comportamento scaturisce dal rispetto degli elettori che nel 2013 hanno validato il progetto di coalizione UV-SA, certi che i valdostani sapranno giudicare ed apprezzare. Il populismo fa sempre più proseliti, mentre è sempre più difficile proporre soluzioni ai problemi dei cittadini. Con questa scelta noi dimostriamo che a Stella Alpina sta a cuore il futuro della Valle d'Aosta. Il nostro gruppo consiliare parteciperà attivamente a questa nuova sfida di governo, presentando iniziative legislative di attuazione delle linee programmatiche. Il nostro è un progetto a sostegno della Valle d'Aosta e dei valdostani e siamo pronti a lavorare concretamente all'interno di questa nuova programmazione, verificando man mano il lavoro svolto.»

Nella seduta pomeridiana, in chiusura del dibattito ha preso la parola il Presidente uscente del Consiglio, Marco Viérin, per ringraziare «il personale dell'Assemblea per il supporto offerto durante il mio mandato, non soltanto sotto il profilo professionale, ma anche e soprattutto, dal punto di vista umano, che io ritengo particolarmente importante. Ringrazio i colleghi dell'Ufficio di Presidenza e i Consiglieri, in particolare coloro che mi hanno dato un sostegno concreto in questo percorso, così come ringrazio tutti coloro che, dall'esterno, hanno collaborato con il Consiglio, con proposte e progetti, collaborando alla buona riuscita delle attività promosse dall'Ufficio di Presidenza. Sono stati due anni impegnativi, a volte difficili ma anche con grandi soddisfazioni, durante i quali ho cercato di lavorare con responsabilità e serietà, grazie anche alla collaborazione di tanti. Ci aspettano ancora momenti difficili, in particolare per quanto riguarda la difesa della nostra specialità. Dovremo affrontare con decisione e unità d'intenti il nostro cammino, argomentando e facendo comprendere le ragioni del nostro particolarismo. L'autonomia è un patrimonio collettivo che va continuamente alimentato con il confronto e il coraggio di sapere chi siamo e dove vogliamo andare. Ed è con questo auspicio che formulo al prossimo Presidente del Consiglio i miei migliori auguri di buon lavoro.»

Sempre nell'ambito del dibattito sulla nuova situazione politica, il Consiglio ha respinto, due ordini del giorno, depositati in Aula dai gruppi ALPE e M5S: il primo (21 voti contrari - UV, SA, PD-SVdA -, 7 astensioni - UVP - e 7 a favore) richiedeva, al fine del rispetto della legge elettorale, l'azzeramento dell'intero Esecutivo e, qualora sussistessero le condizioni, di procedere alla nomina di un nuovo Governo; il secondo (28 astensioni - UV, UVP, SA, PD-SVdA - e 7 a favore) era volto alla riduzione del numero di Assessorati e alla creazione di modalità di collegamento delle deleghe assessorili alle materie di competenza delle Commissioni consiliari.

SC-MM