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Comunicato n° 637 del 1° dicembre 2015

Discussione sulle leggi di bilancio: gli interventi di Nogara, Roscio, Fontana, Fabbri, Chatrian, Farcoz, Rosset, Grosjean, Morelli, Follien, Certan

Seduta del Consiglio Valle del 1° dicembre 2015

Nella seduta mattutina del Consiglio Valle del 1° dicembre 2015, si è aperta la discussione generale abbinata della finanziaria, del bilancio di previsione 2016-2018 della Regione e della relazione della Sezione di controllo della Corte dei conti sul rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2014.

Nella prima parte del dibattito sono intervenuti i Consiglieri Alessandro Nogara, Fabrizio Roscio, Carmela Fontana, Nello Fabbri, Albert Chatrian, Joël Farcoz, Andrea Rosset, Vincenzo Grosjean, Patrizia Morelli, David Follien e Chantal Certan.

Il Consigliere dell'UVP Alessandro Nogara ha rilevato che nel documento contabile ci sono «due punti di rilievo: una sorta di "appropriazione indebita" di circa 20 milioni sull'avanzo dei Comuni e l'aver contratto diversi mutui, ossia debiti che ci accompagneranno per diverso tempo. Per il resto, il bilancio è composto da una cifra irrilevante rispetto a soli cinque anni fa e mi trovo contrario sulla definizione di "bilancio di programmazione". Pensiamo al settore agricolo: il Programma di Sviluppo Rurale non è una novità e le cifre destinate ai consorzi sono deludenti, nonostante siano enti importantissimi per il nostro territorio. Per il loro funzionamento sono stati destinati 800 mila euro (in passato la somma era di 2 milioni e 300 mila euro). 180 mila euro vanno invece per gli affitti delle strutture passati a Vallée d'Aoste Structure, ma si tratta di un giro di cassa. 11 milioni in tre anni vanno per i mutui agevolati per il riordino e il miglioramento fondiario: spiegatemi come un consorzio possa stipulare un mutuo, visto che fa già fatica per pagare i ruoli. La Giunta regionale ha da poco approvato una moratoria per le centrali elettriche: finanziamo le solite ditte per consentire loro di pagarsi l'opera di presa dal consorzio. Dal PSR, che dovrebbe essere il salvatore della patria, nessun euro va alle acque. Insomma, i consorzi di miglioramento fondiario oggi vengono lasciati in mutande. Auspico poi che il problema della processionaria non venga sottovalutato: per i cantieri forestali è fondamentale organizzare squadre che lavorino nel momento giusto, per una lotta integrata a questi lepidotteri. Nell'ambito agricolo, nel 2010 sono stati stanziati 77 milioni di euro, oggi i milioni sono diventati 7. Meno male che esiste il Programma di Sviluppo Rurale, perché sono 3.400 le aziende che potrebbero aderirvi nonostante ci siano misure che esulano dall'agricoltura, andando a coinvolgere altre migliaia di utenti, come per la banda larga. E' imprescindibile che Area VdA rappresenti il fiore all'occhiello dell'Amministrazione in termini di efficienza e efficacia, perché è l'unica speranza in cui ripone il mondo agricolo valdostano.  Ma non dimentichiamo la risorsa della foresta: avevamo le maestranze che lavorano nel modo più opportuno, oggi invece utilizziamo aziende non specializzate, che non sono in grado di svolgere adeguatamente i compiti loro assegnati e rischiano di fare danni. Per sfruttare le nostre foreste, anche per avere un rientro economico, ci vogliono poche squadre forestali, ma ben attrezzate e preparate. Mi preoccupa poi il mancato investimento per la cura e la sorveglianza del territorio. E' una magra consolazione sapere che in agricoltura si è tagliato un po' meno rispetto agli altri Assessorati. Turismo, agricoltura e cultura sono i cardini per lo sviluppo del nostro territorio, è in questi settori che devono confluire i maggiori investimenti. Questa Amministrazione continua a tagliare e non aiuta la comunità

Il Consigliere di ALPE Fabrizio Roscio ha osservato che «noi continuiamo a pagare un prezzo troppo alto per il risanamento della spesa pubblica statale e malgrado il Parlamento non abbia recepito le osservazioni – peraltro contenute nella risoluzione approvata lo scorso Consiglio – nella legge di stabilità 2016, i nostri parlamentari hanno votato la fiducia. È un fatto curioso. Dopo mesi di piagnistei sulla mancanza di risorse, il livello sul quale si portano i conti è alla pari, attraverso l'azzeramento del mutuo per l'ospedale che viene trasferito in altri settori. Si parla di ripresa quale chiave di volta, ma poi il quadro degli interventi delineati appare fumoso: il piano sui beni culturali e la strategia di marketing per la promozione della Valle d'Aosta non esistono ancora; nell'ambito dell'edilizia, la crisi è gravissima e non vi sono azioni concrete che diano nuovo impulso, mentre per noi bisognerebbe intervenire sugli incentivi per il risanamento del patrimonio energetico con interventi mirati a riqualificare prioritariamente le situazioni più gravi. Con questo bilancio, sembra che la crisi dell'agricoltura sia superata, mentre la situazione è in continuo peggioramento, soprattutto perché la burocrazia e la mancanza di risposte certe sono ancora troppo pesanti. Riguardo all'utilizzo dei fondi europei, secondo noi occorre ottimizzare questo sistema, al fine di garantire la partecipazione di tutti i portatori di interesse e valutare meglio le ricadute reali sul territorio, perché è a questo che dovrebbero servire queste risorse. Sui trasporti, nessuno degli impegni assunti ad aprile con il Consiglio tematico è stato realizzato: quali strategie si vogliono mettere in atto per il futuro? Ci sembra di cogliere che si punti alla sopravvivenza, ma che non si guardi in prospettiva. Secondo noi la politica dovrebbe dare un indirizzo che al momento non c'è. Riguardo alla macchina regionale e ai rapporti con le società partecipate, manca un vero processo di snellimento così come è assente la mobilità del personale. Porteremo degli ordini del giorno con delle proposte concrete, perché non cogliamo in questo bilancio la reale volontà di un cambiamento e sono ancora troppo pochi i segnali che vanno nella giusta direzione.»  

La Consigliera del PD-SVdA Carmela Fontana ha evidenziato: «Dal 2010 ad oggi il bilancio è stato praticamente dimezzato, senza contare i 74 milioni di euro, oggetto di confronto aperto tra il Governo nazionale e la Regione. La sanità rimane la voce di spesa più ingente, nonostante la diminuzione dei fondi da 244 milioni a 233,3 milioni. Di fronte a questo scenario difficile possiamo desumere lo stato di salute delle nostre casse e i molteplici risolti sociali, che si cumulano alle difficoltà della crisi. Occorre certamente ripensare alla politica valdostana: oggi non possiamo più permetterci tante cose, ma dobbiamo razionalizzare con meticolosità certosina per non effettuare tagli lineari. Dobbiamo puntare a riorganizzazione i servizi, puntando anche alla collaborazione dei privati; e parlo di una riorganizzazione virtuosa, che riduca sprechi e colga al meglio le esigenze dei cittadini. Va poi, tra l'altro, massimizzato l'uso di fondi comunitari, favorita l'occupazione attraverso iniziative del piano politiche del lavoro, valorizzato il patrimonio immobiliare, aumentate le politiche sociali, in particolare le misure di inclusione attiva. La politica, oggi più che mai, deve indicare la strada procedendo per priorità. I limiti del momento devono diventare risorse, dirigendosi verso nuove vie e nuove possibilità in sinergia coi privati per migliorare la qualità di vita. L'ingresso in maggioranza del nostro gruppo ha visto l'elaborazione di un documento in cui abbiamo espresso le nostre proposte e le nostre priorità: sentiamo le responsabilità di cui veniamo caricati, ma non ce ne sottraiamo. L'attenzione particolare dedicata alle politiche sociali in questo bilancio testimonia il fatto che la nostra Regione non rinuncia ad un welfare di alto profilo. Oggi il PD-SVdA è in prima linea nel farsi carico della drammatica situazione socio-economica della Valle d'Aosta. D'altronde, siamo entrati in maggioranza quando la politica non è più sinonimo di elargizione a pioggia di contributi, ma di effettuazione di tagli. Non ci sottraiamo da questa situazione e volgiamo operare per dare un fattivo aiuto. La buona politica emerge nelle difficoltà, non nei periodi di abbondanza. Dalla nostra comunità emergono preoccupazioni, ma nel corso delle audizioni effettuate in Commissione sono scaturite tante proposte che cercheremo di seguire. Altro tema caldo è la lotta alla povertà, cui sono stati destinati 2 milioni in più. La sfida passa anche attraverso la promozione turistica della nostra regione, che deve rilanciare un prodotto unico, sostenuto da un sistema che fa rete, in modo da ritornare ad essere meta ambita. La chiave dell'economia regionale per il futuro è dunque la fiducia: fiducia nella nostra forza lavoro e rivalutazione della nostra autonomia in chiave di opportunità; non politiche di mero assistenzialismo, ma indirizzate a far diventare la nostra economia sostenibile, capace di creare risorse adulte e indipendenti, come farebbe un buon padre di famiglia

Il Consigliere dell'UVP Nello Fabbri ha parlato di «un bilancio ridotto all'osso che rischia di far collassare il sistema Valle d'Aosta. È un bilancio che mette in difficoltà tutti i settori della funzione pubblica, penalizzandone drammaticamente alcuni, come gli Enti locali, e risparmiandone altri. Abbiamo visto che, seppur timidamente, si cerca di attuare quello che da tempo come gruppo UVP stiamo sostenendo: usare l'opportunità che abbiamo di indebitarci per stimolare il PIL regionale è l'unica via di uscita dalla crisi, abbandonando i sogni di grandeur. Produrre lavoro e ricchezza per poi averne in ritorno entrate e poter così instaurare un circolo virtuoso per rimettere in moto la macchina. Meglio tardi che mai. La nostra opinione è che si potrebbe osare di più, immettendo altro finanziamento per piccole opere da affidare a cottimo e a rotazione, che avrebbero il vantaggio della rapida cantierabilità. L'altra strada per ripartire è quella di essere protagonisti nel ribadire e ottenere dallo Stato quello che negli anni ci è stato indebitamente tolto con il non rispetto del patto sul federalismo. Se il Governo regionale prenderà tale direzione non ci troverà passivi inerti, ma ci sarà la nostra collaborazione.» Soffermandosi sulla sanità, il Consigliere ha evidenziato che «la contrazione di 10 milioni è un altro colpo che si riversa sulla pelle dei cittadini così come lo è la compartecipazione al ticket che rappresenta tre milioni di tassazione mascherata. Bisogna avere il coraggio di mettere mano coraggiosamente alla riorganizzazione interna dell'ospedale e decidere cosa possiamo e cosa non possiamo permetterci. Insomma, questo è di nuovo un bilancio attendista, con timidi segnali di reazione, sempre in attesa del deus ex machina che risolva i problemi. Il faut être courageux et défendre ce qui nous appartient: c'est une bataille que nous devons combattre tous ensemble pour que notre petite patrie ne devienne une petite banlieue d'une grande province italienne

Il Capogruppo di ALPE Albert Chatrian ha espresso preoccupazione «per lo spopolamento della montagna, ma anche per chi ancora abita a una certa distanza da Aosta, zona con più servizi. Ci concentriamo in particolare su tre settori: trasporti, scuole e sanità. Tutti i valdostani devono avere le stesse possibilità e poter disporre dei servizi essenziali, indipendentemente dal Comune di residenza. Abbiamo rilevato che la comunità ha accolto con molto favore l'approvazione della mozione sulla nostra autonomia. Altro aspetto favorevole è il concetto di armonizzazione del documento contabile per il 2016, che sarà poi traghettato sul 2017, in cui ci sarà il discorso del bilancio consolidato. Il prossimo anno sarà ancora difficile, parzialmente lo sarà il 2017, ma una forte inversione di marcia per fortuna ci sarà nel 2018: potremo ridare linfa e prospettiva al sistema pubblico valdostano. Il gruppo ALPE, a seguito dello svincolo di 118 milioni dal progetto dell'ospedale da parte della maggioranza, unica vera novità, vuole iniziare a scrivere percorsi nuovi, idee da tradurre in legge e provvedimenti concreti: per questo in questa riunione consiliare presenteremo numerosi ordini del giorno, spaziando dal turismo all'industria, dall'agricoltura alla sburocratizzazione, dalle Società partecipate all'IRAP detraibile per un nuovo modello snello. Ma ci siamo soffermati anche sulla banda larga, sulla stazione unica appaltante e sul mercato elettronico della pubblica Amministrazione, che devono essere completamente migliorate. In questo momento la parte innovativa deve fare la differenza, ci vuole una riforma forte per cambiare le regole. La rapidità di un Ente pubblico non è contrario alla collegialità. Se veramente crediamo in un'autonomia trasparente dobbiamo dare gambe agli annunci pronunciati in quest'Aula. E' il momento dell'azione

Pour le Chef de groupe de l'UV, Joël Farcoz, «la logique de ce budget a été celle d'éviter des coupes linéaires en cherchant de procéder dans le sillon de la rationalisation du système.  Les réductions constantes au cours des années, la contribution de la Région à l'Etat de presque 1 milliard d'euros depuis 2010 expliquent, mieux que tant de mots, la situation financière de la Région à nos jours, et nous démontrent très clairement que la Région ne pourra plus entrer dans toutes les facettes de la vie des Valdôtains. Par conséquent le remodelage des paradigmes du système s'avère de plus en plus fondamental: la réduction de la bureaucratie régionale, une collaboration toujours plus forte entre public et privé, l'unification de certaines mesures octroyées par la Région, des investissements ciblés sur certains secteurs stratégiques. Quant aux ressources mises à disposition il est bien de rappeler tous les investissements qui sont à la base de ce budget, qui vont toucher toute une série de secteurs avec le clair but de relancer l'économie valdôtaine.» Il Consigliere ha poi osservato che «il patto sul federalismo fiscale sancisce che per una buona parte della nostra fiscalità abbiamo i 10/10: risulta quindi necessario intraprendere iniziative che vadano nella direzione di istituire dei meccanismi virtuosi per attrarre tessuto produttivo in Valle d'Aosta, e allo stesso tempo istituire meccanismi moltiplicatori di entrate sugli investimenti come incentivi agli stessi. In particolare, dovranno essere rafforzati sempre di più, i rapporti con territori che diventano sempre più strategici per l'economia valdostana: la Svizzera e nel dettaglio il Valais, anche per rafforzare economie di sviluppo comune. E al centro dello sviluppo economico valdostano, oltre alla rete dell'agricoltura, della cultura, dell'artigianato e del turismo, deve esserci un'attenzione particolare al connubio economia della montagna e attenzione alla cura al territorio e attenzione dell'ambiente.  Ed è per questo che progetti come quelli della mobilità dolce, della Bassa Via, della riduzione del consumo energetico termico delle strutture, del teleriscaldamento, della banda larga, rappresentino assi fondamentali per la nostra società. Tutti aspetti che aiutano il marchio, il brand, l'immagine percepita che la Valle d'Aosta, nella sua interezza, vuole dare. Occorre quindi unificare gli sforzi di collaborazione, a partire dall'agricoltura, attraverso la promozione dei suoi prodotti, all'accoglienza in un territorio ben conservato; dalla cultura, attraverso il suo patrimonio e le sue culture specifiche; dall'artigianato, con i propri know-how e la propria tradizione associata ad una forte innovazione; dal turismo, attraverso le sue strutture private e non, dalle offerte sportive, alla semplice ma basilare offerta dei paesaggi che la Valle d'Aosta sa offrire. Settori, che se dal punto di vista amministrativo hanno bisogno di regie diversificate, dal punto di vista promozionale hanno bisogno di un'unica regia. Sono questi i settori che, associati ad una riorganizzazione interna delle amministrazione pubbliche, a partire dai Comuni, per arrivare alle partecipate e alla stessa Regione, anche attraverso il suo personale col comparto unico, possono far uscire la Valle d'Aosta dalla crisi

Il Vicepresidente Andrea Rosset (UVP) si è soffermato su «un triste quadro a tinte fosche. La costruzione di un bilancio valido passa dal ridare credibilità ai processi decisionali e politico-amministrativi, affinché rappresenti un documento che racchiuda valori, ideali e aspirazioni dei cittadini. Se conferissimo a questa legge il crisma di programmazione mistificheremmo la realtà. Non si può prescindere dallo scenario europeo e dal drammatico contesto internazionale. Attendiamo di capire in concreto l'utilizzo nella nostra regione dei fondi europei, che non rappresentano di certo un pozzo di San Patrizio. Guardando all'Italia, preoccupano il centralismo statale e il patto di stabilità; predomina la sfiducia, invece è urgente ricostruire una cultura dei valori: deve avvenire un cambiamento culturale che coinvolga le Istituzioni e richieda a tutte le componenti della società la partecipazione agli sforzi della Valle d'Aosta per riemergere dalla crisi. Occorre salvaguardare l'autonomia valdostana, difendere l'assetto statutario; non dobbiamo accettare passivamente le imposizioni della finanza e del Governo centrale. Non possiamo accettare un simile attacco alla nostra identità: la difesa della nostra autonomia deve diventare il primo punto della politica. In passato si voleva ridurre la Valle d'Aosta a Regione a Statuto ordinario, ora si vogliono addirittura eliminare le Regioni. Oggi questo bilancio non rappresenta un progetto di sviluppo per la comunità: occorre reagire, rompere col pessimismo diffuso; la nostra Regione ha ancora i numeri e le possibilità, oltre a risorse da spendere per il futuro. Dobbiamo affrontare con coraggio questa situazione, non sono più ammessi menefreghismo e incapacità di fornire risposte. Orientiamoci su un confronto vero e partecipato su come allocare le risorse, indirizziamoci in un processo di modernizzazione del sistema pubblico regionale, in grado di supportare la trasformazione degli enti pubblici e i rapporti con le imprese. Pensiamo a logiche di governo nuove, che non rinneghino il passato ma inducano un reale cambiamento che dia risposte alla comunità, in tutti i settori. Elaboriamo un nuovo sistema della riscossione delle imposte, sburocratizziamo il sistema, rivediamo i costi delle Società partecipate e della politica. Non possiamo lamentarci di Roma se poi ci comportiamo allo stesso modo con i nostri Comuni: non facciamo crollare il sistema delle autonomie locali, altrimenti sarà la Valle d'Aosta intera a crollare. Da questo bilancio si capisce che l'importante è solo tagliare. Un giovane valdostano su quattro oggi non ha lavoro, le aziende continuano a chiudere: il sistema evidenzia tutti i suoi limiti. Diamo fiducia ai giovani, smettiamola di affidarci ai soliti noti e basiamoci sulla meritocrazia. Non proseguiamo in un atteggiamento attendista e immaturo, in perenne attesa di un miracolo. Ripensiamo alla politica, tutti insieme

Il Consigliere dell'UVP Vincenzo Grosjean è tornato sui problemi dell'agricoltura: «In questo bilancio, c'è poca attenzione al settore e, nelle audizioni in Commissione, si è considerata una sola categoria, quella degli allevatori. Sono stati invece dimenticati ambiti strategici, come quello dei consorzi e delle cooperative, nel momento in cui sono in atto dei cambiamenti epocali. L'azione dell'Assessorato è più da Camera di commercio: si fa commercializzazione, ma non c'è pianificazione. In questo bilancio si magnificano i fondi messi a disposizione dal Programma di Sviluppo Rurale, 138 milioni di euro, ma agli agricoltori concretamente sono destinati 90 milioni di euro per il settennio, il resto va a mantenere la burocrazia: risorse insufficienti per sostenere la nostra agricoltura. In merito alla zootecnia, crediamo sia giunta l'ora di fare dei Regolamenti seri, al fine di accompagnare la crescita della produzione e del marchio "carne valdostana". Noi presenteremo delle proposte concrete e vedremo se vi sarà la volontà reale di rilanciare il settore agricolo

La Consigliera Patrizia Morelli (ALPE) ha iniziato il proprio intervento ringraziando il relatore dei disegni di legge di bilancio «per aver fornito all'opposizione il proprio documento con tre giorni d'anticipo rispetto al dibattito. Il Consigliere La Torre ha scoperto le proprie carte permettendoci un esame puntuale del suo testo, in cui abbiamo scorto un'analisi corretta e tratti di autocritica. La Valle d'Aosta dovrebbe essere ancora culla di autonomia, invece ci troviamo a vivere "stancamente e in difesa", proprio per usare le parole del relatore. L'autonomia non è vecchiume da rispolverare soltanto il 26 febbraio o nelle altre feste comandate: è un diritto costato chiaro, che va esercitato, difeso, salvaguardato e coltivato con convinzione; va accompagnato e sostenuto da una politica regionale, da un'amministrazione irreprensibile e lungimirante. Invece oggi i nostri rappresentanti si rapportano col Governo centrale come se ci volessimo appropriare di diritti non nostri, accettando obtorto collo scelte che ci penalizzano. Ai tavoli romani di negoziazione deve invece sedersi la Valle d'Aosta intera. Altre Regioni a Statuto speciale e Province autonome hanno ottenuto risultati ben diversi: questa è un'aggravante, prendetevi la responsabilità di non aver saputo attuare le strategie adeguate. Nei decenni non siamo stati in grado di strutturare, se si fosse messa in piedi una politica educativa per far diventare la Valle d'Aosta fucina di cultura, di innovazione che serve ad uscire dai periodi di crisi, la situazione attuale sarebbe diversa. Cerchiamo comunque di guardare al futuro, pur consapevoli degli errori del passato. Ribadisco che gli ordini del giorno che presenteremo in questi giorni intendono tracciare le linee per contribuire a cambiare questo sistema

Pour le Viceprésident du Conseil David Follien (UV), «ce budget regarde au futur avec une vision et une programmation claire. C'est un budget qui construit pour donner des réponses à un moment délicat.» Soffermandosi sui vari settori, il Consigliere ha affermato che «questo è un bilancio che dà risposte concrete e puntuali, con risparmi ragionati, puntando a fare investimenti mirati e programmati. Un bilancio che tende a ridurre le spese, a massimizzare l'utilizzo dei fondi comunitari e a porre in essere strategie di rilancio dei settori più penalizzati. Le contrazioni di risorse hanno inciso sul welfare e sulla sanità, che in Valle d'Aosta è un'eccellenza: la sfida è quella di rimodulare e riorganizzare i servizi, creando un sistema dove vi siano la cura della persona e la garanzia della sostenibilità economica per le famiglie e per l'amministrazione. In questo bilancio, c'è anche attenzione alla cultura, quale motore per la Valle d'Aosta, che, in sinergia con il turismo e l'agricoltura, potrà ridare fiato all'economia. Riteniamo che la Regione stia andando nella giusta direzione. In un momento, peraltro, in cui a livello nazionale si è voluto far passare il messaggio che le Regioni a Statuto speciale sono delle anomalie: noi non ci stiamo, perché crediamo che il nostro sia un modello valido, che ha saputo dare esempi di buon governo e di vero federalismo.» Le Conseiller a aussi fait appel «à davantage de dialogue et de partage entre la majorité et l'opposition, car c'est avec la collaboration de tous que l'on pourra affronter les émergences de tous les jours

La Consigliera Chantal Certan (ALPE) ha affermato: «La phrase d'Antoine Saint-Exupéry "nous n'héritons pas la terre de nos ancêtres, nous l'empruntons à nos enfants" bien s'adapte à la discussion qu'on est en train de faire. Al di là dei numeri, definirei questo bilancio filosofico perché enuncia tanti principi senza tradurli in interventi concreti. Per il 2018 si parla di ritorno "del sole per la Valle d'Aosta", ma nel 2010 siamo finiti nel buio e a siglare gli accordi non siamo stati noi della minoranza. Non conosciamo gli scheletri nell'armadio, ma ci rendiamo conto che la credibilità e la dignità della nostra regione sono calpestate dal Governo nazionale, approfittando della debolezza denotata dai nostri rappresentanti. Il 2015 è stato caratterizzato da intese anche firmate a sproposito e che non risultano sufficienti ed efficaci. I valdostani esigono un cambiamento di prospettiva, una programmazione diversa; la politica deve ritrovare la sua vera essenza: porsi a servizio dei cittadini, non essere ancorata a certe logiche. Riteniamo che questo bilancio potrebbe essere l'inizio di questo cambiamento di visione. Purtroppo rileviamo che l'entrata in maggioranza del PD non ha prodotto nessun cambiamento. Non c'è stato nessun cambio né di metodo né di visione. Ciò nonostante, apprezziamo il tentativo della maggioranza di coinvolgerci nell'elaborazione del bilancio. Condivido l'importanza di poter contare sui fondi europei, mentre nei capitoli del documento contabile non riscontro l'attivazione di azioni performanti per la modernizzazione delle infrastrutture a servizio della collettività: nessun intervento per ferrovia, aeroporto, autostrada. Il welfare è stato distrutto, la disoccupazione è preoccupante. La scuola valdostana resta nel limbo, le politiche culturali non hanno prospettive, eccezion fatta per i beni culturali. Insomma, i settori su cui bisognava investire sono stati tenuti in vita senza infondervi risorse nuove. Anche i costi della democrazia vegetano, ad oggi solo il gruppo ALPE si è autoridotto senza clamore gli emolumenti. Registriamo positivamente il fatto che l'emendamento sulle riduzioni per i prossimi tre anni dei vitalizi predisposto dall'Ufficio di Presidenza è stato fatto proprio dalla maggioranza. Questo bilancio non passerà alla storia per il coraggio della maggioranza, ma resterà un bilancio di buoni principi per mantenere in vita i vari settori, la programmazione per la nostra regione deve ancora essere pensata

La seduta mattutina è sospesa. I lavori riprendono alle ore 15.30 di oggi, martedì 1° dicembre.

SC-MM