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Comunicato n° 46 del 5 febbraio 2003

LA CORTE COSTITUZIONALE SI È ESPRESSA FAVOREVOLMENTE SUL CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE PROMOSSO DALLA VALLE D’AOSTA NEI CONFRONTI DELLO STATO

Nella mattinata di oggi, mercoledì 5 febbraio, a Roma

Nella mattinata di oggi, mercoledì 5 febbraio, a Roma, la Corte Costituzionale ha pronunciato la sentenza nella quale si è espressa favorevolmente nel giudizio sul conflitto di attribuzione promosso con ricorso della Regione Valle d’Aosta nei confronti dello Stato, a seguito dell’emanazione dell’articolo 10 del Regolamento recante le norme per la semplificazione dei procedimenti di riconoscimento di persone giuridiche private e di approvazione delle modifiche dell’atto costitutivo e dello statuto.

In particolare, la Corte Costituzionale dichiara “che non spetta allo Stato, e per esso al Governo, stabilire con regolamento che i compiti spettanti in base alle disposizioni del regolamento medesimo al prefetto e alle prefetture sono riferiti, per la Regione Valle d’Aosta, al Presidente della commissione di coordinamento e al suo ufficio, anziché al Presidente della Regione” e pertanto viene annullato l’articolo in questione nella parte in cui dispone che “i compiti in base alle disposizioni del presente regolamento al prefetto e alle prefetture si intendono riferiti” “per la Regione Valle d’Aosta al Presidente della commissione di coordinamento e al suo ufficio”.

Con questa ulteriore sentenza – dichiara il Presidente del Consiglio Ego Perron – è stata ribadita una volta di più la nostra sfera di autonomia e nel caso specifico l’esercizio delle funzioni amministrative di organi centrali e periferici dello Stato concernenti le persone giuridiche, che operano esclusivamente nell’ambito della regione e nelle materie di competenza della stessa, ci era già stato delegato”.

La decisione della Corte Costituzionale – prosegue Perron – conferma la bontà del nostro operato e al tempo stesso ci permette di avanzare delle forti perplessità sul comportamento del Governo che a più riprese nega la nostra autonomia, mettendo in discussione le nostre competenze”.