II Legislatura

Composizione

II Legislatura (1954-1959)

Per la prima volta nella storia repubblicana della Valle d'Aosta, gli ambienti cattolici e clericali, abbandonate le prospettive regionaliste, si trovano uniti in una battaglia elettorale condotta agitando la bandiera dell'anticomunismo.

Dal canto loro le sinistre, in accordo con l'Uv, puntano alla modifica della legge elettorale verso il sistema proporzionale, ma la Dc e i suoi alleati di governo impongono ancora il maggioritario nonostante la dura opposizione di alcuni parlamentari comunisti, come Giancarlo Pajetta. L'unico correttivo sta nelle proporzioni: 25 seggi, e non più 28, alla lista vincitrice e 10 alla seconda lista.

L'Union comprende che, data l'influenza del clero sulla base contadina e visto il "pericolo rosso" paventato anche dai giornali locali che riportano le cronache delle epurazioni staliniane, in quel momento un abbraccio con i comunisti può rivelarsi mortale. I tempi non sono pronti e l'unica soluzione resta quella di presentarsi alle elezioni per conto proprio. Il risultato della consultazione del 14 novembre 1954 è quasi scontato: la lista di matrice democristiana, denominata "Concentrazione Partiti Democratici", grazie ai 22.623 voti ottenuti, pari al 40,7%, ottiene 25 eletti (tra cui 2 socialdemocratici, 2 liberali e 2 indipendenti), l'Unione Democratica Autonomista Valdostana delle sinistre prende 16.766 voti e 9 seggi; per effetto del "panachage" anche l'Uv ottiene un seggio e dal significato particolare: l'ultimo posto utile per entrare nel Consiglio Valle va a Maria Celeste Perruchon, la vedova di Emile Chanoux, con oltre 16.500 voti di preferenza. Il 9 dicembre viene eletta la giunta: l'avvocato Vittorino Bondaz diventa presidente della Regione e assume contemporaneamente la guida della Dc, Arbaney e Berthet conservano il loro assessorato, rispettivamente dell'Agricoltura e Foreste e della Pubblica Istruzione, Bionaz va alle Finanze; Mauro Bordon al Turismo, Michele Marchiando all'Industria e Commercio, Giovanni Maschio alla Sanità e Assistenza Sociale e Luigi Vesan ai Lavori Pubblici esordiscono nell'esecutivo. Un liberale, Enrico Pareyson, assume la presidenza del Consiglio; parco di parole, condurrà l'assemblea, con imparzialità e signorilità, per tutta la legislatura.

La corrispondenza tra il governo regionale e l'appartenenza politica dei parlamentari porta qualche vantaggio: viene rinegoziato il riparto fiscale con lo Stato e le risorse vengono investite in grandi opere di ammodernamento. Le strade per le vallate di Gressoney, Ayas, Valtournenche e Cogne diventano carrozzabili. Viene costruita la diga di Beauregard di Valgrisenche e cominciano i lavori per quella di Place Moulin, che sarà ultimata nel 1964. Nel 1958 vengono costituite le società concessionarie del traforo del Monte Bianco che inizieranno i lavori all'inizio del 1959. Prende il via anche la costruzione dell'autostrada Torino-Aosta. Vengono edificate scuole e infrastrutture sportive (lo stadio Puchoz è di quel periodo) e il turismo conosce il primo impulso con diversi corsi di formazione e l'inaugurazione, nel 1957, della scuola alberghiera di Châtillon.

Anche la Cogne ottiene un rilancio dimensionale: nonostante il piano del 1954 preveda ancora licenziamenti, al criterio economico subentra la logica elettoralistica di gestione del potere e il direttore Anselmetti opta per le assunzioni.

Il rilancio della Cogne e l'apertura di grandi cantieri, abbinata al bassissimo tasso di disoccupazione esistente, provoca un'altra rivoluzione demografica che accelera la progressiva "italianizzazione" della Valle d'Aosta. Dopo il flusso migratorio del Ventennio, caratterizzato dall'arrivo di molte famiglie piemontesi, lombarde e venete, questa nuova ondata è soprattutto di calabresi che vanno a stabilirsi prevalentemente nel capoluogo o nelle immediate vicinanze. Ad Aosta viene istituito un ufficio di assistenza agli immigrati.

Anche la produzione legislativa regionale in questo periodo comincia a prendere corpo. La Regione approva la legge sulle acque pubbliche e quella sulle miniere, fissa l'organizzazione degli uffici, licenzia norme per la promozione del commercio e dell'artigianato e per l'assistenza sociale ai lavoratori autonomi.

Col senno di poi e con l'espansione della "macchina" amministrativa il Palazzo regionale non può certo dirsi un'opera mastodontica.

La legislatura si chiude nel giugno del 1959, ma un mese prima si tiene l'ennesima inaugurazione che pare un messaggio verso i nuovi orizzonti a cui sta guardando la Valle d'Aosta: nasce l'aeroporto regionale.