Info Conseil
Comunicato n° 411 del 3 dicembre 2004
L’AFGHANA JOYA MALALI HA VINTO IL PREMIO INTERNAZIONALE
Nel corso della cerimonia che si è tenuta nel Salone Gran Paradiso
L’afghana Joya Malali è stata premiata quale “Donna dell’anno” 2004.
Il Premio internazionale le è stato consegnato dal Presidente del Consiglio regionale Ego Perron durante la cerimonia che si è svolta nella serata di oggi, venerdì 3 dicembre, nel Salone Gran Paradiso del Grand Hôtel Billia di Saint-Vincent.
“A Joya Malali, per la sua grande forza, perché ha avuto il coraggio di sognare e di vivere i propri sogni, perché con le sue battaglie ci ricorda sempre che l’ingiustizia, in qualsiasi luogo, è una minaccia alla vita. La sua forza morale può dare una speranza alle donne afgane e a tutto il suo travagliato Paese” è la motivazione del riconoscimento attribuitole dalla Giuria.
Joya Malali, membro della Loya Girga Afghana (Grande Assemblea), durante una riunione del dicembre 2003 nella quale si discuteva della nuova Costituzione afgana, si è coraggiosamente alzata a denunciare i crimini commessi dai signori della guerra, insediati alla presidenza delle Commissioni della Jirga stessa. Ha detto quello che nessuno aveva osato dire fino ad allora, ovvero che molti dei rappresentanti della Jirga sono criminali e dovrebbero essere giudicati da un tribunale internazionale. Il suo intervento ha causato lo scompiglio tra i presenti, soprattutto tra i mujahiddin, che hanno sovrastato la sua voce gridando “morte ai comunisti”. Il gesto di Joya è stato molto coraggioso molti afgani lo condividono. Per tutta la durata della Loya Jirga Joya sarà sotto la protezione delle Nazioni Unite.
Le azioni criminali cui Joya ha fatto riferimento sono quelle verificatesi durante il dominio dei Jehadi, tra il 1992 e il 1996. I Jehadi noti per aver gettato acido sul volto delle donne, per aver tagliato via i loro seni e altre atrocità hanno ottenuto il potere nel 1980 quando gli Stati Uniti ritennero conveniente finanziarli armarli e addestrarli contro l’invasore sovietico. Durante il loro dominio hanno terrorizzato la popolazione civile con bombardamenti, stupri torture, a livello tale che quando apparvero il talebani furono accolti come i salvatori. Inutile dirlo che alla Jirga sono rappresentati in forze e sostenuti dagli Stati Uniti.
E’ membro della Associazione OPAWC – Organisation for Promoting Afghan Women’s Capabilities che è attiva soprattutto con le donne in progetti di microcredito e attività imprenditoriali femminili.
Oltre alla vincitrice, sono stati assegnati il Premio Soroptimist Club Valle d’Aosta all’uzbeka Tamara Chikunova, fondatrice dell’Associazione pubblica “Madri contro la pena di morte e la tortura”, che dal 2000 dopo la perdita del figlio con un’esecuzione capitale, con altre donne combatte per l’abolizione della pena di morte in Uzbekistan. Grazie all’operato e alla mediazione della sua organizzazione, ingaggiando bravi avvocati Tamara ha finora contribuito a salvare le vite di 19 condannati alla pena capitale malgrado le incredibili difficoltà per la contrarietà del governo alla sua attività umanitaria.
La motivazione è stata la seguente: “A Tamara Chikunova, che colpita dall’immensa crudeltà di una barbara esecuzione, ha saputo vincere il dolore e la disperazione, con il coraggio di chi non si arrende davanti all’ingiustizia, ma la combatte con fermezza. La sua dedizione totale in difesa dei diritti umani e contro la pena di morte costituisce un raro esempio di umanità.”
Infine, una menzione speciale è andata alla valdostana Dora Frate, “che dedica il suo tempo agli altri con l’unico pensiero di aiutare i più bisognosi, che ha avuto il coraggio di operare in zone di guerra e sostenere le persone che subisco la violenza senza colpe”.
Volontaria del soccorso dal 1998, è impegnata da un decennio in missioni di volontariato all’estero. Nel 1994 e nel 2002 ha prestato servizio nel campo profughi bosniaco a Sarajevo, nel 1999 ha partecipato alla missione “Arcobaleno” in Albania e infine, a partire dal 2003 a tutt’oggi, in varie operazioni, ha prestato servizio nell’Ospedale CRI di Baghdad in Iraq.
Una sintesi della cerimonia sarà trasmessa domenica 5 dicembre su Raitre, dalle ore 9.45 alle ore 10.45, negli spazi di RaiVd’A.
Tweet
Il Premio internazionale le è stato consegnato dal Presidente del Consiglio regionale Ego Perron durante la cerimonia che si è svolta nella serata di oggi, venerdì 3 dicembre, nel Salone Gran Paradiso del Grand Hôtel Billia di Saint-Vincent.
“A Joya Malali, per la sua grande forza, perché ha avuto il coraggio di sognare e di vivere i propri sogni, perché con le sue battaglie ci ricorda sempre che l’ingiustizia, in qualsiasi luogo, è una minaccia alla vita. La sua forza morale può dare una speranza alle donne afgane e a tutto il suo travagliato Paese” è la motivazione del riconoscimento attribuitole dalla Giuria.
Joya Malali, membro della Loya Girga Afghana (Grande Assemblea), durante una riunione del dicembre 2003 nella quale si discuteva della nuova Costituzione afgana, si è coraggiosamente alzata a denunciare i crimini commessi dai signori della guerra, insediati alla presidenza delle Commissioni della Jirga stessa. Ha detto quello che nessuno aveva osato dire fino ad allora, ovvero che molti dei rappresentanti della Jirga sono criminali e dovrebbero essere giudicati da un tribunale internazionale. Il suo intervento ha causato lo scompiglio tra i presenti, soprattutto tra i mujahiddin, che hanno sovrastato la sua voce gridando “morte ai comunisti”. Il gesto di Joya è stato molto coraggioso molti afgani lo condividono. Per tutta la durata della Loya Jirga Joya sarà sotto la protezione delle Nazioni Unite.
Le azioni criminali cui Joya ha fatto riferimento sono quelle verificatesi durante il dominio dei Jehadi, tra il 1992 e il 1996. I Jehadi noti per aver gettato acido sul volto delle donne, per aver tagliato via i loro seni e altre atrocità hanno ottenuto il potere nel 1980 quando gli Stati Uniti ritennero conveniente finanziarli armarli e addestrarli contro l’invasore sovietico. Durante il loro dominio hanno terrorizzato la popolazione civile con bombardamenti, stupri torture, a livello tale che quando apparvero il talebani furono accolti come i salvatori. Inutile dirlo che alla Jirga sono rappresentati in forze e sostenuti dagli Stati Uniti.
E’ membro della Associazione OPAWC – Organisation for Promoting Afghan Women’s Capabilities che è attiva soprattutto con le donne in progetti di microcredito e attività imprenditoriali femminili.
Oltre alla vincitrice, sono stati assegnati il Premio Soroptimist Club Valle d’Aosta all’uzbeka Tamara Chikunova, fondatrice dell’Associazione pubblica “Madri contro la pena di morte e la tortura”, che dal 2000 dopo la perdita del figlio con un’esecuzione capitale, con altre donne combatte per l’abolizione della pena di morte in Uzbekistan. Grazie all’operato e alla mediazione della sua organizzazione, ingaggiando bravi avvocati Tamara ha finora contribuito a salvare le vite di 19 condannati alla pena capitale malgrado le incredibili difficoltà per la contrarietà del governo alla sua attività umanitaria.
La motivazione è stata la seguente: “A Tamara Chikunova, che colpita dall’immensa crudeltà di una barbara esecuzione, ha saputo vincere il dolore e la disperazione, con il coraggio di chi non si arrende davanti all’ingiustizia, ma la combatte con fermezza. La sua dedizione totale in difesa dei diritti umani e contro la pena di morte costituisce un raro esempio di umanità.”
Infine, una menzione speciale è andata alla valdostana Dora Frate, “che dedica il suo tempo agli altri con l’unico pensiero di aiutare i più bisognosi, che ha avuto il coraggio di operare in zone di guerra e sostenere le persone che subisco la violenza senza colpe”.
Volontaria del soccorso dal 1998, è impegnata da un decennio in missioni di volontariato all’estero. Nel 1994 e nel 2002 ha prestato servizio nel campo profughi bosniaco a Sarajevo, nel 1999 ha partecipato alla missione “Arcobaleno” in Albania e infine, a partire dal 2003 a tutt’oggi, in varie operazioni, ha prestato servizio nell’Ospedale CRI di Baghdad in Iraq.
Una sintesi della cerimonia sarà trasmessa domenica 5 dicembre su Raitre, dalle ore 9.45 alle ore 10.45, negli spazi di RaiVd’A.