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Comunicato n° 338 del 26 settembre 2013
Respinta una mozione sulla revisione della Costituzione
Adunanza del Consiglio regionale del 26 settembre 2013
Il Consiglio regionale, nella seduta di giovedì 26 settembre 2013, ha respinto, con 18 voti contrari (UV e SA), 14 a favore (Alpe, M5S, UVP) e 3 astensioni (PD-SinistraVda), una mozione riguardante le procedure previste per la revisione della Carta costituzionale.
L'iniziativa, depositata dai gruppi M5S, Alpe e UVP, è stata illustrata dal Consigliere del Movimento 5 Stelle, Stefano Ferrero, che ha richiamato il disegno di legge costituzionale già approvato dalla Camera dei deputati sulle nuove procedure di modifica costituzionale, che «impone modi, forme e tempi del dibattito parlamentare in deroga a quelli previsti dall'articolo 138 della Costituzione. Riteniamo che la modifica proposta darebbe più potere a poche persone rischiando così una deriva autoritaria che l'Italia ha già vissuto e che procedure in deroga all'articolo 138 risultano rischiose per le Regioni a Statuto speciale in assenza del principio dell'intesa più volte richiesto. Con questa mozione intendiamo ribadire nelle sedi opportune che la forma rigida della nostra Costituzione è garanzia per il nostro sistema, richiedendo, per la sua revisione, tempi o procedure tali da assicurare un’attenta riflessione e un più sicuro e ampio consenso, che non possono essere modificate da un ddl governativo, andando in deroga all’art. 138. Vogliamo inoltre impegnare i Presidenti di Regione e Consiglio oltre che i Parlamentari valdostani – che abbiamo visto essere assenti su questa tematica – a riprendere i necessari contatti a livello parlamentare governativo per giungere alla modifica dell'art. 116 della Costituzione con la previsione dell'intesa fra lo Stato e le autonomie differenziate in ordine alla modifica degli statuti di autonomia.»
Il Consigliere di Alpe, Alberto Bertin, ha sottolineato che «per avviare un'ampia riforma istituzionale ci vuole un clima politico "costituente": non crediamo che, in questo momento, ci siano i presupposti per questa riforma. Riteniamo che accelerare i tempi di modifica della Costituzione, legandoli al destino del Governo Letta, sia inopportuno. Per questo voteremo a favore della mozione.»
Per il Vicepresidente del Consiglio, Andrea Rosset (UVP), «la scelta di intraprendere un percorso di riforma costituzionale sembra più dettata da un desiderio di allungare questa Legislatura, già traballante. Per altro, il Comitato di esperti, o di "saggi", pur confermando la validità delle autonomie speciali, ha reso delle affermazioni ambigue che indugiano ad una sorta di "normalizzazione" della Specialità: le consideriamo un campanello di allarme. Visto il clima ostile verso le Speciali, la mancanza di una garanzia derivante dall'intesa rende pericolosa ogni scorciatoia rispetto alla procedura rinforzata oggi prevista proprio dall'articolo 138 della Costituzione. Per questo abbiamo proposto questa mozione: ci sono posizioni da cui non si può arretrare per nessuna ragione al mondo.»
Il Consigliere dell'UVP, Elso Gérandin, ha aggiunto: «Ci è difficile capire perché i Parlamentari valdostani abbiano votato a favore della modifica dell'articolo 138, sulla base, da quanto riferito da loro stessi, di assicurazioni verbali del Presidente Letta e di altri. Speriamo che sia stato un incidente di percorso perché introdurre modifiche costituzionali, con leggi parlamentari ordinarie mette a rischio nel futuro la nostra competenza e la nostra garanzia costituzionale.»
Il Consigliere del PD-Sinistra VdA, Raimondo Donzel, motivando il voto di astensione del suo gruppo, ha detto: «Con questa mozione si dice che non bisogna toccare la Costituzione. Io vorrei però ricordare che, nella recente campagna elettorale per le politiche, tutti ci siamo impegnati per l'attuazione delle riforme costituzionali, quali la riduzione del numero dei Parlamentari o la modifica del bicameralismo perfetto. Al contempo si chiede la modifica dell'art. 116 per affermare il principio dell'intesa con la Regione interessata per le modifiche statutarie, quando i disegni di legge costituzionale 42 e 363 appena votati in mattinata prevedono l'inserimento del principio dell'intesa direttamente negli Statuti.»
Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha sottolineato che «la discussione, pur interessante, appare fuorviante. La modifica prospettata di cui stiamo parlando è una deroga all'articolo 138 per le attuali riforme costituzionali e riguarda la tempistica: prevede, infatti, che il passaggio della doppia lettura tra le due Camere sia ridotto da tre mesi a un mese. Io vi chiedo di ritirare la mozione, perché non ha senso proporre un'iniziativa di questo genere. Aggiungendo, per altro, che noi siamo a favore di un'accelerazione del percorso che ci porterà ad attuare riforme importanti come l'istituzione del Senato delle Regioni.»
I Consiglieri proponenti la mozione hanno quindi preso la parola per ribadire il sostegno alla mozione: «Andiamo incontro ad una carta firmata in bianco al Comitato dei saggi, creando un pericoloso precedente: per la prima volta, per un disegno di legge, si deroga alla Costituzione, il che costituisce un precedente che legittima una procedura di modifica della Costituzione attraverso un disegno di legge ordinario. E' un rischio che non possiamo correre.»
SC