Info Conseil
Comunicato n° 330 del 6 ottobre 2004
RESPINTE DUE MOZIONI SUL COMPORTAMENTO DEL PRESIDENTE DEL CELVA IN OCCASIONE DELLE ELEZIONI EUROPEE DEL 2004
Seduta antimeridiana del Consiglio regionale
Il Consiglio ha affrontato la discussione sulle mozioni, successivamente respinte, presentate dai consiglieri dei gruppi dell’Arcobaleno Vallée d’Aoste e della Casa delle Libertà in merito al comportamento del Presidente del Consiglio permanente degli Enti Locali-Celva in occasione delle elezioni europee 2004.
Nel prendere la parola per presentare l’iniziativa, il Consigliere Elio Riccarand (Arcobaleno) ha affermato che “questo dibattito non è superato perché riguarda un comportamento che ha determinato una turbativa del regolare svolgimento della campagna elettorale per le elezioni europee. Un fatto comunque grave che deve far riflettere. Intendiamo biasimare il comportamento del Presidente del Celva, e attraverso il Consiglio chiediamo che lo si inviti a rassegnare le dimissioni da questa carica. Inoltre, chiediamo l’impegno del Presidente della Regione ad assumere le iniziative opportune nei confronti di chi, utilizzando la propria carica pubblica, ha turbato la campagna elettorale ed ha istigato alla violazione delle norme sulla privacy.”
Sull’argomento è intervenuto, quindi, il Consigliere Dario Frassy (La Casa delle Libertà) che ha dichiarato che “bisogna prendere in esame il modo in cui sono state esplicitate le funzioni del Presidente del Celva. In questo caso non può passare la questione tra l’indifferenza, perché il Celva è un organismo costituito tramite decreto del Presidente della Regione e usufruisce di risorse pubbliche. Se la lettera è stata spedita da quegli uffici, allora si tratta di un gesto assolutamente da stigmatizzare. Occorre una precisa presa di posizione per biasimare un tale disinvolto comportamento.”
Rispondendo alle due mozioni, il Presidente della Regione Perrin ha affermato che “una richiesta di informazioni è stata inviata ai sindaci per sapere se avevano dato seguito all’invito del Presidente del Celva, Diego Empereur. Dal rapporto ricevuto dal Celva, è emerso che dei sedici comuni interessati nove hanno dichiarato di non aver diffuso alcun dato, mentre gli altri sette hanno aderito, in forme diverse, all’invito del Celva.” Dopo aver dato notizia della nota inviata dal Consiglio permanente degli Enti Locali, il Presidente Perrin ha quindi detto che “dal tenore delle risposte si evidenzia che tutti i Sindaci che hanno aderito in qualche modo alla richiesta, hanno dichiarato di non aver usato risorse umane e finanziarie del Comune e di aver tenuto conto della normativa vigente in materia di privacy.”
Per Carlo Curtaz (Arcobaleno) “l’aspetto positivo è che il Presidente Perrin ha dichiarato inopportuna questa iniziativa. Sul merito della vicenda, emergono delle situazioni curiose. In questo caso non c’è stata distinzione tra organismo e sede di partito. La questione grave è proprio quella della cultura politica, perché non si distingue più tra partito e amministrazione, c’è commistione e questa non è una cosa normale. Si è trattato di risorse pubbliche utilizzate per altri fini. Bisogna che ci sia un fermo richiamo sul rispetto dei ruoli istituzionali per evitare che in futuro ci sia una confusione di funzioni.”
Il Consigliere Fedele Borre (Union Valdôtaine) ha poi dichiarato che “non siamo in un tribunale popolare. La lettera in questione non è ufficiale, si è trattato di un normale scambio di comunicazione tra sindaci come ne avvengono molti tutti i giorni. Non c’è stato spreco. Si tratta di una manovra demagogica da parte delle opposizioni.”
Il Consigliere Dario Frassy (La Casa delle Libertà) ha precisato che “è stata portata maggior chiarezza sulla situazione dopo le dichiarazioni del Presidente della Regione. Veniamo a sapere che alcuni comuni hanno comunque fornito gli elenchi di dati. Dire che non è successo niente non è vero ed è assurdo. Parliamo di fondi pubblici utilizzati per una iniziativa di parte.”
Nella replica, Riccarand ha ribadito che “il rapporto evidenzia delle colpe chiare. Il Presidente ha agito come Vicepresidente dell’Union e non come Celva. Questi elenchi non si potevano avere e in questo caso si è agito usando dei canali illegittimi.”
Il Consiglio ha quindi respinto le due mozioni.
Quella presentata dal gruppo Arcobaleno Vallée d’Aoste ha ottenuto 3 voti favorevoli, 8 astensioni (i consiglieri della Stella Alpina, della Casa delle Libertà e della Fédération Autonomiste) e 18 contrari.
L’iniziativa della Casa delle Libertà è stata respinta con 6 voti favorevoli, 5 astensioni (Stella Alpina e Fédération Autonomiste) e 20 contrari.
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Nel prendere la parola per presentare l’iniziativa, il Consigliere Elio Riccarand (Arcobaleno) ha affermato che “questo dibattito non è superato perché riguarda un comportamento che ha determinato una turbativa del regolare svolgimento della campagna elettorale per le elezioni europee. Un fatto comunque grave che deve far riflettere. Intendiamo biasimare il comportamento del Presidente del Celva, e attraverso il Consiglio chiediamo che lo si inviti a rassegnare le dimissioni da questa carica. Inoltre, chiediamo l’impegno del Presidente della Regione ad assumere le iniziative opportune nei confronti di chi, utilizzando la propria carica pubblica, ha turbato la campagna elettorale ed ha istigato alla violazione delle norme sulla privacy.”
Sull’argomento è intervenuto, quindi, il Consigliere Dario Frassy (La Casa delle Libertà) che ha dichiarato che “bisogna prendere in esame il modo in cui sono state esplicitate le funzioni del Presidente del Celva. In questo caso non può passare la questione tra l’indifferenza, perché il Celva è un organismo costituito tramite decreto del Presidente della Regione e usufruisce di risorse pubbliche. Se la lettera è stata spedita da quegli uffici, allora si tratta di un gesto assolutamente da stigmatizzare. Occorre una precisa presa di posizione per biasimare un tale disinvolto comportamento.”
Rispondendo alle due mozioni, il Presidente della Regione Perrin ha affermato che “una richiesta di informazioni è stata inviata ai sindaci per sapere se avevano dato seguito all’invito del Presidente del Celva, Diego Empereur. Dal rapporto ricevuto dal Celva, è emerso che dei sedici comuni interessati nove hanno dichiarato di non aver diffuso alcun dato, mentre gli altri sette hanno aderito, in forme diverse, all’invito del Celva.” Dopo aver dato notizia della nota inviata dal Consiglio permanente degli Enti Locali, il Presidente Perrin ha quindi detto che “dal tenore delle risposte si evidenzia che tutti i Sindaci che hanno aderito in qualche modo alla richiesta, hanno dichiarato di non aver usato risorse umane e finanziarie del Comune e di aver tenuto conto della normativa vigente in materia di privacy.”
Per Carlo Curtaz (Arcobaleno) “l’aspetto positivo è che il Presidente Perrin ha dichiarato inopportuna questa iniziativa. Sul merito della vicenda, emergono delle situazioni curiose. In questo caso non c’è stata distinzione tra organismo e sede di partito. La questione grave è proprio quella della cultura politica, perché non si distingue più tra partito e amministrazione, c’è commistione e questa non è una cosa normale. Si è trattato di risorse pubbliche utilizzate per altri fini. Bisogna che ci sia un fermo richiamo sul rispetto dei ruoli istituzionali per evitare che in futuro ci sia una confusione di funzioni.”
Il Consigliere Fedele Borre (Union Valdôtaine) ha poi dichiarato che “non siamo in un tribunale popolare. La lettera in questione non è ufficiale, si è trattato di un normale scambio di comunicazione tra sindaci come ne avvengono molti tutti i giorni. Non c’è stato spreco. Si tratta di una manovra demagogica da parte delle opposizioni.”
Il Consigliere Dario Frassy (La Casa delle Libertà) ha precisato che “è stata portata maggior chiarezza sulla situazione dopo le dichiarazioni del Presidente della Regione. Veniamo a sapere che alcuni comuni hanno comunque fornito gli elenchi di dati. Dire che non è successo niente non è vero ed è assurdo. Parliamo di fondi pubblici utilizzati per una iniziativa di parte.”
Nella replica, Riccarand ha ribadito che “il rapporto evidenzia delle colpe chiare. Il Presidente ha agito come Vicepresidente dell’Union e non come Celva. Questi elenchi non si potevano avere e in questo caso si è agito usando dei canali illegittimi.”
Il Consiglio ha quindi respinto le due mozioni.
Quella presentata dal gruppo Arcobaleno Vallée d’Aoste ha ottenuto 3 voti favorevoli, 8 astensioni (i consiglieri della Stella Alpina, della Casa delle Libertà e della Fédération Autonomiste) e 18 contrari.
L’iniziativa della Casa delle Libertà è stata respinta con 6 voti favorevoli, 5 astensioni (Stella Alpina e Fédération Autonomiste) e 20 contrari.