Info Conseil

Comunicato n° 231 del 21 aprile 2016

Respinta la proposta di legge sulla copertura in lose di pietra

Seduta consiliare del 21 aprile 2016

Con 20 voti contrari (UV, SA, PD-SVdA) e 14 a favore (UVP, ALPE, M5S), il Consiglio Valle, nella seduta del 21 aprile 2016, ha respinto la proposta di legge in materia di copertura in lose di pietra, volta a modificare la normativa regionale n. 13 del 2007.

L'iniziativa legislativa, presentata dal gruppo consiliare Union Valdôtaine Progressiste, intendeva introdurre l'obbligo di mantenere in lose di pietra il manto di copertura dei tetti, qualora sia già realizzato con questo materiale.

Il Consigliere dell'UVP Nello Fabbri, nell'illustrare il testo, ha osservato che «a nove anni dall'entrata in vigore della disciplina regionale n. 13, la legge non è ancora del tutto operativa: molti Comuni non hanno ancora provveduto a individuare gli ambiti territoriali nei quali il manto di copertura deve essere realizzato in lose. Questo notevole ritardo genera il proliferare di varie tipologie di coperture che corre il rischio di alterare il paesaggio architettonico caratteristico della Valle e soprattutto dei villaggi rurali. La nostra proposta, oltre a regolamentare e tutelare il patrimonio edilizio valdostano, vuole contribuire anche a salvaguardare una peculiarità che tutto il mondo ci invidia e che crea un unicum architettonico nel panorama alpino

La Consigliera di ALPE Chantal Certan ha dichiarato il sostegno all'iniziativa: «La non attenzione a questa problematica e la non applicazione totale della legge 13 del 2007 ha creato difformità nel paesaggio valdostano: questa proposta è un primo passo per colmare le lacune della precedente normativa. È necessario che tutti i Comuni intervengano affinché venga ripristinata l'uniformità con il centro storico del territorio, poiché la bellezza e la cultura passano anche attraverso il paesaggio e i suoi materiali.»

Il Presidente della terza Commissione, Pierluigi Marquis (SA), ha osservato che «la proposta è stata all'attenzione della Commissione, con un confronto serio e approfondito. Spiace che non si sia arrivati ad una condivisione sull'argomento, anche perché a tutti sta a cuore la tipicità dell'architettura valdostana. La legge n. 13 del 2007 è stata innovativa sull'argomento: ha dato una delega ai Comuni in questa materia e questo è stato un approccio corretto, perché non si tratta di definire un obbligo tout court finalizzato al mantenimento di un principio, ma bisogna fare una valutazione a livello di dettaglio che può esser perseguita solo a livello di pianificazione urbanistica comunale. La finalità quindi rimane la medesima, cambia il metodo per raggiungere l'obiettivo. Inoltre, vorrei osservare che la deroga al principio generale sarebbe affidata al singolo cittadino che si troverebbe poi confrontato con procedure burocratiche onerose per dimostrare di averne diritto, rischiando di creare ulteriori difficoltà ad un momento già particolarmente critico

Per il Consigliere di ALPE, Fabrizio Roscio, «l'obiettivo finale è quello di capire quale paesaggio futuro vogliamo per la Valle d'Aosta: crediamo che sarebbe opportuno fare una riflessione su questo aspetto, anche con i Comuni. La bellezza del paesaggio costituisce una vera e propria ricchezza per il nostro territorio. In questi anni, a fronte dei contributi a fondo perso per i tetti in lose, non siamo stati in grado di sviluppare una filiera locale, così come purtroppo troppe volte le lose tolte dai tetti della Valle d'Aosta sono finite nelle discariche per inerti: oggi, si potrebbe obbligare il proprietario a pagare per lo smaltimento e favorire quindi il riuso del materiale

Il Consigliere dell'UVP Elso Gerandin ha aggiunto che «la tipicità del patrimonio edilizio valdostano è un valore aggiunto e va salvaguardato. Pertanto noi riteniamo che lo spirito della legge 13 fosse giusto, però la politica deve porsi qualche interrogativo se in questi nove anni non siamo riusciti a tutelare l'obbligo del tetto in lose. Al di fuori del centro storico, la scelta della copertura è a totale discrezione del proprietario, quindi abbiamo voluto proporre questa modifica proprio per imporre un obbligo generalizzato volto a mantenere l'esistente

L'Assessore alle opere pubbliche, Mauro Baccega, nella replica, ha ribadito «la volontà di sostenere la particolarità dei tetti in lose» e ha illustrato «una modifica in itinere alla legge n. 3 che andrebbe a finanziare i tetti in lose con la possibilità di accedere al mutuo. Anche attraverso un confronto con l'associazione dei losisti, questo potrebbe rappresentare un efficace strumento per il rilancio del settore e attraverso le delibere attuative potremmo tenere conto della questione del riuso delle lose, finanziando anche i tetti che prevedono questa possibilità. Noi crediamo che la proposta di introdurre un obbligo generalizzato potrebbe essere deleteria per il comparto edilizio, perché i costi burocratici potrebbero essere superiori al beneficio stesso e si sconterebbe con l'autonomia decisionale dei comuni. Confermiamo quindi il nostro voto contrario

Le Président de la Région, Augusto Rollandin, a ajouté que «la plupart des communes a des toits en lauze, toutefois il y a aussi des territoires qui n'ont pas dans leur paysage cette caractéristique. C'est pourquoi, nous croyons qu'imposer une obligation généralisée irait contre le principe d'autonomie des collectivités locales. Aujourd'hui, les lauzes arrivent de Chine, de Bergamo non pas parce qu'il n'y a pas de caves en Vallée d'Aoste, mais parce qu'on n'a pas la possibilité de les exploiter pour des raisons environnementales: nous avons posé cette question à maintes reprises et nous la poserons à nouveau car il faudra voir si on arrivera à nouveau à avoir des lauzes locales.»

SC