Info Conseil
Comunicato n° 133 dell'11 marzo 2015
Interpellanza sull'inquinamento nella valle del Monte Bianco
Riunione del Consiglio dell'11 marzo 2015
Nella seduta consiliare dell'11 marzo 2015, il tema dell'inquinamento atmosferico collegato al transito dei veicoli pesanti nel versante savoiardo della valle del Monte Bianco è stato trattato dal gruppo Alpe con un'interpellanza.
Il Consigliere Alberto Bertin, rappresentate le recenti preoccupanti informazioni riguardanti l'emergenza inquinamento riscontrata nella valle di Chamonix, ha chiesto «se siano stati attivati contatti con le Istituzioni d'oltralpe per coordinare un'azione comune e, in particolare, se sia intenzione dotarsi di un piano sulla qualità ambientale collegato, e quindi raffrontabile, al "Plan pour la qualité de l'air" vigente nella valle di Chamonix; se si conoscano studi epidemiologici sulle conseguenze dell'inquinamento atmosferico delle zone alpine interessate dai transiti internazionali e se sia intenzione del Governo regionale dotarsi di un tale strumento.» Il Consigliere Bertin ha inoltre voluto conoscere le ragioni della mancata convocazione del Comitato regionale di controllo dei flussi di traffico lungo gli assi internazionali in questa Legislatura e se sia in programma una sua convocazione.
L'Assessore al territorio e ambiente, Luca Bianchi, ha risposto che «vi sono state diverse occasioni di incontro, anche in relazione ai numerosi progetti transfrontalieri e internazionali in ambito Interreg che ci hanno dato la possibilità di affrontare e approfondire le diverse problematiche di tutela di qualità dell’aria sui territori di confine tra Francia e Italia. L’esito ha evidenziato sicuramente l’attenzione alla qualità dell’aria da parte di tutti ma anche le sostanziali differenze tra le due realtà, che non sono direttamente comparabili anche per le diverse condizioni morfologiche, territoriali e meteoclimatiche, che possono intervenire in modo molto differente nella dispersione degli inquinanti sui due versanti delle Alpi. La diversità dei fattori ha determinato la consapevolezza che gli strumenti di azione è bene che siano predisposti e tarati sulla base della propria realtà, non escludendo con ciò confronti e condivisione di misure comuni.»
Riguardo agli studi epidemiologici, l'Assessore ha riferito che «nel corso del 2006 è stato effettuato uno studio condotto dall’Assessorato della sanità, salute e politiche sociali sugli effetti prodotti dal passaggio dei TIR sulla salute dei residenti nella Valdigne. Ciò che è emerso – confrontando il numero di ricoveri e di morti tra i valdostani per cause associate all’inquinamento, prima, durante e dopo la chiusura del Traforo a seguito del rogo del 1999 – è che le riduzioni, osservate durante i due anni di chiusura che non hanno visto il transito dei TIR, non sono state così importanti come forse ci si aspettava. Si sono registrate lievi flessioni nei ricoveri per patologie dell’apparato respiratorio e per le patologie ischemiche del cuore soprattutto negli ultrasessantacinquenni ma nei decessi non si sono visti benefici. In considerazione del fatto che il flusso di traffico ha subito nel complesso una flessione, soprattutto per quanto concerne i mezzi pesanti, e parallelamente ha visto un incremento della modernità dei mezzi transitanti, legati agli sviluppi della tecnologia dei motori, con progressiva riduzione delle emissioni (i vari euro 3, 4, 5 ecc.), e tenuto conto del costante monitoraggio degli inquinanti ambientali condotto da ARPA, credo di poter dire che ad oggi non ci sono elementi che indicano un aumento dei rischi per la salute.»
Quindi, l'Assessore ha osservato che «a fronte di un netto decremento del flusso di mezzi pesanti, con una riduzione media di circa 200 mila TIR all'anno rispetto al periodo antecedente alla chiusura e alla luce dei risultati del costante monitoraggio curato da ARPA, che testimoniano progressivi miglioramenti delle concentrazioni in aria di inquinanti e il rispetto dei limiti previsti dalla normativa vigente, in questi primi anni di Legislatura non si è ritenuto necessario convocare il Comitato regionale di controllo dei flussi di traffico. Pur non essendoci criticità credo tuttavia che la convocazione del Comitato possa essere utile ai fini della condivisione di riflessioni sulla situazione attuale e sulle prospettive future legate al flusso del traffico nella nostra Regione in generale.»
Il Consigliere Bertin ha dichiarato che «si tratta di problema tipicamente transfrontaliero, anche se le condizioni sono diverse da una parte all'altra delle Alpi. Ricordiamo inoltre la presenza di un inceneritore a Passy, fortunatamente in Valle l'abbiamo scampata, almeno questa. Abbiamo già sollecitato nel passato un'azione comune tra le due parti delle Alpi, sapendo che l'Euroregione Tirolo sta ottenendo risultati. Noi crediamo che ci voglia una strategia pluriennale e coordinata e non iniziative spot; ci vuole un approccio globale alla tematica. Il Piano dell'aria è in scadenza e presenteremo una risoluzione in merito, proprio per sollecitare il Governo a intraprendere delle azioni più efficaci e in sinergia con il versante savoiardo delle Alpi.»
SC