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Comunicato n° 678 del 20 novembre 2019

Petizione sulla discarica di Pompiod: approvata una risoluzione

Seduta consiliare del 20 novembre 2019

 

Nella seduta del 20 novembre 2019, il Consiglio Valle, nel prendere atto della petizione popolare volta a conoscere la provenienza e la tipologia dei rifiuti smaltiti nella discarica di Pompiod nel comune di Aymavilles, ha approvato una risoluzione depositata dai Consiglieri dell'Union Valdôtaine Barocco, Peinetti, Bianchi e Farcoz, di Alliance Valdôtaine Morelli e Nogara, di Rete Civica-Alliance Citoyenne Minelli e Bertin, di Stella Alpina Marquis. Il testo, che ha ottenuto 18 voti a favore (AV, UV, SA, PNV-AC-FV, RC-AC), 1 contrario (ADU-VdA) e 15 astensioni (Lega VdA, Mouv', M5S, GM), impegna la Giunta regionale a procedere all'esame della revoca delle autorizzazioni in corso e impegna il Consiglio regionale ad approvare celermente le opportune modifiche legislative al fine di poter porre vincoli all'accettazione di rifiuti speciali provenienti da altre regioni, con lo scopo di disincentivare la realizzazione e l'utilizzo di discariche per il conferimento di rifiuti speciali, soggetti a caratterizzazione; ad approvare una norma regionale di revisione in aumento del tributo speciale per lo smaltimento in discarica dei rifiuti speciali non pericolosi provenienti da fuori Valle; a dare avvio al processo di revisione del documento di pianificazione riguardante la gestione dei rifiuti speciali contenuto nel Piano regionale di gestione dei rifiuti approvato nel 2015 con legge n. 22, prevedendo la rielaborazione del procedimento della Valutazione ambientale strategica-VAS al fine di consentire a tutti i cittadini di partecipare attivamente alla revisione; a rafforzare il ruolo tecnico-scientifico di ARPA Valle d'Aosta in materia di rifiuti, nelle attività di controllo e supporto alle strutture regionali e agli enti locali nonché di relazionare periodicamente alla terza Commissione consiliare e ai comitati cittadini sugli esiti delle attività di controllo degli impatti prodotti dalle discariche per rifiuti speciali sulle matrici ambientali e a renderli pubblici.

Sono state, invece, respinte altre due risoluzioni sottoscritte dai gruppi di minoranza: la prima, sulla quale è stato richiesto il voto segreto (18 astensioni, 16 a favore, 1 astenuto), era volta a sospendere la validità dell'autorizzazione per la discarica di Chalamy; la seconda (19 astensioni contro 16 voti a favore) chiedeva di valutare la possibilità di revocare le autorizzazioni in corso, di prevedere già nella prossima Finanziaria di limitare il conferimento in Valle di rifiuti provenienti da altre regioni, di revocare i provvedimenti dirigenziali autorizzativi che hanno sostituito le delibere di Giunta riportando all'organo politico le decisioni che gli competono.

La petizione, sottoscritta da 1.132 cittadini, è stata presentata al Consiglio regionale il 22 luglio scorso e assegnata alla terza Commissione, che ha condotto un sopralluogo alla discarica di Pompiod cui sono seguite  le audizioni con i firmatari dell'iniziativa, accompagnati da un rappresentante di Legambiente, con l'Assessore regionale all'ambiente e la Dirigente della Struttura regionale attività estrattive, rifiuti e tutela delle acque, con i soggetti preposti al controllo, quali ARPA e Corpo forestale valdostano, con i rappresentanti della società Ulisse 2007 che gestisce il sito, nonché con i Sindaci di Aymavilles e Jovençan.

Il Presidente della terza Commissione, Alessandro Nogara (AV) ha relazionato all'Aula sugli esiti dell'attività condotta: «La Commissione tiene a sottolineare che i lavori sono sempre stati improntati alla trasparenza e partecipazione, avendo i Commissari ben presente la necessità di salvaguardare la salute dei cittadini e il rispetto dell'ambiente, nostra principale risorsa. Tutti i portatori di interesse hanno avuto la possibilità di esprimersi e di confrontarsi, anche avvalendosi della collaborazione dei vari esperti. Tutta la documentazione acquisita è stata messa a disposizione: dopo la discussione in Consiglio regionale, questa sarà resa pubblica tramite il sito internet del Consiglio stesso. Crediamo infatti che sia più utile rendere pubblica tutta la documentazione raccolta, non solo la relazione che inevitabilmente sarebbe incompleta, nonostante l'eccellente lavoro di sintesi degli uffici

«Ringrazio anche - ha aggiunto il Presidente Nogara - il Comitato, con il quale, nonostante qualche diffidenza iniziale, sono stati sviluppati rapporti fruttuosi: da qui viene anche la riapertura della Conferenza dei servizi, che ha dato la possibilità di rivalutare le autorizzazioni a suo tempo rilasciate per la discarica di Pompiod.»

«Infine - ha concluso Nogara - la Commissione reputa che, a fronte delle comprensibili preoccupazioni dei cittadini, la Giunta e il Consiglio debbano porre la massima attenzione, approfondendo tutti gli aspetti e arrivando a riconsiderare il proseguimento dell'attività di questo tipo di discariche sul nostro territorio regionale

Il dibattito in Aula

Il Consigliere Luciano Mossa (M5S), dopo aver evidenziato «le responsabilità sulla gestione della discarica all'Assessore Chatrian», ha ricostruito il percorso in Commissione, «in cui i vari tecnici auditi hanno parlato di una discarica perfettamente a norma, con un materiale conferito sempre confacente, che rispetta pienamente la normativa e i livelli di inquinamento di aria, acqua e radioattività non pericolosi per la salute dei cittadini. Ma con la recente indagine della Guardia di Finanza, con cui si ipotizza la gestione illecita e l'inquinamento ambientale, tutte queste rassicurazioni sono crollate come un castello di carte. Ora chiedo all'Assessore Chatrian di dire la verità sui misteri che ruotano intorno alla discarica. Inoltre, anche alla luce della piega attuale che ha preso la situazione, reitero la richiesta avanzata dai firmatari della petizione: che siano rese pubbliche la provenienza e la tipologia dei rifiuti smaltiti nella discarica. Non si può più negare questo diritto. Visto che ci avete avvelenato almeno fateci sapere che tipo di veleno avete usato

Per il Consigliere dell'UV Giovanni Barocco, «la salute è patrimonio di tutti e in quest'Aula tutti la vogliamo tutelare. Io credo che in questi processi amministrativi ci sia una falla, che i Comitati hanno messo in evidenza: le amministrazioni comunali, le associazioni, i cittadini vengono coinvolti a babbo morto, cioè quando le cose sono ormai decise. Perché, allora, non studiamo uno strumento di partecipazione simile al "débat public" proposto da Michel Barnier? Il débat public ha introdotto nella legislazione francese il dibattito che precede le istanze autorizzative di nuove opere pubbliche, coinvolgendo le popolazioni e le amministrazioni locali. Io credo che abbiamo il dovere di dare una prospettiva futura affinché certi casi non si ripetano: le esigenze della gente devono essere prese in considerazione, ma dobbiamo avere lo strumento normativo per prevederlo. È questa una mia proposta concreta per cercare di guardare al futuro; sul passato ci sarà da ragionarne e, purtroppo, non solo in quest'Aula

Il Capogruppo del M5S Luigi Vesan ha dichiarato: «La Conferenza dei servizi non ha rispettato l'esito della relazione votata dalla maggioranza della terza Commissione, a partire dalla possibilità di revocare l'autorizzazione. Dopo questa riunione, i componenti del Comitato contro la discarica di Pompiod erano a dir poco sconsolati. La maggioranza non riesce a far sopire i nostri dubbi: è da mesi che chiediamo all'ARPA la pubblicazione completa sul sito delle analisi, ma una parte resta introvabile; allora, l'Assessore dica che si sta lavorando, non che sta andando tutto bene. Restiamo perplessi sulla trasparenza del seppur lungo iter e sul rispetto della cittadinanza. Siamo ancora più perplessi per il fatto che, per farsi tutelare dalla propria amministrazione, certi cittadini abbiano dovuto rivolgersi alla magistratura perché non hanno trovato alcun tipo di ascolto da parte della Regione.»

«La nostra - ha spiegato l'Assessore Luigi Bertschy (AV) - non è stata un'assenza ma una forma di rispetto per la legittima e opportuna azione popolare, per evitare di indirizzare o etichettare iniziative che invece devono rimanere nella più completa autonomia dell'organizzazione dei cittadini. Come verrà dichiarato ancora, questa maggioranza è fortemente contraria a una gestione dei rifiuti che può portare danno alla nostra comunità e al nostro territorio.»

«Non possiamo - ha detto il Consigliere Diego Lucianaz (Lega VdA) - non raccogliere il disagio dei cittadini. Anche l'assenza degli amministratori ai tanti incontri sul territorio è grave. L'aria che si respira fuori da quest'Aula è un'altra: i valdostani non capiscono perché non riusciamo a dare risposte. La politica può o non può fare qualcosa? Dobbiamo ascoltare i cittadini, che sono esasperati dalla nostra incapacità o impossibilità di agire: stiamo facendo una pessima figura come organo istituzionale.»

La Consigliera Daria Pulz (ADU-VdA) ha dichiarato: «Tutti noi Consiglieri dovremmo ringraziare il Comitato per il prezioso lavoro portato avanti con coraggio e altrettanto bon ton, a dimostrazione del risveglio di quella cittadinanza che vuole farsi parte attiva. Mi dispiaccio che le audizioni in Commissione non siano state trasmesse in streaming, così come dei tentativi di delegittimazione del lavoro nostro e del Comitato. La relazione della Commissione a nostro parere è superficiale, parziale, non tiene conto degli apporti critici delle diverse parti. Non rende giustizia neppure al grande lavoro della Commissione stessa. Il nostro gruppo ha cercato di implementarla, ma è comunque mancato un ragionamento politico complessivo. Peraltro, ancora oggi non ravvisiamo la decantata trasparenza. Speriamo che la chiusura sia definitiva e che si possa procedere alla bonifica e al ripristino del sito, che richiederà dai 15 ai 20 anni. Un sito, ricordiamolo, che ha grande importanza dal punto di vista storico-naturalistico. Esprimiamo preoccupazione per un sistema discariche che si sta facendo strada sul territorio regionale, a discapito della necessaria lungimiranza politica, non soltanto tecnica, per questioni che non possono essere demandate unicamente ai tecnici. La Regione deve dare direttive politiche con coraggio e non abdicare alle proprie responsabilità. La Valle d'Aosta sta diventando la pattumiera del Nord Ovest d'Italia e questo dipende da scelte politiche: i rifiuti sono stati voluti per favorire qualcuno e non certo nell'interesse della comunità valdostana. Ci solleva che, per fortuna, tra i valdostani stia nascendo una nuova sensibilità ambientale.»

«Ieri - ha detto la Consigliera Manuela Nasso (M5S) - è successo qualcosa di gravissimo. In una piccola regione come la nostra arrivano rifiuti di aree industriali: è triste che il movimento verso la risoluzione di questo problema venga dalla magistratura e non dalla politica. Positivo è invece il fatto che le istanze dei cittadini abbiano trovato risposta: è quello che è accaduto con il contatto tra il Comitato di Pompiod e quello di Chalamy, dove la discarica è dieci volte più grande. Ora ci auspichiamo che chi non ha avuto le giuste attenzioni sul tema si assuma la propria responsabilità e ne subisca le conseguenze.»

Il Consigliere Roberto Cognetta (Mouv') è intervenuto dicendo che «il 16 dicembre 2015 quest'Aula ha adottato il Piano regionale dei rifiuti, che per i rifiuti speciali prevedeva un totale di 854.000 m3 di rifiuti, che veniva considerato sufficiente per i 5 anni successivi. Nel 2016 è stato poi concesso l'avvio della discarica di Pompiod, per oltre 550.000 m3, quindi un'altra per 2 milioni di m3. Quindi: perché prima si è valutata che fosse sufficiente lo spazio delle discariche, e poi si è scelto di autorizzare nuove discariche? Anche se la maggioranza era diversa, l'amministrazione è indipendente dalle persone che la compongono, e deve rispondere a prescindere dalle persone.»

Per il Consigliere Stefano Aggravi (Lega VdA), «nessuno di noi ha il monopolio dell'ascolto dei cittadini: ognuno, a modo suo, l'ha fatto. È quanto mai positivo che la cittadinanza si faccia parte attiva e spiace rilevare che, troppo spesso, i Comitati finiscono per essere cavalcati da certi partiti o movimenti. Nel percorso in Commissione, abbiamo cercato di analizzare puntualmente la situazione e tuttora permangono dei dubbi dal punto di vista procedurale e amministrativo. Riteniamo che la politica possa fare la sua parte, ma è necessario un intervento normativo. Cosa è possibile fare oggi? Intanto porre un punto di attenzione sull'analoga questione della discarica di Issogne e procedere pragmaticamente per cercare una soluzione che possa essere il più possibile condivisa e fornire una risposta ad un problema attuale che fa paura alla comunità

«Da un anno e mezzo - ha detto la Consigliera Chiara Minelli (RC-AC) - questo Consiglio si occupa di Pompiod, e già prima ci sono state interrogazioni e interpellanze. Tutti hanno cercato di prendere atto del problema e delle istanze della popolazione, ma la differenza è stata fatta dal Comitato di cittadini. Non possiamo limitarci ad aspettare che le indagini facciano il proprio corso: occorre invece dichiarare quali sono le intenzioni di questo Consiglio rispetto al tema delle discariche. In questo momento è necessario capire che cosa si vuole fare dal punto di vista politico e cosa si può fare dal punto di vista tecnico, per garantire e tutelare i cittadini e tutti noi. Da quando è aperta la discarica si sono succedute una decina di Giunte regionali: c'è quindi una responsabilità complessiva della politica, che dimostra una debolezza della politica stessa. È il sistema in sé che non funziona, e la sua instabilità non consente di individuare chiaramente le responsabilità. L'obiettivo che dobbiamo porci non è adesso stabilire chi ha più colpe di altri, perché questo è il lavoro della magistratura: dobbiamo invece predisporre gli atti che rispondano in modo chiaro a chi ci chiede di tutelare la salute collettiva, indipendentemente da chi è o sarà l'amministratore

«Il problema dei rifiuti esiste e va affrontato - ha rimarcato il Capogruppo dell'UV, Luca Bianchi -: cinque anni fa quando si è approvato il progetto della discarica di Pompiod, la realtà era che i rifiuti inerti e speciali dovevano essere conferiti fuori Valle, con costi molto alti per gli imprenditori valdostani. Era quindi necessario ovviare a questa situazione. È indiscutibile che oggi l'autorizzazione del 2010 - che va fino al 2020 - è stata estesa con un aumento dei codici CER autorizzati, così come c'è stato un incremento di rifiuti provenienti da fuori Valle. La risoluzione che abbiamo depositato va proprio nella direzione di impegnare il Consiglio ad approvare le opportune modifiche legislative per porre vincoli all'accettazione di rifiuti provenienti da altre regioni, con lo scopo di contenere la movimentazione dei rifiuti sul territorio regionale. Riguardo all'attualità, ho la massima fiducia nell'autorità giudiziaria affinché faccia luce sulle tipologie di rifiuti conferiti.»

Il Consigliere Elso Gerandin (Mouv') ha osservato: «Probabilmente la politica ha sottovalutato l'apertura di queste tipologie di discariche, non penso si debba parlare di malafede. Ora però la situazione è grave e non abbiamo ben chiare nemmeno le conseguenze. Ben vengano la creazione dei Comitati e la presentazione di petizioni. Non basta dimostrare solidarietà ai cittadini, è il momento di mettere chiarezza su questo percorso. I gruppi Mouv', Lega VdA e Misto presenteranno una risoluzione al riguardo

La Presidente del Consiglio, Emily Rini (PNV-AC-FV), ha espresso «preoccupazione per quanto accaduto in questi giorni: attendiamo gli esiti dell'operato della magistratura, verso la quale abbiamo piena fiducia. Come amministratori pubblici abbiamo il diritto e il dovere di chiedere che ci sia la massima trasparenza nella gestione di un argomento come questo. Dobbiamo quindi essere prudenti, senza cavalcare allarmismi e senza andare al di là di quelli che sono i dati oggettivi: dobbiamo veicolare informazioni esatte, nonostante la complessità della questione. Dal punto di vista politico, Front Valdôtain è contrario a progettare discariche che possano accogliere rifiuti da fuori Valle: occorre però andare al di là degli steccati politici per esprimere una posizione collettiva.»

Il Presidente della terza Commissione, Alessandro Nogara, ha precisato: «La priorità è risolvere la problematica e questo richiede la massima condivisione. È vero che la relazione di Commissione è scarna, ma si è ritenuto molto più utile che tutto il materiale fosse messo a disposizione dalla comunità.  Se non abbiamo optato per lo streaming è stato soltanto per evitare campagne elettorali fuori luogo. Ora non serve lanciarsi reciproche accuse o cercare di assumersi meriti ma lavorare per trovare soluzioni concrete.»

Per il Capogruppo di Stella Alpina, Pierluigi Marquis, «è sbagliato affrontare questa tematica in questo modo, perché abbiamo discusso per sei ore di questo argomento senza al momento trovare una soluzione concreta. La politica, se vuole essere responsabile, deve affermare dei principi, primo fra tutti il far confluire nelle discariche prodotti di prossimità, circoscrivendo la movimentazione di rifiuti sul territorio. Io ritengo che sia giunta l'ora di trovare una sintesi che affermi questi principi da introdurre e da attuare nella legislazione vigente. È sbagliato minimizzare la questione, ma è altrettanto irresponsabile creare allarmismo nella comunità. È positivo che si siano creati dei Comitati di cittadini per sensibilizzare la politica, ma non credo che questi abbiano bisogno di gruppi politici che vogliono intestarsi l'azione di difesa, pronti a cavalcare l'onda per accaparrarsi qualche like o qualche voto; hanno piuttosto bisogno della politica capace di dare una soluzione alle loro preoccupazioni.»

«La discarica - ha detto la Capogruppo di Alliance Valdôtaine, Patrizia Morelli - è sempre stata oggetto di una preoccupazione comprensibile, da parte degli abitanti dell'area. Sono stati fatti dei passi avanti dagli anni Novanta a oggi, sia da parte dei cittadini sia da parte delle amministrazioni, anche per una maggiore consapevolezza di tutti. Stiamo quindi vivendo un cambiamento di mentalità, testimoniato dall'impegno dimostrato da migliaia di cittadini: non è una sconfitta della politica, ma al contrario un indice di maturità e partecipazione. Dobbiamo raccogliere le istanze dei cittadini e prenderci la responsabilità di amministrare, interrogandoci sulla bontà e sull'opportunità delle nostre decisioni: queste sono battaglie da affrontare tutti insieme, altrimenti saranno delle piccole vittorie di Pirro. Vogliamo inoltre ribadire qui la nostra fiducia nei confronti dell'ARPA e del Corpo forestale valdostano.»

Per il Consigliere dell'UV Flavio Peinetti, «bisogna fare chiarezza sui ruoli: noi abbiamo degli strumenti politici - leggi, delibere, audizioni, sopralluoghi - che non sono quelli della magistratura. Io rivendico l'importanza e la serietà del lavoro che abbiamo fatto in Commissione nell'analizzare una tematica così delicata: ci siamo fatti un'idea della problematica grazie alle numerose audizioni e abbiamo condiviso delle conclusioni. Il risultato che auspichiamo è quello di portare un contributo che vada al di là dei soliti spot elettorali. Oggi dobbiamo dare una risposta: io credo che la risoluzione proposta dalla maggioranza possa essere condivisa e esamineremo anche le altre. Non è una risposta demagogica, ma concreta: un punto di partenza per iniziare a risolvere il problema. La gente da noi si aspetta questo

Il Capogruppo della Lega Vallée d'Aoste, Andrea Manfrin, ha commentato: «È vergognoso che qualcuno voglia mettere il cappello su una questione tanto delicata vantandosi di quanto è stato bravo e convocando perfino una conferenza stampa. Forse sarebbe meglio farsi un esame di coscienza.»

«La gestione dei rifiuti - ha detto il Capogruppo di Rete Civica-Alliance Valdôtaine, Alberto Bertin - è emblematica dell'evoluzione di un sistema democratico. La partecipazione quindi non può che essere positiva: occorre spingere sull'utilizzo di strumenti partecipativi e inclusivi introducendone di nuovi, perché le decisioni che vengono prese in questo modo sono migliori. La discarica di Pompiod è un dossier da anni sul tavolo dei diversi Assessori: se si fosse intervenuti prima, forse non si sarebbero create queste situazioni. Lo stesso vale per la discarica di Issogne. Le ipotesi accusatorie per Pompiod sono gravi e inquietanti: siamo fiduciosi nell'attività della magistratura. Il nostro ruolo però è, a questo punto, un altro: quello di guardare al futuro. Occorre che il Consiglio si esprima: non si possono chiudere tutte le discariche di inerti in Valle d'Aosta, ma la nostra regione non può diventare il ricettacolo di rifiuti che vengono da ogni angolo del nord Italia. Dobbiamo fermare il business del "turismo dei rifiuti", facendo in modo che questi viaggino il meno possibile e che le discariche raccolgano soltanto i rifiuti locali.»

Il Capogruppo di Mouv', Stefano Ferrero, ha preso atto «della volontà unanime di arrivare a una chiusura legittima della discarica e dell'indagine in corso da parte della magistratura. Qualora venisse accertato che siano state introdotte sostanze nocive, occorre attivarsi su due livelli di attenzione: quello sanitario, verificando che gli abitanti della zona non siano stati contaminati, e quello più economico, relativo alla bonifica. Dopo il danno, evitiamo la beffa di doverci accollare il costo di queste operazioni. Invito quindi il Presidente della Regione ad avviare le verifiche adeguate con l'ufficio legale

È quindi intervenuto l'Assessore all'ambiente, Albert Chatrian (AV), specificando: «Occorre essere costruttivi su un argomento su cui siamo stati sollecitati ad intervenire grazie ai Comitati dei cittadini. Innanzitutto, voglio precisare che Issogne è stata autorizzata nel 2014 e Pompiod nel 2016: la politica era già a conoscenza di queste situazioni. Un mese e mezzo fa abbiamo approvato una mozione, e la Commissione ha fatto un lavoro ricco e lungo. Affrontiamo un'emergenza, perché la comunità è preoccupatissima: occorrono soluzioni che possano ridimensionare le preoccupazioni della cittadinanza. Dobbiamo rispondere con i fatti e lo faremo attraverso due declinazioni. La prima è politica, nella quale ribadiamo la nostra attenzione nei confronti della salute e chiariamo il percorso che l'ente pubblico può intraprendere in maniera legittima per revocare queste autorizzazioni.»

«La seconda declinazione, invece - ha proseguito l'Assessore Chatrian -, prevede di procedere con una legge per porre limiti all'ingresso dei rifiuti. Abbiamo presentato due emendamenti al bilancio regionale per i quali auspichiamo un'approvazione unanime. Se c'è la legittimità amministrativa, la volontà politica è quella di revocare le autorizzazioni. È fondamentale affrontare la questione, ma senza strilli, senza voler puntare bandierine. Non vogliamo prendere in giro nessuno, semplicemente affermare ciò che possiamo fare: ridimensionare pesantemente il conferimento di rifiuti da fuori Valle e riavviare il processo del Piano rifiuti del 2015 facendo partecipare associazioni, Comuni, enti coinvolti, sperando di concludere entro la fine del 2020. La salute per noi resta al primo posto, siamo stati eletti per legiferare e migliorare la qualità di vita dei valdostani.»

Il Presidente della Regione, Antonio Fosson, ha parlato di «Legislatura straordinaria con eventi imprevisti che rendono tutto più difficile: il sequestro di ieri ha dato un'accelerazione ad un problema che avevamo già iniziato ad affrontare in maniera diversa perché c'è una nuova sensibilità ambientale sia tra la gente, sia tra la politica. La nostra salute dipende dallo stato dell'ambiente. Il Governo ha presentato degli emendamenti in Finanziaria e c'è in programma una legge su questo. Vogliamo risolvere questo problema al più presto e in questo senso va la nostra risoluzione in un percorso aperto e condiviso.»

I lavori sono sospesi e riprendono domani, giovedì 21 novembre, alle ore 9.00.

SC-MM-DJ