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Comunicato n° 59 del 2 febbraio 2016

Interrogazione sull'imposta di registrazione sugli atti esecutivi dei riordini fondiari

Riunione del Consiglio del 2 febbraio 2016

Nella seduta consiliare del 2 febbraio 2016, l’Union Valdôtaine Progressiste, con un'interrogazione, ha trattato la tematica della non applicabilità dell'imposta di registrazione ai provvedimenti emananti in esecuzione dei piani di riordino fondiario.

I Consiglieri hanno chiesto se sia applicabile anche in Valle d'Aosta la previsione contenuta nella Legge di stabilità 2016 per cui tutti gli atti e i provvedimenti emanati in esecuzione dei piani di ricomposizione fondiaria e di riordino fondiario promossi dalle Regioni, dalle Province, dai Comuni e dalle Comunità montane sono esenti da imposta di registro, ipotecaria, catastale e di bollo. In caso affermativo, hanno voluto sapere se sia stato previsto un diverso impiego della somma che si risparmierebbe a seguito dell'applicazione di questa disposizione.

Nella risposta, l'Assessore all'agricoltura, Renzo Testolin, ha riferito: «Siamo a conoscenza della norma e confermiamo che la delibera della Giunta regionale approvata a gennaio impegna anche le risorse per gli oneri fiscali previsti dal Protocollo di intesa siglato tra la Regione e l'Agenzia delle entrate lo scorso settembre, ma si evidenzia anche come nel citato protocollo si fosse già tenuta in considerazione l'eventualità di un regime fiscale più vantaggioso subordinando l'applicazione del Protocollo stesso all'applicazione di norme più favorevoli al contribuente. La norma della legge di stabilità sembra applicabile anche ai riordini fondiari valdostani e gli uffici competenti hanno già richiesto approfondimenti all'Agenzia delle entrate. In funzione all'esito di tale approfondimento si potrà valutare la destinazione delle risorse eventualmente risparmiate con l'applicazione della nuova norma.»

Il Consigliere Nogara, in sede di replica, ha affermato: «Ci risulta che siano stati impegnati più di un milione e mezzo di euro per poter pagare queste imposte. Nel 2013 ai consorzi di miglioramento fondiario sono stati assegnati due milioni e trecento mila euro, nel 2015 si è passati a un milione di euro per le spese di funzionamento dei consorzi e, per accontentarli tutti, si è dovuto ridurre l'importo passando dal 65 al 40% circa della spesa ritenuta ammissibile. Il nostro auspicio è che la cifra risparmiata venga girata proprio sulle spese di funzionamento dei consorzi, in modo da dare una boccata d'ossigeno ai consorzi che sono in grande difficoltà

MM