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Comunicato n° 638 del 1° dicembre 2015

Conclusa la discussione sulle leggi di bilancio: gli interventi dei Consiglieri Gerandin, Ferrero, Marquis, Cognetta, Bertin, Viérin e Guichardaz

Seduta del Consiglio Valle del 1° dicembre 2015

La seduta pomeridiana del Consiglio del 1° dicembre 2015 è proseguita con la discussione generale abbinata della finanziaria, del bilancio di previsione 2015-2017 della Regione e della relazione della Sezione di controllo della Corte dei conti.

Sui due disegni di legge sono stati presentati 46 emendamenti, di cui 10 emendamenti della seconda Commissione consiliare, 9 del M5S (oltre a 1 subemendamento), 13 emendamenti dell'Assessore alle finanze, 5 dei Consiglieri Guichardaz (PD-SVdA), La Torre (UV) e Marquis (SA), 8 dell'UVP, e 1 congiunto di ALPE e UVP.

A conclusione del dibattito sono stati inoltre depositati 32 ordini del giorno, di cui 3 dei gruppi di maggioranza (UV, SA e PD-SVdA), 17 del gruppo ALPE e 12 del gruppo UVP.

Nella dibattito hanno preso la parola i Consiglieri Gerandin, Ferrero, Marquis, Cognetta, Bertin, Laurent Viérin, Guichardaz.

Il Consigliere dell'UVP Elso Gerandin ha sostenuto che «il bilancio dovrebbe essere il momento in cui la politica riacquista credibilità e rilancia l'azione amministrativa sul territorio. Per noi dell'UVP, il futuro della nostra regione deve passare attraverso un bilancio trasparente, con regole e risorse certe, che metta fine ai privilegi, facendo prevalere la meritocrazia sulla sudditanza politica. Il bilancio poteva essere l'occasione per abbandonare società di scopo, che drenano risorse importanti in questo momento di difficoltà, e per garantire trasparenza nella gestione delle società partecipate. Noi così volevamo il bilancio. La rinascita del sistema Valle d'Aosta deve partire dallo sviluppo e dalla ripresa economica: bisogna dare fiducia al capitale privato, mentre ora c'è confusione nell'imprenditoria perché manca certezza di regole. Chiediamo anche che vi sia un'attenzione diversa sui reali problemi della Valle: chiediamo di cambiare le regole sui mutui per la prima casa, chiediamo interventi immediatamente cantierabili, coinvolgendo i Comuni nella fase progettuale. Con questo bilancio si certifica, invece, un'assenza di progettualità, così come non c'è nessuna garanzia di occupazione e di futuro per i nostri giovani. Un bilancio che non dà risposte nemmeno ai Comuni: nel 2016, vi saranno 21 milioni di trasferimenti in meno senza vincolo di destinazione; ci saranno Comuni, come Châtillon, Saint-Vincent e Aosta, che difficilmente riusciranno a chiudere il proprio bilancio. Sul sociale, poi, è folle che si pensi di finanziare gli stipendi di comparto unico utilizzando 20 milioni dell'avanzo di amministrazione: questo significa che il sistema pubblico è fallito. Mai nella storia si è fatto un bilancio in cui al primo punto non c'era la copertura per i costi del personale. Questo utilizzo improprio dell'avanzo di amministrazione lo si è scritto volutamente in maniera poco trasparente, con un emendamento, ben sapendo che il Governo nazionale non lo approverà mai. Si tratta di 625 unità che lavorano nelle micro-comunità che rendono servizi a 1459 persone: con questo bilancio, hanno quattro mesi di stipendio garantito, dopodiché bisogna incrociare le dita sperando che il Governo non impugni la legge di bilancio. Noi dell'UVP proponiamo che i 2/3 delle nostre indennità e degli stipendi della dirigenza sia subordinato all'approvazione di questo emendamento. Se si vuole incidere, questo è il momento per farlo. Altrimenti, sarà tutto inutile. Malgrado questa omertà voluta, quest'Aula ora sa e i Sindacati non potranno fare finta di nulla. Noi abbiamo presentato tre emendamenti per salvare il salvabile: a noi interessa evitare che ci sia l'incognita del futuro di persone che hanno avuto la colpa di non occuparsi di politica ma di accudire i nostri anziani.»

Il Capogruppo del Movimento 5 Stelle Stefano Ferrero ha sottolineato che «il lato positivo di questo bilancio è che tutti gli sono contro, maggioranza compresa, visto che ha presentato degli emendamenti. È un bilancio contro l'autonomia, un bilancio che denota una sostanziale ipocrisia: i numeri non possono essere interpretati e fanno capire che avete voluto colpire i cittadini anziché tagliare gli sprechi. Parlate di "decrescita ristrutturante" ma non avete voluto pensare di ridurre i costi della politica e continuate a mantenere le società partecipate. L'autonomia si difende col coraggio, con i programmi, non con i rattoppi per far tornare i conti. Questa discussione dovrebbe essere più costruttiva, ognuno dovrebbe prendersi le proprie responsabilità. Stiamo parlando di un bilancio marziano rispetto ai bisogni della Valle d'Aosta, delle sue attività produttive e dei suoi cittadini. Un bilancio che sarebbe andato bene dieci anni fa, ma il Governo non ha minimamente saputo reinterpretarlo.»

Il Capogruppo della Stella Alpina Pierluigi Marquis ha sostenuto: «Viviamo un momento ancora difficile, la Valle d'Aosta non è uscita dalla recessione e la priorità è dare sviluppo e competitività. Non è vero che questo bilancio non guarda al futuro, perché segue una visione legata alla valorizzazione della nostra identità, una montagna d'eccellenza, intelligente e sostenibile. Il bilancio è uno strumento contabile rigido, è condizionato dai rapporti con lo Stato, dal concetto sbagliato secondo cui l'autonomia è sinonimo di privilegio. La partita inizia oggi: è fondamentale una giusta allocazione delle risorse, che sia coerente con la programmazione europea e le strategie messe in campo. E' opportuno eseguire interventi per il patrimonio immobiliare, in particolare basandosi sul piano operativo regionale. Interventi significativi riguardano poi la legge n.26/2009 (otto milioni di euro a disposizione di piccoli lavori a favore dell'economia locale), le manutenzioni stradali e la realizzazione dei depuratori della Valdigne e di Pont-Saint-Martin. Per 30 anni la Valle d'Aosta ha dato forza e benessere: la salute del territorio è dipesa dalla salute della Regione, mentre oggi siamo in una fase nuova: la salute della Regione ora dipende da quella del territorio. Va prestata la massima attenzione per mettere in atto tutti gli accorgimenti perché i privati possano tornare ad investire. Permangono aiuti per attività ricettive e turistiche, d'impresa. Importante cercare di combattere la burocrazia. La politica deve assumersi responsabilità nuove, solo riattivando l'economia si può creare occupazione. Il sostegno al welfare sarà possibile solo nella misura in cui sapremo alimentare il bilancio attraverso il gettito proveniente dalle attività produttive. Bisogna operare per ristrutturare il sistema Valle d'Aosta con la massima partecipazione, privilegiando l'orizzontalità piuttosto che la verticalità. Anche l'Amministrazione pubblica e la politica devono essere permeate da approcci nuovi, da modelli più partecipati: dobbiamo presentare riforme organiche per dare risposte ai cittadini. Bisogna rivedere il sistema delle Società partecipate, che necessitano di un maggiore coordinamento politico. Ci sono ancora le energie intellettuali, umane e economiche che, unite alla tenacia di un popolo di montagna, rappresentano le condizioni favorevoli ad un rilancio della nostra regione.»

Il Consigliere del M5S Roberto Cognetta ha osservato che «oggi la maggioranza è arrivata alla triste conclusione che avevamo annunciato già a inizio Legislatura, ossia che bisogna invertire la rotta. Speriamo, anche perché il rapporto della Banca d'Italia presenta una situazione davvero drammatica per la Valle d'Aosta, con solo tre punti positivi (lieve ripresa delle esportazioni regionali e dei consumi, tassazione locale inferiore alla media nazionale), mentre i punti di debolezza elencati sono ben 28, tra i quali il calo della produzione industriale, l'aumento della cassa integrazione, maggiori flussi emigratori, forte presenza di lavoro dipendente a scapito di quello autonomo, aumento della povertà, diminuzione dei crediti e aumento dell'indebitamento delle famiglie, prestazioni sanitarie peggiori rispetto al resto d'Italia, turismo stabile. A fronte di questa situazione, il Governo non fa nulla: vende qualche pezzo di fabbricato che non serve e non tocca nessun privilegio. Ha, invece, previsto di tagliare qualcosa sugli stipendi dei Consiglieri, ma guai a tagliare 74 Comuni e le Unités, anche se di fatto non ce li possiamo più permettere, senza contare che non hanno più nulla da gestire. Dovremmo tagliare sulla burocrazia, ma dovremmo anche tagliare qualche testa in questo Consiglio: magari così potremmo riconquistare un po' di credibilità al di fuori di questo Palazzo e riprendere a fare politica. Il Presidente Rollandin con questo bilancio ha giocato il jolly, trovando 100 milioni, ma assicurando che nel 2018 vedremo nuovamente la luce: speriamo sia la fine del tunnel e non il treno che ci arriva addosso. Purtroppo, le scelte di questo bilancio sono nette: tutti a casa, dal personale del Casinò, a quello dell'aeroporto, a quello dei servizi sociali, dei cantieri forestali, del projet formation. È giunta l'ora di cambiare sistema: spero che i colleghi di maggioranza che hanno presentato degli emendamenti e degli ordini del giorno si siano finalmente resi conto che l'uomo solo al comando non funziona più.»

Il Consigliere Alberto Bertin (ALPE) ha definito il bilancio «di piccolo cabotaggio, largamente inadeguato rispetto alla situazione attuale. La capacità di spesa della Regione non subisce riduzioni, mentre a pagare saranno i Comuni. Questo bilancio si riassume in un aumento del debito pubblico e in un taglio agli Enti locali, ossia lo stesso "artificio contabile" del 2012. Alcuni settori vengono risparmiati dai tagli, altri penalizzati: salta all'occhio la riduzione di poco meno di 11 milioni alla sanità, ma la capacità di spesa complessiva rimane la stessa dell'anno scorso. Per il resto, non ci sono novità di rilievo, si tira a campare fino al 2018. Tutto si può dire di questo bilancio, tranne che sia equo e responsabile. Si evidenziano inoltre una serie di fallimenti, in primis i rapporti con lo Stato, con la debolezza della nostra Regione. Altro fallimento evidente riguarda le grandi opere (inceneritore, ospedale, aeroporto, Casinò per citarne alcune), asse portante dei programmi di governo e ottimo metodo di propaganda. Per l'aeroporto, ad esempio, abbiamo buttato in un progetto folle e megalomane, scollegato dalla realtà della Valle e che sarà obbligatoriamente ridimensionato, più di 30 milioni di euro. In questo bilancio manca un'idea futura della Valle d'Aosta, quale sarà il suo ruolo in Italia, in Europa e quale il suo modello di sviluppo. E' un documento contabile che purtroppo non dà neanche spunti per capire in che direzione stiamo andando.»

Il Consigliere dell'UVP Laurent Viérin ha sottolineato che «la crisi del bilancio regionale non è stata un fulmine a ciel sereno, dal 2010 c'è stata una riduzione progressiva, e noi abbiamo cercato, sin dal 2012, di dimostrare che il nostro modello non poteva affrontare le sfide del futuro e che bisognava attrezzarsi. Oggi, si prende atto che c'è una situazione di crisi: il bilancio presentato è di transizione e di emergenza e l'orgoglio dell'Assessore riguardo ad un rilancio attraverso gli investimenti e l'indebitamento suscita forti perplessità. È per questo che noi dell'UVP abbiamo presentato delle proposte – emendamenti e ordini del  giorno – per migliorarlo, perché così come ci è stato presentato non offre una prospettiva chiara al futuro della Valle, almeno per il prossimo triennio. Innanzitutto, i rapporti con lo Stato: il fronte comune che abbiamo trovato in quest'Aula deve continuare, ma non deve essere uno spot di un Consiglio, deve poter incidere a Roma, dove la cinghia di trasmissione si interrompe e i nostri parlamentari votano una fiducia ad un Governo che non rispetta le nostre richieste, mettendoci automaticamente in una posizione di debolezza. Ecco perché proporremo un tavolo istituzionale permanente che difenda la nostra autonomia, indipendentemente da chi gestisce dal punto di vista politico e tecnico la nostra Regione. Presenteremo anche un ordine del giorno in tema di zona franca, che è presente nel nostro Statuto, ma che non è mai stata applicata, proponendo di studiare una fiscalità diversa perché siamo una zona di confine e perché abbiamo subìto delle rivisitazioni in materia fiscale. Ma saremo anche propositivi riguardo alle società partecipate: un tema che è oggetto di confronto in seconda Commissione ma sul quale non si è ancora trovata una sintesi per definire un progetto di legge. Abbiamo lavorato anche sui settori del sociale e del welfare, dell'agricoltura, del turismo, dell'industria, della semplificazione, recependo le osservazioni e le sensibilità che sono giunte dalle audizioni delle parti sociali e delle associazioni di categoria in seconda Commissione, dove abbiamo percepito che questo bilancio è stato calato dall'alto, non solo sui consiglieri di opposizione, ma anche su quelli di maggioranza. Sono proposte che costituiscono una base di discussione per cercare di rafforzare questo bilancio. Questo è il momento di vedere se c'è la voglia di misurarsi: la politica deve sapere fare sintesi per dare risposte alla comunità e fare avanzare la Valle d'Aosta. I cambiamenti sono difficili e ne siamo consapevoli – così come lo deve essere la nostra comunità –, ma vorremmo tutti assieme costruire un'alternativa. Le modèle de notre autonomie est affaibli, mais il faut travailler pour le renforcer, même au sein de notre communauté. 2016 sera une année de défi, où la lutte pour la défense de notre autonomie devra être très forte: essayons donc d'être dignes du patrimoine que nos ancêtres nous ont légués.»

Il Capogruppo del PD-SVdA Jean-Pierre Guichardaz ha osservato: «Noi del PD-Sinistra VdA sappiamo bene che c'è ancora tanto da fare, che la particolare congiuntura economica non aiuta di sicuro un'azione di rilancio, soprattutto di quei settori che dalla crisi escono con le ossa rotte: l'edilizia e l'industria, che sicuramente oggi ragiona in termini meno locali e più globali; le motivazioni, opinabili, discutibili, metodologicamente sbagliate, che la dirigenza della Lavazza ha posto alla base della scelta che tutti conosciamo dice di un sistema che non siamo più in grado di condizionare, di governare. Ma va anche detto che questa situazione è un'eccezione in Valle d'Aosta, non rende di sicuro giustizia a quei tanti imprenditori, artigiani, che operano con attenzione verso i propri lavoratori, che credono nel valore aggiunto che sa esprimere la nostra regione, anche in termini di capacità di agevolare l'impresa. Oggi dobbiamo riferirci a politiche industriali innovative, soprattutto a una tecnologica di nicchia. Una nicchia legata al nostro territorio, ai nostri prodotti, che non richiede costi eccessivi di trasporto, ma un rapporto stretto con la scuola, l'università, la formazione professionale. Abbiamo cercato di contestualizzare una difficilissima legge finanziaria, anche spiegando che malgrado la carenza di risorse la direzione che si è voluto imprimere è anche quella determinata dall'accordo politico che tutte e tre le forze di maggioranza, liberamente e senza alcun condizionamento, hanno sottoscritto e sul quale si sta lavorando di buona lena (noi pensiamo con alcuni risultati positivi). Certo questa è una legge finanziaria che noi stessi abbiamo definito "emergenziale", la sentenza sulle accise inciderà richiedendo sacrifici, ma va anche considerato che questa situazione impone meccanismi di ottimizzazione della spesa, di razionalizzazione organizzativa della macchina pubblica e delle Società partecipate e controllate. Questa contrazione inaspettata del nostro bilancio, dovuta a fattori del tutto esogeni, obbligherà anche a rivedere forme di compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini, ma è nostro intendimento farlo tenendo in considerazione le singole situazioni patrimoniali, reddituali, i carichi di famiglia, affinché l'odiosa forma di tassazione indiretta che spesso si cela dietro a tariffe, quote fisse e altre modalità di compartecipazione, possa trovare una sua compensazione anche sociale

I lavori proseguono con le repliche dell'Assessore alle finanze e del Presidente della Regione.

SC-MM