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Comunicato n° 633 del 30 novembre 2015

Relazione del Presidente della seconda Commissione sulle leggi di bilancio della Regione 2016-2018

Seduta del Consiglio Valle del 30 novembre 2015

L’Assemblea regionale ha iniziato nel pomeriggio di oggi, lunedì 30 novembre 2015, l’esame congiunto della finanziaria e del bilancio di previsione della Regione autonoma Valle d'Aosta per il triennio 2016-2018.

Il Presidente della seconda Commissione, Leonardo La Torre (UV), relatore dei due disegni di legge, ha fatto un'analisi politica del contesto. «Meno finanze regionali e forte crisi economica europea impongono logiche di governo nuove, scelte coraggiose che non rinneghino il passato, ma che inducano a un vero e radicale cambiamento che possa dare risposte leggibili a tutti i cittadini, alle imprese, in tutti i settori, rappresentando con forza che questa Regione vuole reagire, ne ha le qualità ed è in grado di mettere in campo una classe manageriale e politica all'altezza della situazione. È necessario trasformare la recessione in una decrescita ristrutturante: il corpo del bilancio regionale presenta ancora margini di tessuto adiposo che può essere interessato da una decisa e mirata cura di dimagrimento

Il Consigliere La Torre ha quindi elencato alcune risposte necessarie. «Il nesso che intercorre fra l'autonomia politica e quella finanziaria deve essere più correttamente declinato: poiché la nostra Regione aspira ad esercitare un'autonomia politica reale, da non confondersi con il puro decentramento di funzioni, dobbiamo sdoganarci dalle logiche di controllo implicito legate al concetto di un'assegnazione di risorse correlata all'esercizio di specifiche funzioni, ossia dalla logica dei cosiddetti costi standard. Bisogna poi impegnarsi a fondo per superare la logica dell'emergenza, vincendo soprattutto le diffuse resistenze ministeriali ad accettare ed applicare correttamente il modello autonomistico. Occorre guardare con molta lucidità alla problematica del disagio demografico, con l'invecchiamento della popolazione e la necessità di contrastare lo spopolamento montano attraverso l'erogazione di servizi adeguati

«La principale exit strategy per la Regione – ha aggiunto La Torre – sta oggi nell'esercizio di una responsabilità finanziaria trasparente: al centro di questa strategia ci potrebbe essere anche la rivendicazione di un ruolo diretto della Regione (come già avviene per la Provincia di Bolzano) nella riscossione delle imposte, in modo da contrastare efficacemente l'evasione fiscale e segnando ulteriormente il carattere di originalità della nostra autonomia, in cui molte funzioni potrebbero essere esercitate direttamente su scala regionale. È poi necessaria una migliore gestione degli accordi raggiunti con il Governo in materia di finanze, che presuppone anche la definizione definitiva di un meccanismo omnicomprensivo, stabile e preciso della nostra partecipazione allo sforzo di solidarietà e di risanamento della finanza pubblica statale, non più ancorato ad interventi estemporanei che purtroppo hanno avuto in questi anni l'avallo anche della Corte costituzionale. Se il "principio negoziale pattizio" si sta consolidando, ciò non deve avere come fine esclusivo il reperimento di risorse "a breve", ma la generale messa in sicurezza del nostro ordinamento finanziario. In prospettiva occorre guardare a un nuovo modello per l'autogoverno della Valle d'Aosta, con una reazione politica "alta" all'idea strisciante del superamento della specialità, con un rilancio del vissuto autonomistico della popolazione, non solo delle sue élites. Sono tutte le istituzioni regionali, con il concorso delle forze vive della comunità a doversi impegnare in un'azione politica e legislativa a carattere non episodico e frammentario. Occorre uscire dalla lunga stagione di "stasi legislativa", che dura orami da troppi anni e che interessa tutto il quadro delle regioni italiane, con il fenomeno delle leggi fotocopia o ispirate solo al fenomeno Nimby (non nel mio giardino) e a scudo delle realtà locali, accrescendo di converso la nostra capacità di introdurre soluzioni e procedure innovative

Il Presidente della seconda Commissione ha poi osservato che «se manca una vera "politica nazionale regionale", è anche evidente che le Regioni speciali non sono organicamente parte della politica nazionale, oscurate come sono dal teatro mediatico politico-parlamentare romano. Far sapere cosa si è e come si opera è fondamentale. Il nostro brand regionale, ossia il legame simbolico e comunicativo tra la nostra identità e l'organizzazione di questo territorio, deve essere percepito come espressione di una comunità sana, operosa, integra nei suoi valori culturali, civici e ambientali. In questo resta essenziale un'alleanza strategica con i territori alpini e in particolare con quelli istituzionalmente omologhi (Trento e Bolzano, Friuli Venezia-Giulia) oltre che con i territori contigui in un'ottica macroregionale correttamente delineata, dando vita ad una rete strutturata di raccordi (ad esempio in campo formativo, nel credito, nella ricerca) per conseguire economie di scala e rafforzare la nostra posizione negoziale. Un'intelligente politica di collaborazione è d'altra parte l'unico possibile contrappeso alla concentrazione di risorse, servizi e competenze che lo Stato sta attualmente mettendo in campo attraverso la costruzione del sistema di governo delle città metropolitane. Se queste logiche non saranno adeguatamente contrastate, l'autonomia regionale è destinata a indebolirsi significativamente, facendo di noi tutti solo dei "consumatori" di politica e non più dei "produttori" di politica regionale


SC