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Comunicato n° 111 del 25 febbraio 2016

Approvato il Programma di sviluppo rurale 2014-2020

Seduta consiliare del 25 febbraio 2016

Nella seduta del 25 febbraio 2016, il Consiglio Valle ha approvato, con 19 voti a favore (UV, SA e PD-SVdA), 2 contrari (M5S) e 12 astenuti (UVP e ALPE), il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione autonoma Valle d'Aosta.

Il Piano, che ha avuto il via definitivo dalla Commissione europea l'11 novembre 2015, mette in campo 138 milioni 706 mila euro, di cui il 43% a carico dell'Unione europea, il 40% dello Stato e il 17% della Regione.

L'Assessore all'agricoltura e risorse naturali ha osservato che queste risorse andranno a rispondere ai bisogni della nostra agricoltura e del territorio tenendo conto dei tre obiettivi stabiliti dall'Unione europea: l'incremento della competitività dei settori agricolo forestale e agroalimentare, lo sviluppo più equilibrato dal punto di vista della distribuzione territoriale e più sostenibile dal punto di vista ambientale, la crescita economica e sociale delle zone rurali regionali.

Il PSR, ha aggiunto Testolin, prevede l'attivazione di 13 misure, sulle quali si è cercato di dosare con equilibrio le risorse finanziarie a disposizione, e si divide in 3 grandi comparti: le misure a superficie, le misure di investimento e quelle destinate al miglioramento e alla creazione di strategie e di interventi in ambito locale. Le prime rappresentano l'ossatura del programma: i premi a superficie, costituiti dalla misure di compensazione al reddito degli agricoltori (indennità compensativa) e dalle misure a favore delle pratiche ecocompatibili, rappresentano, assieme ai premi a capo della misura per il benessere animale, circa il 60% delle risorse assegnate al Programma. Anche il panorama delle misure a investimento si è ampliato e le risorse previste, che corrispondono a circa il 25% del piano finanziario del programma, saranno destinate oltre che agli investimenti per le aziende agricole anche a interventi nel settore forestale, a favore dell'agriturismo e degli alpeggi. Per quanto riguarda il terzo tassello, assume una certa rilevanza lo sviluppo locale partecipato, con 7 milioni di euro di finanziamento, che dovrà garantire attraverso strategie territoriali di sviluppo locale una politica attenta al mantenimento della popolazione nelle aree rurali marginali attraverso azioni volte a migliorare i servizi offerti e ad attrarre nuove attività imprenditoriali, possibilmente giovanili.

Per l'Assessore, il Piano offre la potenziale opportunità per le oltre 3500 agricole valdostane di aderire alle misure a superficie, prevedendo di raggiungere risultati che garantiscano la formazione di 500 agricoltori e operatori del settore, tra i quali un congruo numero di giovani; che  consentano di arrivare al riconoscimento di indennità, premi agroambientali e premi per l'agricoltura biologica sul 90% della superficie agricola utilizzata in Valle, vale a dire circa 50.000 ettari; che permettano a 650 allevatori di accedere alle misure per il benessere animale; che diano avvio a 20 progetti di cooperazione per lo sviluppo di filiere e del turismo nelle zone rurali; che possano consentire a circa 500 aziende di migliorare la loro competitività.

Il lavoro di predisposizione del PSR e il confronto con la Commissione europea, ha concluso Testolin, sono sempre stati volti alla massima salvaguardia delle prerogative valdostane, anche quando queste non corrispondevano esattamente alle macro  linee di indirizzo comunitario: il Programma rappresenta la giusta attenzione al settore agricolo e al territorio coerentemente con le risorse a disposizione, pur essendo coscienti che il PSR sia perfettibile per essere sempre aderente ai bisogni del settore durante il futuro settennio.

Il Consigliere Fabrizio Roscio (ALPE) è intervenuto evidenziando che il punto di vista dell'Unione europea ha valenza generale e non deve coincidere con quello specifico della Valle d'Aosta. Le risorse destinate dall'Assessorato all'agricoltura al PSR sono davvero risicate rispetto ad altri Assessorati. Le peculiarità valdostane sono diverse dalle aziende di pianura, per ovviare sarebbe opportuno, secondo Roscio, un intervento regionale, che invece manca. Il Consigliere ha quindi analizzato gli ultimi sei anni del bilancio della Regione: per il settore agricolo la decrescita è stata del 90% (nel 2010 erano stati stanziati 77 milioni di euro, meno di 34 milioni nel 2013 e 7.5 milioni nel 2016). Evidentemente, ha commentato Roscio, al Governo regionale questo ambito interessa poco, e per questo ha espresso rammarico. Ha poi sottolineato che, rispetto alla vecchia programmazione, le risorse europee sono aumentate, tuttavia registra che l'unico intento del Governo regionale con questi 145 milioni di euro per il PSR è replicare il modello precedente, pur con il 40% di risorse in meno. Spetta alla Regione, ha concluso, intervenire efficacemente per dare risposte alle particolari esigenze del nostro territorio e risollevare questo settore diventato il fanalino di coda.

Il Consigliere dell'UVP Alessandro Nogara ha puntato l'attenzione sul rischio di spopolamento della montagna per il venir meno dei servizi e degli aiuti in agricoltura, con le conseguenti negative ricadute a livello di protezione del territorio oltre che a livello sociale. Ha quindi ribadito i pesanti tagli al bilancio regionale, che a suo avviso, senza un cambiamento di rotta, porteranno il settore agricolo alla morte. Non si può passare da cento a zero, ha evidenziato Nogara, aggiungendo che le belle parole servono a ben poco senza le azioni: meno male che esiste il PSR, ha sostenuto il Consigliere, per quanto si parli di circa novanta milioni di euro spalmati dal 2014 al 2020 e che sicuramente non salvano l'agricoltura. Ha poi affrontato la questione del premio unico PAC, al momento sospeso: questa sovvenzione concessa a superficie andrà a circa 1.500 aziende valdostane, mentre per altre 2.000 il pagamento andrà in riserva; di certo, ha osservato Nogara, non servirà ad aiutare equamente tutti gli agricoltori. Questo PSR secondo il Consigliere è solo un libro dei sogni, per tanti agricoltori non sarà un aiuto sufficiente e la Giunta regionale avrebbe potuto fare di più. Si è cercato di agevolare le grandi aziende anziché sostenere anche chi dell'agricoltura non fa lavoro primario ma comunque salvaguarda il territorio: la politica, per Nogara, ha sbagliato. Ha infine posto l'accento sul recupero degli alpeggi: spesso queste strutture sono in mano ai privati, che però sono impossibilitati ad accedere al contributo in quanto non agricoltori.

Il Capogruppo di ALPE Albert Chatrian ha dichiarato che il PSR è l'unico strumento che la maggioranza regionale ha deciso di utilizzare per supportare l'agricoltura valdostana, a fronte, però, di una situazione drammatica, con poche giovani leve che intraprendono questo mestiere. La scelta politica della Regione, ha aggiunto Chatrian, è stata di mettere solo 3 milioni di euro all'anno per il PSR, malgrado un bilancio che, pur ridotto, presenta ancora mille milioni di euro. Per Chatrian, certe misure potevano stare fuori dal PSR e si poteva decidere di finanziarle con risorse proprie, consentendo così di aiutare le piccole aziende sburocratizzando certi aiuti. Per il Capogruppo, si può osare un po' di più: questo PSR è una brutta pagina per l'agricoltura valdostana; la trippa è in altri settori. Per Chatrian, con due o tre azioni mirate si poteva andare ad incoraggiare chi ancora oggi mantiene il nostro territorio, il nostro ambiente, il nostro turismo, evitando lo spopolamento della montagna.

Il Consigliere Vincenzo Grosjean (UVP) ha rappresentato perplessità sui dati presentati circa la differenza tra il PSR 2007-2013 e quello 2014-2020 e ritenuti incompleti; difficile capire anche la metodologia di riduzione del Premio unico. Il Consigliere ha sostenuto che c'è molta confusione e che l'Amministrazione regionale non vuole far chiarezza agli agricoltori. Ha quindi richiamato la mozione approvata il 29 settembre scorso in cui si chiedeva l'istituzione di un tavolo di lavoro, non solo per la gestione dei reflui, ma soprattutto per rilanciare con urgenza l'agricoltura. Per Grosjean sentir parlare dall'Assessore di progettualità e competitività nel settore è strano: se si vuole davvero dare una svolta, ha aggiunto, bisogna cambiare sistema di concepire l'agricoltura. Date le estreme difficoltà, gli allevatori si stanno trasformando in produttori di yogurt e formaggi freschi: Grosjean ha sottolineato che, proseguendo su questa strada, si faranno concorrenza, mentre invece la Regione dovrebbe agire concretamente, ad esempio puntando alla valorizzazione della fontina, il nostro fiore all'occhiello, anche avvalendosi dell'Università e dell'Institut agricole.

Il Presidente della terza Commissione Pierluigi Marquis (SA) ha osservato che il quadro è mutato e bisogna guardare ad una nuova competitività del settore in un contesto caratterizzato dalla riduzione delle risorse disponibili. In questo senso, per Marquis, occorre valorizzare le produzioni e innovarle potenziando anche l'attività formativa di cui oggi beneficiamo già di importanti risultati grazie all'operato dell'Institut agricole régional. Questa è la strada vincente, così come occorrerà anche sostenere gli agricoltori a fare rete e mettere in relazione settori diversi attraverso il connubio agricoltura-turismo. Ha poi parlato di segnali incoraggianti che provengono dai giovani, in particolare dalle esperienze nell'ambito dell'orticoltura, che pare diano buone soddisfazioni rispetto all'impegno che viene profuso. Il percorso da fare non sarà esente da difficoltà, ha detto il Presidente della Commissione, ma dobbiamo farlo tutti insieme e la predisposizione di questa programmazione, che ha messo in contatto tutti i portatori di interesse, ha consentito di delineare le linee di indirizzo per il futuro della Valle. Per Marquis, ora bisogna procedere nell'applicazione del Piano e vedere come si potrà migliorare alla luce delle difficoltà che si presenteranno: bisogna guardare con ottimismo, pur con la consapevolezza delle criticità che dovremo affrontare, a fronte delle nostre piccole dimensioni e della polverizzazione delle aziende, ma credo che tutti insieme potremo lavorare al rilancio del settore e alla creazione di nuova occupazione.

Il Capogruppo del M5S Stefano Ferrero, richiamando i numerosi contributi che negli anni scorsi venivano erogati nell'ambito agricolo valdostano, ha evidenziato che non è possibile togliere da un giorno all'altro l'asse portante su cui si è fondata un'economia. In questo PSR, per Ferrero, avrebbero dovuto essere centrali i concetti della formazione e della qualità, pilastri del rilancio. L'Institut agricole è una struttura di eccellenza, può incidere sul mercato, invece non ha gli strumenti finanziari per crescere ancora. La qualità, ha proseguito Ferrero, è vincente, pur comportando scelte e sacrifici: la selezione in Valle d'Aosta è sempre stata fatta dal clientelismo, ma le cose devono cambiare. Peccato che, per Ferrero, la classe politica sia di vecchio stampo, abituata a questo tipo di modello; questo comporta che dopo la pioggia di sovvenzioni ci sia il vuoto. Il Capogruppo Ferrero ha annunciato il voto contrario del M5S al PSR che non è volto al rilancio dell'agricoltura valdostana e mette in crisi anche il turismo. Il Consigliere ha rilevato che stanno sparendo le piccole imprese: è una perdita di valore aggiunto e, a questo proposito, ha auspicato la revisione dei contenuti della legge sugli agriturismi. Infine, Ferrero ha invitato a riflettere sulla situazione del settore.

Per il Capogruppo dell'Union Valdôtaine Progressiste, Luigi Bertschy, in un settore in cui si sono persi così tanti milioni di euro, non si può barare: stiamo discutendo un documento che viene sbandierato come la salvezza degli agricoltori, ma che di fatto non risolve la situazione. Concordiamo sul fatto che ci sia bisogno di una svolta e che ci sia la necessità di investire sulla qualità: oggi, però, gli agricoltori devono poter vivere, non si può cambiare un sistema dall'oggi al domani, il cambiamento va accompagnato e non è con questo Piano che aiutiamo un settore che è profondamente in crisi.

SC-MM