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Comunicato n° 21 del 14 gennaio 2016
Approvata l'assegnazione delle funzioni di Osservatorio sulla criminalità alla prima Commissione consiliare
Seduta consiliare del 14 gennaio 2016
Il Consiglio Valle, nella seduta del 14 gennaio 2016, ha approvato, con 27 voti a favore (UV, SA, PD-SVdA e UVP), 2 contrari (M5S) e 5 astenuti (ALPE), due modifiche al Regolamento interno per il funzionamento dell'Assemblea, volte a includere tra le competenze della prima Commissione "Istituzioni e autonomia" le politiche per la legalità e la sicurezza e ad assegnare alla stessa Commissione le funzioni di Osservatorio permanente sulla criminalità organizzata in Valle d'Aosta.
Contestualmente, i Consiglieri hanno respinto, con 21 voti di astensione (UV, SA, PD-SVdA) e 13 a favore (UVP, ALPE, M5S), la proposta di legge del gruppo ALPE per l'istituzione dell'Osservatorio permanente sulle associazioni criminali di tipo mafioso.
Approvate dalla Commissione Regolamento nella riunione del 21 dicembre 2015, le modifiche rappresentano il punto di arrivo di un percorso iniziato nel luglio del 2013, quando il Consiglio Valle, all'unanimità, ha votato una mozione con cui si chiedeva alla prima Commissione di verificare le modalità per l'istituzione, presso il Consiglio regionale, di un Osservatorio permanente sulla criminalità organizzata di stampo mafioso in Valle d'Aosta.
Il Presidente della prima Commissione, Joël Farcoz, ha illustrato il provvedimento, rilevando «ciò che è stato fatto in questi anni per contrastare la criminalità organizzata: la legge regionale 11/2010 che ha come finalità la diffusione della legalità e il contrasto dei fenomeni legati alla criminalità organizzata, istituendo peraltro un sistema integrato di sicurezza e la Conferenza sulla legalità e la sicurezza; la sottoscrizione dei protocolli della legalità tra la Regione e la DIA di Torino per garantire massima trasparenza e il pieno rispetto della legalità nei lavori di interesse pubblico e quello sottoscritto da Confindustria e il ministero; le attività scolastiche per la sensibilizzazione ai fenomeni mafiosi e alla giornata della legalità. E non ultimo per importanza, la Commissione speciale istituita nella passata legislatura in seno al Consiglio regionale che ha potuto analizzare per le sue competenze il fenomeno, elaborando diverse relazioni, così come l'ottimo lavoro svolto dalle Forze dell'ordine per contrastare la malavita organizzata. Sarebbe illogico immaginare che l'Osservatorio incardinato nel Consiglio regionale si sostituisse, anche solo in parte, ad una qualsiasi attività svolta dalle Forze dell'ordine alle quali poniamo la nostra completa fiducia. Per questo motivo che già nell'estate scorsa, la Commissione aveva già voluto produrre una proposta di Osservatorio cosi declinato: organo snello che permetta una gestione efficiente e rapida, che sia rappresentato da tutte le diverse forze politiche presenti nel Consiglio Valle, che sia permanente e che monitori costantemente la realtà socio-economica attraverso delle audizioni, che non vuole in alcun modo sovrapporsi ad altro genere di strutture o tavoli già esistenti, che permetta alla parte politica di acquisire informazioni e di elaborare strumenti amministrativi utili al fine di contrastare potenziali fenomeni di malavita. Osservazioni queste, nate internamente alla Commissione, la quale ha identificato a maggioranza lo strumento ottimale al fine di soddisfare tali fabbisogni: incardinare l'Osservatorio in capo alla prima Commissione, modificando il Regolamento interno del Consiglio. Tali funzioni troveranno attuazione in un programma di audizioni di soggetti strategici per consentire il monitoraggio della situazione socio-economica della Valle d'Aosta e nella presentazione di una relazione annuale al Consiglio sull'attività svolta.»
Il Consigliere di ALPE Alberto Bertin, nell'illustrare la proposta di legge del proprio gruppo, ha osservato che «la presenza della 'ndrangheta in Valle d'Aosta è un fatto, non un'opinione: la nostra regione è stata infatti interessata e ha vissuto un crescendo di episodi preoccupanti, a partire dagli anni '90 con le uccisioni di Giuseppe Mirabelli a Issogne e di Gaetano Neri a Pont-Saint-Martin nell'ambito di una faida della Locride fino ai fatti più recenti, come le inchieste che hanno interessato la Valle, "Hybris", "Tempus Venit", "Minotauro", per citare le più conosciute. Inoltre, il Casinò di Saint-Vincent, come le altre case da gioco, esercita una forte attrazione per i capitali di dubbia provenienza e per il denaro delle organizzazioni mafiose frutto delle attività criminali: il riciclaggio e l'usura rischiano di rappresentare in prospettiva un elemento molto pericoloso per il corretto funzionamento e lo sviluppo del sistema economico locale. Il settore economico di maggiore interesse dell'organizzazione anche in Valle è quello edilizio, seguito da quello turistico.» Ripercorrendo i lavori della Commissione speciale per l'esame del fenomeno delle infiltrazioni mafiose, istituita nel 2012, il Consigliere ha evidenziato che «la società valdostana non ha gli anticorpi nei confronti del virus delle infiltrazioni mafiose e questo rende potenzialmente ancora più semplice l'ingresso nel tessuto economico sociale. Ecco perché abbiamo ritenuto importante creare un Osservatorio permanente sulla criminalità organizzata: la nostra proposta prefigurava un organismo snello, poco costoso (10 mila euro) e in grado di rispondere in modo efficace alle necessità, con il compito di raccogliere la documentazione e monitorare il fenomeno sotto tutti i suoi aspetti e composto da membri esperti, di chiara esperienza nella materia, che lavorasse in costante relazione con la Commissione parlamentare antimafia e gli organismi simili istituiti a livello regionale e fosse di sostegno all'attività legislativa del Consiglio regionale e, su richiesta, a quella amministrativa della Giunta nei provvedimenti riguardanti i settori ritenuti più esposti alle infiltrazioni criminali.»
Il Consigliere Laurent Viérin (UVP) ha affermato: «Sosteniamo l'iniziativa legislativa e giudichiamo positivamente il passaggio di queste competenze alla prima Commissione: è un primo inizio, è un tentativo di sintesi. Nel corso delle audizioni non abbiamo avuto la possibilità di capire se l'Osservatorio sarebbe andato nella direzione auspicata anche dalle Forze dell'ordine; la nostra preoccupazione era quella di non sovrapporsi agli operatori che si occupano in prima linea della materia. È importante che anche la Valle d'Aosta si stia attivando su questo dossier, perché nessuno è esente dall'essere tentato dalle infiltrazioni mafiose. È importante avere oggi, nella distinzione dei vari ruoli (politica, magistratura, Forze dell'ordine), la possibilità di fare sentire la voce delle Istituzioni che condannano fermamente questo fenomeno. La politica, trovando una condivisione, può lavorare con maggiore efficacia su questo tema. Sono situazioni che preoccupano, non ci riportano l'immagine della Valle d'Aosta che conoscevamo, dobbiamo continuare a lavorare per contrastare le infiltrazioni mafiose.»
Il Capogruppo del M5S, Stefano Ferrero, ha annunciato «di appoggiare con convinzione la proposta di legge. Quando parliamo di mafia non dobbiamo solo pensare ai boss e agli spari, dobbiamo avere un concetto più ampio. Bisogna garantire ai cittadini che l'ambiente politico, che potenzialmente ha l'humus del fenomeno mafioso, non sia il controllore e il controllato: ecco la ratio con cui è stato pensato l'Osservatorio. La politica ha già dimostrato di non essere in grado di gestire il fenomeno, anche perché ne è stata persino invischiata. La proposta di un organismo indipendente è l'unica concreta, non si limita ai proclami e al gettare fumo negli occhi.»
Per il Capogruppo di ALPE, Albert Chatrian, «occorre trovare lo strumento più adeguato possibile al contrasto del fenomeno mafioso ma oggi, affidando ai politici il ruolo di controllori di un tema quanto mai delicato, sembra che non si voglia prendere il toro per le corna. Siamo di fronte a due approcci differenti e non conciliabili. La nostra proposta va nel senso di attribuire ad un organismo terzo, che garantisce maggiore obiettività e competenza le questioni di analisi della documentazione sulla presenza mafiosa, in raccordo con la Commissione parlamentare antimafia. La proposta della maggioranza attribuisce ad un organo esclusivamente politico l'esame del fenomeno. Ci rammarichiamo di questa scelta della maggioranza, peraltro non vincolata da questioni economiche.»
Il Consigliere segretario Stefano Borrello (SA) ha detto: «È importante che il Consiglio regionale affronti questa tematica e sensibilizzi i cittadini. Il nostro compito oggi è di codificare lo strumento che ci consenta di ottenere l'obiettivo di monitorare il fenomeno delle infiltrazioni mafiose, mantenendo alta l'attenzione al riguardo. La prima Commissione consiliare, a nostro avviso, è la più rappresentativa in questo senso all'interno dell'organo consiliare regionale, non va a sovrapporsi ad altri organismi e gli altri enti che stanno già affrontando la questione; incardinando in seno alla Commissione le competenze dell'Osservatorio, la politica non si sottrae alla responsabilità di affrontare questa tipologia di tematiche, e può mantenere il proprio ruolo di sensibilizzazione.»
Il Capogruppo del PD-SVdA, Jean-Pierre Guichardaz, ha osservato: «Il fenomeno esiste ed è conosciuto e monitorato dalle Forze dell'ordine, dalla Magistratura e da tutti gli organi deputati ad operare in questo settore. L'interesse del nostro gruppo è di mantenere alta l'attenzione su questo fenomeno, crediamo però che lo strumento proposto dalla legge di ALPE non sia pienamente efficace: la nomina di tre membri da parte del Consiglio, la definizione di un regolamento e delle sue funzioni dall'Ufficio di Presidenza rendono improduttiva, o comunque poco chiara, l'operatività di questo Osservatorio, che andrebbe a sovrapporsi con altre strutture e che lavorerebbe senza la pretesa autonomia. Crediamo invece che debba essere direttamente la Commissione consiliare a occuparsi del monitoraggio, in quanto composta da rappresentanze della maggioranza e della minoranza e dotata dell'autorevolezza necessaria per invitare le Forze dell'ordine e i portatori di interesse a dare delle informazioni. Ecco perché abbiamo votato convintamente la proposta di inserire le competenze di Osservatorio alla prima Commissione. La politica deve assumersi la responsabilità di operare in questa direzione: noi dobbiamo dotarci di uno strumento che sia in grado di esaminare il fenomeno, collaborando all'attività che svolgono altri o hanno una delega per farlo. Quindi noi crediamo che oggi, con questa modifica alle competenze della Commissione, la politica dia dimostrazione dell'interesse che rivolge a questa tematica.»
Per il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, «il vero intervento per limitare le infiltrazioni mafiose è quello che si sta mettendo in atto a tutti i livelli dell'amministrazione pubblica: la trasparenza e il rispetto delle norme. Perché il punto essenziale è quello di prevenire, attivando i meccanismi che impediscano l'insorgere di tali fenomeni. Il problema non è quello di nominare tre esperti in un Osservatorio, noi dobbiamo intervenire a monte. Noi dobbiamo cercare di approvare gli strumenti che limitino l'infiltrazione mafiosa e la politica ha la possibilità di farlo. La Commissione consiliare ha quindi tutte le opportunità di intervenire, perché è importante il lavoro che gli eletti in Consiglio regionale possono realizzare. Con questa modifica, la politica dimostra quindi la giusta attenzione: noi crediamo che la Commissione possa essere sufficiente a garantire l'impegno corale di tutte forze politiche per far sì che si possa dare un contributo per evitare il propagarsi di tali fenomeni.»
Il Consigliere Roberto Cognetta (M5S) ha sostenuto: «È evidente che controllarsi da soli è un modello che non può funzionare. Dobbiamo slegarci da un sistema di amicizie e favori. La proposta della maggioranza, che vuole lavarsi la coscienza, è soltanto di facciata, fa fare ai politici la solita brutta figura.»
Il Consigliere di ALPE Alberto Bertin ha replicato che «l'Osservatorio doveva essere uno strumento di supporto alla politica affinché questa potesse intervenire. Non voleva sostituirsi alle indagini di altri organi, si poneva su di un altro piano. Trasformare la prima Commissione in Osservatorio è un'operazione inutile e un tentativo maldestro di rispondere alla mozione approvata due anni e mezzo fa. Abbiamo solo perso tempo e il dilatarsi dei tempi per l'istituzione di questo Osservatorio è un segno evidente e grave della poca importanza che la politica attribuisce a questo pericoloso fenomeno. È un'occasione persa.»
SC-MM