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Comunicato n° 351 del 17 luglio 2014
Approvata la proposta di programma di sviluppo rurale 2014/2020
Riunione del Consiglio del 17 luglio 2014
Nella seduta del 17 luglio 2014, con 18 voti a favore (UV e SA) e 16 astensioni (UVP, Alpe, PD-Sinistra VdA e Movimento 5 Stelle), il Consiglio regionale ha approvato la proposta di programma di sviluppo rurale della Valle d'Aosta 2014/2020 cofinanziato dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e dal Fondo di rotazione statale.
La proposta di Programma sarà ora trasmessa ai servizi della Commissione europea e dello Stato con cui la Regione condurrà il necessario negoziato.
Nel corso della discussione, il Consiglio ha respinto, con 18 astensioni (UV, SA) e 16 voti a favore, un ordine del giorno depositato in Aula dai gruppi UVP, Alpe, PD-SVdA e M5S, volto ad impegnare l'Assessore all'agricoltura a provvedere alla riorganizzazione delle strutture dell'Assessorato al fine di fornire servizi, anche mediante la semplificazione delle procedure, agli operatori del settore, oltre che a reperire risorse regionali, sotto forma di fondi di rotazione, necessarie ad accompagnare il settore verso il nuovo scenario e a unificare in un unico GAL (Gruppo di azione locale) il territorio valdostano, con l'intento di ottimizzare l'organizzazione e di liberare risorse.
L'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Renzo Testolin, nell'illustrare il provvedimento, ha evidenziato come «questo piano rappresenti per la Valle d'Aosta il principale strumento a supporto della politica agricola, forestale e per lo sviluppo del territorio montano. Per rispondere a maggiori fabbisogni si è reso necessario individuare nuovi equilibri che contemperassero la continuità con misure precedentemente adottate con approcci innovativi per creare i presupposti per una crescita del settore.»
Il Programma, presentato dalla Giunta al Consiglio regionale il 17 giugno scorso, comporta un investimento complessivo di 138 milioni 706 mila euro, di cui 59 milioni 814 mila a carico del Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (FEASR), 55 milioni 224 mila a carico del Fondo di rotazione statale e 23 milioni 667 mila 600 euro a carico della Regione. Gli obiettivi prioritari per il prossimo settennio sono stati individuati dall'Amministrazione regionale a seguito di una consultazione partenariale avviata dalla primavera 2013 e si traducono in una serie di obiettivi ritenuti strategici per il settore agricolo e per lo sviluppo rurale in Valle d'Aosta: mantenere il tessuto agricolo sul territorio regionale, migliorando la competitività delle aziende agricole; garantire la tutela dell’ambiente e del paesaggio; incrementare la qualità e il valore aggiunto delle produzioni, con particolare attenzione al prodotto Fontina; assegnare particolare attenzione e priorità ai giovani agricoltori e al ricambio generazionale; diversificare le produzioni agricole e le attività aziendali; promuovere lo sviluppo locale di tipo partecipativo.
L'Assessore ha dettagliato ognuno di questi sei punti, precisando: «La volontà è di garantire un livello reddituale sufficiente agli agricoltori con la compensazione degli svantaggi naturali determinati dal territorio montano, con l'obiettivo di rafforzare la competitività in un panorama di piccole aziende a carattere familiare. Una competitività che però non deve andare a detrimento delle tradizionali pratiche estensive di produzione: l'intenzione è di conservare la tradizione, ma anche si promuovere l'agricoltura biologica. Riguardo alla Fontina, sono confermate le attività a supporto del mantenimento e del miglioramento della sua qualità, parallelamente ad attività di controllo stringente, anche per una responsabilizzazione maggiore dei produttori. Le misure previste mirano poi al benessere animale, premiando gli allevatori impegnati a mantenere standard elevati, soprattutto nella monticazione in alpeggio, per cui si sono incrementate le risorse. Più in generale, attenzione è dedicata alla promozione dei prodotti regionali. Riguardo invece ai giovani agricoltori, il premio di insediamento presenta una novità: l'attivazione di uno sportello unico per le varie domande di aiuto.»
«Le scelte che hanno portato alla redazione di questo piano sono sicuramente di compromesso – ha concluso l'Assessore Testolin –, dettate dalla situazione finanziaria complessa, che ci ha portato a ricomprendere nel documento misure che precedentemente venivano finanziate con risorse regionali. Si è cercato di dare risposta alle priorità strategiche rilevate dall'analisi di contesto e alle osservazioni avanzate dalle associazioni e dai vari soggetti interessati, con cui si è mantenuto un rapporto costante durante tutte le fasi di elaborazione del piano, che, realizzato seriamente, risulta equilibrato, prevendendo un insieme eterogeneo di misure.»
Il Consigliere dell'UVP Alessandro Nogara ha definito il PSR «uno strumento importante per il settore agricolo, perché questi saranno gli unici soldi che ci saranno nei prossimi anni per l'agricoltura. Purtroppo, la Regione, che nel tempo ha sempre creduto nell'agricoltura, quale mezzo di valorizzazione del territorio e di sviluppo del turismo, oggi sta facendo tabula rasa degli aiuti e degli incentivi messi a disposizione. Nel periodo 2007-2013, per l'agricoltura venivano impegnati 348 milioni di euro; ora ce ne sono 138 milioni. Noi, invece, crediamo fondamentale reperire nuove risorse regionali, anche sotto forma di fondi di rotazione, come indicato nell'ordine del giorno che abbiamo depositato, necessarie ad accompagnare il settore verso il nuovo scenario: risorse che potrebbero essere quantificabili in 5 milioni di euro annui per ogni anno del piano. Oggi, vi è la necessità di creare sviluppo, accompagnando e favorendo gli agricoltori, altrimenti sanciremo la morte di molte aziende valdostane.»
Il Consigliere Fabrizio Roscio (Alpe) ha osservato che «la programmazione prevede 20 milioni di euro all'anno, con molti interventi che sono simbolici e polverizzati tra i vari obiettivi. Si replica un modello Valle d'Aosta degli anni passati, impegnando però meno risorse: c'è una contraddizione di fondo, perché se si intende riproporre un modello, la politica dovrebbe continuare ad investire, altrimenti facciamo i custodi di un cimitero. Oggi, bisogna avere il coraggio di fare delle scelte politiche forti, innanzitutto semplificando il sistema. L'accesso ai finanziamenti sarà sempre più complicato, quindi noi proponiamo una riorganizzazione complessiva dell'Assessorato al fine di fornire assistenza agli agricoltori e garantire la piena partecipazione ai progetti. Bisogna far cambiare mentalità agli operatori, favorendo la capacità di fare rete; dobbiamo puntare sul conto interesse e non elargire contributi; bisogna migliorare la commercializzazione dei prodotti e il marketing. Se pensiamo che il PSR sia uno strumento politico, questa riorganizzazione sarà il nostro valore aggiunto.»
Il Presidente della terza Commissione "Assetto del territorio", Stefano Borrello, ha ripercorso gli approfondimenti effettuati dalla Commissione, comprensivi di diverse audizioni, «che hanno consentito un rafforzamento dei rapporti tra le Istituzioni e le Associazioni di categoria. L'importanza dell'approvazione di questo piano è sì legata ad un aspetto economico, ma non si può non trattare dell'analisi di contesto, che fa capire il ruolo fondamentale di questo settore, necessariamente da tutelare, anche attraverso un presidio territoriale che mantenga le comunità locali e periferiche. La salvaguardia del patrimonio naturale e ambientale valdostano passa attraverso la difesa delle tante aziende agricole, così come contenuto nel piano di cui stiamo discutendo.»
Il Consigliere Vincenzo Grosjean (UVP) si è chiesto «quale sia il concreto sviluppo contenuto in questo piano, in cui ci sono soltanto misure quasi non percepibili dall'agricoltore e tante complicazioni. E' giusto pensare ai giovani, ma occorre dare loro le indicazioni per indirizzarli nei settori con più prospettive e non creare false aspettative. E non bisogna dimenticare le aziende già avviate che rischiano di dover chiudere. Sarebbe l'ora di ricominciare a studiare interventi più efficaci. Gli agricoltori chiedono di valorizzare il prodotto finale: per questo è sufficiente incentivare il latte di qualità. Se si proseguirà su questa strada, ci troveremo a parlare di Piano di 'sopravvivenza' rurale.»
Il Capogruppo del PD-Sinistra VdA, Raimondo Donzel, ha sostenuto che, «sebbene l'incidenza dell'agricoltura sul pil regionale sia inferiore al 2 per cento, è un settore strategico e molto significativo per il territorio valdostano, sia per il suo nesso con il turismo sia per la tutela del paesaggio. Le misure messe in atto nel precedente periodo di programmazione hanno avuto scarsa incidenza per lo sviluppo del comparto, ad esempio nella preservazione della razza bovina (Castana e Pezzata Nera): oggi, c'è la necessità di una profonda riflessione nel mondo agricolo valdostano, che sarà chiamato a collaborare sempre più al suo interno; penso, per esempio, allo sfruttamento dei pascoli alti, alla viticoltura che dialoghi con l'allevamento; e non si cada in contrapposizioni poco produttive per tutto il settore: bisogna fare squadra e aiutarsi a vicenda. Un dato drammatico riguarda il fatto che il 57% delle aziende sono condotte da over 55: senza un ricambio generazionale duemila aziende rischiano la chiusura. C'è invece da rilevare che gli agricoltori interpretano in modo sempre più moderno l'attenzione verso l'ambiente, verso il benessere animale. Insomma, noi siamo convinti che le competenze ci siano, ma bisogna metterle a fuoco, individuando delle priorità per andare a intervenire sul territorio in maniera puntuale. La dimostrazione è il successo dei nostri vini di montagna e il fatto che la produzione casearia non è diminuita a fronte di una diminuzione dei capi produttivi. Allo stesso modo, avremo bisogno di strutture regionali in grado di curare con maggiore rapidità ed efficienza gli operatori: la sfida burocratica è importantissima e gli agricoltori vi tengono molto per evitare i problemi enormi che ci sono stati nell'erogazione del "verde agricolo". Non usiamo i fondi per i consulenti, investiamoli per sostenere veramente l'agricoltore. Il fondo europeo deve creare impresa e sviluppo, non nuova burocrazia.»
Il Consigliere Albert Chatrian (Alpe) ha osservato: «Del PSR l'impostazione generale non ci soddisfa, sembra che il Governo non si sia reso conto delle difficoltà del settore, definito strategico per la nostra comunità forse solo nei periodi elettorali. La politica regionale ha una grave responsabilità, perché non ha voluto tenere conto delle avvisaglie, sostando semplicemente il momento della resa dei conti. Più volte abbiamo tentato di far cambiare strada al Governo, consci di rappresentare una criticità reale. Ci aspettavamo un PSR più coraggioso che prendesse per le corna i problemi, anche con scelte drastiche; un piano che indicasse la strada su cui camminare con il supporto della politica, pur senza le risorse di un tempo. Questo invece è un piano che individuato più desideri che bisogni, che ha cercato di allargare la coperta a tutti, pur sapendo che questo non è più possibile. E' un documento che evidenzia la distanza crescente tra l'inamovibile macchina amministrativa regionale e gli agricoltori, che dovranno così affrontare una serie di ostacoli. Questo PSR dimostra che la politica tira a campare, mascherando i problemi che oggi vengono a galla. Temiamo che la situazione peggiorerà ancora.»
Prendendo la parola in merito all'ordine del giorno presentato dalla minoranza, l'Assessore Testolin ha precisato: «La riorganizzazione dell'Assessorato è in fase di valutazione, anche alla luce delle nuove attività legate all'utilizzo dei fondi del PSR che comporteranno, gioco forza, un riassetto all'interno degli uffici. Attenzione in tal senso è dettata anche dal fatto che l'obiettivo di razionalizzazione è prevista già negli obiettivi dirigenziali. Ciò non toglie che abbiamo sempre operato per fornire tutte le indicazioni utili ai cittadini. Concordiamo sull'opportunità di poter unificare in un unico Gruppo di azione locale il nostro territorio, ma devo specificare che comunque le risorse allocate non potrebbero diminuire, in quanto corrispondono alla percentuale minima cui non è possibile derogare.»
Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha osservato che «si tratta di un piano di presentazione di richiesta di fondi che è di 14 milioni superiore a quello del settennato precedente. È una programmazione che dà risposte a chi gestisce la montagna, con particolare attenzione ad un settore in difficoltà come quello della zootecnia. Riguardo all'Assessorato, le strutture lavorano seriamente e nell'ottica di ottimizzazione dell'organizzazione sono stati assegnati ai dirigenti obiettivi puntuali tra i quali la razionalizzazione dei servizi. Sulle risorse da impegnare nel bilancio regionale, ci sarà l'occasione di riparlarne in sede di discussione della programmazione 2015. Non abbiamo illuso nessuno e ribadiamo che se non ci fossero questi interventi, ci sarebbero delle grossissime criticità: il Piano va quindi nella direzione auspicata da tutti.»
SC-MM