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Comunicato n° 51 del 27 gennaio 2016

I Presidenti Rollandin e Viérin al seminario sul futuro delle Regioni a Statuto speciale

Svoltosi oggi, mercoledì 27 gennaio 2016, a Montecitorio

Oggi, mercoledì 27 gennaio, la Sala della Regina di Montecitorio ha ospitato il seminario "Il futuro delle Regioni a Statuto speciale alla luce della riforma costituzionale", organizzato dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali, in collaborazione con l'Istituto di Studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie "Massimo Severo Giannini".

L'iniziativa intendeva presentare il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulle problematiche concernenti l'attuazione degli Statuti delle Regioni ad autonomia speciale, con particolare riferimento al ruolo delle Commissioni paritetiche previste dagli statuti medesimi.

Nel corso dei lavori, presieduti dal Presidente della Commissione parlamentare per le questioni regionali, Gianpiero D'Alia, hanno preso la parola i Presidenti della Regione autonoma Valle d'Aosta, Augusto Rollandin, e del Consiglio Valle, Marco Viérin. All'incontro era anche presente una delegazione della prima Commissione consiliare "Istituzioni e autonomia", composta dal Presidente Joël Farcoz e dai Consiglieri Pierluigi Marquis e Laurent Viérin, oltre che l'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, Raimondo Donzel.

«Negli oltre settanta anni di storia repubblicana, la Valle d’Aosta ha sempre declinato la sua “specialità” come la ricerca di soluzioni adeguate alle proprie particolarità, nell’ambito degli strumenti e degli spazi offerti dall’ordinamento – ha detto il Presidente della Regione, Augusto Rollandin –. Le norme di attuazione sono un momento irrinunciabile per la nostra autonomia, anche per l’adeguamento del nostro ordinamento finanziario e dei rapporti con lo Stato in tale ambito. Purtroppo, però, non sono mancate le criticità, con il preoccupante risultato che progetti di decreti legislativi licenziati dalla Commissione paritetica, e sui quali il Consiglio regionale ha espresso il proprio parere favorevole, non giungono al Consiglio dei Ministri per la loro definitiva approvazione, a causa di resistenze prodotte dagli uffici ministeriali o peggio ancora che le norme – come quella relativa al trasferimento in materia di catasto dei terreni e di catasto edilizio urbano – rimangono inapplicate.»

«Condividiamo l’importanza di meglio “codificare” i procedimenti per l’adozione dei decreti legislativi – ha aggiunto Rollandin –, così come ci conforta che il progetto di riforma costituzionale confermi il riconoscimento delle specialità e si esprima nel senso che le Regioni a Statuto speciale e le Province autonome non dovranno necessariamente uniformarsi al nuovo Titolo V. Un passo avanti è, poi, certamente stato compiuto con la previsione del principio dell’intesa per la revisione degli Statuti, riconoscimento del “metodo pattizio”, che andrebbe sempre applicato nei rapporti tra lo Stato e le Autonomie speciali. L'individuazione di linee procedurali omogenee per lo sviluppo dei rapporti tra Stato e Regioni ad autonomia speciale può essere utile, ma il risultato non deve condurre a un’omologazione delle soluzioni concrete rispetto alle differenze che esistono in ogni “specialità”.»

«Rispetto agli Statuti, è importante che nella terza lettura della riforma si mantenga il termine “revisione” e non più “adeguamento” – ha osservato il Presidente del Consiglio Valle, Marco Viérin –, perché apre una sfida e ci dà la responsabilità di lavorare per “migliorare” e non “restringere” l’autonomia. Io credo che si dovrà riflettere sull’introduzione di una qualche possibilità di consultazione popolare in materia di modifica degli Statuti. Sembra evidente che l’ultima parola dovranno averla i cittadini dei territori interessati, come d’altronde si è previsto per l’attuale riforma costituzionale in atto.»

«Dall’opera di modernizzazione degli Statuti speciali si potranno anche individuare margini di autonomia che già esistono negli “statuti materiali”, cioè nel reale esercizio del governo dei territori, di cui c’è un reale bisogno – ha aggiunto il Presidente Viérin –. Si colloca in questa direzione l'indirizzo approvato all'unanimità dal Consiglio regionale in merito all’articolo 14 dello Statuto sulla zona franca, prefigurando una moderna applicazione del vigente articolo 119 della Costituzione, anche in materia di manovrabilità delle aliquote fiscali, come tratteggiato dalla legge 42 del 2009 sul federalismo fiscale. Si tratta di revisione di articoli statutari che non vanno quindi cancellati, ma modernizzati introducendo forme realistiche e concrete di competenze.»

«Non possiamo non osservare però – ha concluso Viérin – un concreto restringimento dei margini di autonomia reale che viviamo quotidianamente nella società valdostana e all'interno dell'Assemblea regionale. Quindi, un plauso a coloro che lavorano per il miglioramento e che guardano avanti, nella Commissione bicamerale, nei centri di ricerca, nelle forze politiche nazionali e regionali sulla base del principio di leale collaborazione e di un giusto e indispensabile rafforzamento del ruolo delle Assemblee rappresentative regionali.»

 

SC