Eventi e ricorrenze
10 febbraio 2012
I volontari a Casa Speranza
L’incontro, organizzato dal Consiglio regionale in sinergia con l’Associazione “Casa Sperantei” Comitato Suore di San Giuseppe onlus, è rientrato nel ciclo di quattro appuntamenti volto a diffondere la conoscenza dell’attività di questa struttura, che si trova a circa 90 km da Bucarest, a Campina. Se ad Aosta si è parlato del contesto di Casa Speranza e a Saint-Vincent delle conseguenze dell’abbandono, a Donnas è stato trattato il tema del volontariato, visto che in Romania, accanto agli operatori, si alternano persone che dedicano parte del loro tempo a chi è maggiormente bisognoso, trascorrendo un periodo a Casa Speranza.
«Decidere di impegnarsi in un’attività di volontariato non può che fare bene – ha evidenziato nella sua introduzione il Vicepresidente dell’Assemblea regionale, André Lanièce –: è un’opportunità di apprendimento, di crescita personale, ma anche di rafforzamento del senso di appartenenza alla società, riuscendo in tal modo a sviluppare un sistema basato sulla fiducia e sulla cooperazione, oltre che a incoraggiare attitudini comportamentali basate sull’impegno per il bene comune.»
Mauro Cometto, Coordinatore tecnico della Federazione regionale dei Volontari del Soccorso, ha spiegato il significato dell’espressione “cittadinanza attiva”, che si esplicita anche col volontariato: «vuol dire analizzare e evidenziare i bisogni, stimolando le Pubbliche Amministrazioni a dare le risposte più opportune. Il volontariato è una rete stupenda di emozioni e energia, capace di sfondare le barriere che invece bloccano la diplomazia.»
Elvira Venturella, Presidente dell'Associazione di volontariato "Psicologi per i popoli-Emergenza Valle d'Aosta” ha invece analizzato la figura del volontario dal punto di vista psicologico, precisando: «le richieste eccessive, la difficoltà di adattarsi al nuovo contesto, l’ansia di non essere adeguati e i sensi di colpa per non poter ‘salvare tutti’ rischiano di minare l’equilibrio psichico. Ma, superati questi aspetti, dedicarsi al volontariato migliora la capacità di far fronte alle difficoltà e riconoscere i propri limiti, dando il vero valore alla persona e, quindi, alla vita.»
I momenti più commoventi della serata sono però coincisi con le testimonianze di chi a Casa Speranza ha trascorso un periodo: Ettore, Enrica, Andrea, Marie-Rose e i giovanissimi Atena, Elisa e Silvia hanno presentato, anche grazie all’ausilio di fotografie, alcuni dei cinquanta bambini ospitati nella struttura, ripercorrendo la toccante esperienza in Romania, profondamente scolpita nel loro vissuto, «perché, una volta andati a Casa Speranza, non si può non ritornare.»