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Comunicato n° 346 del 17 luglio 2014

Interpellanza sul patto di stabilità

Riunione del Consiglio del 17 luglio 2014

Le problematiche legate al patto di stabilità sono state il tema di in un'interpellanza presentata dal gruppo Union Valdôtaine Progressiste nel corso della seduta del 17 luglio 2014.

Il Consigliere Elso Gerandin, illustrando i contenuti dell'iniziativa, ha specificato: «Ogni disponibilità finanziaria futura del bilancio regionale dipenderà dalla tempestività e dalla capacità di chiudere un accordo con lo Stato che rilanci l'economia valdostana. Vogliamo quindi sapere chi in questo momento si stia occupando del patto di stabilità a livello regionale, chi gli interlocutori a livello statale e quali le intenzioni e i tempi con cui il Governo regionale intende risolvere la questione. Vorremmo poi capire se la trattativa con lo Stato interessi anche il 2015 e se ci sono tavoli aperti con le altre Regioni e Province a Statuto speciale per formulare una proposta di accordo da trasmettere al Ministro delle finanze. Da quanto ci risulta, da altre parti si sono mossi per tempo e hanno portato a casa i risultati, mentre noi insieme alla Sicilia siamo il fanalino di coda, con la differenza che la Sicilia non ha siglato l'accordo sul federalismo fiscale.»

Nella risposta, il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha precisato che «gli interlocutori sono definiti dalla legge di stabilità 2013 che prevede che al fine di assicurare il concorso agli obiettivi di finanza pubblica, le Regioni a Statuto speciale concordino, con il Ministro dell'economia e delle finanze, per ciascuno degli anni dal 2013 al 2017, l'obiettivo in termini di competenza eurocompatibile. Entro il 31 marzo di ciascun anno, il Presidente dell'ente trasmette la proposta di accordo al Ministro dell'economia e delle finanze. Ovviamente, sia la Ragioneria generale dello Stato, sia l’Assessorato regionale al bilancio, finanze e patrimonio, vista la tecnicità della materia, collaborano alla predisposizione degli accordi. Così come previsto dalla legge, ho provveduto a inviare una prima proposta entro il 31 marzo. E’ importante, però, ricordare che quest’anno è intervenuto il DL 66 (che, tra altro, ha previsto un aggravamento di 5 milioni del contributo posto a carico della Regione), il quale ha previsto il rinvio del termine del 31 marzo al 30 giugno. La Regione non ha comunque inviato una nuova proposta, anche in attesa della replica a quella che abbiamo presentato a marzo. Sicuramente sarebbe stato positivo aver già chiuso il patto, ad oggi. Tuttavia le notizie su una possibile revisione dei meccanismi che regolano il patto di stabilità, che temporalmente coincidono con l’avvio del semestre di presidenza dell’Unione Europea da parte dell’Italia, hanno reso opportuno attendere. In particolare, è ancora in corso una negoziazione per escludere dal patto di stabilità i cofinanziamenti statali e regionali dei programmi europei

«La Regione – ha proseguito il Presidente Rollandin –, già in sede di discussione del patto di stabilità 2013 ha proposto la definizione del patto per gli anni a venire (in primis l’anno 2014). E se si esamina l’accordo raggiunto, c’è una parte dei fondi che potrà essere “liberata” sul 2014. Il problema è che a febbraio 2014, quando abbiamo chiuso l’accordo 2013, non c’erano le condizioni per chiudere un accordo pluriennale favorevole. Sicuramente, per quanto possibile, da parte regionale si proverà a raggiungere un accordo pluriennale. La legge peraltro lo prevede, almeno fino al 2017

Sui rapporti con le altre Regioni e Province a Statuto speciale, il Presidente ha osservato che «questi si esplicano nell’ambito della Conferenza delle Regioni, che si riunisce ogni 15 giorni: questa collaborazione si è tradotta in un fruttuoso scambio di informazioni, ma purtroppo non è stato possibile concretizzare una posizione comune che permetta un’unica proposta di patto allo Stato. Lo Stato, con l’articolo 16, comma 3 del decreto-legge 95/2012, ha di fatto creato le condizioni per mettere le autonomie speciali l’una contro l’altra. In quell’articolo è stato infatti definito il riparto del contributo alla finanza pubblica complessivo, posto a carico delle Regioni a Statuto Speciale e delle Province Autonome, ivi compreso il criterio di riparto tra ciascuna di esse qualora le stesse non siano in grado di trovare un diverso accordo. Ovviamente nessun soggetto si trova nella condizione di approvare un criterio diverso da quello stabilito in legge, se dall’applicazione dello stesso ne ottiene uno svantaggio economico.»

Il Presidente ha quindi concluso: «Un’impasse di difficile soluzione, ma sulla base dei contatti con il Ministero, credo che vi sia la possibilità di arrivare ad una conclusione entro i termini di 1 mese.»

Il Consigliere Elso Gerandin ha replicato che «in questa situazione, emerge tutta la debolezza della nostra Regione e il Presidente ha ammesso il momento di oggettiva difficoltà. Un tema così importante non può essere gestito solo da poche persone, noi siamo disponibili a condividere un metodo e un percorso, così come avevamo proposto alcuni mesi fa. Purtroppo oggi la situazione è peggiorata, con un bilancio disperato che non dà possibilità di spendere le risorse a disposizione. Sarebbe l'ora di coinvolgere tutto il Consiglio Valle al fine di dimostrare una unità di intenti nei confronti di Roma. Dobbiamo poi trovare un accordo con le altre Autonomie speciali. Siamo fuori tempo massimo e chi ne uscirà veramente male sarà la Valle d'Aosta

SC