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Comunicato n° 572 del 18 novembre 2014

Interpellanza sulla definizione del patto di stabilità del 2014 e del 2015

Riunione del Consiglio del 18 novembre 2014

Nel corso della seduta del 18 novembre 2014, il gruppo Union Valdôtaine Progressiste ha affrontato, con un'interpellanza, il tema della definizione del patto di stabilità relativo agli anni 2014 e 2015.

«Malgrado i frequenti incontri a Roma tra il Presidente della Regione, l'Assessore e i dirigenti regionali dell'Assessorato al bilancio ed il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Graziano Delrio, nulla è stato concluso relativamente alla definizione del patto di stabilità 2014 tra Regione e Stato e non vediamo quindi la possibilità di tranquillizzare i cittadini. – ha evidenziato il Consigliere Elso Gerandin. Tenuto anche conto del fatto che altre Autonomie speciali e Regioni autonome hanno già definito con lo Stato sia il patto di stabilità 2014, sia le prospettive per i rispettivi bilanci anche per gli anni a seguire e che garantiscono loro una certa tranquillità, vogliamo conoscere i contenuti dell'ultima proposta avanzata dalla Regione allo Stato e il termine ultimo che si è posto il Governo regionale per la definizione del patto di stabilità 2014 e se è intenzione porre sul tavolo della trattativa con lo Stato anche il patto per il 2015 e per gli anni successivi, oltre a quali condizioni ci impone lo Stato. Vorremmo anche capire se la non definizione abbia condizionato la stesura del bilancio di previsione 2015. Non possiamo più andare avanti a tentoni: la Valle d'Aosta è in una situazione economica disastrosa.»

Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha risposto che «il punto fondamentale della proposta avanzata dalla Regione è il superamento della problematica legata al riparto dei contenimenti di spesa a noi richiesti, che trova origine nell’incidenza dei consumi intermedi desunti dal sistema Siope (Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici). Questo criterio assegna alla Valle d’Aosta il 9,16% del contributo complessivamente stabilito per le Regioni a Statuto speciale anziché il criterio di incidenza del PIL (da tutti riconosciuto più equo) da cui deriverebbe un’assegnazione al 2,31%. Stiamo cercando di risolvere nel più breve tempo possibile il patto 2014: stiamo trattando da mesi ma, purtroppo, la discussione con lo Stato è stata condizionata dall’avvio dell’iter per la Legge di stabilità. Quindi si è verificato un ritardo per la sua soluzione. Confermo poi che da parte regionale c’è l’intenzione di addivenire ad un accordo pluriennale e su questo c’è già la disponibilità da parte dello Stato. Per gli anni successivi al 2015, con l’armonizzazione dei bilanci pubblici, ci sarà probabilmente il superamento del patto di stabilità che verrà sostituito dall’equilibrio di bilancio. L’accordo con lo Stato prevederà l’impegno da parte della Regione ad attivare l’armonizzazione del bilancio dal 1° gennaio 2016 e si costituirà un tavolo di lavoro per la valutazione di come transitare al nuovo sistema. La stesura del bilancio di previsione 2015-2017 non è comunque stata influenzata dalla incerta definizione del patto di stabilità 2014 e 2015. Il bilancio è stato formulato a legislazione vigente. Stiamo tendendo a non sforare.»

Il Presidente ha poi ricordato che «la legge 42 sul federalismo fiscale – che prevedeva che nessun costo aggiuntivo a quanto pattuito sarebbe stato richiesto alla Regioni a Statuto speciale – è rimasta lettera morta, anche se una recente sentenza della Corte costituzionale sostiene questa normativa. In realtà, lo Stato si è riservato di chiedere ulteriori aggravi alla contribuzione da parte delle Regioni a Statuto speciale.»

Il Consigliere Gerandin ha quindi replicato che «il quadro fornito non ci tranquillizza: noi vogliamo sapere quali sono le effettive disponibilità, che ad ora sono state fornite soltanto a livello verbale, e quale l'attitudine della Giunta. È inaccettabile che tra i criteri sanzionatori dello Stato ci sia la compensazione: questo significa che rischiamo di entrare a piedi uniti sul bilancio 2015, se le risorse vengono compensate come scritto in legge. Oggi, dobbiamo chiudere la partita vecchia, ma non sappiamo in quali termini. Non vorremmo che ci fossero brutte sorprese.»

SC