Info Conseil

Comunicato n° 275 del 25 luglio 2013

Dibattito sulla gestione del Casinò de la Vallée. Approvata una risoluzione.

Adunanza del Consiglio regionale del 25 luglio 2013

L'illustrazione della relazione sull'andamento della gestione della Casino de la Vallée da parte del Presidente della Regione è stata oggetto di un ampio dibattito che ha occupato l'Assemblea per l'intera seduta pomeridiana di giovedì 25 luglio 2013. Contestualmente, il Consiglio regionale ha approvato, con 18 voti a favore e 17 contrari, in sede di scrutinio segreto, una risoluzione proposta dai gruppi di opposizione Alpe, UVP, PD-SinistraVdA, M5S, che impegna il Governo regionale «a revocare, tramite la convocazione di una specifica assemblea, la corresponsione di qualsiasi premio di risultato riferito all'esercizio 2012, sotto qualunque forma attribuito, all'Amministratore unico della casa da gioco di Saint-Vincent nonché a chiedere la restituzione delle somme eventualmente già corrisposte a tale titolo.»

Nella discussione sulla relazione annuale sono intervenuti i Consiglieri Chatrian, Rosset, Donzel, Gérandin, Laurent Viérin e il Presidente della Regione.

Il Consigliere Albert Chatrian (Alpe) ha detto che «le peggiori previsioni si sono avverate perché nel bilancio 2012 non c'è nulla di nuovo e poco di positivo. Siamo convinti che la Regione sul Casinò abbia sbagliato strada, complice una gestione biunivoca Rollandin-Frigerio, approssimativa, sovente pericolosa e palesemente inefficace. Rimangono ancora molte perplessità. Nel bilancio è presente una certa 'precisione' sui mancati ricavi e una certa vaghezza sul contenimento dei costi. Sono, invece, cifre fallimentari. All'origine di questi risultati ci sono scelte strategiche: la relazione è un tentativo poco efficace ed elegante per giustificare un fallimento. Questo dimostra lo stato confusionale con cui agisce l'azienda. Si assiste così al naufragio senza tentare di salvare la barca. Sono stati dati oltre 70.000 euro all'Amministratore unico per i risultati non raggiunti. Dall'Amministratore pretendiamo azioni concrete per migliorare il patrimonio aziendale e i conti. A oggi siamo il fanalino di coda dei casinò italiani: è aumentata solo la tensione finanziaria. La verità è che il Casinò continua a spendere più di quello che incassa. Le esternazioni dell'Amministratore ci lasciano esterrefatti: chiediamo che venga al più presto rimosso dal suo incarico. Deve essere chiaro che l'interesse pubblico resta prioritario, mentre sembra che l'Amministratore unico non abbia capito che il Casinò non è un'azienda privata. Temo che un disegno ben definito si stia compiendo sotto i nostri occhi. Il sospetto diventa sempre più certezza e l'operazione di demolizione della Casa da gioco appare sempre più rivolta verso una soluzione che verrà presentata come inevitabile: la privatizzazione. Per di più a un prezzo di saldo. Il pubblico ripiana i debiti e il futuro privato incassa i guadagni.»

Per il Vicepresidente Andrea Rosset (UVP) «le cose vanno male, ogni parvenza di ottimismo evapora leggendo i dati relativi al 2012. Il tracollo è valso un cospicuo tesoro di premi di produzione, che sembrano premi di fedeltà. Sul Casinò e sul suo stato comatoso si dice solo mezza verità, in un'ottica di propaganda. Si rileva una stagnazione per mancanza di idee e progetti, non ci si assume le responsabilità e non si vuole guardare oltre il proprio naso, più che altro si ha la sensazione che si tiri a campare. Bisogna cambiare rotta per riportare una simile risorsa ad un obiettivo più importante.»

Il Capogruppo del PD-Sinistra VdA, Raimondo Donzel, ha sottolineato che «il clima rispetto al 2008 è profondamente diverso: adesso non c'è più lo spirito di riscatto. Anzi nel 2008, il PdL rivendicò la scelta dell'Amministratore unico. Per anni abbiamo letto le relazioni sulla Casa da gioco ed è sempre stato sostenuto che si andava meglio rispetto a chi andava peggio. Stiamo andando lungo una strada che vede il Casinò autocentrarsi e che condannerà inevitabilmente il resto del territorio. Non ci sarà competizione tra il Billia ristrutturato tutto con fondi pubblici e gli altri operatori privati di Saint-Vincent. Ci si è concentrati su quell'hôtel e ci si è dimenticati del resto. L'attività congressuale doveva partire anni prima e non concentrarsi solo sul Billia: l'obiettivo dovrebbe essere quello di coinvolgere tutto il territorio, mentre esistono sale congressi comunali 'vuote'. La gestione del Casinò sembra più una gestione immobiliare, ma gli impegni non erano solo questi, erano anche quelli di migliorare la sua gestione. Il dubbio è che si paghino con i soldi pubblici  la ristrutturazione di Casinò e del nuovo Resort per poi venderli ai privati. Rimane una preoccupazione molto forte su questa gestione che non crea ricadute positive sul territorio. Questo tipo di politica non ci porta da nessuna parte: lasciamo perdere questa strategia e rimettiamo in piedi un serio Consiglio di amministrazione, abbassiamo i compensi e cerchiamo di uscire da questa gravissima condizione. Se la maggioranza non sa da che parte andare, si faccia da parte e lasci fare ad altri.»

Il Consigliere dell'UVP, Elso Gérandin, ha evidenziato che «abbiamo esaminato la situazione degli anni precedenti per spiegare le nostre preoccupazioni per una situazione disastrosa: il 2010 è l'ultimo esercizio in cui si sono registrati dati positivi e in cui il capitale sociale è stato aumentato. Tali risultati si sono ottenuti diminuendo le spese di ospitalità, ma così si è contribuito a diminuire gli introiti. Nel 2011 il bilancio ha chiuso in attivo, ma solo per una manovra discutibile, ovvero la contabilizzazione di imposte anticipate attive. Questa operazione si attua solo quando si ha la certezza che queste cifre verranno recuperate; peccato che nel 2012 le perdite si siano decuplicate. Il bilancio 2011 è quindi da definirsi al limite della regolarità. Il documento contabile del 2012 è in perdita, i costi di gestione sono aumentati, segnalando l'assenza di un'efficace politica di contenimento delle spese. Si ricava allora che le strategie commerciali sono inadeguate e che l'amministratore unico non è all'altezza del ruolo. Non ravvisiamo una strategia difensiva, ma piuttosto una ricerca di alibi. L'efficienza gestionale e la produttività dei dipendenti sono posti al minimo, visto che tutti gli incarichi, anche a livelli intermedi, sono assegnati attuando criteri nepotistici. Mi sarei aspettato che un super manager presentasse un piano di riqualificazione del personale, con una visione lungimirante sulla Casa da gioco. La struttura organizzativa che ha governato l'azienda ha dimostrato di non essere in grado di saper affrontare le future esigenze gestionali. Il primo provvedimento da prendere sarebbe l'azzeramento di tale struttura. La sensazione è che si voglia una Casa da gioco in perdita per una privatizzazione a favore magari di amici e conoscenti ma sulla pelle dei dipendenti.»

Il Consigliere Laurent Viérin (Uvp): «Abbiamo presentato una risoluzione per richiedere la restituzione del bonus manager visti i risultati disastrosi. La volontà è quella di un rilancio della Casa da gioco che è sempre stata una risorsa molto importante, sia dal punto vista economico che occupazionale. La situazione è preoccupante perché i dati sono evidenti: qualcuno sta mandando a rotoli la Casa da gioco e uno dei tesori di famiglia sta andando al tracollo. Situazione che permane pessima fino a questi mesi del 2013. In una tale situazione occorre guardare al futuro con una strategia vincente che oggi non si vede. Non vediamo soluzioni per invertire la rotta. C'è incapacità a guardare oltre: è come l'orchestra del Titanic che continua a suonare malgrado la nave stia colando a picco. Questa situazione non potrà migliorare e continuerà a dare risultati negativi. Esiste una responsabilità gestionale, ma anche politica. Abbiamo un amministratore unico a Saint-Vincent e uno qui nell'Amministrazione regionale. E questi sono legati dalla medesima responsabilità. Crediamo che chi è nominato a dirigere deve pensare a proporre azioni di rilancio e non dire all'azionista cosa deve fare. Non si può più fare finta di niente. Oltre all'aspetto contabile, bisogna considerare anche gli ammortamenti come componenti essenziali di costo e non patrimoniali. Le giustificazioni sono diventati alibi. Ora vogliamo capire quali sono le strategie per recuperare la clientela e fidelizzarla e quali gli indirizzi.»

In sede di replica, il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha precisato che «non c'è nessuna privatizzazione all'orizzonte: stiamo ancora pagando il gruppo Lefèvre che aveva partecipato e vinto un bando di gara per la gestione del complesso di Saint-Vincent. Abbiamo presentato dei dati con chiarezza e trasparenza, consapevoli della situazione di difficoltà, ma al tempo stesso riconoscenti del lavoro svolto dall'Amministratore unico, da tutti i suoi collaboratori e dai dipendenti che, in un momento di disagio dovuto ai lavori in corso, hanno saputo affrontare con professionalità ed entusiasmo un anno impegnativo.»

Sulla risoluzione sono intervenuti, per l'illustrazione, la Consigliera Chantal Certan (Alpe), e nel dibattito i Consiglieri Stefano Ferrero (M5S), Stefano Borrello (SA) e Albert Chatrian (Alpe). Dopo un'interruzione dei lavori, dovuta ad una riunione delle forze di maggioranza, da una parte, e di quelle di minoranza dall'altra, il Consiglio ha proceduto alla votazione.