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Comunicato n° 531 del 20 ottobre 2015

Interpellanza sulle domande di derivazione d'acqua a scopo idroelettrico

Riunione del Consiglio del 20 ottobre 2015

Nella seduta consiliare del 20 ottobre 2015, l’Union Valdôtaine Progressiste ha posto un'interpellanza sulle domande di derivazione d'acqua a scopo idroelettrico.

«Vogliamo conoscere le motivazioni che hanno portato la Giunta regionale ad approvare, lo scorso 9 ottobre, una moratoria nell'esame delle domande di derivazione d'acqua a scopo idroelettrico – ha precisato il Consigliere Alessandro Nogara –. Questa delibera, adottata a integrazione delle disposizioni previste nel Piano regionale delle acque e a revoca della precedente deliberazione del 2012, ha di fatto riaperto alla grande l'idroelettrico in Valle d'Aosta. Non siamo contrari alla costruzione di impianti, pur nel rispetto delle condizioni ambientali, ma vorremmo capire quali siano le reali intenzioni della Giunta.»

L'Assessore alle opere pubbliche, Mauro Baccega, ha riferito che «gli indirizzi approvati nel 2012 iniziavano ad essere troppo stretti, ma non perché troppo penalizzanti, ma perché non in grado di governare una realtà che, sulla base degli studi effettuati e degli approfondimenti tecnici, è mutata. Quindi la delibera dell'ottobre 2015 è più complessa di quella del 2012, pur conservando l'impostazione di moratoria delle nuove derivazioni prendendo atto di alcune criticità emerse in questi anni; il settore irriguo necessita infatti di investimenti che potrebbero essere in parte soddisfatti consentendo il co-utilizzo a scopo idroelettrico delle acque derivate per scopo irriguo. Rispetto al 2012 si consentono anche variazioni del periodo di prelievo rispetto a quello irriguo per tenere conto dei picchi di portata primaverili e autunnali, rendendo così maggiormente economici gli interventi; si conferma poi che devono essere rivisti i quantitativi derivati per tenere conto delle reali esigenze irrigue e che deve essere rilasciato il deflusso minimo vitale, salvaguardando però gli usi irrigui. Inoltre, per le aree isolate si scoraggiano le iniziative speculative, prevedendo che non è possibile allacciarsi alla rete se non rinunciando alla derivazione, ove questa dovesse mai arrivare nel luogo. Si consente infine la presentazione di domande da parte degli enti locali e delle controllate regionali per assicurare anche in questo caso una valorizzazione economica a fini pubblici della risorsa.»

L'Assessore ha poi aggiunto che «la delibera del 9 ottobre scorso avvia anche l'aggiornamento del Piano regionale di tutela delle acque, puntando sulla consultazione e sul coinvolgimento pubblico fin dall'inizio della procedura. Non c'è ancora una bozza di piano, ma si incomincia con il condividere l'analisi delle criticità e si chiedono contributi per le fasi successive. Inoltre, si interviene sulle istruttorie in atto, imponendo l'utilizzo di una metodologia sviluppata in ambito di autorità di bacino del Po, per valutare l'impatto della derivazione e rendendo così più oggettiva l'istruttoria basandola su indicatori oggettivi, condivisi a livello scientifico. Infine, si disciplina la fase di sanzione dei superi dei prelievi fissando precise ed oggettive procedure di valutazione. Un provvedimento complesso quindi in attesa che sia completata la fase di aggiornamento del Piano regionale di tutela delle acque nel quale definire il nuovo quadro complessivo di governo delle acque a livello regionale che sarà portato nelle Commissioni competenti e in Consiglio regionale.»

Il Consigliere Nogara, in sede di replica, ha dichiarato: «Sarebbe il momento di aiutare tutta la comunità, non solo i privati che già hanno captazioni. L'acqua è un bene comune e tutti ne dovrebbero usufruire. La nuova delibera del 2014 è uguale a quella del 2012: è stato solo aggiunto qualcosa in più per una moratoria eccezionale. Il minimo deflusso vitale è un grosso problema, che è sempre esistito per le grosse centrali idroelettriche. Ma bisogna fare dei controlli. Ad aggravare la situazione è stata la cancellazione delle misure che riguardavano le acque per il Piano di sviluppo rurale 2014-2020 per la Valle d'Aosta per non essersi attenuti alle direttive europee. Noi non siamo contro le centrali idroelettriche, perché sono una risorsa importante per la nostra regione, ma bisognerebbe fare una mappa delle zone dove si possono realizzare, perché in alcune aree non c'è acqua a sufficienza.»

SC