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Comunicato n° 423 del 30 luglio 2015

Concluso il dibattito sul rendiconto 2014 e l'assestamento 2015 della Regione

Nella seduta mattutina del 30 luglio 2015, si è conclusa la discussione generale sul rendiconto per il 2014 e sull'assestamento del bilancio 2015 della Regione.

La Consigliera di Alpe Patrizia Morelli ha concentrato il proprio intervento sulla sanità: «Come Alpe, non è certo da oggi che invochiamo un generale cambiamento di paradigma, chiediamo chiarezza su un modello non più sostenibile. Ormai, ogni euro, prima di essere impegnato, deve essere soppesato con attenzione. Concordiamo con la maggioranza che le priorità sono il welfare, l'istruzione e il lavoro. Dei sei milioni destinati alla sanità, 3,5 sono per garantire i Livelli essenziali di assistenza: questo fa capire quanto la situazione sia preoccupante e a quali sfide ci si deve confrontare per mantenere l'attuale assistenza sanitaria ai cittadini. Con i nostri piccoli numeri, con le nuove regole, sarà ancora sostenibile il sistema sanitario valdostano? Vivere in montagna non deve essere sinonimo di minori servizi, non dobbiamo arrestare il trend positivo degli ultimi decenni, in cui la società valdostana ha visto la qualità della vita aumentare. Teniamo conto del campanello d'allarme lanciato dal fatto che una quota di popolazione negli ultimi anni ha rinunciato a curarsi per problemi economici. Lottiamo contro gli sprechi, rimoduliamo la compartecipazione, combattiamo la fuga verso il privato. La maggioranza deve avere il coraggio di dire la verità sulla gravità della situazione e adottare soluzioni straordinarie. Infatti, non basta riconoscere la fine di un'epoca, bisogna saper voltare pagina e intervenire. Altrimenti, la responsabilità del disastro ricadrà su questa maggioranza, che ha chiuso un baratto iniquo e sconveniente con lo Stato. Noi continueremo a lavorare perché riteniamo che per il bene della nostra regione ci voglia un atteggiamento di proposta

Il Consigliere dell'UVP Nello Fabbri ha sostenuto che «questo rendiconto è il riflesso di un bilancio di previsione che incide scarsamente sulla vita dei valdostani, dove la sanità, che era il nostro fiore all'occhiello, corre il rischio di scivolare verso il declino se non si faranno scelte programmatiche incisive. Su 148 milioni di assestamento, di utilizzabili ce ne sono 28, ma sono solo 12 quelli che andranno a incidere realmente sulla vita dei cittadini. Come potremo programmare un rilancio della regione con cifre da guerra? A questo si aggiunge la scarsa propositività del Governo regionale. Fintanto che dovremo correre dietro all'Amministrazione centrale per avere all'ultimo momento l'obiettivo del Patto di stabilità interno sarà difficile programmare qualsiasi strategia. L'impressione è che si faccia molta difficoltà a condurre la nave in porto perché la tempesta che stiamo attraversando è più grave del previsto e le difficoltà richiedono decisioni che la Giunta non ha la forza di prendere

Il Capogruppo dell'Union Valdôtaine Joël Farcoz ha evidenziato: «La Regione, nonostante la crisi persistente e i vincoli statali, presenta i conti in regola. La necessità non più procrastinabile è quella di definire certezze e tutele del sistema istituzionale e finanziario valdostano nei confronti dello Stato. Uno Stato, che, pur manifestando collaborazione, esibisce una tendenza centralistica e giudica ogni politica locale l'origine di tutti gli sprechi; da un primo barlume di federalismo fiscale, ora l'attitudine statale è diametralmente opposta. Giudichiamo tuttavia positivi l'accordo fiscale, l'emendamento nel disegno di legge sugli Enti locali, la chiusura del Patto di stabilità del 2014 e la definizione di quello del 2015. Per questo, dopo anni, possiamo avere di nuovo certezze, di cui necessitiamo per definire una programmazione. Una riflessione da compiere riguarda gli interventi pubblici nei diversi settori: la continua riduzione dei bilanci ha infatti ridotto la parte investimenti, facendo crescere la parte corrente. Da qui la necessità di riorganizzare l'assetto amministrativo. Pertanto, il sistema valdostano, nonostante la crisi e grazie alle azioni politiche regionali messe in atto, sta tenendo, addirittura evolvendosi lentamente in una situazione migliorativa. Grazie poi all'assestamento, si danno diverse risposte a settori che necessitavano risorse per mantenere i livelli di eccellenza (sanità, welfare, cultura, lavoro). Sono settori, questi, che vogliamo continuare a sostenere nonostante le necessarie modifiche che saremo costretti ad apportare

Per il Consigliere di Alpe Fabrizio Roscio, «nel rendiconto si fa fatica a cogliere gli elementi di soddisfazione e di certezza espressi dall'Assessore Perron. L'assestamento ci permette di utilizzare solo 15 milioni di euro, importo ridotto di dieci volte rispetto a soli pochi anni fa, inoltre la situazione di cassa è dimezzata negli ultimi due anni, mentre le società partecipate, come la Finaosta, gestiscono un bilancio parallelo a quello della Regione con una ristretta élite, senza però sottendere alle logiche della spesa pubblica, determinando di fatto delle zone d'ombra. L'impressione è che la Regione cerchi di resistere invano ad un mondo che cambia: noi dobbiamo piuttosto introdurre il concetto di resilienza, cioè dobbiamo adattarci per sopravvivere. Abbiamo utilizzato un modello che aveva abbondanza di risorse, ora le condizioni sono mutate e dobbiamo evolvere cambiando sistema. Una specie che non si adatta è destinata all'estinzione: dobbiamo fare una riflessione su questo. La situazione è di declino, non di sviluppo, serve veramente un cambiamento altrimenti la Valle d'Aosta è destinata a scomparire

Il Consigliere Alessandro Nogara (UVP) ha affermato: «Già discutendo del nuovo programma di Governo, avevo sottolineato l'esigenza di prevedere maggiore programmazione per i cantieri forestali, e oggi devo ripetermi per quanto attiene l'assestamento. Si tratta di solo fumo negli occhi, così come per l'agricoltura; infatti, per quello che concerne la lotta alla processionaria del pino, è indispensabile aprire nei mesi di novembre e dicembre un congruo numero di cantieri, con un conseguente impegno di spesa. Esprimiamo speranze invece di dettagliare una programmazione. Le cifre esigue a disposizione non escludono la possibilità di prevedere interventi, seppur esigui.»

Il Consigliere di Alpe Alberto Bertin ha osservato che «il lungo periodo dell'abbondanza finanziaria è definitivamente finito e oggi se n'è accorto anche l'Assessore. Un'abbondanza che era legata ad una particolare situazione storica, che non poteva durare per sempre: lo avevamo già detto, ma eravamo considerati dei "gufi". Non si sono utilizzate le ingenti somme di denaro a disposizione per creare un sistema economico e sociale in grado di reggersi da solo, preferendo l'assistenzialismo e il clientelismo. Manca anche oggi il cambio che imporrebbe la situazione: dai due documenti finanziari non si capisce dove si voglia andare, si cerca di accontentare un po' tutti, scontentando di fatto tutti. Credo che questi anni, o meglio il potere che ha governato in questi anni, saranno ricordati per l'incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo, per cambiare sistema. Si siglano patti con i vari Governi nazionali: prima il famigerato patto di Palazzo Grazioli con Berlusconi, adesso con Renzi. Con quest'ultimo si cerca di mettere una pezza sulla situazione passata, ma siamo lontani da un accordo positivo che dia stabilità finanziaria e certezza delle entrate future. Abbiamo forse evitato il peggio, ma questa situazione non rafforza la nostra autonomia finanziaria. Il rapporto con lo Stato centrale, non solo a livello finanziario ma anche istituzionale, rimane tutto da costruire

Il Consigliere Laurent Viérin (UVP) ha sollevato una questione pregiudiziale: «Chiediamo all'Assessore alle finanze di dettagliare l'accordo con il Ministro dell'economia, di cui solo oggi abbiamo potuto leggere il testo. Siamo molto preoccupati per i contenuti di questo documento: vorremmo capire in particolare le ripercussioni sul bilancio regionale, capire chi ha firmato e con quale mandato, dato che non c'è alcuna autorizzazione da parte del Consiglio Valle, né una delibera della Giunta regionale. Così facendo, si è abdicato a competenze statutarie per firmare con superficialità un accordo devastante per la nostra Regione

L'Assessore alle finanze, Ego Perron, nel ribadire quanto già illustrato ieri in merito all'accordo finanziario, ha rimarcato che «il Presidente della Regione, nell'esercizio delle sue competenze, ha firmato un testo perché la legge questo prevede e che è giunto dopo una lunga trattativa con lo Stato

Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha risposto che «l'accordo era propedeutico all'emendamento che doveva essere presentato nella legge nazionale degli Enti locali altrimenti non c'era la possibilità di avere le deroghe e le certificazioni del rispetto del patto di stabilità 2014 e il riconoscimento dell'obiettivo per il patto di stabilità 2015

Il Consigliere Laurent Viérin (UVP) ha replicato ribadendo «la non correttezza del metodo con cui è stato siglato questo accordo. E' questo il nuovo corso di dialogo annunciato dalla maggioranza? Questa condivisione è di pura facciata. Continuiamo a non avere chiarezza di quanto la Valle d'Aosta ottiene in contropartita alla rinuncia di benefici

Il Consigliere Laurent Viérin è quindi passato a commentare l'assestamento, «dietro cui si cela lo stato di salute della nostra Regione. Già solo esaminando le società partecipate, prendiamo atto che dopo il Casinò stiamo distruggendo la Cva. L'Amministrazione regionale non ha saputo contrastare la crisi, strutturando scelte strategiche. A cosa serve l'autonomia? Chi la sta difendendo? Che ruolo hanno i Parlamentari? Vorremmo che il futuro della Valle d'Aosta fosse diverso, con un modello di sviluppo che tutela l'autonomia, con una condivisione a monte delle decisioni. La communauté valdôtaine, aujourd'hui, se sent encore interprète de l'autonomie ? Nous, les administrateurs, nous sommes capables de la transmettre à Rome ? Nous avons mal au cœur parce que nous croyons qu'il reste très peu de l'autonomie. Nous ne partageons pas la gestion personnelle de certains dossiers. C'est à nous de relancer notre autonomie, au-delà des rapports personnels et politiques. Nous devons faire entendre à nouveau notre voix

Il Capogruppo di Stella Alpina, Pierluigi Marquis, ha evidenziato che «lo scenario socio-economico è di difficoltà, ma la Valle d'Aosta si è difesa meglio, forse anche per un benessere di partenza più alto e grazie all'azione della Regione che ha messo in campo risorse importanti per fare fronte alla crisi. Non possiamo nascondere che sono aumentate la povertà e la disoccupazione, in particolare quella giovanile, ma abbiamo garantito un'attenzione alla persona attraverso le politiche sociali, mantenendo un sistema di welfare avanzato. Il 2014 è stato un anno significativo: il Consiglio Valle ha approvato la nuova programmazione europea che traccia le linee guida per affrontare il futuro della nostra regione. L'occupazione non si crea con le leggi, ma mettendo il settore produttivo nelle condizioni di poter operare attraverso strumenti e risorse. Nessuno ha magnificato la situazione, ma è stata illustrata con grande pragmatismo la realtà con la quale dobbiamo convivere. Riguardo al rendiconto, c'è da rilevare che la spesa corrente è diminuita di 60 milioni di euro rispetto al 2013: abbiamo quindi dimostrato capacità di contenimento e di razionalizzazione delle risorse. Non dobbiamo sempre piangerci addosso, ma guardare con ottimismo alle situazioni da affrontare. L'accordo finanziario siglato darà delle certezze per la gestione del 2014 e del 2015 e ci metterà nelle condizioni di lavorare con dei numeri sicuri. L'incertezza è stata, infatti, la grande criticità con la quale abbiamo dovuto operare in questi anni. Io credo che si debba guardare al futuro con una certa dose di ottimismo, pur non nascondendo le difficoltà che si dovranno affrontare

«Preoccupa lo stato della finanza pubblica regionale: i tagli profondi colpiscono l'autonomia valdostana, rendendola monca – ha riferito il Vicepresidente Andrea Rosset (UVP) –. Le analisi dell'economia regionale presentate dalla Corte dei Conti e dalla Banca d'Italia confermano un quadro ben poco roseo. Le azioni assunte per contrastare questi problemi non possono essere risolutive, tanto che auspichiamo che anche l'Unione europea faccia il suo dovere. Entrando nello specifico della Valle d'Aosta, i conti non tornano. Le ristrettezze evidenziano le mancanze del Governo regionale e le difficoltà a difendere la nostra autonomia. Ci vuole un cambio di passo, per questo invitiamo ad un coinvolgimento istituzionale maggiore, a fatti e non a parole. La realtà è talmente desolante che non bastano i propositi. Le leggi sul riparto fiscali vigenti sono risultate deboli, l'autonomia sembra transitata nei saldi di fine stagione. Quali norme di attuazione non ancora concretizzate chiederà la Regione alla Commissione paritetica? Occorre reagire, attivando un cammino di cambiamento, con maggiore collaborazione, di stretto contatto per capire come questo momento difficile potrà incidere sulla tenuta della nostra economia e della nostra fiscalità. La comunità valdostana guarda al Palazzo regionale con sfiducia, non dimentichiamo le nostre responsabilità. Restiamo molto preoccupati perché nell'aridità dei numeri spesso di trova più realtà rispetto a tanti discorsi

Il Consigliere dell'UVP Vincenzo Grosjean si è soffermato sull'agricoltura, «settore drammaticamente dimenticato dalla Giunta: nel bilancio di previsione erano stati destinati 18,6 milioni di euro, ne sono stati investiti 16,5. Sembra che tutto vada bene, visto che c'è un avanzo, ma non è così. Purtroppo, ci sono aziende che dal 2009 aspettano i soldi dei contributi: con queste risorse non si poteva alimentare l'Agea e liquidare così il dovuto? La maggioranza dovrà spiegare queste scelte ai contadini, che sono sempre più in difficoltà

 Il Capogruppo dell'UVP Luigi Bertschy ha dichiarato: «Vogliamo poter discutere delle scelte al momento giusto, tanto che sin dal 2013 chiediamo un tavolo di lavoro. Ci dispiace vedere reazioni nervose e piccate durante i nostri interventi, quando invece l'obiettivo è semplicemente quello di lavorare alla difesa della nostra autonomia. La serenità e l'atteggiamento propositivo a noi non mancano, vogliamo venire incontro ai cittadini in difficoltà. Per dare speranza occorrono però le risorse, e per avere le risorse dobbiamo difendere con forza la nostra autonomia. Cerchiamo di ripartire per costruire impianti finanziari che stiano in piedi. Presentare un accordo siglato che non soddisfa le opposizioni è sintomo di una falla politica della maggioranza; ci dovete mettere nelle condizioni di capire le cose che fate, solo così potremo eventualmente sostenervi. Bisogna pensare a riforme strutturali, a garantire i servizi ai cittadini. Chiedo alla maggioranza di concretizzare finalmente il dialogo tanto evocato. Auspichiamo la capacità di costruire un dibattito politico in Consiglio regionale, gli approfondimenti in Commissione, per poi approvare delibere di Giunta con un consenso alle spalle. Essere precursori non significa ottenere per forza risultati migliori. Ribadiamo ancora una volta l'esigenza di avere una buona autonomia, che garantisca il benessere dei valdostani

La Consigliera Chantal Certan (Alpe) ha parlato di «atteggiamento offensivo da parte della maggioranza nei confronti del Consiglio, del ruolo del Consiglio e dei valdostani: quando si parla di un tema, tutti dovrebbero essere messi nelle stesse condizioni di conoscenza. Così non è stato: l'accordo finanziario siglato tra il Presidente Rollandin e il Ministro dell'economia è stato tenuto nascosto e solo oggi ci è stato distribuito. È una grave mancanza di rispetto, un metodo di lavorare che non condividiamo e che abbiamo sempre denunciato. L'accordo sembra un grande risultato, ma per noi di Alpe è un segno di debolezza politica: è un accordo "guinzaglio" dove la Regione rinuncia alle sue prerogative e si accontenta di vedere sanato il pregresso senza guardare al futuro. Abbiamo il 20 per cento della disoccupazione giovanile, il più alto in Italia, così come il più alto tasso di abbandono scolastico, abbiamo una ferrovia da Far west, abbiamo le autostrade più care d'Italia: malgrado tutte le risorse che avevamo non siamo riusciti a utilizzarle per creare un sistema che fosse sostenibile e concorrenziale con altre regioni. Oggi, non abbiamo più niente, riuscendo anche a smantellare un sistema delle autonomie locali che funzionava. Tutto male? No, però abbiamo perso molte occasioni per colpa di chi, al potere, ha gestito male e non ha saputo imprimere quel cambio culturale necessario per vivere nella società contemporanea. D'altronde, in questi ultimi anni, chi governava e doveva occuparsi di cultura ha solo fatto intrattenimento culturale

Per il Capogruppo del PD-Sinistra VdA Jean-Pierre Guichardaz, «l'accordo con lo Stato è una mediazione tra interessi contrapposti e deve essere considerato un passo avanti. Il nostro giudizio sul documento è prudenzialmente positivo, si può sempre fare meglio. Di questo accordo c'era bisogno, l'abbiamo sempre sostenuto, anche dall'opposizione: si sono sbloccate delle vertenze, come quella annosa con Trenitalia. Per l'assestamento parliamo di disponibilità finanziarie estremamente limitate, che non lasciano spazio a molti interventi, ma devono essere centrate su capitoli precisi. Buona parte dei fondi verrà stanziata sulla sanità: l'ospedale deve diventare l'ultima ratio, va riorganizzato il territorio. Apprezziamo poi l'attenzione alle fasce più deboli, all'inclusione sociale. Per questi motivi, al nostro gruppo queste misure non dispiacciono. Abbiamo sempre invocato la collegialità, oggi non rinneghiamo un percorso e le richieste avanzate; continueremo ad agire con lo stesso metodo adottato all'opposizione. Il compito della politica è di rilevare i problemi ed avanzare proposte; oggi non può rinunciare al contributo di nessuno. La storia della Sinistra parla di una difesa dell'autonomia, lasciamo che a demonizzare il nostro ordinamento siano altre forze politiche. Noi pensiamo che l'autonomia sia un valore fondamentale per cui lavorare tutti insieme, consapevoli del fatto che siamo in grado di gestirla senza dovercene vergognare. Lo possiamo fare il più possibile diffusamente, senza sentirci inferiori ai partiti autonomisti.»

SC-MM