Info Conseil
Comunicato n° 375 del 15 luglio 2015
Dibattito sull'elezione del Presidente e dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Valle
Riunione consiliare del 15 luglio 2015
L'elezione del nuovo Ufficio di Presidenza del Consiglio Valle ha dato luogo ad un approfondito dibattito nel corso della seduta consiliare del 15 luglio 2015.
Il Capogruppo dell'Union Valdôtaine Joël Farcoz ha ricordato come nei mesi scorsi «si siano aperti diversi tavoli politici in cui all'ordine del giorno sono rientrati anche l'elezione del Presidente dell'Assemblea e la ricomposizione dell'Ufficio di Presidenza. Ma se questi tavoli hanno potuto lavorare è stato perché le dimissioni presentate dal Presidente Viérin e successivamente dagli altri componenti l'Ufficio di Presidenza sono state propedeutiche al dialogo tra le diverse forze politiche. C'era infatti l'esigenza di trovare un equilibrio politico definitivo, in modo tale che l'Ufficio di Presidenza potesse avere ben definiti al suo interno rappresentanti di maggioranza e di opposizione.»
«Avendo ora definito con precisione il quadro politico – ha specificato il Capogruppo Farcoz –, oggi proponiamo alla Presidenza del Consiglio Marco Viérin, per dare continuità al lavoro svolto, ringraziando chi ha fatto parte dell'Ufficio di Presidenza per il lavoro svolto.»
Il Consigliere del M5S Roberto Cognetta ha preso la parola per proporre il collega Stefano Ferrero alla carica di Presidente dell'Assemblea: «Una candidatura di rottura, non concordata con i colleghi dell'opposizione, ma che si contrappone a quella di Marco Viérin che non ha saputo difendere l'Istituzione, non ha difeso i Consiglieri e non ha tagliato gli emolumenti.»
Il Capogruppo del M5S, Stefano Ferrero, ha spiegato che la sua candidatura «è frutto di un'elezione da parte dei cittadini elettori e si contrappone ad una candidatura generata dagli intrighi di palazzo. Oggi, è venuto il momento di dire basta alle perdite di tempo e alle promesse mai mantenute. Sono tre i punti alla base della mia candidatura: rinuncia immediata ai 5.730 euro di indennità di funzione del Presidente del Consiglio e impegno a portare lo stipendio dei Consiglieri a 2.500 euro; rinuncia immediata al Segretario particolare, che costa alla comunità 93 mila euro, privilegiando il personale interno; taglio alle manifestazioni e alle iniziative editoriali che non servono a nessuno, puntando ad un risparmio di 500 mila euro. Oggi, vorremmo che dal Consiglio uscisse un segnale forte: la politica deve essere vicina alla comunità, condividendo le sofferenze che sta vivendo in questo momento. Non si può ridurre la nomina della più alta carica di questo Consiglio ad uno scambio di poltrone tra partiti, frutto di ambizioni personali per un posto di governo che ti porta a guadagnare moltissimo, ad avere visibilità, a dare lavoretti agli amici. Oltre ai punti che riguardano i tagli ai costi della politica, con la mia Presidenza mi impegnerò a far sì che il cambiamento sia reale: scelta dei fornitori con almeno cinque preventivi, analisi di tutte le spese del Consiglio regionale con una riduzione del 10 per cento di tutte le spese, pubblicazione dei vitalizi di tutti gli ex Consiglieri, ricorsi al TAR nel caso di negazione di accesso ai documenti. Sono pronto a rinunciare alla mia candidatura se qualcun altro proporrà i nostri stessi temi, perché per noi la Presidenza è una questione di contenuti e non di persone. Invitiamo il Presidente Viérin a sottoscrivere gli impegni che abbiamo elencato o a farsi da parte.»
Per il Vicepresidente Andrea Rosset (UVP) «i retroscena sono chiari, quindi "Potere e poltrone" è il titolo del film che stiamo vivendo. Si è tornati al punto di partenza, alla sfiducia del luglio 2014, eppure la Valle d'Aosta vuole vedere equità partecipazione, trasparenza, non questo sussulto politico che non so dove ci porterà. Non è una questione di soli personalismi, questa è una crisi etica, la cui gravità risiede nel comportamento irrispettoso nei confronti della comunità, della democrazia, del ruolo del Consiglio regionale. Da sempre in Valle la politica ha raggiunto scontri epocali, ma qui siamo scesi molto in basso. Da parte di tutti noi ci deve essere la consapevolezza di essere chiamati a svolgere un ruolo nella massima Istituzione regionale: dobbiamo essere interpreti delle esigenze delle persone, dobbiamo basarci sullo Statuto che regola l'ordinamento valdostano e la sua specialità. Spetta a noi difendere e essere degni interpreti della nostra autonomia. Auspico che attraverso questa Assemblea sia sempre più valorizzato il ruolo del Consigliere in una costruttiva dialettica politica. E da questo l'intera comunità valdostana non potrà che trarre beneficio.»
La Consigliera di Alpe Chantal Certan ha sottolineato: «Il ruolo di Presidente del Consiglio è soprattutto di garanzia. Noi ci aspettavamo una discontinuità rispetto a scelte del passato non condivise e ad accordi presi in stanze segrete. Vogliamo impegni precisi (ad esempio sulla tutela della funzione ispettiva dei Consiglieri o sulla riduzione dei costi della politica), maggiore trasparenza anche nello svolgimento quotidiano nell'azione di Presidente dell'Assemblea, vogliamo un cambio di copione. Oggi invece temiamo che non cambierà nulla. Non è una questione personale, ma politica: vogliamo segnali chiarissimi sui contenuti e che si smettesse di confondere il ruolo di Presidente del Consiglio con la mera spartizione dei posti per tenere in piedi una maggioranza sempre più debole.»
Il Capogruppo di Stella Alpina Stefano Borrello ha voluto ripercorrere la storia di questa Legislatura, «con gli equilibri precari derivati dall'esito delle urne e la conseguente difficile gestione di quest'Aula. Tengo a ringraziare l'intero Ufficio di Presidenza perché, al di là dell'appartenenza politica e dei momenti di crisi, ha garantito con professionalità il funzionamento dell'Assemblea. Noi crediamo che la figura di Marco Viérin, anche per la sua esperienza all'interno di quest'Aula, e la continuità di percorso siano sinonimo di garanzia dell'attività di ogni singolo Consigliere.»
Il Consigliere segretario Fabrizio Roscio (Alpe) ha rilevato: «I temi oggi sollevati sono già stati trattati nel lavoro quotidiano dell'Ufficio di Presidenza, al cui interno i rappresentanti di minoranza hanno svolto un ruolo di sollecito e stimolo per intraprendere certi cammini, come nel caso dei costi della democrazia o per la funzione ispettiva. Si sono avviati percorsi non ancora conclusi, che il prossimo Ufficio di Presidenza potrà portare a compimento. Il ruolo di tutti i Consiglieri deve essere valorizzato dalla figura del Presidente dell'Assemblea, un Presidente che deve essere super partes e garante delle Istituzioni.»
Il Capogruppo del PD-SVdA, Raimondo Donzel, ha evidenziato «il percorso difficile, anche dal punto di vista umano, del Presidente e dell'Ufficio di Presidenza, che hanno continuato a svolgere appieno le funzioni e le attività del Consiglio in questo momento di transizione. Le dimissioni di Marco Viérin sono arrivate dopo un tavolo di confronto tra forze politiche per cercare di sbloccare la situazione di impasse: sono state quindi un'assunzione di responsabilità. Riguardo ai punti evocati, in particolare rispetto al diritto di accesso agli atti da parte dei Consiglieri, ricordo che in Commissione è in atto un confronto per l'elaborazione di una proposta di legge che riguarda le partecipate, all'interno della quale è stata affrontata questa problematica. Non scaricherei quindi unicamente sul tavolo della Presidenza questo dossier: dobbiamo dare gli strumenti affinché il diritto sia rispettato. Non ci sono dei Tex Willer in quest'Aula: il faccio tutto io non esiste, il cambiamento avviene attraverso una coralità di intenti. Oggi appoggiamo la candidatura di Marco Viérin perché ha dato prova di responsabilità in un momento difficile e ritengo che vi siano tutte le condizioni per sostenere la proposta.»
Il Consigliere Alberto Bertin (Alpe) ha osservato: «Se esistesse una classifica forse batteremmo il record della durata di un organo dimissionario. L'aver trascinato per sette mesi questa situazione è stata l'ennesima dimostrazione dell'incapacità della politica, con la conseguente perdita di credibilità delle Istituzioni e discredito per tutti. Rimangono da affrontare diverse questioni, tra cui il contenimento dei costi della politica e la trasparenza e pubblicità dei lavori delle Commissioni. C'è la necessità che il Consiglio voglia rinnovarsi, essere al passo coi tempi e dimostrare sobrietà, iniziando col non acquisire una nuova sede per la Presidenza del Consiglio, che a mio avviso non va cambiata tenendo conto che l'operazione di acquisto e ristrutturazione delle palazzine di CVA supera i 18 milioni di euro.»
Il Consigliere Laurent Viérin (UVP) ha specificato: «Solo oggi quest'Aula ha preso atto delle dimissioni dell'Ufficio di Presidenza. Sulla Presidenza di quest'Assemblea la nostra posizione non è mai cambiata: per noi, contrariamente alla maggioranza, questo ruolo non può rientrare nella logica di spartizione delle poltrone. Ci sono state stagioni di dialogo, ma crediamo che questa elezione faccia parte di accordi politici per il solo riempimento di caselle, non per contenuti, serva a ricomporre la maggioranza. L'elezione di oggi non è condivisa, non ravvisiamo il tanto decantato cambiamento. Tutte le battaglie portate avanti dall'opposizione in questi due anni non hanno sortito effetti, se non che il PD-SVdA oggi appoggia la logica spartitoria secondo cui l'Ufficio di Presidenza non è altro che un nono Assessorato. Accogliamo l'apertura espressa dal Presidente Viérin, cui chiediamo effettivi cambiamenti. Ci dispiace che non si sia giunti ad una Presidenza diversa rispetto al passato, non nella persona, ma nei metodi, che torniamo a contestare.»
Il Capogruppo di Alpe Albert Chatrian ha contestato «il confezionamento di un pacchetto che ha soltanto chiuso il cerchio dell'allargamento della maggioranza usata come l'ennesima merce di scambio. Come Consiglieri di opposizione, non ci sentiamo tutelati: basti pensare al fatto che ci viene negato il diritto di accesso, fondamentale per espletare al meglio il nostro mandato di eletti. Così come con parecchio rammarico prendiamo atto dell'incapacità del Presidente dell'Assemblea a far rispettare e dare gambe alle decisioni assunte da quest'Aula. Il Presidente del Consiglio non deve avere nessuna sudditanza nei confronti del Presidente della Regione.»
SC-MM