Info Conseil

Comunicato n° 280 del 12 maggio 2021

"Progetto salute 2030": approvata una risoluzione

Seduta consiliare del 12 maggio 2021

 

Il dibattito sulla petizione popolare depositata il 15 febbraio e sottoscritta on-line da 585 cittadini, che chiede di valutare una riorganizzazione sanitaria, ospedaliera e territoriale sulla base del "Progetto salute 2030", ha occupato gran parte della seduta consiliare del 12 maggio 2021. Il Consiglio Valle, nel prendere atto dell'iniziativa, ha anche esaminato due risoluzioni depositate in Aula, approvando quella a firma dei Consiglieri Albert Chatrian (AV-SA), Aurelio Marguerettaz (UV), Paolo Cretier (PCP), Corrado Jordan (Vda Unie).

Il testo, adottato con 22 voti a favore (AV-SA, UV, VdA Unie, PlA, Consiglieri Bertin, Cretier, Jean-Pierre Guichardaz, Malacrinò e Padovani) e 13 contrari (Lega VdA e Consigliere Erika Guichardaz e Minelli), impegna il Governo regionale a procedere con la variante del progetto esecutivo dell'ala est dell'ospedale regionale per adeguarla alla salvaguardia e alla valorizzazione dei ritrovamenti archeologici per il tramite di SIV, Société Infrastructures Valdôtaines; a proseguire contestualmente le fasi progettuali della ristrutturazione dell'attuale ospedale e terminare la definizione e l'individuazione dei servizi ospedalieri che saranno attivati anche tenendo conto degli effetti dell'attuale pandemia; a procedere da subito all'attivazione del tavolo di lavoro tra Regione, Comune di Aosta, i progettisti e SIV al fine di proseguire la verifica in corso sulla compatibilità tecnico-progettuale ed economica, nonché sulla realizzabilità in termini cronologici adeguati dell'attuale progetto complessivo dell'ospedale, anche alla luce della pandemia; ad avviare un confronto sulla destinazione futura dell'ospedale Beauregard e dell'ex maternità; a presentare il progetto alla popolazione valdostana attraverso gli strumenti più opportuni.

Respinta, invece (con 13 voti a favore di Lega VdA, Guichardaz e Minelli, 4 contrari di PlA e Assessore Marzi, 18 astensioni), la risoluzione proposta dalle Consigliere di PCP Erika Guichardaz e Chiara Minelli, che riteneva necessari ulteriori approfondimenti riferiti alla visione dell'intero presidio ospedaliero e della nuova destinazione dell'ospedale Beauregard e dell'ex maternità, ai costi e ai tempi di realizzazione delle opere previste nonché al reperimento dei fondi necessari, prevedendo la riapertura di un tavolo con il Comune di Aosta, non coinvolto nei lavori di esame della petizione da parte delle Commissioni consiliari.

Il dibattito in Aula

Il Consigliere Mauro Baccega (Pour l'Autonomie), parlando di «risultato in Commissione politicamente poco edificante», ha osservato che «nel "Progetto salute 2030" ci sono idee interessanti mentre altre non trovano concretezza nel futuro, come ad esempio i fondi MES (Salva-Stati) che rimangono per ora solo sulla carta. Abbiamo 106 milioni di euro oltre a 15 milioni a disposizione: dal nostro punto di vista è allarmante che al termine del percorso di esame in Commissione siano state richieste ulteriori audizioni e valutazioni per approfondire i costi/benefici dell'attuale progetto. Secondo noi, bisogna partire e proseguire subito. Tutti gli auditi hanno chiesto di fare presto. Riguardo a una nuova collazione dell'ospedale, c'è un iter che implicherebbe almeno tre anni di tempo: passaggi che, invece, per l'attuale progetto sono già stati fatti. Quindi, sulla base delle audizioni, richiamata la valutazione costi/benefici, stabilito che si è trovato l'accordo con la Sovrintendenza ai beni culturali sul sito archeologico, noi riteniamo condivisibile collocare l'ospedale nel centro urbano nell'area a destra del Parini, dando il via ai lavori e iniziando il confronto per la progettazione delle ulteriori fasi.» Il Consigliere si è anche soffermato sull'attrattività della Valle d'Aosta per i medici: «C'è bisogno di un ospedale di buona qualità, di opportunità di carriera, di compensi adeguati, di un centro di ricerca. Il vero motore della sanità è il personale, che deve essere soddisfatto e non sfinito, come in questo momento. C'è un problema di fondo: la tremenda conflittualità che è insita nel mondo della sanità valdostana. Siamo arrivati a esposti, lettere anonime, inchieste, che creano un forte clima di tensione. Come si fa a lavorare serenamente in questo clima? Quello che deve interessarci è che le cose siano fatte bene e nell'interesse della popolazione. È necessario placare gli animi e andare nella direzione di lavorare insieme. Le opportunità di lavoro nel futuro sono proprio nella sanità: per poter coprire il fabbisogno di medici e di personale sanitario in Valle bisogna dare incentivi più forti.»

Il Consigliere Nicoletta Spelgatti (Lega VdA) ha dichiarato: «In Commissione ci siamo approcciati a questa petizione con una visione molto laica: abbiamo incominciato a studiare la questione e di problemi ne sono emersi in quantità infinita. Noi della Lega abbiamo chiesto di poter audire i progettisti di ospedali innovativi in Italia e in Europa per avere contezza dei criteri con cui vengono costruite queste strutture e di quanto il Covid abbia impattato sui progetti. Ci hanno risposto che la pandemia ha cambiato tutto e ci hanno elencato le modifiche sostanziali che è stato necessario apportare, tenuto conto che è necessario separare i pazienti contagiati o meno, convertire le sale e gli ambulatori, ripensare agli impianti. Quando però abbiamo posto gli stessi quesiti al progettista di Aosta, ci è stato risposto che il progetto di ampliamento del 2010 è già stato pensato per l'ospedale del 2050. E come sarebbe possibile? Anziché essere tranquillizzata mi sono ancor più preoccupata. Il progetto può anche essere valido, ma ormai è superato o almeno va aggiornato. Per assumere scelte politiche che condizioneranno la sanità e la vita dei valdostani per i prossimi 50 anni bisogna basarsi su dati certi, forniti dai tecnici. E prima di parlare di ampliamento o costruzione di un nuovo ospedale bisogna avere ben chiara la situazione della sanità regionale. Peccato che le idee siano ben confuse. In base alle audizioni, il Parini resterebbe comunque delle 12 ore, non avrebbe mai l'efficienza di un ospedale nuovo, e si rischia di partire già allo stretto. Potremmo ragionare sul convertirlo in ospedale di comunità. Pensiamo che ci sono dei nosocomi con una control room per la telemedicina, anche per curare a casa i malati di Covid. A fronte di tutto ciò, ma veramente pensate di andare avanti tout court sul progetto esecutivo del 2010? Immaginiamo la quantità di anni in cui avremo un cantiere in centro ad Aosta: i lavori si protrarranno già soltanto per il più che prevedibile ritrovamento di altri resti archeologici. E del Beauregard, dell'ex maternità, che cosa faremo? Di che cosa abbiamo davvero bisogno? Per partire, dobbiamo avere un progetto nuovo oggi, non si può partire da uno vecchio. Tutti gli altri, alla luce della pandemia, si sono fermati e stanno pensando alle modifiche. Noi? Andiamo avanti. Faccio i complimenti alla Presidente di Commissione Guichardaz per aver saputo mantenere la sua onestà intellettuale.»

La Presidente della quinta Commissione, Erika Guichardaz (PCP), ha sottolineato che «il "Progetto salute 2030" ha riportato in questo Consiglio la tematica della sanità e ha messo a fattor comune una visione che potrebbe risultare utile: quando dei cittadini hanno voglia di esprimere le loro volontà con proposte progettuali, questo deve essere riconosciuto come un grande lavoro. Le audizioni hanno fatto emergere molti punti in comune sia rispetto alla visione di sanità territoriale sia sull'ospedale. Un ospedale moderno deve avere caratteristiche irrinunciabili: flessibilità e sostenibilità della struttura, nuove tecnologie, accessibilità dall'esterno e all'interno, centralità della persona. La prima criticità relativa all'ospedale è la mancanza di informazioni certe riguardo alle progettazioni in corso: per questo avevo proposto in Commissione un documento condiviso da tutto PCP che richiedeva ulteriori approfondimenti. Un nuovo accordo di programma andrebbe ridefinito con la Città di Aosta. Il presidio risponde alle esigenze della sanità se è composto da tre poli: il solo ampliamento ad est del vecchio ospedale non è sufficiente. Occorrono idee chiare sull'ospedale di comunità, sul personale da utilizzare, sulle case della salute, sui medici di medicina generale, invece tutta la nostra attenzione si è concentrata sull'ospedale senza tenere conto che è solo un piccolo pezzo della sanità valdostana. Secondo me serve una visione d'insieme dell'intero presidio ospedaliero, non si può continuare a mettere insieme piccoli pezzi: i dubbi messi in campo durante le audizioni hanno fatto propendere la maggioranza della quinta Commissione per una richiesta di approfondimenti. La risoluzione che ho presentato unitamente alla collega Minelli non riprende altro che i contenuti delle conclusioni proposte in Commissione e condivisa da tutto il gruppo PCP.»

Il Consigliere Luca Distort (Lega VdA) ha motivato l'esigenza di procedere ad ulteriori approfondimenti: «I ritrovamenti archeologici, di natura straordinaria (il cromlech è il più grande d'Europa) e la crisi sanitaria da Covid hanno richiesto una fase di ripensamento e su questi si è innestata la petizione popolare, i cui contenuti non discendono da opinioni, ma ricalcano la letteratura dell'edilizia ospedaliera. È del tutto evidente che l'area archeologica dovrà essere percepita nella sua interezza, altrimenti ci troveremo di fronte a un compromesso e mai a una soluzione di valorizzazione dell'area archeologica. Ciò non significa che l'ospedale debba necessariamente essere costruito altrove: occorre sicuramente approfondire la fase di progettazione. Ecco perché ritengo necessario un ulteriore approfondimento, e non certo per mettere i bastoni tra le ruote. Non abbiamo chiaro nemmeno come si gestisca la localizzazione delle funzioni previste nella parte storica del Parini, che per diversi anni dovranno trovare sede nella porzione di nuova costruzione: ma dove si trovano questi spazi? Va anche considerata la cantierabilità, con le relative interferenze per la popolazione e non va sottovalutato il fatto che il dimensionamento di un polo ospedaliero discende dall'organizzazione della sanità territoriale. Che il percorso sin qui svolto non sia chiaro è dimostrato anche dalle due relazioni discordanti delle Commissioni.  Tutto si può risolvere a livello progettuale ma deve essere la Regione a tracciare le esigenze e trasmetterle ai progettisti per una variante sostanziale. Altrimenti oggi spostiamo a domani un problema, e lo facciamo con gli interessi. Occorre conoscenza: laddove manca, si formano le opinioni e le opinioni non mi sedurranno mai come la conoscenza.»

Per la Consigliera della Lega VdA Raffaella Foudraz, «scegliere è difficile, non scegliere è peggio. Sono 14 anni che la questione va avanti: la procedura è stata interrotta dal ritrovamento di reperti archeologici che sono unici in Europa e che devono essere visti come un atout per la Valle d'Aosta e non come un ostacolo. I suggerimenti dei progettisti che indicano come possibile la convivenza tra ospedale e reperti non significa che questa sia la soluzione ottimale, perché l'area sottrarrà spazio alle attività sanitarie. Durante le audizioni, è inoltre emerso che quando si procederà con gli scavi verso via Ginevra è possibile che vi sia la prosecuzione del cerchio di Cromlech e quindi sarà di nuovo tutto fermo. Viviamo in una regione a vocazione turistica e sentiamo spesso volare gli elicotteri del Soccorso Alpino, che allo stato attuale devono atterrare a Saint-Christophe: io voglio solo evidenziare che in campo medico i minuti possono fare la differenza tra la vita e la morte.»

L'Assessore alla sanità, Roberto Barmasse, premesso che «i sanitari sono stanchi, così come l'apparato amministrativo, e la sanità ha bisogno di rispetto», ha affermato: «Da operatore sanitario, sono il primo a chiedere che venga costruito qualcosa il prima possibile. Evitiamo un'altra opera non conclusa: il sito archeologico impone la costruzione dell'ospedale in quella sede, altrimenti non si realizzerebbe un'area per valorizzare adeguatamente gli eccezionali ritrovamenti; e sempre in quella sede va progettato un ospedale h24 (sale operatorie, reparti di degenza, pronto soccorso, eliporto). Se i tempi saranno mantenuti, si parla di tre o quattro anni di lavoro. Quindi, si passerà alla ristrutturazione del Parini, che peraltro è una struttura troppo grande per essere convertita in ospedale di comunità o ancor meno in una casa della salute; io piuttosto penso a un polo per il day hospital, per il polo materno infantile e la psichiatria. Spero che fra tre o quattro anni il problema Covid non ci sia più, ma in ogni caso una struttura creata in due poli permette di separare completamente i percorsi, mentre in un monoblocco ci sarebbe convivenza. I tempi di costruzione del nuovo ospedale sarebbero almeno di dieci anni. Una cosa è il contenitore, un'altra è il contenuto e nel bistrattato ospedale Parini abbiamo inserito tecnologie innovative e separato i flussi tra pazienti Covid e non Covid. Non penso che un nosocomio costruito altrove potrebbe essere tecnologicamente più avanzato, mentre non ho dubbi che l'ospedale vada inserito nel contesto della sanità territoriale: dobbiamo aggiornare tutti i piani, a partire da quello socio sanitario, ma per poter disporre di una struttura sanitaria non possiamo aspettare. Un ulteriore ritardo nella concretizzazione dell'ospedale non è più accettabile.»

L'Assessora ai trasporti, Chiara Minelli (PCP), ha ricordato come l'iniziativa popolare continui a «svolgere un ruolo importante nel dibattito politico valdostano, dai tempi del referendum contro il pirogassificatore, prima, e la legge 22/2016 che ha cambiato radicalmente la politica ferroviaria valdostana, dopo. Questa petizione ha suscitato un acceso confronto politico in Commissione e ora in Consiglio; bisogna ascoltare e non ignorare le prese di posizione delle associazioni. Il lavoro delle due Commissioni, con le numerose audizioni, è stato utile perché ha fatto emergere delle criticità relative al progetto di ampliamento dell'attuale ospedale. PCP, nel suo programma per le elezioni regionali, aveva chiaramente indicato la necessità di un ospedale nuovo e ne aveva fatto un tema centrale della campagna elettorale: un impegno assunto davanti agli elettori che non può essere smentito, ma che va perseguito chiedendo tutti gli approfondimenti e gli elementi necessari per una scelta oculata e consapevole. L'ospedale "nuovo" è ancora più motivato rispetto a dieci anni fa, sia a seguito della pandemia, sia alla luce del ritrovamento di un importante patrimonio archeologico. Costruire l'ospedale sul sito archeologico è una scelta che deve essere ben ponderata: c'è il rischio di limitare lo spazio per l'ospedale e di non dare un'adeguata valorizzazione al sito. Potenzialmente, si rischia di fare due errori in uno. Si potrà parlare di successo di questa petizione se oggi si deciderà di aprire un vero approfondimento rispetto alla scelta di ampliamento dell'ospedale attuale, che parta da una migliore conoscenza dei volumi, dei posti letto, degli accessi veicolari, della concentrazione delle strutture ospedaliere oggi divise in tre poli, dei costi e dei tempi. Ci deve essere un quadro organico per poter fare una scelta, che oggi non c'è. Decidere di dare il via al progetto esecutivo della variante dell'ampliamento è un atto avventato e dannoso, oltre che in contrasto con il programma di Legislatura che, ricordo, chiedeva accurati approfondimenti prima di procedere. Comunque vada la votazione sulle risoluzioni, la questione ospedale non si chiude oggi: è un problema grande che ci accompagnerà per mesi e per anni e noi ci auguriamo che prevalga l'opzione migliore, che oggi con gli elementi che abbiamo non è per noi sufficientemente definita.»

«Non siamo chiamati soltanto a fare delle verifiche ma anche ad assumere delle decisioni - ha specificato il Consigliere Renzo Testolin (UV) -. E l'esigenza, supportata da quanto affermato dagli esperti, è quella di dover andare avanti nel solco della costruzione di un nuovo ospedale a fianco del Parini, creando un'area con una fruibilità plurale (sanitaria e archeologica) e non costruendo un nosocomio avulso dal contesto cittadino. Ovviamente, proprio alla luce della coesistenza della parte sanitaria con quella archeologica e dell'adeguamento a seguito della pandemia, occorre procedere ad una revisione del progetto esecutivo, il cui percorso era iniziato nel 2009. Stupisce che in questa discussione un rappresentante del Governo, per opportunità politica, si allontani dal suo incarico, che è quello di dare corso, anche amministrativamente, a scelte che discendono da un referendum e da un lavoro condotto negli anni. Non concordo con questo atteggiamento. Sparigliare le carte è segno di debolezza e non volontà di risolvere i problemi. Noi invece, anche con la risoluzione presentata dal collega Chatrian, vogliamo finalmente dare delle risposte coerenti con i bisogni sanitari attuali attraverso le migliori scelte possibili da un punto di vista tecnico.»

«Il "Progetto salute 2030" fa un'analisi a tutto tondo - ha detto il Vicecapogruppo di VdA Unie, Claudio Restano - e un dibattito sulla sanità valdostana necessiterebbe di una riunione ad hoc di questo Consiglio, per approfondire le reali esigenze e quindi assumere una decisione. Noi qui oggi, abbiamo solo una certezza: abbiamo investito tanti soldi su un ospedale esistente, sulla costruzione di un'ala nuova e tornare indietro rispetto a queste scelte sarebbe, amministrativamente e politicamente, un po' difficile.» Il Consigliere, partendo «da un assunto che condividiamo tutti: la professionalità e la dedizione del personale della sanità», ha evidenziato che «se vogliamo costruire un modello sanitario nuovo dobbiamo ripartire dalle norme, dalla legge 5/2000 che ha istituito il nostro sistema sanitario, dal piano della salute e del benessere, che è scaduto dal 2013 e che va attualizzato alle esperienze anche della pandemia. Non possiamo esimerci dal sottolineare quanto sia necessario il nuovo atto aziendale, ma per questo dobbiamo avere una governance ferrea e assestata in capo alla sanità. Purtroppo abbiamo avuto un Commissario straordinario per numerosi anni e quindi diventa difficile oggi regolarizzare tutte le situazioni. Quello che possiamo fare noi come politica è confrontarci, chiedendo consulenze esterne, dobbiamo affrontare tutti i nodi in capo alla sanità.»

Per il Vicecapogruppo di AV-SA, Pierluigi Marquis, «gli spunti forniti dalla petizione sono meritevoli di riflessione e utili alla politica per prendere decisioni. Il fatto di non aver potuto contare su un ospedale nuovo nella gestione della pandemia è stato un problema, ma è al contempo un bene, se si pensa in prospettiva al futuro: ora si può capitalizzare la brutta esperienza che viviamo e le evoluzioni nel campo medico. Sotto il profilo progettuale, oggi la letteratura sanitaria ci dice che le strutture devono essere modulari, flessibili e la coesistenza coi ritrovamenti archeologici non aiuta: sarebbe ben diverso procedere su un foglio bianco. Non possiamo che fare un atto di fede nei confronti di quanto ci è stato detto nelle audizioni e fare molta attenzione nel seguire l'iter progettuale della variante. Bisogna procedere per lotti, non avendo sufficienti risorse finanziarie, ma non si può prescindere da una visione organica; pertanto, non ci si può focalizzare sulla costruzione del nuovo ospedale senza tenere conto della ristrutturazione del Parini e delle altre strutture in disponibilità. Più si sovrappongono queste fasi, più riusciamo a dare alla comunità risposte funzionali. Ed è proprio la funzionalità la grande assente: è vero che bisogna recuperare il tempo perso, ma guai a puntare esclusivamente alla rapida esecuzione dei lavori, correndo così rischio di mettere a repentaglio la qualità, costringendo poi a mettere toppe negli anni a venire. Ribadisco: occorre una visione d'insieme, da gestire nel modo più contestuale possibile la programmazione, per soddisfare il bisogno pubblico.»

Il Consigliere di Pour l'Autonomie Augusto Rollandin ha osservato: «Siamo a 15 anni dal momento in cui si è parlato del raddoppio della struttura attuale, frutto di una scelta logica derivante dalla presenza di uno spazio a disposizione. Solo quando si è iniziato a scavare, si è scoperto un sito archeologico eccezionale: studiosi internazionali hanno lavorato per anni per dare una soluzione realistica e corretta per la sua valorizzazione. Oggi la questione è risolta: non si è quindi perso tempo, anzi si è trovato il modo per far convivere il guerriero celtico con la struttura ospedaliera. Oggi, si può quindi ripartire. Non si è cambiato idea e bisogna fare in fretta. Oggi si dà l'indicazione corretta per proseguire un iter già avviato, che è la costruzione della struttura sanitaria secondo quanto deciso a suo tempo. Non si può dire che non si è fatto nulla: oggi dobbiamo ripartire, sapendo che ci sono i fondi per farlo. Qui si sta facendo di tutto per rallentare i lavori: non è di questo che abbiamo bisogno ma solo di completare i progetti esistenti. Cerchiamo di essere coerenti con quanto fatto e ripartiamo.»

Il Vicecapogruppo di Progetto Civico Progressista, Paolo Cretier, ha dichiarato: «Da oltre 40 anni l'argomento dell'ampliamento dell'ospedale viene dibattuto. Il ritrovamento del sito archeologico, di rilevanza mondiale, ha rallentato il procedere del progetto, e con l'avvento della pandemia le esigenze sono cambiate. E spetta agli esperti di progettazione sanitaria definire la destinazione degli spazi in un ambito urbanizzato come l'attuale posizione; ed è a loro dare indicazioni chiare e puntuali. È importante intervenire su elementi quali la tempistica, l'integrazione dei ritrovamenti archeologici, la separazione dei percorsi per i ricoverati Covid e non Covid, il recupero del Mauriziano. È necessario comunque accelerare, definire un cronoprogramma preciso e puntuale. Ho votato le conclusioni in Commissione, ma ora è opportuno procedere con l'aggiornamento del progetto con le varianti necessarie e chiudere definitivamente questo annoso problema, dando una risposta a chi ha presentato la petizione e a tutti i cittadini valdostani. Ed è per questo che ho sottoscritto e voto convintamente la risoluzione.»

Il Capogruppo di UV, Aurelio Marguerettaz, ha definito «importante il confronto scaturito dalla petizione e di questo ringraziamo i firmatari, perché ci hanno consentito di fare un serio approfondimento su questo dossier. È giusto che la politica si confronti così come ci deve essere grande trasparenza ed è per questo che sarà importante presentare il progetto alla popolazione valdostana. La convivenza tra ospedale e sito archeologico è la soluzione migliore per valorizzare i beni archeologici: non lo dico io, lo dicono esperti mondiali. È quindi importante procedere con la revisione del progetto esecutivo: è solo da questa fase che capiremo l'importo necessario per finanziare l'opera e il suo cronoprogramma. È proprio da questo passaggio che avremo delle certezze. Il polo ospedaliero non è un foglio bianco: per il vecchio Mauriziano c'è un progetto preliminare consegnato, per il nuovo ospedale che sarà costruito nell'ala est c'è un progetto esecutivo sul quale saranno fatte le dovute modifiche. Nessuno vuole fare dei salti nel buio: io credo che sia indispensabile dare una rappresentazione realistica, anche mettendo sul tavolo le criticità, ma l'unica cosa che non dobbiamo fare è non proseguire con questa opera. Oggi noi vogliamo fare un passo avanti. Vogliamo dare un messaggio chiaro all'Assessore Barmasse e alla SIV di procedere con la realizzazione dell'opera. Sono rimasto sconcertato dalle parole di un Assessore: se le parole hanno un significato, dire che la proposta fatta da un suo collega sia una decisione avventata mi pare fuori luogo. Non procedere vuol dire mettere a repentaglio la vita dei nostri cittadini: lasciamo perdere le speculazioni elettorali e cerchiamo di andare avanti.»

Il Presidente della terza Commissione, Albert Chatrian, ha illustrato la risoluzione: «È un atto politico, per dare un mandato di natura amministrativa. "Conoscere per deliberare", diceva Luigi Einaudi: frase quanto mai opportuna per un caso così delicato. Le audizioni sono state veramente molto utili; la terza e la quinta Commissione, dal punto di vista urbanistico e edilizio, hanno seguito passo passo la petizione. Ringrazio i firmatari per questo contributo molto utile, che sarà sfruttato nel prosieguo del mandato. Siamo coscienti, come è scritto nella petizione, che la sanità territoriale deve riappropriarsi delle cure primarie e della prevenzione e promozione della salute; siamo coscienti che la sanità territoriale va ripensata, che l'assistenza di prossimità rappresenta un beneficio per i pazienti e per il sistema ospedaliero. La sfida sta nel come proseguire il percorso. In questi mesi, qualcuno ha dato l'impressione di perdere tempo, di buttare la palla un po' più avanti, di spostare il problema: non è di certo il momento per agire in questo modo, visto che abbiamo la fotografia aggiornata che ci consente di proseguire. Tre mesi fa abbiamo incaricato gli Assessori Barmasse e Guichardaz di approfondire la compatibilità tra il sito archeologico e l'ospedale; proprio nell'iter in Commissione questa possibilità è stata confermata. Noi oggi facciamo due passi avanti: non solo siamo in coerenza coi contenuti del DEFR approvato, ma diamo un mandato specifico al Governo regionale, cioè dare corso al progetto di ampliamento. E vogliamo che questo percorso sia trasparente, vogliamo confrontarci con tutta la popolazione. Diamo finalmente una risposta forte alla nostra comunità in un momento di grandissima necessità, a partire dall'equilibrio trovato per la coesistenza della valorizzazione dei ritrovamenti archeologici con la costruzione del nuovo ospedale in maniera innovativa, moderna, con tempi certi.»

Per il Consigliere Giulio Grosjacques (UV), «la petizione ha accelerato la discussione sul tema sanità. Nelle audizioni ai professionisti ho trovato tutte le risposte che mi portano a votare con convinzione la risoluzione proposta dal collega Chatrian: l'importanza di avere un ospedale in un contesto urbano, una chiarezza nello sviluppo della progettazione futura dell'ospedale Parini (H12), dell'ospedale H24 e il nuovo polo materno-infantile. Per la nostra città è la scelta migliore da fare. Riguardo al Covid, i progettisti ci hanno riferito che non ci dovrà essere all'interno dell'ospedale H24 un reparto Covid, che invece potrà essere ospitato nell'ospedale Parini. Oggi, non si chiude una fase: con questa risoluzione si apre il momento che porterà alla revisione del progetto, integrandolo e ammodernandolo dal punto di vista strutturale, architettonico e dei costi. Una fase propedeutica all'approvazione del progetto esecutivo, alla gara per l'affidamento dei lavori e alla realizzazione del nuovo ospedale nell'ala est di viale Ginevra.»

«In questi giorni, non stiamo decidendo di avviare un percorso, questo è già stato deciso tempo fa, ma come e quando continuarlo - ha detto il Capogruppo di VdA Unie, Corrado Jordan -. Non abbiamo motivo di pensare a un altro luogo per costruire l'ospedale, non riteniamo opportuno infatti stoppare questi lavori. Dal 2011 a oggi molti interventi sono già stati fatti, oltre a molti investimenti. Non è corretto parlare di un nuovo ospedale, senza indicarne nemmeno il luogo e senza precisare come saranno gestiti i servizi e recuperate le strutture non più utilizzate. Tutti noi vorremmo la soluzione migliore; in teoria tutto è fattibile ovunque, ma la realtà ha messo allora il Consiglio nelle condizioni di scegliere, su fatti concreti, ponderando i pro e i contro. Vogliamo approfondire, perfezionare l'iter, tenendo conto degli elementi di novità e della pandemia che condizionerà per forza il futuro. Ma vogliamo andare avanti, continuando il confronto con tutti i soggetti coinvolti. Vogliamo prendere oggi la decisione, oggi abbiamo il dovere, la responsabilità di rendere più efficaci i servizi sanitari alla nostra comunità. Non possiamo rimandare. Un ringraziamento a chi ha voluto trovare il giusto compromesso, dimostrando un'apprezzata elasticità delle proprie idee e convenzioni, ribadendo quanto sia arricchente e stimolante il confronto costruttivo.»

Il Consigliere di PCP Andrea Padovani, nel ricordare che oggi ricorre la Giornata internazionale dell'infermiere, «persone che aspettano un salario dignitoso e un posto fisso», ha sostenuto che «la nostra posizione sull'ospedale è nota, com'è noto cosa abbiamo contribuito a scrivere nel DEFR. Dalla discussione in Commissione sono emerse alcune risposte, ma alcuni punti sono da definire, anche sapendo che la pandemia ha modificato il quadro delle necessità. Con la risoluzione del collega Chatrian si vuole dare corso alla revisione del progetto attuale perché solo così si potrà capire se si potrà valorizzare l'area archeologica. Si dice anche che tutto il progetto dell'ospedale deve essere pensato nel suo insieme: ospedale H24, a bassa intensità di cura (H12) e polo materno-infantile. Si dice anche che lo si farà riattivando il confronto con il Comune di Aosta e che dovrà essere presentato alla popolazione valdostana. Prima della cantierizzazione occorre dare gambe alla verifica della compatibilità tecnica ed economica e alla realizzabilità dell'opera come scritto nel DEFR. È sottinteso che se emergeranno elementi tali da interrompere questo progetto, sonderemo altre strade.»

Il Capogruppo di Pour l'Autonomie, Marco Carrel, ha affermato: «Noi siamo convinti di andare avanti coi lavori di ampliamento dell'ospedale Parini e voteremo la risoluzione presentata da una parte della maggioranza. La nostra è una opposizione costruttiva, vogliamo dare il nostro appoggio non al Governo, ma a un progetto che deve essere concretizzato, apportando gli opportuni miglioramenti e i cambiamenti in base alle esigenze sopravvenute. Proseguiamo su questa linea, che abbiamo già espresso in campagna elettorale: l'ospedale è il Parini e va ampliato.»

L'Assessore ai beni culturali, Jean-Pierre Guichardaz, ha detto: «Dopo 15 anni dal referendum sulla costruzione di un nuovo ospedale, periodo in cui è successo di tutto, compresa una pandemia difficilissima da gestire con una struttura ormai inadeguata ai tempi e insufficiente sotto il profilo strutturale, il tempo dei rinvii non è più accettabile. Occorre, come abbiamo indicato nel programma di Legislatura e nel DEFR, costruire un quadro definitivo, tenendo conto degli aspetti tecnici e finanziari, anche alla luce dell'esperienza del Covid. Bisogna pensare a un progetto di ospedale che trovi realizzazione in tempi brevi, però, che sia unico e organico. I problemi sono tanti - oltre a quelli finanziari e strutturali quelli relativi alla conservazione e alla musealizzazione dei reperti archeologici -, ma siamo vicini a una soluzione, visto che la Soprintendenza si è espressa, per ora ufficiosamente, in modo positivo rispetto alle ipotesi rappresentate dai progettisti, che dovrebbero salvaguardare gli importanti resti. I 120 milioni ipotizzati qualche anno fa di sicuro non sono sufficienti, occorre quindi un piano finanziario che preveda chiaramente i costi dell'ala nuova e della ristrutturazione della parte vecchia e delle demolizioni, che indichi le fonti di finanziamento, i tempi delle varie fasi. Insomma, occorre un cronoprogramma dettagliato, inserito nel corpus di una relazione che definisca tutte gli step, tra cui la destinazione dell'ex maternità e del Beauregard, i fondi complessivi per tutta l’operazione, compresi quelli per la ristrutturazione del vecchio ospedale, per la demolizione delle superfetazioni e la riconversione delle attuali strutture ospedaliere. Il tutto, coinvolgendo in modo fattivo il Comune di Aosta, come peraltro si sarebbe dovuto già fare. E in questa direzione va la risoluzione che oggi votiamo e che non mi pare tanto diversa da quella presentata dalle colleghe Minelli e Guichardaz. Bisognerà, pertanto, produrre preliminarmente una relazione a supporto della politica e dei cittadini, per avere un quadro completo, in modo da non partire a rate

 

I lavori sono sospesi e riprendono domani, giovedì 13 maggio, alle ore 9.00.

 

SC-MM