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Forum: Convenzione per lo Statuto

20 settembre 2007

Due percorsi , inconciliabilmente alternativi , per aggiornare lo Statuto valdostano .

Giancarlo Borluzzi

In Italia vige una Costituzione che detta i valori alla base della convivenza civile ; in particolare l'art . 2 garantisce i diritti inviolabili della persona ( comprendente la libertà di scelta culturale ) e l'art . 3 sottolinea la pari dignità dei cittadini ( per cui in Valle nessuno può imporre ad altri qualcosa ritenendosi titolato dall'essere più o meno aurtoctono ) . Che lo Statuto regionale valdostano sia anacronistico è indubitabile , ma la sua riscrittura non può essere un taccone peggiore del buco , deve cioè configurarsi quale occasione per salvaguardare le specificità effettive dei residenti senza tentare di inventarne a tavolino di fittizie in base a ideologie integraliste dissociate dalla realtà e in aperto contrasto con i valori costituzionali preindicati . Non entro in merito all'aderenza alla realtà valdostana e agli articoli 2 e 3 della Costituzione da parte dello Statuto nel 1948 : poteva essere fisiologica una superficialità governativa verso le problematiche di un territorio ove dimora un cinquecentesimo della popolazione nazionale , fisiologica in rapporto alle infinite problematiche post belliche . Ma oggi si può e si deve agire con cognizione di causa da parte parlamentare per rimettere sui binari del rispetto della persona e delle sue imprescindibili libertà una Valle d'Aosta che ne è fuori per un'insieme di " a priori " tanto insensati quanto diffusi a causa di pigrizie culturali e servilismi politici . In generale , non è balzano che una Regione proponga al Parlamento un aggiornamento del suo Statuto ; ma è da rigettare come ridicolo il tentativo di una parte politica , confortata dall'acritico sostegno dei suoi gregari e aspiranti gregari , di fingere una Valle inesistente per calare nel suo nuovo Statuto regionale quanto comicamente sopravvive da oltre sessant'anni nel suo statuto partitico , prescindendo dal buon senso e dal rispetto verso i cittadini . In altri termini , uno Statuto regionale rinnovato deve essere un abito che non sta stretto ai cittadini , in quanto deve permettere loro di autodeterminarsi come meglio credono ; non può essere una camicia di forza in cui essere annullati in base a un'ideologia micronazionalista che vorrebbe pareggiare tutti i residenti a quelli eventualmente presenti nei secoli scorsi . Le specificità di una regione sono date dalla sommatoria delle libere scelte personali , non dal trasferimento in Valle di metodiche politiche fondamentaliste estranee al mondo occidentale . Va poi da sè che appare comica la riscrittura del proprio Statuto da parte di una Regione che riceve dallo Stato una volta e mezza le tasse che non versa : l'auspicabile perpetuazione dei regali va concessa da Roma in base a una visione nazionale e solidalistica della problematica , non può essere data per scontata e immessa nel nuovo Statuto dai fruitori dei privilegi . In Valle esiste un clima che rende eufemisticamente " dubbia " la riscrittura statutaria secondo i valori costituzionali e la pur poca documentazione prodotta finora dalla Convenzione , creatura del partito di maggioranza regionale , lo dimostra . Ma esiste la volontà , mia e di altri , di addivenire a uno Statuto in linea con i principi sopra esposti : non contano i numeri elettorali in una regione sonnolenta ove il servilismo e la superficialità politica imperversano . Contano i valori da rispettare e forte dell'oggettiva giustezza di questa posizione la mia parte politica opererà a Roma affinchè questa Regione torni sui binari della libertà e di quel realistico buon senso che ha da tempo abbandonato .

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