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Comunicato n° 125 del 6 marzo 2024

Iniziato l'esame del Piano energetico ambientale regionale al 2030

 

Nella seduta mattutina del 6 marzo 2024, il Consiglio Valle ha iniziato l'esame del Piano energetico ambientale regionale della Valle d'Aosta al 2030 (Pear VdA 2030).

Il Piano, presentato dalla Giunta il 25 ottobre 2023 ed esaminato dalle Commissioni terza e quarta, è lo strumento di pianificazione regionale in materia di energia, definendo gli obiettivi di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili nel rispetto delle strategie di livello superiore (europeo e italiano) e in coerenza con le pianificazioni regionali negli altri settori.

Sul testo sono stati depositati in Aula 4 emendamenti dal gruppo Progetto Civico Progressista e 10 ordini del giorno, di cui 4 di Lega Vallée d'Aoste e 6 di Rassemblement Valdôtain.

L'Assessore allo sviluppo economico, trasporti e mobilità sostenibile, Luigi Bertschy, ha illustrato l'atto all'Assemblea: «Il sistema energetico valdostano è caratterizzato da alcune peculiarità che lo rendono unico sul panorama nazionale. Nel 2019 la produzione locale complessiva è pari a circa 3.514 GWh, costituita per il 100% da fonti energetiche rinnovabili (Fer), di cui il 90,7% derivanti da fonti energetiche rinnovabili elettriche e il restante 9,3% da fonti energetiche rinnovabili termiche quali la biomassa, il solare termico, la quota rinnovabile delle pompe di calore e il biogas. Una quota importante di energia elettrica viene esportata (circa il 63%) in quanto mediamente solo il 37% dell’energia elettrica prodotta viene consumata sul territorio regionale. Nonostante l’elevata produzione locale di energia da fonti energetiche rinnovabili, il territorio regionale ha comunque la necessità di ricorrere all’importazione, in particolare di gas naturale e prodotti petroliferi, per poter soddisfare i propri fabbisogni energetici (circa 3.807 GWh al 2019). Il Pear, in coerenza con gli indirizzi strategici posti dalla road map per una Valle d’Aosta fossil fuel free al 2040 e di quelli a livello internazionale ed europeo, definisce tre obiettivi quantitativi per il 2030: riduzione dei consumi finali netti del 12%; aumento della produzione locale da Fer del 12%; riduzione del 34% delle emissioni di gas climalteranti. Il raggiungimento di questi obiettivi andrà perseguito attraverso un mix di azioni qualitative: sostenibilità, resilienza, trasversalità, elettrificazione, autosufficienza energetica, ricerca e innovazione. Particolare attenzione è posta su reti e infrastrutture che rappresentano un elemento cardine del processo di transizione energetica.»

«Il Pear - ha proseguito - è quindi molto sfidante in quanto c’è la necessità di imprimere una forte accelerazione al settore energia attraverso un vero e proprio cambio di paradigma, convogliando investimenti pubblici e privati verso un obiettivo comune di transizione energetica. La sfida ambientale potrà essere, in ogni caso, uno straordinario volano per l’economia, l’occupazione, l’innovazione tecnologica e uno sviluppo pienamente sostenibile e autosufficiente. Data la complessità delle azioni e la trasversalità delle tematiche, nonché la numerosità dei soggetti coinvolti, si ritiene strategico rafforzare la regia e il coordinamento per utilizzare in modo efficiente le risorse e garantire l’efficacia delle misure. Si ritiene quindi fondamentale avviare un tavolo di lavoro interassessorile così come parallelamente si procederà all’istituzione di tavoli di lavoro su specifiche tematiche energetiche. Il periodo di pianificazione al 2030 deve quindi porre le basi, anche infrastrutturali, per permettere un’ulteriore successiva accelerazione nel decennio seguente. Tra le prime azioni da concretizzarsi nel 2024, vi sono senza dubbio quelle in tema di Comunità energetiche rinnovabili e quelle relative all’efficientamento energetico e sviluppo delle Fer. Ci attende un lavoro intenso che dovrà tenere il passo con la rapida evoluzione normativa del settore, coinvolgere imprese, cittadini e pubblica amministrazione per uno sviluppo del nostro territorio più sostenibile e condiviso.»

Il dibattito in Aula

Il Capogruppo FP-PD, Paolo Cretier, ha parlato di «un documento funzionale alla sostenibilità, il cui obiettivo principale è l’abbandono progressivo delle fonti fossili al 2040. Un Piano di ampia visione che guarda all'efficienza energetica intesa anche come riduzione dei consumi netti con iniziative concrete per la riqualificazione degli edifici e per l'incentivazione all'utilizzo del trasporto pubblico locale su gomma e ferrovia. Tra gli obiettivi da raggiungere vi è anche l'incremento della produzione di Fonti energetiche rinnovabili, attraverso la nuova installazione sia di Fer termiche che elettriche e l'intervento sulle reti infrastrutturali attraverso l’efficientamento di quelle esistenti e la creazione di nuove, ricordando le priorità di sfruttamento di acqua destinata al consumo umano, all'agricoltura e alla produzione energetica. La riduzione delle emissioni del 34% al 2030 è un obiettivo ambizioso - sì - ma sostenibile! In tutto questo il coinvolgimento delle persone gioca un ruolo fondamentale per poter raccogliere e sostenere questa sfida globale, per dare alla Valle d'Aosta la sua possibile autosufficienza energetica.»

La Consigliera di PCP Chiara Minelli ha osservato: «Questo è il terzo Pear e come i precedenti viene approvato con ritardo, a dimostrazione della difficoltà della Regione a programmare. Inoltre, con le sue 1327 pagine, si presenta come un documento poco accessibile, dove non si trova il nucleo fondamentale. Il Piano si pone obiettivi significativi e, in parte condivisibili, ma che non sono sorretti da una corretta programmazione delle relative azioni, il che li rende concretamente poco raggiungibili. In particolare, riguardo ai trasporti, dove si prevede che il 90% del consumo sarà ancora basato su fonti fossili, il Piano non è coerente con la legge 16/2019 che prevede, invece, una quota del 50% di mobilità sostenibile entro il 2030. Sulle Cer non c'è poi un ragionamento: visto che ormai ci sono decreti e regolamenti, la Regione deve dire adesso cosa vuole fare in concreto. Noi abbiamo avanzato proposte e siamo disponibili al confronto. Altro tema non affrontato è il ruolo della Cva. Non possiamo fare un Piano che prescinda dalla società di produzione di energia, che è il braccio operativo della Regione e di cui la legge istitutiva definisce correttamente gli ambiti di azione. Per realizzare efficacemente il processo di decarbonizzazione, Cva deve essere coinvolta in modo da sviluppare in Valle d'Aosta non solo l'idroelettrico ma anche il fotovoltaico: questo per garantire l'autonomia energetica della comunità valdostana. A fronte di un buon lavoro di analisi dei dati e una evidente competenza tecnica, in questo Pear manca l'impronta politica, o meglio essa è al ribasso.»

Il Capogruppo di RV, Stefano Aggravi, si è soffermato sulle ricadute del Piano «perché questo documento corposo è principalmente di natura tecnica e quindi occorre concentrarsi sulle ricadute pratiche. Manca, ad esempio, la valutazione sui costi delle azioni da realizzare: vi è la necessità di concentrarsi sulla convenienza delle scelte da fare e, mi auguro, non si pensi a misure di coercizione per raggiungere gli obiettivi. La qualità dell'aria prevede anche la mitigazione degli impatti di cantiere dovuti ai mezzi d'opera, ma quali sono i costi per cambiare questo parco auto? Sulle risorse energetiche manca un confronto più puntuale con chi guida i grandi investimenti che spesso lamenta, giustamente, la rigidità burocratica, freno alla realizzazione degli impianti. Sui rifiuti domina la scelta ideologica: è ridicolo, ad esempio, calcolare le tariffe su quante volte apro il cassonetto e non sulla base della quantità conferita. La riflessione sull'infrastruttura elettrica è la più sottovalutata nella grande tematica di trasformazione ecologica energetica: non si tratta solo di quanto produco ma di come lo trasporto e non c'è rete più interconnessa di quella elettrica. Con l'ideologia pura facciamo poco “business green” e mi auguro che il tanto declamato "cambiamento di paradigma" non faccia venir meno la libera impresa e la libera iniziativa delle persone.»

«Il nostro Pear è un importante tassello della transizione energetica - ha detto il Vicecapogruppo di AV-VdAU, Corrado Jordan -: da un lato occorre pianificare un intenso e graduale passaggio dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili disponibili, mentre dall’altro bisogna intervenire sulla razionalizzazione dei consumi di energia. Dobbiamo fare in modo di orientare le scelte di consumo dei cittadini verso l’autoproduzione, l’adozione di sistemi di accumulo, la partecipazione alle comunità energetiche, la gestione efficiente dei consumi, il miglioramento dell’efficienza energetica delle proprie abitazioni, la mobilità sostenibile. Dobbiamo farlo senza usare la demagogia, senza essere utopistici, senza che questo sia terreno di scontro politico. Sia chiaro che il Pear non è e non deve essere solo un atto amministrativo, ma una sorta di piattaforma in cui visioni politiche, competenze tecniche, portatori di interessi e società civile concorrono in un processo decisionale che porti a decisioni strategiche per lo sviluppo della regione.»

Per il Consigliere della Lega VdA Luca Distort, «serve un Piano dinamico capace di modificarsi velocemente per accompagnare in tempo reale le attività di vita sociale. La nostra priorità è la vita economica della comunità valdostana e valuteremo se questo strumento faciliterà le attività imprenditoriali. Siamo per l'economia reale che deve permettere alle persone di vivere e di crescere: l'economia di sopravvivenza e la decrescita felice sono concetti che non ci appartengono. L'ambiente va difeso ma senza perdere di vista la sfida di un'economia produttiva che sappia crescere in sintonia con il contesto. Rifuggiamo le visioni dogmatiche a favore di quelle realistiche e richiamiamo l'attenzione al paesaggio, luogo di incontro tra la natura e le attività umane. L'energia è la condizione base di vita di ogni sistema e quello umano ha, per noi, la priorità. In questo senso, sul contenimento dei consumi, il settore centrale è l'edilizia che per muoversi necessita di semplificazione burocratica e di accesso al credito. Valutiamo con favore la produzione di nuova energia che deve essere pulita, rinnovabile e a km zero: per noi, l'idroelettrico rappresenta l'elemento cardine. Il Pear dovrà dare gli strumenti necessari perché si realizzi questa visione di crescita: gli strumenti ci sono, ma saranno le modalità di attuazione a definirne il successo.»

Il dibattito prosegue nel pomeriggio a partire dalle ore 15.

SC-LT