Eventi e ricorrenze

27 marzo 2012

“Voci di Pace”: l’esperienza di incontro tra giovani israeliani, palestinesi e valdostani


Si salutano con due espressioni “shalom” e “salam” che, tradotti, significano pace, ma questa è una dimensione che non vivono e non conoscono. Gli israeliani e i palestinesi sono da sempre coinvolti in un drammatico conflitto che li divide, togliendo speranza e futuro in particolare ai giovani adolescenti. Dieci di loro, cinque israeliani e cinque palestinesi, sono stati accolti in Valle d’Aosta nell’ambito del progetto “Voci di pace” per facilitare, in un contesto neutro, il dialogo e il confronto delle esperienze.


Dal 19 al 29 marzo i ragazzi, ospitati presso la Cure di Gressan, si  sono incontrati con i loro coetanei delle scuole superiori della Valle d’Aosta, il Liceo Maria Adelaide di Aosta e il Liceo scientifico di Saint-Vincent, con cui hanno condiviso momenti ludici e ricreativi e attività di riflessione e di conoscenza del conflitto israelo-palestinese. Due anche i momenti di incontro più istituzionale con la visita al Consiglio regionale e all’Assemblea comunale della città di Aosta, con un’appendice alla Cittadella dei giovani di Aosta, che nella serata di ieri, martedì 27 marzo 2012, li ha visti protagonisti di un incontro pubblico, durante il quale hanno avuto la possibilità di raccontarsi per far conoscere la realtà nella quale vivono e per condividere la loro esperienza di dialogo, accompagnati dallo psicoterapeuta Mustafa Qossaqsi, che ha supportato il gruppo nelle attività.


«Il valore aggiunto di questa esperienza – ha spiegato Mustafa Qossaqsiè innanzitutto quello di riumanizzare questi ragazzi l’uno agli occhi dell’altro e non lasciarli intrappolati in un ruolo di rappresentanti astratti di un’idea di nemico. Conoscersi e umanizzarsi non vuol dire naturalmente negare le ragioni del conflitto, anzi è un modo per approcciare il conflitto in maniera più schietta, più vera, però sempre in un luogo sicuro, in una condizione che non ferisca l’umanità né degli uni né degli altri.»



Nel corso della serata sono emersi in particolare i cambiamenti di pensiero che l’incontro con gli altri ha generato in loro. Lo ha confermato Rasha, giovane palestinese: «porto con me tante idee sulla pace e una buona volontà: sono cose che ho imparato dai ragazzi israeliani e valdostani. Valori che vorrò tenere con me tornando a casa.» Ma anche il sentimento di speranza, così come indicato da Karin, israeliana: «da questo viaggio porto con me la sicurezza, la capacità di esprimere di più e meglio quello che penso e quello che sento e anche un po’ più di speranza rispetto alla possibilità di farcela.»


Entusiasmo è stato espresso anche dai giovani valdostani che hanno accompagnato i dieci ragazzi in questo percorso di dialogo e ai quali è stata offerta l’opportunità rara e preziosa di dare ai contenuti teorici riguardanti la storia, la cultura e la situazione politica israeliano-palestinese, contorni ben più concreti e indimenticabili, legati all'incontro e allo scambio di vissuti e riflessioni all'interno del gruppo tra pari. Lo ha riferito un’appassionata Giada: «Per noi ora il conflitto in quella parte del mondo non sarà più una semplice notizia ascoltata nei telegiornali, ma avrà dei volti e dei sentimenti molto precisi.»



Il progetto “Voci di Pace” è stato promosso dalla sezione valdostana del Movimento internazionale della riconciliazione e dall’Istituto pace sviluppo e innovazione delle Acli di Aosta, in collaborazione con il Consiglio Valle, l’Assessorato istruzione e cultura della Regione autonoma Valle d’Aosta, la Presidenza del Consiglio comunale di Aosta e il patrocinio dell’Università della Valle d’Aosta.



Il Consigliere regionale Gianni Rigo, nell’introdurre la serata ha richiamato l’importanza dell’appoggio morale delle istituzioni e della società civile. «Non dobbiamo lasciarli soli – ha detto Rigo –. La validità del dialogo e del riconoscimento reciproco è forse l’unica e vera strada possibile per cercare la soluzione di questo conflitto, che vive oggi l’ennesima impasse e dove il pessimismo regna tra le parti. Questa sera mi piace immaginare la Valle d’Aosta come un piccolo ma sicuro porticciolo dove questi ragazzi possono accumulare esperienze ed energie positive da mettere a frutto una volta tornati al loro paese affinché possano essere risorse di pace.»