Info Conseil

Comunicato n° 37 del 26 gennaio 2005

INTERROGAZIONE SULLE MISURE DI SICUREZZA PER GLI INVASI ARTIFICIALI DELLA REGIONE

Sulle interrogazioni, il Consigliere Dario Frassy (La Casa delle Libertà) ha chiesto notizie sulle misure di sicurezza per gli invasi artificiali della Regione.

Nella risposta, l’Assessore all’Ambiente, Territorio e Opere Pubbliche, Alberto Cerise, ha sottolineato che “l’organismo principale per il controllo delle dighe è il Registro Italiano Dighe. Il Rid svolge regolarmente le sue funzioni attraverso sopralluoghi periodici degli invasi e l’emanazione di specifiche disposizioni. Le società che gestiscono gli invasi artificiali proseguono nell’opera di monitoraggio e di verifica stabiliti dai disciplinari di gestione, informando poi il Provveditorato. Le misure di monitoraggio e di sicurezza consistono: nei controlli dell’integrità e staticità della dighe, e l’entità delle eventuali perdite; nelle specifiche procedure di gestione dei livelli di invaso e di avviso delle autorità locali in caso di necessità di invaso. L’Enel ha effettuato per i diversi invasi regionali uno studio idraulico dove venivano prese in considerazione le conseguenze sia di un’ipotetica rottura improvvisa delle dighe sia dell’apertura degli scarichi presenti in ogni diga. Questi studi integrano sia le procedure di emergenza sia per il piano regionale di protezione civile.”

Nella replica, il Consigliere Dario Frassy ha detto che “non ho compreso molto la risposta. Al di là dell’impianto legislativo che ci è stato presentato, esprimo la mia insoddisfazione sul merito della questione. Siamo convinti che ci siano diversi soggetti che verificano l’integrità della sbarramenti, ma l’emergenza è data dalla struttura della Protezione civile e dai piani studiati e condivisi con le popolazioni a rischio. Siamo preoccupati per quel che concerne la questione sicurezza riguardante le dighe Place Moulin, Cignana e Goyet e le popolazioni interessate. Perché non crediamo che le popolazioni siano a conoscenza delle misure di sicurezza. E la Protezione civile regionale deve assumersi il compito di collaborare in materia attiva con il Registro nazionale. Le dighe sono delle realtà che incombono sulle nostre comunità. Anche se crediamo che certe situazioni non accadranno mai, bisognerebbe gestire meglio la fase di elaborazione dei Piani. Sono materie che comportano delle responsabilità precise della Protezione civile.”