Info Conseil

Comunicato n° 387 del 23 giugno 2021

Gianclaudio Bressa nominato componente di parte regionale della Commissione paritetica

In sostituzione di Giovanni Maria Flick, che ha rinunciato all'incarico

 

Il Consiglio regionale, nella seduta del 23 giugno 2021, ha nominato il Senatore Gianclaudio Bressa in qualità di rappresentante della Regione in seno alla Commissione paritetica di cui all'articolo 48-bis dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta. Sostituisce il giurista Giovanni Maria Flick, che ha rinunciato alla nomina il 10 giugno.

Il Senatore Bressa si affianca al Senatore della Valle d'Aosta Albert Lanièce e al Professore ordinario di istituzioni di diritto pubblico Barbara Randazzo, già nominati dal Consiglio nella seduta del 9 giugno scorso.

Il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, nel proporre la candidatura, ha evidenziato che «Gianclaudio Bressa, già Sottosegretario di Stato agli affari europei regionali, è stato componente di Commissioni paritetiche, in particolare nella Provincia autonoma di Trento, occupandosi di norme di attuazione relative all'idroelettrico e ad altri argomenti che sono di assoluta attualità e interesse anche per la nostra regione. Riteniamo che sia la personalità più adatta per portare avanti le iniziative sulla quale la nostra Commissione dovrà lavorare nei prossimi mesi e nei prossimi anni.»

Il dibattito in Aula

Il Capogruppo di Lega VdA, Andrea Manfrin, ha comunicato «stupore per le modalità con cui sono state condotte le valutazioni per la nomina: è bene che si sappia che più volte in Conferenza Capigruppo abbiamo sollecitato un confronto e l'urgenza di addivenire alla nomina della Commissione paritetica, viste le scadenze incipienti e delicatissime. A fronte di questo c'è sempre stata una risposta assertiva e interlocutoria da parte del Presidente della Regione, fino ad arrivare, la volta scorsa, all'annuncio dei tre candidati senza nessun tipo di condivisione. La vicenda delle dimissioni di Giovanni Maria Flick è emblematica: Flick ha rinunciato all'incarico proprio perché non c'è stata condivisione e lo ha asserito egli stesso nella lettera di motivazione. Il che significa che qualcuno ha venduto la pelle dell'orso prima di averlo preso o che abbia omesso di confrontarsi: il Presidente Lavevaz ha fatto uno scivolone bello grosso e, oggi, arriviamo in Aula con modalità di condivisione ancora inferiori alla volta scorsa, visto che abbiamo appreso della candidatura di Bressa dal telegiornale. Chiediamo al Presidente: si può gestire in questo modo una nomina così delicata? Noi crediamo proprio di no.» Ha quindi chiesto il voto in cabina.

Il Consigliere Nicoletta Spelgatti (Lega VdA) ha evidenziato: «I valdostani non stanno capendo che tipo di Presidente vuole essere Lavevaz. La ricostituzione della Commissione Paritetica avrebbe dovuto essere una delle priorità nell'agenda, ma così non è stato; eppure, almeno fino a poche settimane fa, non ci sono stati problemi di maggioranza e si sarebbe potuto procedere. Il Presidente Lavevaz continua a ribadire la volontà di condivisione con l'opposizione, che non viene concretizzata nei fatti. C'è poi un problema ideologico: nulla questio sui curricula, peraltro di grande rilievo, ma, visto che stiamo parlando dei commissari regionali, è corretto scegliere un rappresentante della Corte Costituzionale? È veramente ciò che come Valle d'Aosta dobbiamo fare per salvaguardare la nostra autonomia? I rappresentanti regionali devono aver ricoperto cariche statali? A mio avviso no. Al contrario del Presidente Lavevaz, noi siamo coerenti: come abbiamo dichiarato, il nostro atteggiamento è stato di opposizione costruttiva, tenuto conto del momento di pandemia. Ora che la situazione emergenziale sta per fortuna migliorando, rivaluteremo come comportarci

Il Consigliere Augusto Rollandin (PlA) si è detto sorpreso «dalle dichiarazioni apparse sulla stampa e dai servizi ai telegiornali regionali secondo cui per l'Assessore Caveri non avrei votato Flick e questo avrebbe determinato la rinuncia all'incarico. La votazione è segreta: come è stato possibile fare queste affermazioni? In merito, ho scritto al Presidente Bertin per chiedere precisazioni e mi è stato risposto che la votazione si è svolta correttamente e che le dichiarazioni sulla stampa riguardano la politica. Ma fare politica significa rispetto delle regole. Sono amareggiato per questo atteggiamento inaccettabile: bisogna capire cosa e perché sia successo.»

L'Assessore all'istruzione, Luciano Caveri, ha affermato: «Mi spiace aver amareggiato il Consigliere Rollandin, turbandolo al punto da farlo intervenire in Aula. Non conosco il suo voto, io ho solo seguito la logica: garantisco che non controllo i voti segreti, si tratta semplicemente di una supposizione politica. Nella dialettica politica è normale che si metta un po' di pepe; io ho esternato dispiacere perché ritengo che il Professor Flick sarebbe stato un ottimo rappresentante per la Valle d'Aosta.»

Il Capogruppo di Pour l'Autonomie, Marco Carrel, ha condiviso lo stupore: «Come gruppo, già da mesi, abbiamo presentato diverse iniziative sul tema della Paritetica chiedendo di procedere alla nomina il prima possibile. Il Presidente della Regione continuava a rinviare il punto perché voleva condividere con tutto il Consiglio la nomina, mentre lo Stato procedeva prima di noi, scegliendo due tecnici e un politico: oggi, come parte regionale, avremo due politici e un tecnico. Il comportamento del Presidente non è stato consono all'importanza del ruolo della Commissione: ci rammarichiamo che non ci sia stata nessuna condivisione e, soprattutto, che non ci sia stata nemmeno comunicata questa nuova candidatura.»

Il Consigliere Mauro Baccega (PlA) ha parlato di «fiera dei pasticci: se la Ministra Gelmini non ci avesse messo fretta, saremmo ancora qui a rinviare il punto. Le dimissioni di Flick hanno aperto una ferita che è una voragine: forse i voti a Flick e a Lanièce non sono arrivati nemmeno da tutta la maggioranza. Mi auguro peraltro che il Professor Balduzzi, componente uscente della Commissione, sia stato avvertito che non sarebbe stato confermato, visto che ha prestato la propria professionalità a servizio della Valle, anche nell'ambito della Cabina di regia sul Covid. I rapporti interpersonali sono importanti per una regione piccola come la Valle d'Aosta, ma sono anche importanti i metodi. Al Professor Flick va il nostro dispiacere per quanto avvenuto, al Professor Balduzzi e al Professor Louvin va il nostro ringraziamento per l'impegno profuso.»

Il Consigliere della Lega VdA Erik Lavy ha osservato: «Il Presidente Lavevaz oggi è preoccupato: con questi metodi continuerà a perdere pezzi di maggioranza. Rimarco che ormai l'UV è il maggior punto di appoggio dei partiti nazionali in Valle d'Aosta, perché asseconda l'entrata di personaggi non autonomisti nelle varie Commissioni, anche molto delicate per la nostra regione: forse dovreste cambiare nome, non più Union Valdôtaine, ma Unione Valdostana.»

Il Consigliere Paolo Sammaritani (Lega VdA) ha affermato: «Spiace riscontrare che ciò che si dice cada nel vuoto: nella scorsa adunanza, ho invocato l'esigenza di condividere le scelte nell'interesse della Regione e oggi ci troviamo in questa situazione. Stiamo parlando di una Commissione fondamentale per il nostro Statuto e per i rapporti con lo Stato, ma abbiamo scoperto il nome di chi si vorrebbe nominare rappresentante della Valle d'Aosta soltanto questa mattina. Questi metodi non mi piacciono e non fanno ben sperare in un proseguimento favorevole nei rapporti tra maggioranza e opposizione.»

Il Consigliere Simone Perron (Lega VdA) ha precisato: «Ricordato che con l'applicazione di stessi metodi si arriva ad uno stesso risultato, voglio sottolineare che i partiti politici hanno Statuti, finalità e obiettivi ben precisi. La Lega per Salvini premier indica, nell' articolo primo del suo Statuto, quale finalità la pacifica trasformazione dello Stato italiano in un moderno stato federale, attraverso metodi democratici e elettorali. Quindi, quando si parla di bandiere per il federalismo e l'autonomismo, la nostra è ben dichiarata e ben leggibile

Il Presidente del Consiglio, Alberto Bertin, ha confermato che «il voto è avvenuto nel rispetto delle regole e della segretezza. Riguardo alle interpretazioni del voto, voglio ricordare che l'espressione è libera e fa parte della dialettica politica, nell'ambito della quale questa Presidenza non ha da intervenire.»

Il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha replicato: «Anch'io sono stupito: 15 giorni fa quando ho proposto le tre candidature alla Conferenza dei Capigruppo, nessuno ha proferito parola. Abbiamo quindi ripresentato i nomi in Aula e, anche in quella sede, nessuno è intervenuto nel dibattito. Oggettivamente, una candidata è stata votata da tutti, quindi significa che c'era una condivisione anche da parte dell'opposizione, visto il lavoro realizzato nella Commissione uscente. Inoltre, ritengo plausibile che ci siano apprezzamenti diversi sui tre nomi. Non ho venduto nessuna pelle dell'orso: non mi pare che la lettera del Professor Flick dica che ci siano stati accordi presi con me. In virtù di queste considerazioni, ieri non ho ritenuto utile - e se ho sbagliato chiedo scusa - proporre alla Conferenza dei Capigruppo il nuovo nome. Rassicuro anche il collega Lavy: l’Union Valdôtaine non è punto di appoggio per i movimenti nazionali e stupisce che questo tipo di dichiarazione arrivi da lui, componente di un partito che fa le riunioni a Milano, in via Bellerio, mentre l’Union Valdôtaine continua a farle in avenue des Maquisards.»

 

SC-MM