Info Conseil

Comunicato n° 427 dell'8 luglio 2021

Interpellanza sull'autorizzazione paesaggistica per interventi su fabbricati, beni tutelati e vincolati

Seduta consiliare dell'8 luglio 2021

 

Nella seduta consiliare dell'8 luglio 2021, il gruppo Lega VdA ha chiesto chiarimenti in merito alle attuali tempistiche necessarie al rilascio dell'autorizzazione paesaggistica per interventi relativi a fabbricati o beni tutelati e vincolati.

«Stiamo parlando di un procedimento autorizzativo le cui tempistiche sono sempre più spesso vicine a 180 giorni - ha evidenziato il Consigliere Luca Distort -; quando si tratta di attività edilizie di modesta entità, anche quelle che rientrano nei casi per cui è consentita la detrazione fiscale, queste tempistiche incidono in modo particolarmente penalizzante sui tempi imposti per legge. Visto che i professionisti segnalano che, per queste fattispecie, sono previste delle semplificazioni, vorremmo sapere se sia confermata la durata dei tempi per il rilascio dell'autorizzazione, in particolare per interventi di modesta entità e, soprattutto, quali sono gli intendimenti della Giunta per contrarre questi termini?»

L'Assessore ai beni culturali, Jean-Pierre Guichardaz, ha riferito: «Le autorizzazioni paesaggistiche e i pareri devono essere rilasciati di norma entro 60 giorni: le pratiche ordinarie sono evase normalmente entro questo termine e, in numerosissimi casi, sono definite in tempo reale. Segnalo anche che gran parte delle attività edilizie di modesta entità sono delegate direttamente ai Comuni oppure non necessitano di autorizzazione alcuna. La tempistica di 180 giorni è, invece, da riferirsi a casi di abusi edilizi: in alcuni di questi casi (circa il 5-8 % del totale di richieste di “sanatoria”), soprattutto negli ultimi mesi, si sono raggiunte le tempistiche massime, il che è principalmente dovuto, a cascata, alle norme nazionali relative ai vari “bonus” per l’edilizia che concentrano in tempi ristrettissimi tutte le incombenze, per tutti i soggetti interessati (proprietari, professionisti, imprese, uffici pubblici), al fine di ottenere i benefici fiscali previsti, che ovviamente non si possono ottenere in caso di irregolarità edilizie. Gli uffici della Struttura patrimonio paesaggistico - dall’inizio della pandemia a oggi - nonostante le problematiche che presenta lo “smart working” in un settore tecnico, hanno dato esito a tutte le richieste. Dal 2019 al 2021, le pratiche edilizie trasmesse sono state: nel 2019, 3237 (+5.65 % rispetto al 2018); nel 2020, 3173 (-1.98 % rispetto al 2019); nel 2021, 1439 (26% in più rispetto ai primi quattro mesi del 2020).»

Per quanto riguarda il rilascio delle autorizzazioni per i beni culturali, l'Assessore ha spiegato: «L'autorizzazione deve essere resa entro 120 giorni dalla ricezione dell’istanza: tale termine risulta ampiamente rispettato per la quasi totalità delle pratiche progettuali trasmesse. Sempre più spesso, peraltro, tale termine viene addirittura ridotto a circa 60 o addirittura 30 giorni, soprattutto per interventi di modesta entità. Talvolta, a causa di domande correlate da documentazione insufficiente o inadeguata oppure qualora le proposte presentate siano del tutto incompatibili con le esigenze di tutela, accade che si superino i 60 giorni. In questi rari casi, comunque, i tempi di istruttoria si interrompono finché le pratiche non sono regolarizzate dai professionisti, i quali possono sempre confrontarsi con gli uffici direttamente oppure tramite mezzo telefonico o con comunicazione scritta.»

Il Consigliere Distort, nella replica, ha riconosciuto che «l'Assessore concorda sulle problematiche illustrate, ma non si riscontra un orizzonte di soluzione. Preciso che la mia iniziativa non vuole essere un'osservazione all'attività del personale della Soprintendenza, per il quale nutro profondo rispetto. Tuttavia l'obiettivo è questo: i problemi devono generare occasioni per fare dei passi in avanti e devono essere colti come una ricchezza, altrimenti non potremo che mettere delle toppe senza risolvere nulla. Segnalo che le problematiche mi sono state segnalate da professionisti che operano da anni e che, quindi, possono fare un confronto tra il prima e l'ora: le criticità generate dal Covid nell'organizzazione del lavoro hanno sicuramente acuito le problematiche. Si dovrebbe ripensare a una riorganizzazione delle Strutture affinché il lavoro dello smart working sia più funzionale oppure prendere in considerazione un incremento di personale. Anche l'assetto normativo va rivisto, attraverso la nostra competenza primaria in urbanistica, che come è noto è un grande contenitore di diverse discipline, con ampi confini di ambito: in questa linea dobbiamo saper rivedere la disciplina, anche nel settore dei beni culturali e paesaggistici, per gestire al meglio le procedure.»

 

SC