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Comunicato n° 479 del 24 settembre 2015

Respinta una risoluzione sugli asili nido

Adunanza consiliare del 23 e 24 settembre 2015: conclusi i lavori

In chiusura dei lavori dell'adunanza del 23 e 24 settembre 2015, il Consiglio Valle ha discusso una risoluzione sugli asili nido, depositata in Aula nella giornata di ieri, mercoledì 23 settembre, dai gruppi consiliari UVP, Alpe e M5S.

Il testo, che è stato respinto con 21 voti di astensione (UV, SA, PD-SVdA) e 14 a favore (UVP, Alpe, M5S), era volto a chiedere il ritiro della delibera di Giunta riguardante i servizi alla prima infanzia e la convocazione urgente delle Commissioni consiliari competenti per affrontare la questione.

L'iniziativa è stata illustrata dal Consigliere dell'UVP Elso Gerandin, che ha auspicato che non ci fosse polemica politica «su un tema tanto importante. La maggioranza deve fare un passo indietro, la crisi non deve riversarsi sulle famiglie, che costituiscono un cemento per la nostra società. La minoranza non vuole essere complice di una decisione del genere. L'Assessore Fosson in Commissione aveva illustrato tutt'altro documento, non si è mai parlato di tariffe. A nostro avviso il risparmio deve andare a favore delle famiglie, non accettiamo che si affermi che la mancanza di liste d'attesa sia dovuta a mancanza di richieste, quando in realtà è dovuta ad assenza di soldi delle famiglie. Basta giocare sulla pelle dei cittadini, smantellando il welfare e sbandierando scuse senza senso. Accettare questa risoluzione da parte della maggioranza non è sinonimo di debolezza, ma significa prendere coscienza di un enorme sbaglio dovuto alla superficialità con cui si amministrano le risorse. Questa operazione peraltro non apporterà nemmeno un euro, ma creerà soltanto gravi disagi e causerà la chiusura degli asili nido

Ha quindi preso la parola la Consigliera di Alpe Patrizia Morelli per evidenziare che «la nostra Regione è stata tra le prime a raggiungere gli obiettivi di Lisbona nell'ambito dei servizi alla prima infanzia. Purtroppo oggi assistiamo ad un'inversione di tendenza brutale e unilaterale. Credevamo che i servizi della prima infanzia fossero una realtà acquisita per le famiglie, per le donne che lavorano: infatti, la delibera che ci era stata sottoposta in quinta Commissione non prevedeva tagli di questo genere, quindi chiediamo oggi al Presidente della Regione quale valutazione sia stata fatta per assumere dei provvedimenti che affossano un sistema di eccellenza. Chiedo ai colleghi di maggioranza di mettersi una mano sulla coscienza prima di contribuire a distruggere un modello di welfare che era legato al nostro spirito autonomistico. Tutti sappiamo che è necessario razionalizzare le spese – lo abbiamo sempre sostenuto e invocato –, ma qui la maggioranza sta procedendo a colpi di machete. Non dobbiamo dimenticare che l'educazione fin dalla prima infanzia è un valore importante e l'educazione è un investimento, non un costo

L'Assessore alla sanità Antonio Fosson è intervenuto spiegando: «Non abbiamo lavorato con spirito leggero, ma con coscienza e non vogliamo distruggere il welfare. In Commissione abbiamo esaminato una proposta di delibera, la cui urgenza era dettata dalla crisi economica. Non avevamo infatti pensato di modificare le linee guida e le tariffe sull'infanzia, tanto che avevo dato assicurazioni in questo senso. Ora invece è sorto un obbligo di sostenibilità. Avendo riscontrato che le strutture private attiravano più del pubblico, c'è necessità di cambiare il sistema, che presenta costi elevati e poca affluenza. Il problema occupazionale era insito in questa organizzazione. Si assiste alla decadenza di un welfare pensato in modo inclusivo, non selettivo, non rappresentava un bisogno. Voglio ribadire che il percorso di questa proposta di delibera non è terminato, manca tra l'altro ancora un passaggio in quinta Commissione; si tratta di un momento politico in cui si potranno effettuare cambiamenti

«Gli asili nido devono tornare a essere uno strumento di conciliazione tra famiglia e lavoro, uno spazio per intrattenere i bambini di genitori che lavorano – ha aggiunto l'Assessore Fosson –. Il rapporto 1 a 8 tra educatori e bambini è quello di tutte le regioni d'Italia. Abbiamo accettato la richiesta dei Sindacati di accettare utenti dai sei mesi d'età e stiamo valutando una maggiore flessibilità delle strutture. Fissare un costo ottimale (stabilito a 900 euro al mese per bambino anziché 1.200) ci sembrava il punto di partenza per diminuire gli sprechi, analogamente a quanto accaduto per le microcomunità

In merito alle tariffe, l'Assessore Fosson ha specificato: «Il nido è per chi lavora, abbiamo quindi pensato a una quota di entrata sostenibile anche per i redditi più bassi e a una rimodulazione delle fasce di contributo a carico delle famiglie in base all'Isee, cercando di far pagare meno le fasce medie. Vogliamo mantenere il nostro welfare ma rendendolo più mirato. Dobbiamo affrontare un nuovo problema e garantire la sostenibilità e l'occupazione

L'Assessore ha concluso ribadendo la propria disponibilità a discutere in Commissione e considerare ogni proposta.

Per il Consigliere Laurent Viérin (UVP), «l'Assessore ha una nuova visione di welfare che non collima con il percorso iniziato in quinta Commissione. Già un anno fa, mentre si costruiva il bilancio, era emersa l'emergenza, ma su sollecitazione delle opposizioni e recependo le proposte degli operatori, eravamo riusciti a razionalizzare senza far morire il sistema. Oggi, senza sentire le proposte della base, il sistema cambia completamente faccia. Adesso grazie alla protesta di qualcuno, l'Assessore ci racconta che forse ci saranno delle modifiche anche se un mondo è finito perché l'Assessore Perron ha detto che i soldi sono finiti. Anche una settimana fa, i soldi erano finiti per l'Istituto musicale, poi miracolosamente sono saltati fuori. Oggi, perché si vuole tagliare sul welfare? Perché i bimbi, che sono il nostro futuro? La politica è fatta di scelte e di priorità. In questo caso non si parla di spesa, si parla di investimento; l'approccio non può essere economico. Cosa è successo in questo lasso di tempo? La risposta politica è che l'entrata in maggioranza del PD ha fatto mutare geneticamente la versione dell'Assessore. Siamo molto dispiaciuti che l'Assessore non riesca a difendere il suo settore e che non vi sia una visione d'insieme per il futuro. Vogliamo capire se la maggioranza ha questa stessa visione ed è per questo che vi invitiamo a votare la nostra risoluzione

Il Capogruppo di Alpe, Albert Chatrian, ha sostenuto: «Questa risoluzione rappresenta una via di uscita che noi formiamo alla maggioranza. Nelle altre regioni, la copertura delle famiglie è pari all'incirca al 30-35%, mentre questa proposta prevede un contributo più alto del 45%. Oggi la compartecipazione delle famiglie è del 25%, con l'attuazione della proposta sarebbe maggiore del 40%: qualcosa non funziona, non capiamo più la volontà politica. Non solo, per l'individuazione del costo ottimale vi basate sulla capienza potenziale, non su quella effettiva. Non potete chiedere per un servizio essenziale la copertura da parte delle famiglie del 95%. Anche alla luce di questi dati, forse sarebbe meglio bloccare questa delibera e confrontarsi perché si può certamente fare meglio

Il Capogruppo del M5S, Stefano Ferrero, ha parlato di dibattito surreale: «Nessuno ha detto quanto si risparmierebbe con questi tagli. Non vorremmo che fosse l'inizio del metodo renziano: con la giustificazione dei 70 milioni di euro da tagliare, si riducono i servizi essenziali mentre si continuano a trovare risorse per le grandi opere, come l'area megalitica, o per le manifestazioni. Si dà per ricca una persona che ha 16mila euro di imponibile annuo: è uno stipendio di circa mille euro. La Giunta sa cosa significa questo? No, non lo sa perché vive in un'altra dimensione, con uno stipendio al di sopra della media. Ci chiediamo con che faccia si vadano ad assumere certi provvedimenti. Invito i Consiglieri a ritornare sui propri passi. Riguardo alla proposta dell'Assessore di rivedere le fasce, queste servono solo a coprire la vergogna di questo atto

Il Capogruppo dell'UVP Luigi Bertschy ha osservato: «Si continua a mettere in difficoltà le famiglie, ad allarmare la popolazione. Il ritiro della delibera è un atto di rispetto. Non si può intervenire sugli asili nido in maniera tanto superficiale. E' sconcertante non garantire posti di lavoro e la continuità per chi di questo servizio ha necessità. Difenderemo questa risoluzione

Il Capogruppo del PD-SVdA, Jean-Pierre Guichardaz, ha detto: «Siamo in maggioranza da due mesi e non ci sentiamo responsabili di scelte compiute da altri, che hanno governato in precedenza, e alle quali oggi qualcuno deve riparare. In quinta Commissione abbiamo sempre discusso le delibere: questa era una bozza che doveva essere nuovamente portata in Commissione. Come per altri argomenti, si poteva discuterne tranquillamente in quella sede, dove si sono trovate spesso delle sintesi fra diverse posizioni, ma si è preferito portarla in Aula. Le modifiche che porteremo a questa delibera – e che sarà sottoposta alla quinta Commissione – vanno nella direzione di assicurare risparmio, di aumentare il numero degli utenti, di diminuire le tariffe per le fasce a reddito medio. Sono convinto che si manterranno i livelli occupazionali

Il Consigliere dell'UVP Nello Fabbri si è chiesto se ci fosse stato «bisogno di suscitare tutto questo pandemonio nelle famiglie, per poi sostenere che in Commissione si cambierà tutto? Se vogliamo lanciare un messaggio di serietà e buon governo dobbiamo evitare gli allarmismi. Il nostro welfare è un fiore all'occhiello, non va sacrificato nonostante le difficoltà, ci sono altri settori da tagliare. Concordiamo che la riorganizzazione del sistema vada fatta, ma non certo in questo modo

Per la Consigliera Chantal Certan (Alpe): «La fretta è stata cattiva consigliera e la responsabilità di questa decisione ricade su ogni singolo rappresentante della maggioranza, anche su chi ora tace. Sull'adeguamento agli standard, sono certa che gli educatori troveranno il modo per affrontare la nuova situazione, ma ciò che la Giunta non capisce è che la scelta fatta comporterà un aumento dei costi e la chiusura degli asili perché sarà impossibile garantire il funzionamento di tutte le strutture. Chiediamo umiltà ai colleghi di maggioranza, di ritirare la delibera, di ricominciare il percorso, anche tenendo conto del fatto che nella società di oggi non tutti i genitori hanno la fortuna di potersi assentare a lungo dal lavoro per allevare i figli, né tantomeno permettersi di perderlo

Il Capogruppo della Stella Alpina Pierluigi Marquis ha rappresentato la sensibilità del proprio gruppo al welfare. «Va riconosciuto il livello elevato qualitativo degli asili nido valdostani, dovuto alla disponibilità della politica, alla capacità organizzativa dei gestori, alla professionalità delle educatrici, alle famiglie. Oggi dobbiamo garantire un welfare nuovo, a sostegno delle fasce più deboli. I tagli apportati devono corrispondere a ottimizzazioni, razionalizzazioni. Questo è l'approccio di Stella Alpina e della maggioranza. Tutti, come cittadini, siamo chiamati a un diverso approccio di responsabilità. L'impoverimento della classe media è il problema più grande per la nostra regione ma risultati positivi potranno essere ottenuti intervenendo sulle tariffe di alcune fasce di accesso agli asili nido. Ritirare questa delibera sarebbe irresponsabile, occorre portare in Commissione eventuali migliorie per porre i gestori nelle condizioni di avviare il percorso riorganizzativo

«Non si sa quanti educatori perderanno il lavoro, quanti bambini resteranno a casa, quante strutture chiuderanno. La maggioranza difende una delibera senza nemmeno conoscere questi dati di partenza – ha osservato il Consigliere del M5S Roberto Cognetta –. Eravamo un'eccellenza nel settore, ora invece ci uniformiamo agli standard italiani. E' poi possibile conoscere finalmente la cifra del risparmio ottenuto da questa riorganizzazione? Sarebbe innanzitutto importante far funzionare gli asili nido che devono rappresentare un aiuto alle famiglie

Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha replicato che «il punto di partenza è che noi ci apprestiamo a discutere insieme il bilancio per il 2016-2018 che dovrà sicuramente avere delle decurtazioni importanti in vari settori. Mancano all'appello 74 milioni: non sono legati ad una rinuncia o ad un accordo mal fatto, ma ad una sentenza della Corte costituzionale sulle accise, che ha obbligato la Valle d'Aosta ad adeguarsi ad un'interpretazione che ci sta penalizzando molto. La delibera sugli asili nido per molte parti può essere ampiamente condivisa, ma il punto nodale è come modulare le fasce di pagamento per gli utenti. I costi non sono venuti per caso, ma dopo una lunga considerazione con i tecnici, che tiene in conto il costo standard: è questo uno dei metodi che ci permette di avere regole certe. Abbiamo anche cercato di modulare il raffronto tra il reddito Isee della famiglia e l'esborso richiesto. La bozza di delibera dovrà tornare in Commissione: quella sarà la sede per avere un momento di chiarimento che porterà ad attenuare tutte le perplessità sorte oggi e a perfezionare un atto dandogli la giusta valutazione. Noi riteniamo che la delibera abbia dato indirizzi molto innovativi, che hanno una ragione specifica e che ci danno la possibilità di dimostrare che il cambiamento che abbiamo dovuto presentare non è lesivo dei diritti delle mamme e dei bambini e che non obbliga le famiglie a fare degli sforzi eccessivi

I lavori si sono conclusi, il Consiglio regionale tornerà a riunirsi mercoledì  7 e giovedì 8 ottobre 2015.

SC-MM