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Comunicato n° 103 del 19 marzo 2003

RITIRI ESTIVI DI CALCIO E CONTROLLO DELLA POPOLAZIONE DEL CINGHIALE ALL’ESAME DELL’ASSEMBLEA

Seduta pomeridiana del Consiglio della Valle

L’Assemblea regionale ha poi discusso le interpellanze riguardanti gli interventi circa l’organizzazione dei ritiri estivi delle squadre di calcio in Valle d’Aosta, presentata dal Consigliere Curtaz (Per la Valle d’Aosta – con l’Ulivo), e il programma di controllo della popolazione del cinghiale in Valle d’Aosta, presentata dal Consigliere Tibaldi (Forza Italia).

Nel presentare la sua iniziativa, Curtaz ha affermato che “in quale misura  le vicende e il dibattito in corso, influiranno sui prossimi ritiri. Ed eventualmente a chi sarà affidata l’organizzazione?

L’Assessore allo Sport Alberto Cerise ha risposto che “anche per quest’anno ci saranno i ritiri estivi per quelle squadre che hanno in corso le convenzioni. L’organizzazione è stata affidata alla Direzione promozione e sviluppo attività turistiche e sportive dell’Assessorato al Turismo”.

Per il Consigliere Curtazle risposte essenziali ai quesiti sono state date. Prendo atto che le squadre torneranno in Valle e l’organizzazione viene affidata ad un ufficio specifico dell’Assessorato, ripristinando la legittimità e la regolarità che nelle precedenti gestioni dell’Ufficio Stampa non erano così state rispettate”.

Il tema della caccia al cinghiale è stato affrontato dal Consigliere Tibaldi che, dopo aver elencato alcuni dati su questo tipo di attività venatoria, ha detto che “malgrado gli abbattimenti, il flagello rimane, a danno degli agricoltori che subiscono ingenti danni. A causa di questo, è stato predisposto un piano pluriennale di contenimento dell’ungulato. La “caccia di controllo” è effettuata dal personale del Corpo Forestale Valdostano con l’eventuale collaborazione delle guardie venatorie volontari, dei cacciatori esperti e dei proprietari dei fondi interessati dai danni e vorremmo sapere per quale ragioni la caccia di controllo prevede modalità che sono in deroga rispetto alla disciplina normativa che regolamenta l’attività venatoria e per quale motivo non vengono coinvolti i cacciatori in maniera più marcata”.

Nella risposta l’Assessore all’Agricoltura Carlo Perrin ha detto che “è un problema di caccia, ma non solo. È anche un problema di controllo. Il contenimento della crescita demografica del cinghiale è un obiettivo da perseguire. La caccia di controllo è in regola con la normativa ed è ben distinta dalla caccia vera e propria. Tutto quello che è abbattibile, proprio perché si tratta di controllo, si abbatte perché si vuole ottenere un contenimento radicale di questa specie. Il personale del Corpo Forestale può per questo operare in orario notturno. I proventi derivanti dalla vendita dei capi abbattuti sono dell’ordine di circa 14.000 euro. Non possiamo ampliare il periodo per il prelievo venatorio perché non è consentito dalla normativa”.

Il Consigliere Tibaldi, replicando, ha sottolineato di “non essere soddisfatto della risposta. I cacciatori pagano, devono sottostare a certe norme e poi il personale del Corpo Forestale è libero di abbattere i capi anche di notte, grazie a deroghe amministrative in forte contrasto con le comuni regole che disciplinano la caccia. In Valle la pulizia faunistica è affidata al Corpo Forestale che ha un costo per la comunità. Perché non utilizzare per questo i cacciatori? Facendo risparmiare così anche i contribuenti. Nella regione Veneto le regole sono diverse, grazie anche a precisi decreti. Occorre rivedere il sistema. Non sprechiamo le risorse umane e finanziarie della Regione quando potremmo utilizzarle per altre situazioni. I cacciatori non devono essere emarginati”.