Info Conseil

Comunicato n° 126 del 6 marzo 2024

Pear VdA 2030: approvati quattro ordini del giorno

 

Nella seduta pomeridiana del 6 marzo 2024, il Consiglio Valle ha proseguito la discussione sul Piano energetico ambientale regionale della Valle d'Aosta al 2030 (Pear VdA 2030).

Contestualmente, sono stati approvati all'unanimità quattro ordini del giorno, di cui due di Rassemblement Valdôtain su sei depositati e due di Lega Vallée d'Aoste sui quattro presentati.

Le iniziative approvate di RV sono state illustrate dal Capogruppo Stefano Aggravi e sono state emendate in accordo con il Presidente della Regione, Renzo Testolin, e con l'Assessore allo sviluppo economico, Luigi Bertschy. La prima impegna il Governo a valutare la perseguibilità tecnica e giuridica per l'elaborazione di una bozza di norma di attuazione concernente le modalità di riassegnazione delle concessioni di distribuzione e misura dell'energia elettrica da porre all'attenzione della Commissione paritetica, presentando alle Commissioni competenti il risultato della valutazione. La seconda chiede di portare all'attenzione della Commissione competente un nuovo testo di legge che, tenendo conto di quanto già previsto nei progetti di legge depositati in materia di Cer e di autoconsumo collettivo, consideri ai sensi della normativa vigente tutte le configurazioni possibili per l'autoconsumo diffuso di energia al fine di non limitare le possibili opportunità di realizzazione di impianti da fonte rinnovabile in linea con gli obiettivi del Pear VdA 2030.

Gli ordini del giorno approvati di Lega VdA sono stati presentati in Aula dai Consiglieri Raffaella Foudraz e Luca Distort ed emendati in accordo con l'Assessore allo sviluppo economico, Luigi Bertschy. Il primo impegna a relazionare in terza Commissione, in tempi ragionevolmente congrui, sulla base dei dati disponibili la situazione energetica dei fabbricati pubblici e privati. Il secondo invita a valutare, nell'ambito del Piano regionale dei trasporti, l'avvio di uno studio per la creazione di una piattaforma logistica regionale per l'ottimizzazione della gestione dei sistemi di approvvigionamento e di trasporto, in genere, delle merci.

Sul Piano sono stati respinti quattro emendamenti del gruppo Progetto Civico Progressista in materia di: rete di gas naturale; obiettivi delle comunità energetiche rinnovabili; definizione del ruolo della Compagnia valdostana delle acque nel percorso di decarbonizzazione; trasporto pubblico su gomma.

Gli interventi in chiusura della discussione generale

«Questo è un piano cucito su misura per il sistema Valle d'Aosta - ha osservato il Presidente della terza Commissione, Albert Chatrian (AV-VdAU) -, sapendo però che siamo inseriti in un sistema molto più ampio: il ruolo della Regione è fondamentale, ma il raggiungimento degli obiettivi dipenderà anche dalle azioni nazionali, europee e internazionali. La costruzione di questo Piano è stata a più mani, seguendo una metodologia che, partendo dall'Amministrazione regionale, ha consentito il confronto tra tutti i cittadini. La parte più difficile è stata quella di trovare i giusti strumenti per far conciliare la tutela dell'ambiente, che è il nostro bene più prezioso, con la qualità della vita della popolazione.» Il Consigliere si è quindi soffermato sui consumi del patrimonio immobiliare: «Con il bonus 110%, gli interventi realizzati in Valle d'Aosta sono stati 900 con una cessione di credito pari a 230 milioni di euro, ma secondo noi c'è spazio per ridurre ulteriormente i consumi. La sfida è legata alla pianificazione, con interventi pubblici che creino le condizioni per i privati di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati al 2030 e al 2040 senza pagarne costi troppo elevati. Una sfida che potrà essere uno straordinario volano per l'occupazione, per l'ambiente, per il presidio del territorio, per la vivacità economica.»

«Le politiche energetiche sono fortemente influenzate dalla normativa nazionale ed eurounitaria ma anche dallo scenario geopolitico - ha commentato il Consigliere Diego Lucianaz (RV) -. Da un lato abbiamo un importante impegno di denaro da parte dell'Italia e dell'Ue per potenziare le capacità industriali di difesa per i prossimi cinque anni a sostegno della guerra in Ucraina, dall'altro, invece, l'Agenda 2030 che parla di pace e l'unica lotta che prevede è quella al cambiamento climatico. Con la Russia considerata il nemico da abbattere, la sola speranza che resta è che negli Usa vinca Trump perché fermi questa spirale di guerra, sostenuta dai democratici: un paradosso nel paradosso! L'Agenda 2030, che certo non prevede carriarmati elettrici, condiziona fortemente il Pear ma, anche se non ci sono obiettivi dedicati allo scenario bellico, la decisione di supportare l'Ucraina influirà inevitabilmente sulle produzioni e sull'utilizzo di energia a livello locale. Si parla anche di cambiamento climatico: un fatto che ha sempre interessato il mondo e che qui si ha la presunzione di fermare. La produzione di anidride carbonica, che compone l'atmosfera per lo 0,04%, sarebbe frutto dell'attività umana solo per lo 0,003%. Noi abbiamo la pretesa, ricondizionando il Pear e il sistema produttivo europeo, di modificare il cambiamento climatico? Questo Piano è un'altra terribile assurdità.»

Il Capogruppo di FI, Pierluigi Marquis, si è concentrato su due macro settori. «Sui trasporti, i risultati dipenderanno dall'attuazione delle varie politiche che dovranno essere accompagnate da azioni più puntuali, con situazioni che dovranno essere implementate, in particolare per la riduzione della mobilità sul territorio: non basta l'utilizzo dello smart working, occorre la conversione di mezzi a bassa emissione. Riguardo all'edilizia residenziale, si prevede l'aumento di consumi elettrici e la riduzione dei consumi termici. Indicazioni ragionevoli che però è difficile raggiungere se non ci sono delle incentivazioni: bisogna rendere competitivo il costo dell'energia elettrica, altrimenti i cittadini non scelgono questa opzione. Non è un processo semplice e va sostenuto con grande attenzione. Riteniamo indispensabile individuare delle priorità mettendo a disposizione delle risorse per gli investimenti: il settore energetico abbraccia tanti ambiti e può costituire l'occasione di mettere in moto la macchina dello sviluppo. Il Piano, al di là dell'indicazione degli obiettivi, è molto descrittivo e i risultati saranno proporzionali agli investimenti e al monitoraggio. Vigileremo sulla coerenza degli obiettivi con le azioni messe in campo.»

Il Consigliere dell'UV Erik Lavevaz ha richiamato l'attenzione sulla doppia faccia della medaglia legata al discorso energetico, invitando a «adottare una visione realmente globale. Nel 2023 la domanda di petrolio nel mondo è cresciuta in maniera esponenziale con un aumento di 2,4 milioni di barili al giorno oltre ai 102 milioni acquistati in precedenza. Stiamo diminuendo l'utilizzo dei combustibili fossili? Da un lato i Paesi dell'Ocse, di cui facciamo parte, hanno ridotto la domanda di 3 milioni di barili negli ultimi vent'anni e, dall'altro, i Paesi emergenti l'hanno aumentata di 25 milioni. Se parliamo di energia green come il fotovoltaico, che è giusto sviluppare al meglio, dobbiamo anche sapere che le componenti delle celle e dei motori elettrici richiedono materiali ottenuti in terre dove lo sfruttamento della persona è all'ordine del giorno. Un grosso ruolo giocherà anche la questione delle reti spesso vetuste e sottodimensionate. Oggi abbiamo 600mila megawatt di produzione eolica e solare che non sono fruibili perché manca la rete di distribuzione. La questione energetica merita tutta l'attenzione da parte della politica che non sempre va in questo senso. Succede che, sui temi energetici, venga distorta la verità in funzione della situazione: un aspetto davvero controproducente che porta allo stravolgimento anche delle questioni tecnico scientifiche più elementari. Dobbiamo fare dei passi avanti: è importante essere informati per poter decidere.»

Il Consigliere Simone Perron (Lega VdA), ha rivendicato «la battaglia che sul nucleare la Lega sta conducendo a livello nazionale da diversi anni e l'inutilità di guardare solo alla Valle d'Aosta: questo è uno slogan che serve a qualcuno, ma che non risolve i problemi. A noi importa sfruttare nel modo più intelligente ciò che la Valle può fare, sapendo che siamo inseriti in un contesto globale. Ricordo che siamo dieci anni avanti agli obiettivi già sfidanti posti dall'Ue, ma siamo scettici sul fatto che arriveremo al taglio drastico del 75% di emissioni. L'energia non consumata è la più green per eccellenza: ogni volta che riusciamo a tagliare e ad efficientare facciamo cosa buona e giusta.»

«L'azione sulle reti e infrastrutture è fondamentale per favorire la transizione energetica - ha ricordato il Consigliere Christian Ganis (Lega VdA) -. Nella nostra regione il teleriscaldamento presenta una serie di criticità considerevoli: rette altissime, impossibilità per i consumatori di scegliere il fornitore, nessun bonus sociale. Anche dal punto di vista tecnico il teleriscaldamento dovrebbe produrre calore da processi di scarto a costo zero, ma non è il caso della Valle d'Aosta. Una rete efficiente deve tener conto di tutte queste problematiche lasciando ai cittadini innanzitutto la possibilità di scelta e fornendo strumenti adeguati a costi ridotti per lo sfruttamento di questa opportunità, cosa che oggi non sta avvenendo nella nostra regione.»

Per l'Assessore al territorio e ambiente, Davide Sapinet, «il Pear è un punto di partenza, concreto e credibile che traguarda obiettivi raggiungibili con altre strategie e altri strumenti programmatori. Il tema dei rifiuti è trattato nella declinazione di produzione di energia e calore da biogas: il quantitativo è modesto e valutato in diminuzione perché, in applicazione del Piano regionale rifiuti, si sta incrementando la raccolta di umido domestico, che è il principale fattore di produzione di biogas. La messa in esercizio dell'impianto di trattamento meccanico biologico a Brissogne contribuisce ad abbattere la percentuale di rifiuto umido e quindi la produzione di biogas. Le nuove modalità di raccolta dei flussi danno risposte anche alla durata del sito di Brissogne: il Piano rifiuti prevede proprio la dislocazione di centri di stoccaggio sul territorio in accordo con gli enti locali

I lavori sono sospesi e riprendono domani, giovedì 7 marzo, alle ore 9.

SC-LT